trans
Soldi spesi bene (parte 1)


27.01.2025 |
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"Erano anni che ne cercavo, che chiedevo ad amici, compagni di Gioco, Coppie esperte e navigate quanto noi, anni che –anche tramite i last ed i forum che le..."
Parte Uno.Il sogno (quasi irrealizzabile, a quanto pare) di quasi tutti gli uomini e di tantissime donne: incontrare una Trans formosa, dotata ed attiva....con entrambi!
Senza voler fare discriminazioni: non sto parlando dei Trav (c’è una differenza abissale) -cioè di uomini che, anche se efebici, delicati, molto femminili nei loro travestimenti e trucchi, sono e restano, ineccepibilmente, maschi- ma di quelle splendide creature che (seppure molte delle quali si sono fatte aiutare dalla chirurgia estetica) sono donne a tutti gli effetti ma con cazzi ragguardevoli, alcune addirittura superdotate, attributi che sanno usare tanto con l’uomo quanto (e soprattutto) con la donna regalando orgasmi da mille e una notte (sicuramente amplificati dall’eccitazione che deriva da una situazione davvero straordinaria).
Erano anni che ne cercavo, che chiedevo ad amici, compagni di Gioco, Coppie esperte e navigate quanto noi, anni che –anche tramite i last ed i forum che le piattaforme ad hoc mettono a disposizione- scandagliavo il mondo variegato e complesso delle richieste di incontri ed erano anni che restavo sempre delusa: almeno da noi, al Sud, la Trans è l’Araba Fenice, la Chimera, il Graal del Sesso (come, purtroppo, molte cose...).
L’unico modo per averne una a letto è pagare!
Bruttissimo da dirsi, perché siamo contrari ad ogni forma di mercimonio del sesso (l’unico, esclusivo episodio è stato oggetto di narrazione nel racconto “Mettersi in gioco” dove S ha spiegato, con dovizia di dettagli ed esternando le nostre emozioni più recondite, il mio piacere nell’essere trattata da prostituta ed usata come tale), ma ormai rappresentava l’ultima spiaggia anche perché ogni precedente ricerca, ogni appello naufragava nel rendersi conto che, i proponenti, erano trav o gay e, come già esplicitamente scritto sopra, nel massimo rispetto di queste tipologie e senza alcuna volontà discriminatoria, non erano l’oggetto della mia/nostra curiosità, del mio/nostro febbricitante desiderio.....
Fatto il dovuto preambolo, passo alla narrazione –apparentemente slegata- dell’accaduto.
Non molto tempo fa, a Primavera inoltrata, profittammo di alcuni giorni da trascorrere fuori Napoli (S era in comando per aggiornamento professionale e doveva partecipare ad un programma di formazione presso la Sapienza di Roma) per rilassarci e godere del nostro stare insieme da soli, in santa pace; in realtà, il corso di formazione era diviso in due giorni ma la parte che interessava precipuamente mio marito, per la sua professione, era oggetto di trattamento in prima giornata per cui, dopo le 17.30, ricevuto l’attestato di partecipazione ai lavori, siamo stati liberi di girovagare e fare –dopo quasi 30anni di matrimonio- gli sposini innamorati e spensierati, certi che avremmo sfruttato le ore serali per fare i porcellini in camera d’albergo quindi senza velleità di alcun tipo.
Ritornati in camera, fatta una bella doccia, ci siamo vestiti molto casual e, con l’auto, abbiamo raggiunto il ristorante che ci avevano indicato i colleghi di S; sinceramente, già dall’esterno, non è stato di nostro gradimento (sembrava una mensa da dopolavoro ferroviario, con tutto il rispetto) e la sgradevole impressione ha trovato conforto quando siamo entrati per cui, tempo 10 minuti di chiacchiere con qualche amico casualmente incontrato, adducendo come scusante un mio mal di testa insopportabile, abbiamo riguadagnato l’auto e, grazie ad una nota applicazione, abbiamo scelto un localino un po’ fuori mano ma molto intimo, semplice, dove si è cenato alla grande mangiando e, soprattutto, bevendo divinamente.
L’atmosfera della serata era meravigliosa: coccole, risatine, tenerezze come non ci fosse un domani, il tutto tra gli sguardi dolcemente divertiti dei pochi astanti; qualcuno di costoro si è accorto che non eravamo indigeni e ci ha subito chiesto da dove e perché fossimo lì così, appreso della professione del prof., si è scatenato il solito bailamme di domande da parte di chi era alla ricerca di una soluzione ai propri problemi di salute; questa cosa, mentre diverte tanto S., mi getta nello sconforto e mi dà sui nervi perché si finisce col perdere quel clima di intimità venutosi a creare, quel desiderio di star bene insieme, quasi isolati dal mondo.... (le persone, spesso, non hanno educazione né empatia).
In tutto questo, non ci siamo accorti che “s’era fatta ‘na certa...” e che c’era da traversare mezza Roma per rientrare in hotel....; ma, in fondo, tutta questa fretta non c’era per cui, raggiunta l’auto ed impostato il navigatore, ci siamo addentrati lentamente nella maestosità a tratti silente della Capitale. Tra le luci dei semafori e le zone d’ombra lasciate dai lampioni, sovente si intravedevano ragazze in apparenza di tutte le età e provenienza, abbigliate in modo che nulla o quasi fosse lasciato all’immaginazione, circondate da capannelli di auto; ero colpita perché a Napoli, fatte salve alcune zone, sono rare da trovare specie così vestite...o svestite che dir si voglia.... Continuavamo a camminare seguendo le indicazioni per l’albergo quando abbiamo visto un altro carosello di vetture nei pressi di dove sostavano delle dee statuarie, altissime, praticamente nude, le cui forme da capogiro erano esaltate dai fari dei questuanti; ci siamo avvicinati anche noi per osservarle meglio ed ho subito intuìto: “Sono trans, tesoro.... Sono bellissime...” ho sussurrato con la voce arrochita dal vino e dall’improvviso desiderio che si è impossessato di me facendo bagnare la fica sotto la gonna. Anche mio marito ha cambiato espressione e lo sguardo da rilassato, quasi perso, si è fatto attento, scrutatore, indagatore.
“Accosta, ti prego” gli ho ordinato e, nel frattempo, avevo sbottonato il golfino mettendo in mostra il reggiseno in pizzo e le tette che conteneva a fatica.
Ne ho adocchiata una mora, i lineamenti un po’ marcati ma affascinanti, alta quanto la misericordia di Dio, con un paio di gambe affusolate che sorreggevano un culo da fare invidia ad una top model, un addome piatto sul quale si stagliavano due bombe (chiaramente frutto dell’abilità del chirurgo estetico ma che sembravano avere già innata la forma morbida e piena del seno naturale) e, cosa che mi interessava più di ogni altra cosa, che evidenziava con fierezza un rigonfiamento del pube che non era il monte di Venere o la prominenza delle grandi labbra vaginali: lì sotto, doveva esserci un cazzo di tutto rispetto, un cazzo che doveva essere mio ad ogni costo
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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