incesto
Patty porcellina in erba 11
di pattymilf
22.08.2018 |
28.163 |
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"Lasciami dormire –
Unii indice e medio, iniziai a penetrarla
- Gianfi …..."
Mia cugina dormiva bocconi nel letto a fianco; era ancora presto e la casa era silenziosa. Abbracciava il cuscino, le gambe appena divaricate lasciate scoperte dalla maglietta che usava durante la notte. Mi alzai e gliela sollevai: come ormai faceva d’abitudine non portava le mutandine; aveva un bel culetto rotondo e quasi completamente abbronzato. Con Marco le lasciavamo mettere costumi che la coprivano appena. All’inizio non voleva ma ormai si era abituata agli sguardi maschili e a qualche palpatina sulle sue curve giovani ma generose. L’impressione era queste cose la eccitassero più che infastidirla. Quando uscivamo insieme ci piaceva esibirla ed essendo estate non era difficile farla vestire il meno possibile. Il reggiseno era diventato solo un ricordo nel cassetto così il suo seno si muoveva libero sotto le magliette. Preferivamo però farle portare delle camicette sbottonate o dei vestiti scollati così le tettone erano bene in mostra. Gonne e vestiti erano inguinali e appena possibile le facevamo togliere gli slippini. Guardarla da dietro mentre camminava era un piacere; le gonnelline che indossava lasciavano spesso vedere ampie zone del suo culetto su cui le nostre mani si posavano volentieri. Se ci fermavamo a prendere qualcosa in un bar la facevamo sedere rivolta verso la strada, le gambe un po’ aperte. Il vestito che risaliva faceva il resto… Ogni volta che era possibile le aprivamo il vestito così da offrire al cameriere una visione quasi completa delle sue poppe, questo ci garantiva un servizio veloce ed efficiente. Se uscivamo per una pizza, noi tre o con amici, Marco le si metteva sempre a fianco così da poterle mettere una mano tra le cosce, risalire fino alla passerina e frugargliela liberamente. Patrizia era molto sensibile ed era uno spasso vederla mentre cercava di nascondere il piacere e l’eccitazione che provava.
Mi piaceva portarla in giro con la moto, le gambe bene in vista e il culetto lasciato scoperto dalla gonna svolazzante. Sentivo le sue tette contro la mia schiena, quando potevo, approfittando della sua posizione a gambe larghe le esploravo con le dita la fighetta
Marco aveva la macchina, una cabriolet, lei sedeva al suo fianco mentre io stavo dietro; le sollevavamo la maglietta così da esporre le tette alla vista degli altri automobilisti.
Altre volte Marco, mentre guidava, si faceva fare un pompino; Patty si inginocchiava così al suo fianco, il culo nudo ad altezza finestrino per la gioia degli altri guidatori. Se ne avevo voglia le facevo scavalcare il sedile e le davo il mio cazzo da succhiare
Patty non sempre era disponibile alle nostre richieste e di solito era Marco che la convinceva con un paio di sculaccioni bene assestati, oppure, ed era molto più efficace, strapazzandole le tette;
poteva darle uno schiaffo su una tetta nuda o strizzarla per bene o prendere i capezzoli fra le dita schiacciandoli e tirandoli. Alla fine mia cugina cedeva. Era diventata la nostra puttanella.
In questo primo periodo ci eravamo serviti oltre che della sua bocca e delle sue tette, del suo culetto. Aveva appena iniziato a prendere la pillola e non volevamo ingravidarla; se i miei conti erano giusti doveva essere ormai coperta da questo rischio e potevamo finalmente scoparla a piacimento
Questi pensieri mi avevano eccitato, andai a sedermi sul letto di Patrizia.
Le infilai una mano tra le cosce risalendo fino alla fighetta; con la punta dell’indice entrai tra le sue labbra titillandola appena.
- Gianfi .. sto dormendo… -
- Io sono sveglio da un po’, e ho voglia –
- Dai.. lasciami dormire –
Unii indice e medio, iniziai a penetrarla
- Gianfi ….uhmm –
- Toccati! –
Si portò la mano destra sulla passerina, io intanto con il pollice entrai nel suo buchetto. I suoi fianchi cominciavano a muoversi, la mano sinistra stringeva forte il cuscino.
Ero la loro puttanella. Mio cugino Gianfi e il suo amico Marco mi facevano fare quello che volevano, con le buone o con le cattive. Marco in particolare, quando mi rifiutavo di assecondarli, si accaniva con le mie tette. Senza preavviso mi dava uno schiaffo sul seno nudo, oppure mentre con una mano mi teneva una tetta con l’altra me la colpiva. Ma quello che più gli piaceva era strizzarmele finchè non accettavo le loro proposte. Lo stesso valeva per i miei capezzoli, sono grossi e si vedono bene sotto i vestiti. Li pinza tra le dita e tira… tira… finchè non gli dico di sì.
In realtà penso ci sia un fondo di sadismo in lui e di masochismo in me. Qualche giorno fa ero nella casetta degli ospiti della villa di Marco. Mi avevano fatto mettere a pecorina, nuda. Mi guardavano.
- E’ proprio un bell’esemplare, non credi Gianfi? –
- In che senso? –
- Animale –
- Quale? –
Marco si accucciò di fronte a me
- Starei tra una cagna e una vacca; come voglie direi una cagna, le tette sono quelle di una vacca, grosse, sode, da mungere –
- Effettivamente è difficile scegliere, però anche una vacca è piena di voglie, direi quindi che la potremmo catalogare così –
- Allora tu fai il toro e io il mungitore –
- Porci! –
Evidentemente io ero solo la puttanella da riempire. Ma come spesso mi succedeva questo loro modo di fare mi umiliava e mi eccitava insieme. Gianfi si inginocchiò dietro di me. Mi divaricò le natiche con le mani, mettendo bene in evidenza l’ano.
- E’ diventata molto ospitale anche qui dietro. Basta solo bagnarlo appena, e si entra facilmente –
- E’ una brava ragazzina. Ti piace prenderlo nel culo, vero Patty? –
- Si Marco –
- Sei la nostra vacca? –
- Si Marco, sono la vostra vacca –
- E cosa si fa alle vacche Patty? –
- Si montano e si mungono –
- Adesso verrai inculata e munta, sei contenta? –
- Si Marco –
- Chiedicelo e per favore –
- Marco, per piacere, mi mungi? –
- Gianfi, per piacere, mi inculi? –
- Brava Patty –
Mi accarezzò la testa, come si fa con una cagnetta obbediente
Gianfi mi avvicinò due dita alla bocca
- leccale, ti preparo… -
Obbedii, come sempre. Mi penetrò con le dita umide della mia saliva, il mio culetto si aprì facilmente. Alle dita seguì il cazzo, ormai lo conoscevo bene. Mi prese per i fianchi. Iniziò a scoparmi. I colpi erano forti, le mie tette ballavano libere.
- Ora ti mungo, vacca –
Mi prese una tetta per mano, a mano piena, la strizzava, le tirava verso il basso, le mollava, prima una poi l’altra, sempre più forte, sempre più a lungo.
- Basta Marco, mi fai male –
- Continuo finchè ne ho voglia, mi diverti –
Credevo me le volesse staccare, più gridavo, più mi strapazzava.
- Ahiiiiii, non ne posso più, smettila – piangevo per il dolore
- Appena Gianfi ti viene dentro –
- Dai Gianfi… riempimi…. Uuuhiiii –
Mio cugino ci stava dando dentro, dovevo eccitarlo ancora di più
-scopami, chiava la tua cuginetta piccola –
- troia –
- rompimi il culetto, sei stato il primo a farselo –
- puttana –
- lo darò a tutti i tuoi amici, tre per volta –
- maialaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa –
Lo sentii irrigidirsi mentre Marco mi strizzava le tette insieme facendomi urlare per il dolore. Mi riempì come non aveva mai fatto prima. Il suo amico intanto mi aveva liberata e si stava segando.
- Tienila lì, voglio sborrarle in bocca, non ci metterò molto -
- Te la tengo calda –
Ero ancora a pecorina, le tette dolentissime, il culetto che colava; Gianfi mi ficcò due dita in vagina, cominciò a masturbarmi. Ero solo carne nelle loro mani, ma mi eccitava.
- Che zoccoletta che sei cugina…. –
- Uuuuuuuuu…… -
Marco mi prese per i capelli, il cazzo davanti al mio viso
- Apri la bocca e tira fuori la lingua –
Mi schizzò parte in bocca e in faccia venendo assieme a me.
Non so a cosa stesse pensando Patrizia, ma muoveva il culo con il mio pollice ben ficcato dentro come raramente l’avevo vista fare. La sua fighetta grondava, impegnata dalle altre mie dita mentre la sentivo sditalinarsi furiosamente. Stava gemendo. Guidai la sua testa verso il mio cazzo che prese subito in bocca succhiando con passione.
- Stai diventando sempre più porca cuginetta –
Sollevò la testa un attimo –
- Mi è venuta voglia di cazzo cuginetto, e della tua sborra –
Riprese il suo pompino. E non smise finchè non le riempii la bocca mentre lei mi rempì la mano dei suoi umori
Facemmo la doccia e scendemmo in cucina per colazione. Feci mettere a Patty una canottiera molto sbracciata che consentiva ampie visioni delle sue tette e una gonnellina che le copriva appena le natiche.
- Dove vai così conciata? – chiese sua madre – ti si vedono le tette, copriti un po’ –
- Si mamma – salì in camera e si mise la parte di sopra del bikini, sotto la gonna rimase nuda.
- Dove andate? –
- Passiamo da Marco e poi andiamo al mare –
- Mi raccomando Gianfi –
- Si, zia –
Salimmo sulla moto. Mi fermai poco avanti e le feci togliere il costume
- Marco vuole divertirsi, e anch’io -
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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