trans
La sorpresa tra le gambe (seconda parte)
di Cazzone76
06.01.2024 |
313 |
3
"La sua coinquilina mi disse che aveva disdetto l'affitto..."
La storia con Elisabetta andò avanti per due mesi. Scopavamo tutti i santi giorni. "Non ho più un culo, mi hai fatto il traforo del Monte Bianco". Ma non era una storia solo di sesso. Andavamo anche al cinema, al pub. Insomma, eravamo una coppia. A nessuno dei miei amici avevo detto della sua peculiarità. Non era vergogna, ma solo voglia di proteggerla. È bene ricordare che eravamo nel 1999. La data dell'operazione (in Spagna) si avvicinava. "La prima volta in fica mi metti si e no la cappella". E giù risate. Era marzo, lei prese il volo e non la risentii mai più. Provai a mandarle mille messaggi, a chiamarla. Il numero risultava disattivo. Non conoscevo il suo indirizzo di casa in Sicilia. La sua coinquilina mi disse che aveva disdetto l'affitto. Non la rividi mai più. Ci stetti male, lo confesso. Venni "ghostato ante litteram". Poi la vita va avanti, la laurea, il lavoro, il matrimonio ed i figli. Una vita davvero bella, piena di alti e bassi, di sconfitte e di difficoltà. Ma di un livello che, in tanti, nemmeno si sognano. E sti cazzi direte voi? In effetti il colpo di scena giunge così, quasi per caso. Era settembre 2021 e un importante politico aveva organizzato una festa per la sua rielezione in consiglio regionale. All'aperto. Ero lì solo. Indossavo un paio di jeans, una polo e un paio di francesine. In fila per prendermi una birra. Una donna, bellissima, mi venne davanti, saltando la fila. Un ometto dietro di me, di quelli che sono le camicie a portare in giro loro e non il contrario protestò. "Eccola, la solita furba". Lei si girò e lo fulminò. "Guarda, mezza sega, che sono sua moglie. Idiota". Solo in quel momento capii. Era Elisabetta. Credo di averla guardata con tutto l'odio del mondo. "Ora non mi picchiare. Lo so, hai mille domande ed io risponderò a tutte. Poi, se vorrai, me ne andrò. Per sempre". Non dissi nulla, presi la mia birra e mi diressi verso un tavolo lontano dalla confusione. Da solo. Non chiesi ad Elisabetta cosa volessi, né ordinai nulla per lei. La vidi arrivare, dopo pochi attimi, con la sua birretta in mano. Era magnifica. Longuette al ginocchio nera, tacco alto, truccata, senza essere volgare, e una camicetta che, stranamente, era chiusa fino al collo. Almeno fin quando non si sedette. A quel punto si sbottonò. Mostrandomi un reggiseno a pizzo. Di quelli, e lei lo sapeva, mi facevano impazzire. "Dai, chiedimi quello che vuoi". Non mossi un solo muscolo della mia faccia. Presi in mano la birra e iniziai a bere. "Sei sempre stato uno stronzo. Non sei cambiato. Ok, credi sia stato facile? No, non lo è stato. Io ero innamorata di te. Si, non te l'ho mai detto perché non avresti capito. Ma andava bene così. Almeno fino a quel maledetto giorni". Alzai lo sguardo, in modo interrogativo. "Il giorno prima di partire. Ero venuta a prenderti in facoltà ed eri con Francesco. Gli dicesti che, oltre al lavoro, il tuo sogno sarebbe stato diventare, un giorno, un buon padre. Visto che tu non lo avevi mai avuto. Io, quel giorno, morii. Capii che tu mi volevi bene, forse mi amavi, a modo tuo. Da orso. Ma mi amavi, si. Mi sarei operata, avrei avuto i documenti da donna, sarei stata presentabile, socialmente. Ma non avrei mai potuto darti un figlio. Così scappai. Ho fatto la mia vita. Ma non sono mai, mai, mai riuscito a dimenticarti. Ti odio". Mi alzai, senza dire nulla, e andai a prendere un'altra birra. Una, solo per me. Lei si accese una sigaretta e quando tornai al tavolo mi guardò e mi fulminò. "Sei diventato ciò che sognavi. Lo so, mi sono informata. Sei rimasto bellissimo, non so come tu faccia ad avere questo fisico a 47 anni. Avrai donne a sfare, oltre a quella ufficiale. Però almeno una parola alla tua vecchia amica potresti pronunciarla". Ero frastornato. Ma stranamente felice. "Seguimi". Mentre ci allontanavamo dalla festa, incrociai uno degli scendiletto del politico. "Ah che bella festa, non trovi?". Ho sempre detestato i leccaculo. Specie quelli senza qualità. "Hai organizzato te sta cagata? La birra è l'unica cosa decente". Lei rideva ed in quell'attimo capii che quei 24 anni non erano, di fatto, mai passati. Avevo una sintonia mentale con quell'essere umana mia più ritrovata con nessun altro. Uscimmo e chiesi a Elisabetta. "Come sei venuta? In taxi? Ok, mettiti questo". Le porsi il secondo casco, che portavo sempre con me. E la invitai a salire in moto. Lei si sollevò la gonna, mi guardò e mi sfidò. "Girati, non ho messo le mutandine". Io, ovviamente, non mi girai. E la guardi nel suo splendore. Sentivo un enorme rigonfiamento in mezzo alle gambe. "Beh vedo che non usi steroidi. Hai ancora erezioni clamorose". Ero paonazzo. Dopo dieci minuti eravamo in una strada che bazzicavo da ragazzino. Ci andavo a scopare. Una viuzza sperduta, quasi al buio, che portava sulle colline della città. E che aveva una specie di terrazza. Scendemmo, lei si tolse il casco ed io le tirai uno schiaffo. Poi la strinsi e la baciai con tutta la passione del mondo. Lei mi sbottonò i pantaloni e me lo prese in bocca."Ti è rimasto enorme e durissimo". Ansimavo e godevo. La tirai a me e la baciai. Le sollevai la gonna. Le accarezzai la fica. "All'epoca le fiche ti piacevano pelose, se ben ricordo. Sono sei mesi che non la depilo, tranne i bordi, pensando al nostro incontro". Aveva un gatto, nero, meraviglioso. Inizia a leccarla con avidità. Lei mugolava, era fradicia. La girai e glielo infilai tutto dentro. In fica. "Ahia, con sta proboscide". Durai poco. Ma riuscii a farla venire. Io le sborrai tutto dentro. Quasi il tempo si fosse fermato. "Hai mille domande da pormi, vero". La squadrai. Stavolta il gioco lo conducevo io. "In realtà solo due. Dove abiti e quando ci rivediamo". Le mi abbracciò, mi baciò, mi mise una mano sul culo ("è di marmo, come il cazzo"),mi sussurrò l'indirizzo e mi poi mi disse. "Tutti i giovedì mattina. Hai la tua vita ed io non voglio che la rovini per me. Ma non voglio mai più rinunciare a te. Sarò, se vorrai la tua amante. La tua concubina. Ah, ti amo, orso".
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore.
Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.