Racconti Erotici > orge > La donna aquila
orge

La donna aquila


di Cazzone76
15.01.2024    |    205    |    0 8.0
"Dovetti fare ricorso a tutto il mio sangue freddo per non spezzargli quel polsino da cornuto..."
Avevo letto su internet che la notte c'era movimento dalle parti di Ikea e della motorizzazione di Firenze. Quella settimana sarei rimasto in Toscana per motivi di lavoro e mi decisi a provare. Era maggio e il clima era decisamente clemente. All'Ikea vidi una macchina ferma. Mi avvicinai e notai una coppia. Lei era nuda, ad occhio discreta. Lui aveva la voce impastata di chi ha "sciato". Mi fece capire che mi sarei potuto scopare la sua donna in cambio di un "regalino". Ovviamente ringraziai e salutai. Mi spostai così alla motorizzazione. Qui il numero di travestiti era consistente. Ne conoscevo una, che avevo incrociato anni prima in un privè marchigiano. Ci feci due chiacchiere, in assoluta serenità. Mentre ci scambiavamo impressioni sulla scarsa qualità della fauna umana presente nella zona, giunse una macchina. Dentro c'era una coppia. La trav mi guardò e mi chiese. " Hai voglia di divertirti?". Ovviamente risposi in maniera affermativa, accesi la macchina e la seguì. Mi condusse a poca distanza dalla Motorizzazione, in una stradina interna di fronte ad un negozio di una nota marca di vernici. Scesi e mi trovai di fronte una topa clamorosa. Con indosso solo un paio di autoreggenti nere e di tacchi altissimi. Magra, con due tette (rifatte) enormi. Insomma, fisicamente tantissima roba, poco da dire. "Mamma mia che toro che sei". E senza nemmeno essersi presentata, mi prese la mano e me la mise tra le sue gambe. Aveva la fica molto, molto bagnata. Anche il suo compagno era uscito dalla macchina e aveva iniziato a ciucciare il cazzo alla trave. Io e la morettina iniziammo a pomiciare come ragazzini. Poi lei mi aprii i pantaloni e tirò fuori il pitone. "Mizzica". Si inginocchiò e mi fece un pompino clamoroso. Non volevo fare la figura del coglione e resistetti. Ma fu tutt'altro che semplice. Vidi nel frattempo arrivare il suo tipo che mi disse ad un orecchio. "Inculala senza pietà, mettiglielo tutto dentro al culo. Sennò non gode". In quel momento capii che il gioco mentale era tutto loro. E che io, in realtà , ero poco più di un vibratore. Mi venne una discreta rabbia. La morettina tirò fuori un ottimo preservativo e me lo mise con la bocca. Come una troia. "Per fortuna ho portato dietro anche quelli XXL". E giù una risata agghiacciante. Leccai la mano e la portai sulla fica. Era umida, così iniziai a pomparla. Lei, a pecora, sdraiata sul cofano della mia auto, urlava come una vacca. Mentre ero lì, alzai gli occhi e vidi il suo compagno inchiappettato dalla trav. E mi ricordai la sua indicazione. Così, senza dirle nulla, tirai fuori il cazzo dalla fica e glielo affondai in culo che, sicuramente, di cazzi prima del mio ne aveva presi parecchi. Tre colpi e, letteralmente, mi lavo' l'auto da quanto aveva squirtato. Indimenticabili le sue urla modello aquila. Una roba mai più vista. L'aspetto più grottesco della vicenda fu che il suo compagno, col cazzo (per altro di discrete dimensioni) della trav nel culo, iniziò ad urlare. "Siii, te l'avevo detto, è un vacca". Ero francamente nauseato da tutto, volevo sborrare e levarmi dai coglioni. Così tolsi il cazzo dal culo, gettai a terra il preservativo e le infilai tutto il serpente fino alle tonsille. Lei stava per vomitare, poi si riprese e iniziò a spompinare. Venni in quantità massiccia. "Mamma mia, ma quanto sborri. Mi stavi per strozza'". Mentre mi rivestivo, vidi dietro di noi almeno quattro auto. Con altrettanti sfigati segaioli guardoni. Era troppo. Qui non c'entrava nulla la trasgressione. Stavo per andarmene quando il tipo della moretta, soddisfatto di essersi fatto (nell'ordine) inculare, sborrare in gola e pisciare in faccia dalla trav, mi disse. "Ah che toro che sei. Senti, dobbiamo replicare. Noi abbiamo un ristorante verso Arezzo. Una sera vieni da noi, verso le 23. Così siamo chiusi e facciamo numeri. Oh, la prossima volta lo voglio un culo anche io eh". E mi dette una pacca sulla spalla, quasi fossimo amici. Dovetti fare ricorso a tutto il mio sangue freddo per non spezzargli quel polsino da cornuto. Respirai e gli dissi. " Ma certoooo. Ti lascio il mio numero. Chiamatemi quando volete". Ovviamente lasciai loro un numero falso e, per fortuna, non li risentii mai più.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 8.0
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per La donna aquila:

Altri Racconti Erotici in orge:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni