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La zia di Todi


di Cazzone76
09.01.2024    |    940    |    0 9.2
"Quando entro la porta è rimasta aperta..."
Natale 1994. A giugno avrei terminato il liceo e sarei poi andato all'università. Quell'anno decisi di fare un regalo a mio padre e trascorsi 5 giorni da lui, a Todi, in provincia di Perugia. I miei erano separati omai da nove  anni. Io avevo mantenuto rapporti civili con entrambi, ma non avevo grande simpatia per zii e cugini. Gente simpatica eh, ma troppo terra terra. E alla fine i discorsi, specie se l'alcool veniva consumato oltre il lecito, finivano sempre in caciara. Ma quell'ultimo dell'anno lo avrei trascorso a casa di un amico, un compagno di football americano (sport che praticavo all'epoca), a Perugia. Uno zeppo di soldi e con un parente non meglio precisato con le mani in pasta: aveva affittato una specie di enorme capannone e aveva invitato dj famosi. Cento invitati, per noi tutto gratis. Un'occasione da non perdere, insomma. La prima sera, a cena da zio Franco, i discorsi scivolarono, come al solito, sul trito. Mio padre, che da giovane era stato davvero bello, ma che all'epoca assomigliava ad una mucca all'ingrasso, iniziò ad elencare le mie doti ed i miei successi con le donne. "Oh, questo qua c'ha un missile mica un cazzo". E giù risate sguaiate. Ad un certo punto, quasi per caso, mi accorgo che zia Sofia ha iniziato a guardarmi il pacco. La guardo e lei diventa paonazza. Zia Sofia aveva 42 anni e assomigliava, a grandi linee, alla Ferilli. Tette clamorose, morbida ma non grassa, mora con gli occhi scuri. Insomma, il mio tipo. Peccato si vestisse tipo anziana. Pochissimo trucco, mai i tacchi, gonne lunghe o pantaloni. Insomma, l'antisesso. Zio Franco aveva dieci anni più di lei e diciamo non era l'esemplificazione della bellezza. Classico uomo benestante, generoso, con tanta pancia. Avevano avuto una bambina, Chiara, di 15 anni. Zia Sofia si alza per andare al bagno. Casa loro era un mega villone di quattro piani. Sarà stato che scappava anche a me o la sensazione che qualcosa di strano stava per capitare, la seguo. Lei, con la coda dell'occhio, mi vede, ma cerca di fare finta di nulla. Il bagno sarà stato venti metri quadrati. Una specchiera enorme, due lavandini e, di fronte, due porte che nascondevano altrettanti gabinetti con relativo bidè. Quando entro la porta è rimasta aperta. Ed io riesco ad ammirare zia Sofia pisciare. Mi vede, ma non dice nulla. Io non le scollo gli occhi di dosso nemmeno un secondo. Appena finito, usa la carta igienica. Poi, alzatasi dalla tazza, mi mostra la sua fica. Fiera, pelosa, come piacciono a me. Aspetta almeno dieci secondi, poi si tira su mutande e collant. Avevo il cazzo durissimo e dai jeans si vedeva eccome. Lei mi viene  vicino, mi guarda e mi dice, a mo' di sfida. "Hai guardato bene la mia fica? Ad occhio mi sa che ti è piaciuta. Se, oltre a guardarla vuoi anche leccarla e sborrarci dentro, domani alle 11 Franco sarà come al solito a lavoro e Chiara a studiare da una sua amica. Io sarò tutta sola qua. Fai te". Ovviamente non torno subito in sala. Vado fuori, in giardino, a rollarmi una canna. E a riflettere. Zia Sofia era un parente acquisito, ma era pur sempre la moglie di zio Franco, il fratello di mio padre. Che sarebbe successo mi avessero beccato? E mia madre come l'avrebbe presa? Era però troppa l'eccitazione. La cena termina dopo un'altra oretta. Al momento dei saluti (io avrei dormito a casa di mio padre, ovviamente) zia Sofia mi viene vicino e mi sussurra all'orecchio: " Lo voglio tutto prima in bocca, poi in fica e poi voglio fare spaccare il culo". Mai avrei pensato che, quella casalinga noiosa e patetica avrebbe potuto trasformarsi in una simile porca. Vado a casa e, prima di dormire, mi faccio una sega clamorosa. Pensando a mia zia. La mattina trovo un biglietto di mio padre. "Sono dovuto correre in ditta, in frigo c'è tutto quello che vuoi per colazione. Passa in azienda per le 13 che poi andiamo a pranzo da Alvaro". Il suo ristorante preferito e, va detto, uno di quelli che piaceva molto anche a me. All'epoca non c'erano i cellulari (se non i primissimi modelli, sprovvisti di internet e persino degli SMS). Non potevo chiedere conferma a zia Sofia. E se fosse stata una follia della serata? Bah, pensai, io vado a casa loro, sereno (avevo la mia auto). Vedo come tira il vento, mal che vada dico che son passato per un saluto e scappo. I miei dubbi vengono sciolti appena arrivato al mega villone. Parcheggio e suono il campanello. Mia zia mi vede dal videocitofono e mi dice di entrare. Ha un paio di tacchi, autoreggenti velatissime e un completo di pizzo nero. Niente altro. Mi viene incontro e mi mette la lingua in gola. Io, per tutta risposta, le tasto il culo e le metto un dito dentro. Nel buchetto. "Sai, l'ho fatto solo due volte. Ma ho voglia di essere aperta per bene". È un fiume. La butto per terra e le inizio a leccare la fica. È fradicia. Mugola come un zoccola. Mi prende il  cazzo in bocca e mi regala un pompino clamoroso. La scopo in fica fino a farla venire. Poi le entro dietro, senza preservativo "Capperi quanto è grosso. No, non smettere". Io invece smetto in poco, nel senso che sborro  l'impossibile dentro quel culo. Dopo essersi rivestiti, la zietta mi prende da una parte e mi dice. "È stato bellissimo. Ma non si potrà ripetere mai più". Che ne dite, cari lettori, sarà andata davvero così?


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