trans
Soldi spesi bene (parte 3)


27.01.2025 |
241 |
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"Quel bastardo del cornuto, però, decise –profittando del mio stato di sottomissione totale- di infilare un dito nel buco del culo, delicatamente, e farlo..."
Parte TreMonica tolse il perizoma e lasciò solo le autoreggenti pretendendo, con un certo piglio autoritario, che io facessi lo stesso e imponendomi di tenere addosso anche il reggiseno di pizzo; il cornuto, invece, si era liberato di tutto e stava sdraiato sul lettone lisciandosi piano il cazzone. La nostra amica mi ordinò di inginocchiarmi e spinse il suo bastone nell’incavo delle mie tette per farsi fare una spagnola: mentre la segavo con passione, ci sussurrava di quanto desiderasse, da tempo, lasciarsi prendere dall’istinto mascolino che spessissimo doveva tenere a freno. Il suo bellissimo arnese scompariva tra le mie tettone strappandole mugolii di piacere ai quali rispondevo gemendo affannosamente, sempre meno lucida e sempre più preda di un’eccitazione mai provata; le baciavo e leccavo il ventre ed il pube liscissimi e rivoli di calda saliva scendevano nell’incavo delle mammelle per lubrificare quel pistone che mi dava brividi solo a guardarlo, brividi che diventavano spasmi quando, alzando lo sguardo, lo vedevo essere un tutt’uno col corpo femminile, bellissimo di quella meraviglia che mi onorava delle sue attenzioni lubriche.
Mio marito, nel frattempo, si era alzato e posto al suo fianco carezzandola mentre le sue labbra e la sua lingua saettante passavano dalla bocca alle poppe di Monica ed il suo cazzo cercava refrigerio nella mia bocca...
Trascorsero minuti interminabili, durante i quali mi sentivo la laida puttana di quei due: ero diventata la consapevole schiava dei loro vizi e più mi sentivo soccombere, più la figa si allagava, anche senza alcuna stimolazione manuale perché le mie mani si adopravano a dare ulteriore piacere ai miei padroni.
Monica si rese conto che la tensione erotica era alle stelle e fece nuovamente sdraiare S: mi ordinò di mettergli il profilattico con la bocca e si impalò su di lui, dandogli la schiena, con un grido di piacere misto a dolore (il boss ha una mazza non troppo lunga ma di notevole circonferenza); il suo cazzo era bellissimo, bagnato, con la cappella grossa, rosea e svettante: sembrava un minareto che puntava al cielo! Lo volli tutto in bocca e -senza che fosse necessario lei mi spingesse il capo- lo inghiottii fino alle palle, lisce e depilate, rischiando un meraviglioso soffocamento: quante volte avevo sognato quella scena, quante volte io ed il mio uomo avevamo fantasticato su questo momento! Nonostante i conati che mi scuotevano, non volevo mollarne neanche un millimetro! Monica, invece, più presente a sé stessa, poco dopo mi costrinse ad indietreggiare sussurrandomi che non voleva sborrare ancora: obbedii lesta perché desideravo quel cazzo dentro di me come null’altro al mondo! La mia amante scavallò S e si distese supina, ansimando roca, chiedendo qualche istante di tregua per recuperare lucidità e resistenza; quindi, fu la volta del cornuto di adoperarsi per metterle il preservativo ed aiutarmi a gustare ogni centimetro di quel membro nella fica.
Mentre la cavalcavo, lei stringeva le mie tette, le strusciava contro le sue, le leccava e le baciava mentre S, ormai impazzito, mi infilava il suo bastone doppio fino in gola rivolgendomi epiteti che mi eccitavano ancora di più: “Sei un pisciatoio di sborra, puttanona; sei una sporca svuota palle. Una ninfomane da strada. Una mangia cazzi...” ed a questi complimenti si era unita anche la mia Monica che, ad un certo punto, ordinò al prof. di scoparmi da dietro... Io la guardai implorante e mi chinai ancora di più sul suo corpo al punto che le labbra entrarono in contatto: non capìi se fosse un bacio saffico o meno! So solo che le nostre bocche avevano fame l’una dell’altra, le nostre lingue presero a mulinare vorticosamente l’una sull’altra mentre i colpi di lei mi scuotevano la fregna cercando, ahimè invano, di addolcire il dolore lancinante che il cazzone di S mi procurava al buco del culo. Provai a resistere ma faceva troppo male per cui girai la testa e sibilai: ”Sfondami la fessa, stronzo! Riempitemi tutta e fatemi godere come la troia che volete che io sia...” A malincuore, S deviò il suo missile dall’obiettivo previsto per scivolare facilmente nella figa che, nel frattempo, era diventata un oceano tanto era bagnata: eppure, li sentivo bene entrambi premere contro le mie pareti, squarciarmi la vulva martoriando piacevolmente ogni terminazione, ogni punto conosciuto e non. Quel bastardo del cornuto, però, decise –profittando del mio stato di sottomissione totale- di infilare un dito nel buco del culo, delicatamente, e farlo andare avanti ed indietro: urlai tutto il mio orgasmo, come un’invasata, pisciando sui due cazzi che mi riempivano; in passato, difficilmente ho squirtato ma, in quella circostanza, mi sarebbe stato impossibile non farlo...anche perché era il mio primo, vero orgasmo della serata e mi ero trattenuta a lungo, proprio per giungere carica a quel momento.
Il tempo di socchiudere gli occhi, per gustare le ultime contrazioni della fessa (che avrei voluto non finissero più), e riaprirli e rendermi conto che i miei due aguzzini del piacere avevano riformato quel meraviglioso totem umano in cui mio marito era sotto ed il cazzo di Monica troneggiava sul buchetto occupato; non ci ho pensato due volte: li ho sovrastati ed ho preso a chiavarmi, offrendo la schiena alla trans, sul cazzo svettante della ragazza che, sentendo il calore della mia fica, spingeva sempre di più rispondendo ai colpi convulsi e scomposti della mazza di S. Il mondo si è fermato in quel secondo orgasmo, sconquassante, micidiale, violento eppure dolcissimo....
Pensavo che, finalmente, i due porci decidessero di dissetare le mie fauci roventi col loro succo pregiato ma Monica fece accovacciare entrambi davanti alla sua stanga di carne pulsante: io le leccavo e succhiavo le palle con ardore e, con lo stesso ardore, S le faceva un bocchino da professionista; durò poco perché uno spruzzo di seme caldo, profumato, vischioso, ci colpì sul volto e colò verso le labbra: l’ho raccolto, tremante, con la lingua, ripulendo anche le gote del mio cornuto e poi ho baciato S con passione, con amore, con possesso, ristabilendo il suo ruolo di sottomesso dal quale, per un po’, lo avevo affrancato. Lui ha accettato il mio dono e mi ha implorata di dar sfogo al suo piacere: Monica tentennava, nella speranza che io le chiedessi di essere lei a soddisfare il mio uomo ma io, sadica, guardandola fisso negli occhi, ho avviluppato il cazzo del prof, facendomelo arrivare giù in gola, e con pochi, sapienti su e giù di testa e colpi di lingua alla base della cappella, ho bevuto ingordamente ogni stilla di sborra eruttata.
Quando, finalmente, ci siamo placati, Monica ci ha permesso di fare la doccia fornendoci il necessario per asciugarci; l’abbiamo lasciata a casa, distrutta: ci aveva regalato e si era regalata un bel momento.
Le sue parole, nell’accompagnarci all’uscio, sono state: “La prossima volta, vi faccio lo sconto. Davvero meritato!” e ci ha baciato dolcemente.
Erano trascorse più di tre ore......
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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