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Mia moglie? Troppo "porcella".


di cuckold211
19.01.2023    |    54.627    |    17 9.8
"Lei si accascia sul divano; sembrava svenuta..."
Era una di quelle fatidiche sere in cui le nostre mogli, quattro, erano uscite per divertirsi e noi, in attesa del loro ritorno, pendevamo dalle labbra di chi, fra noi, avrebbe iniziato a raccontare qualche piccante divagazione di una di esse.
Prende la parola l'ultimo giunto nella comitiva e ci racconta di Cetty, la moglie, che, prima di allontanarsi con le altre donne, non ha disdegnato farsi palpare per bene, ed in ogni dove, da noi maschi che saremmo rimasti a casa in attesa del loro rientro.

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Erano quasi le due di notte, quando uscimmo dal club dopo una serata alquanto balorda e delusi per non aver combinato nulla: poca gente e niente di particolarmente intrigante. Avevo voglia di sesso e, certamente, ne aveva voglia anche mia moglie.
Indossava un tubino nero che, nel sedersi in macchina ed avendo assunto una posizione da distesa, metteva in mostra un po' di mutande.
Senza dirle niente, mi dirigo verso il posteggio dove andavamo da fidanzati e, lì, c'era sempre qualche guardone.
Quando arriviamo, c'era un BMW x 5 nero, parcheggiato. Noi ci posizioniamo ad una decina di metri da esso. Per prima cosa distendo un po' il sedile e mia moglie, dopo aver dato una guardata in giro, si sfila il perizoma, io abbasso pantaloni e mutande, lei si abbassa e mi prende il cazzo in bocca.
Anche se il posto da dove venivamo non era stato di nostro gradimento, avevamo accumulato una buona dose di libidine. Mentre lei eseguiva su di me un fantastico pompino, noto che nel BMW si accende la luce interna, per poi spegnersi, e la cosa si ripete per un paio di volte: è chiaramente un segnale.
Senza dir niente a mia moglie, faccio anch'io la stessa cosa e, dopo un po', vedo scendere dall'auto un signore sui 60 anni, molto distinto, alto più di 1.80, con pantaloni di lino beige ed una camicia bianca, fuori dai pantaloni.
Dopo esser sceso, fa qualche passo verso di noi, poi ritorna vicino alla sua macchina. Mia moglie era abbassata con il mio cazzo in bocca e non aveva visto nulla. La informo: "Abbiamo uno spettatore". Lei, di scatto, alza la testa e mi dice:
"Chi... e chiudi le sicure, no? Lo sai che ho paura."
Le rispondo: "Stai tranquilla, sto seguendo le sue mosse e, per ora, mi sembra tutto ok: è solo un guardone maturo".
Lei cerca di guardar meglio e, quando lo vede, dice:
"Azz... e che bel maturo: è proprio un bell'uomo"!
Allungo una mano fra le sue cosce ed infilo un dito in figa; la trovo abbastanza calda e bagnata. La esorto a continuare col pompino, tanto a lui avrei pensato io a tenerlo sotto controllo. Quando lei riprende il lavoro sospeso, lui, pian piano, si avvicina alla macchina, prima dalla parte di mia moglie, poi, visto che non vedeva nulla e io, sebbene lo guardassi, non protestavo, gira dalla parte mia.
Avevo il finestrino abbassato e lui vedeva solo la testa di mia moglie che faceva su e giù; avviso mia moglie che l'avevamo accanto e di non smettere, che era tutto ok.
Lui sentendo che bisbigliavo con mia moglie, accenna un saluto, poi mi dice:
"Tranquillo, son ben esperto del gioco, mi atterrò alle vostre condizioni".
Mia moglie alza il viso e lo guarda; mentre lo fa, si strofina il mio cazzo sulle labbra, tira fuori la lingua e dà qualche leccata alla cappella.

Lui capisce che avevamo accettato la sua presenza e, guardandomi, mi dice: "Complimenti! Hai una bellissima moglie e, a quanto vedo, è anche molto porcella". Parlava con sicurezza, come uno che nella vita non ha timore di niente, una persona che, prima di entrare, chiede il permesso, ma, quando è dentro, sa come comportarsi, senza timidezza, ma anzi da padrone di casa.
Gli rispondo: "Grazie, sì, è piuttosto porcellina. Le piace farsi guardare".
Lui, rivolto a me, dice sempre sottovoce:
"Ed a te piace guardare lei e quello che è capace di fare?"
Gli rispondo di sì, ma non capivo il vero senso della domanda. Lui che era un po' curvo per dialogare con me, si mette dritto e, senza esitazione, tira fuori dai pantaloni un bel cazzo, grosso di diametro, non del tutto eretto, diciamo barzotto. Mi guarda e si avvicina al finestrino. All'epoca, avevamo una Audi 3, auto bassa, cui lui, con il bacino, arrivava all'altezza del finestrino. Avverto mia moglie che, mentre era abbassata a succhiare, non si era accorta di quanto succedeva all'esterno e, appena alza il viso, vede lui che faceva oscillare la sua minchia. Mi rivolge uno sguardo interrogativo, quasi a chiedermi cosa fare; io, senza dirle nulla, le prendo una mano e l'accompagno sul cazzo di lui. Lei, come se stesse per toccare un ferro rovente, lo prende in mano, lui mi guarda e mi chiede:
"E' la prima volta che tocca un cazzo che non è il tuo?"
Gli faccio cenno di sì e lui aggiunge:
"Tranquilla, fai pure quello che ti senti di fare" poi le stringe la mano intorno al cazzo e l'accompagna nella sega; lei, ora, è più serena, prende confidenza e inizia a segare.
Lui mi chiede: "Perché non scendete dalla macchina? Potremo star più comodi".

Lo sguardo che mi rivolge mia moglie, mi fa capire che acconsente:
"OK, scendiamo dalla macchina". Davanti all'auto, c'era un grosso faro a circa 30 metri dal posteggio, da dove proveniva un po' di luce.
Una volta fuori, lui si presenta: si chiamava Luigi ed era di un paese vicino e veniva lì, perché estimatore di quel gioco, ma doveva allontanarsi dal suo paese, perché molto conosciuto.
Quella presentazione aveva sortito l'effetto di raffreddare un po' i bollenti spiriti e Cetty, avvertendo questo, si stringe a me e mi bacia in bocca. Lui si teneva a qualche metro di distanza, finché mia moglie si abbassa sui talloni e riprende il pompino. Allora lui si avvicina, sposta una mano che mia moglie teneva sul mio fianco e se la mette sul cazzo: insomma, mentre mia moglie mi succhiava, con una mano segava lui e quello si avvicinava sempre di più, finché era arrivato a strofinare il suo cazzo, divenuto abbastanza imponente, sia in lunghezza che spessore, sul viso di mia moglie.
Quando si è accorto che, sia lei che io, non davamo segni di diniego, lui mi guarda e mi chiede:
"Dille di succhiarlo un po' anche a me", io rivolgo lo sguardo a mia moglie, che mi guarda e, visto che non glielo vieto, volta la testa e prende a far il pompino anche a lui.

Lui mi guarda e mi sorride tipo quello che ti aveva tolto la caramella di bocca e se la stava gustando. Poggia una mano dietro la testa di mia moglie e le impone il ritmo e, mentre lei pompa, le suggerisce cosa deve fare. Da uomo adulto e sicuro di sé, le impone di metter la lingua sotto il cazzo e tirarla fuori, così, mentre la cappella entra in bocca, la lingua può leccare il resto dell'asta ed arrivare ai coglioni. Poi le afferra la testa con entrambe le mani e le dice:
"Guardami negli occhi"! Vedevo il viso di mia moglie deformato e lui che le reggeva la testa e la scopava in bocca. Poi esce e le carezza il viso con il cazzo, la gira verso di me e le dice: "Adesso spompina un po' anche il cornutello". Sembravamo dei drogati, facevamo quello che lui comandava senza ribellarci: eravamo dominati da un vecchio sconosciuto. Quando mia moglie riprende il mio cazzo in bocca, lui si abbassa e, infilata una mano fra le sue cosce, comincia a toccarle la figa. Mia moglie stava per abbandonare il mio cazzo, ma lui, con l'altra mano, le pressa la testa e dice:
"Che fai? Lasci sul più bello?" Sentivo la bocca di mia moglie attorno al mio cazzo che, a volte, mi faceva male. Lui, quel dito lo faceva andare al massimo: era udibile lo sciabordio della figa, finché non ce l'ho fatta più e grido che sto sborrando.
Lui estrae il dito e si mette accanto a me e suggerisce: "Assieme, sul suo viso".
In un attimo, le sborriamo assieme sul viso, insozzandola tutta di sborra. Cetty ebbe a consumare due pacchetti di fazzolettini di carta, per togliersi la sborra di dosso.
Dopo esserci sistemati, lui ci fa i complimenti, poi ci racconta che vive da solo, ha una piccola industria ed avrebbe veramente piacere a rivederci.
Aggiunge che di coppie ne ha conosciuto abbastanza, ma in noi vede una coppia con un buon feeling, cui non dispiace l'uomo maturo. Mia moglie, con un sorriso sornione sulle labbra, si mostra accondiscendente, così lui va in macchina e ritorna con un biglietto da visita ed una penna. Scrive un numero di cellulare e me lo porge, dicendomi:
"Se ed quando vi va, potete chiamare".

Lungo il ritorno verso casa, guardo mia moglie, che mi chiede cosa penso di lei per come si è comportata; mi chiede se l'ho giudicata una poco di buono. Mi fermo sul ciglio della strada, l'abbraccio forte e la bacio in bocca. Le dico che l'amo più della mia vita e che questo gioco ci deve legare ancor di più, ci deve dar sicurezza sulla reciproca fiducia e sincerità, che l'abbiamo voluto e goduto assieme, e tutto quello che succederà in futuro, lo dobbiamo sempre decidere assieme.
Dopo esserci coccolati un po', siamo ripartiti per casa. Lei mi chiede se avevo intenzione di ripetere il gioco con lui ed io le rispondo che ne avevo ricevuto una buona impressione, mi era apparso una persona che ispirava fiducia e che sapeva il fatto suo. In più, ha i capelli bianchi come piace a lei, le chiedo cosa ne pensa a sua volta. Sorridendo, mi dice:
"Mi ha fatto sborrare anche l'anima, ho esaurito le forze da quanto ho goduto; mi sembrava di cader per terra, meno male che lui, con quella sua manona e quel ditone infilato in figa, mi teneva da sotto il culo, altrimenti sarei caduta per terra".
Quelle parole mi hanno fatto ritornare il cazzo duro, lei se n'è accorta e mi chiede:
"Hey, cornutello, sei di nuovo pronto? Ti fa effetto veder la mogliettina sditalinata da un estraneo?"

Passano circa 15 giorni, poi, un sabato sera eravamo fuori a mangiar la pizza, con cognati ed amici. Mia moglie indossava un vestito a fiori ornato da una cintura che si portava lenta, un paio di scarpe con tacco, ed io ero al massimo dell'eccitazione. Appena abbiamo un attimo di privacy, senza esser farmi sentire dagli altri, le dico che ho una voglia matta di far il porco. Lei era già da qualche giorno fuori ciclo e anche lei avvertiva un certo prurito, quindi mi guarda e dice:
"Quel biglietto da visita: ce l'hai sempre nel partafogli?"
Le rispondo che avevo salvato tutto sul cellulare col nome Luigi.
Allora mi suggerisce di mandargli un messaggio, perché, dopo la pizza, ci saremmo eclissati da tutti.

Invio il messaggio e, dopo che ci siamo riconosciuti, lui mi chiede se non fosse il caso di sostituire il parcheggio, accettando l'invito a casa sua. Faccio leggere il messaggio a mia moglie, ma lei, dopo averci riflettuto un po', mi dice:
"Meglio di no, ancora non conosciamo bene il soggetto. Stasera preferisco ripetere ciò che abbiamo fatto la volta scorsa, poi, più in là, vedremo".
E' quanto rispondo, riportando le parole di mia moglie e restiamo d'accordo ad incontrarci al solito posteggio: chi arriverà primo, aspetterà. Io gli faccio presente che siamo in pizzeria con amici, per cui non saremo lì prima di mezzanotte. Finalmente arriviamo nel parcheggio e, questa volta, oltre a lui, c'erano altre macchine: una coppia ed un paio di singoli, che giravano ed abbagliavano. Lui non scendeva dalla macchina, mi chiama al telefono e mi dice:
"Non è il caso; qui c'è troppo movimento, non possiamo rischiare" poi propone se per caso conoscessimo un posto un po' più tranquillo. Dopo averci meditato su, mia moglie mi fa ricordare di un posto dove ci recavamo tempo addietro, dietro una villetta sequestrata. Lì non c'era anima viva e, a volte, d'estate, anche di giorno, scopavamo fuori dalla macchina.
Gli suggerisco di seguirci, metto in moto e mi dirigo verso quel posto. Lui è dietro, un po' distante. Quando arriviamo, dopo aver posteggiato, scendiamo dalle macchine.
Lui, con molta galanteria, bacia la mano di Cetty, poi prende una rosa e gliela dà, dicendo: "Alla ragazza più bella che conosco". Era vestito quasi allo stesso modo della volta precedente, era diverso il solo colore dei pantaloni; dopo aver scambiato qualche parola, mentre mia moglie è girata, lui l'abbraccia da dietro e le dà un bacio sul collo, sotto l'orecchio. Vista la mia passività, la stringe a sé premendo sul suo bacino, così da farle anche sentire la sua erezione fra le chiappe.
Al che lei si mostra sorpresa dicendo: "Sei già pronto?"
Mentre la stringe a sé, la spinge davanti a me e le sussurra all'orecchio:
"Dì a tuo marito cosa senti dietro di te" mentre sussurrava queste parole, le infilava la lingua nell'orecchio e gliene leccava il lobo, aspirandolo in bocca. Mia moglie gli spingeva il culo contro per sentirlo meglio, lui lei spinge il viso contro il mio e le dice:
"Bacialo!" Mentre uniamo le nostre bocche, lui le alza il vestito da dietro, si inginocchia, sposta il perizoma e comincia a leccarle culo e figa.
Dopo un po', si rialza e si appoggia al cofano della macchina. Mi dice:
"A me va di scoparla da dietro" e, nel mentre, si abbassa i pantaloni e tira fuori il suo bel randello.
Mia moglie si sistema meglio, inarcando la schiena ed appoggiandosi a lui. Io le sposto il perizoma e le infilo il cazzo in figa, nello stesso momento in cui lui le preme dietro la nuca e le offre il cazzo in bocca.
Avevo lasciato le luci della macchina accese e così potevo veder benissimo il magnifico pompino che gli stava elargendo.

Io per l'eccitazione stavo accelerando il ritmo, lui mi guarda e dice: "Ehi, ragazzino, va piano, altrimenti non la soddisferai: sborrerai subito, coglioncello".
A quelle parole, smorzo la foga e continuo con una chiavata meno violenta, però spingevo dentro tutto il cazzo e sentivo meglio la figa di mia moglie. L'esperienza del vecchio mi stava facendo gustare meglio il momento: lui regolava il pompino guidando la testa di mia moglie, poi mi guarda e mi dice di cambiar posto.
Mia moglie guarda me e lui e capisce cosa ci stavamo comunicando. Lui interviene e dice: "Se non vi sentite ancora pronti al prossimo passo, va bene lo stesso: continuiamo così". Mia moglie gli chiede se aveva il preservativo, lui si alza i pantaloni, va in macchina e ritorna col preservativo. Nel momento in cui lui si allontana, mia moglie mi chiede:
"Se ti dà fastidio che lui mi scopi, non lo faccio". Io, che ero al massimo, le rispondo:
"Se va bene per te, facciamolo". Nel frattempo, avevo perso l'erezione
Quando arriva, ci guarda entrambi poi dice a Cetty:
"Lo hai lasciato in bianco?" la spinge verso di me. ci avviciniamo a baciarci. io sono appoggiato al cofano della macchina. mia moglie appoggiata su di me con la lingua in bocca, lui dietro le alza il vestito e con la mano glielo infila in figa. Mia moglie inarca il culo verso di lui e, nel frattempo, scende a riprendere il mio cazzo in bocca; lui la sta preparando, si abbassa e le sputa sul culo, poi, con un dito, raccoglieva lo sputo e glielo spingeva in figa e faceva questo, per l'ovvia differenza di misure tra me e lui.
Mia moglie doveva esser ben preparata per riceverlo: c'era una differenza abbastanza consistente, sia in larghezza che in lunghezza. Nel mentre fa questo, con i denti strappa la bustina del preservativo e se lo infila. Le preme sulla spalla per farla abbassar ancora un po', le alza il vestito sulla schiena e, dopo aver strofinato un po' la cappella fra le labbra della figa, prende ad entrare. Lei aveva il mio cazzo in bocca, si aggrappa ai miei fianchi per mantenere l'equilibrio e la sentivo fremere. Quando lui ha dato la prima spinta, lei si toglie il cazzo di bocca ed emette un grido:
"mmmmmmm.... mi sta aprendo in due".
Lui fi ferma un po' e le dice:
"Sei stretta come una verginella, non hai mai preso un cazzo vero? Vedrai che fra un po' il piacere ti arriverà al cervello". Mentre parlava entrava sempre di più, finché il bacino non ha toccato il culo, poi ritorna indietro con una lentezza da maestro e, per un paio di volte, entra ed esce molto lentamente, facendole dilatare la figa. Quando è sicuro che potrà darle solo piacere, senza farle male e, visto che lei lo ha inglobato tutto, la regge per i fianchi e prende a dar colpi su colpi, accompagnando la scopata con parole scurrili.

Non avevo mai visto il viso di mia moglie con l'espressione che aveva in quel momento, sembrava come drogata, scuoteva la testa, si mordeva il labbro, gli occhi straniti, sembrava come in "trance". Lui non era più un essere umano, era diventato una macchina che spingeva e ritirava il pistone, raggiungendo dei punti dentro di lei, che io non avevo mai toccato. Mentre la scopa, le dice:
"Ragazzina, questo cornuto non ti ha mai fottuto così, vero? Mi stai facendo la doccia alla minchia per quanto stai sbrodolando" e lei, che sembrava le mancasse il fiato, rispondeva solo: "Ssìììì".
Dopo un po', se ne esce da lei e dice:
"Distenditi sul cofano della macchina", si mette le sue gambe sulle spalle e rimette il cazzo in figa; i pantaloni gli erano caduti ai piedi e, nei movimenti, vedo un paio di coglioni grossi come quelli di un toro, che sbattevano sul culo di mia moglie: il rumore che ne seguiva, sembrava fossero sberle sulle chiappe. Lei non resiste più e gli dice:
"Dai, porco, sborra, che non ce la faccio più". Lui se ne esce, si leva il preservativo e le sborra sulla pancia.
Mentre mia moglie si pulisce e ci diamo una sistemata, ci fermiamo un po' a parlare e lui ripete l'invito ad esser suoi ospiti qualche sera a cena.

Mia moglie era distrutta, era molto tardi, le 3:30 e, quando ci mettiamo in macchina per andare a casa, mi conferma: "sono distrutta" e si appisola. Il giorno dopo era domenica, non avevamo nessun impegno e ci svegliamo verso le 10:30, guardo il telefono e trovo un messaggio di Luigi: era lui che mi dava il buongiorno e mi chiedeva di mia moglie.
Lei era in bagno e gli riferisco che questa notte l'aveva distrutta; lui mi dice che con la comodità di una casa, ci farebbe toccare vette mai conosciute; parlava di entrambi, poi mi chiede se mi andava di vederci da soli, per un aperitivo.
Non so perché, non dico niente a mia moglie ed accetto di vederci in un bar, dove ci sono tavoli all'esterno. Quando arriva, ci sediamo e va subito al sodo, dicendo che lui è da tempo nel giro delle coppie ed è sempre stato alla ricerca di una coppia che potrebbe diventar sua amica.
"Voi siete le persone che ho sempre cercato, io ho molto da perdere se si venisse a sapere che vado in questi parcheggi; non voglio perder la reputazione e tutto quello che vi chiedo è una bella amicizia, poi, quando si è presi dalla voglia. far tutto fra le mura di una casa.
Gli chiedo perché ha voluto vedermi da solo, visto che su quello che propone sicuramente sta più a mia moglie decidere e mi spiega che fra uomini si può scendere anche in particolari che, magari, davanti alla moglie, può non star bene.

Gli rispondo che non trovo il suo un discorso tanto indecente e lui mi dice:
"Certo, finora ti ho proposto solo amicizia e vederci a casa mia, o vostra, come meglio preferite, Se accetti, voglio dirti altro".
Incuriosito, lo esorto: "Cos'altro?".
Lui mi guarda e mi dice:
"Vedi, ragazzo mio, la donna è una creatura unica e molto strana: tu hai accanto una gran bella donna, ma purtroppo non sei in grado di far emergere in lei tutto quanto ha dentro. Anche in te c'è tanto che andrebbe fatto affiorare, ma non vuoi ammetterlo nemmeno a te stesso. Per farvi rivelare quello che siete dentro, ci vuole una persona che sappia veramente il fatto suo e, credimi, io sono la persona giusta. L'importante è che tu mi lasci fare, senza ritenerti offeso e vedrai che vi faccio raggiungere vette di piacere mai toccate".
Gli ripeto che tutte quelle cose andrebbero riferite a mia moglie, allo scopo di prendere assieme qualsiasi decisione. Per noi, finora, erano state solo fantasie, condite da qualche serata di divertimento, in cui, tranne che con lui, non avevamo mai giocato con altri.
Lui mi assicura che non si sbaglia: noi siamo una coppia perfetta assieme, intimamente molto "porcelli", ma non ne abbiamo consapevolezza.
Quando ci lasciamo, penso fra me:
"Boohh? Questo non mi sembra stia bene di cervello". Quando arrivo a casa, racconto tutto a mia moglie, ci ridiamo su e decidiamo di non rivederlo più.
Lui non si fa sentire, né con messaggi o chiamate, e passano più di due mesi. Non siamo più andati nel posteggio e scopavamo un paio di volte la settimana, sinceramente, senza adrenalina: era come assolvere al solo dovere coniugale.
Una sera eravamo a cena dai suoceri e, dopo cena, quando siamo usciti per ritornare a casa, propongo a mia moglie se le va di far un giretto. Mi avvio verso il posteggio e, nel cuore, speravo di trovarlo li. Quando siamo arrivati, c'era qualche macchina, ma di lui nemmeno l'ombra. Guardo mia moglie e la vedo alquanto delusa. Siamo rimastati qualche ora, c'era un ragazzo che girava, puntando i fari; ci ha dato più fastidio che altro, finché siamo andati via. A casa abbiamo fatto sesso e, per la prima volta, ho avuto la sensazione che mia moglie fingesse di godere. Quando è tornata dal bagno, dopo che si era data una rinfrescata, le chiedo di esser sincera e dirmi se avesse goduto. Mi guarda e dice di no.
Allora le dico che forse era meglio riprendere quel gioco che ci piaceva tanto.
Eravamo ancora troppo giovani per rinunciare fin da ora a divertirci e gustare i piaceri della vita: a noi il sesso è sempre piaciuto, perché ora non lo trovavamo più appagante?
Lei afferma che forse quel vecchio aveva ragione: dentro di noi doveva esserci qualcosa che ancora non avevamo scoperto, e perciò insisto: "Che ne pensi se lo cerchiamo?"

Alla mia proposta, le si illuminano gli occhi ed aggiunge: "Fa tu ma, per quanto riguarda me, sai bene che abbiamo stabilito di dover esser complici".
La guardo e, con tutto l'affetto possibile, l'abbraccio forte, poi le dico:
"Preparati all'idea di qualche seratina. Domani lo chiamo".
L'indomani mattina, verso le 11:00, gli mando un messaggio.
"Allora? Come stai, tutto bene?" Dopo un po' mi risponde di chiamarlo. Lo faccio e dopo le solite parole di circostanza, gli chiedo se avesse piacere di vederci qualche sera. Lui mi dice: "Ragazzo mio, te l'ho spiegato che non posso rischiare a farmi vedere nei parcheggi, e nemmeno nelle stradine di campagna. Nella mia posizione rischio molto; se volete venir da me, sarò ben felice di avervi come ospiti a cena".
Prendo a pretesto il sopraggiungere di altra chiamata, dopo la quale lo avrei richiamato. Chiamo subito mia moglie e le chiedo se preferisce andar a casa sua o invitarlo da noi. Mia moglie mi conferma che è meglio da lui, così non sveliamo dove abitiamo. Lo richiamo e concordo con lui per un drink, dopo cena, a casa sua, verso le 22:00, invitandolo a mandarmi la posizione.
Quella sera mia moglie era un peperino: indecisa su cosa indossare, come truccarsi, incerta anche sull'intimo da indossare; alla fine, si decide per una gonna sopra il ginocchio, con sopra camicia ed una giacchetta abbinata. Si era in autunno e perciò indossa anche delle calze collant con un disegno, tipo autoreggenti, e scarpe tacco 12.
Quando arrivammo in zona, pensammo di esserci sbagliati: una strada tutta alberata con ville, sia a destra che a sinistra. Una volta a destinazione, gli faccio uno squillo e si apre un bellissimo cancello in ferro battuto. Davanti la casa c'è un porticato, al di sotto del quale c'è spazio per il parcheggio. Mentre eseguivo la manovra, si apre un portoncino ed appare lui, questa volta vestito senza cravatta. Ci viene incontro, fa il baciamano a mia moglie, a me porge la mano e ci fa invita ad entrare. E' una villa bellissima, ci fa accomodare in un salone con 4 divani, due a L con davanti uno schermo gigante ed altri due con un tavolino in mezzo, posizionati nell'angolo opposto.
Dopo esserci accomodati, lui ha preso diverse bottiglie, le ha messe sul tavolo con i bicchieri, versando per sé un po' di brandy, mentre noi abbiamo preferito della sambuca. Lui ci chiede:
"Ragazzi, che avete fatto di bello in questo periodo?" Mia moglie gli risponde:
"Nient'altro che la solita vita". Lui la guarda e replica:
"No, non avete fatto la solita vita. Vi trovo alquanto annoiati e distanti; vi manca quel certo non so che, che proprio non volete accettare".
Allora mia moglie gli chiede: "Cosa?"

Lui era seduto su un divano di fronte a noi e le dice:
"Vieni a sederti accanto a me". Lei mi guarda per un'attimo e lui insiste:
"Tranquilla, vieni da me: a lui piace vederti accanto a me".
Tutto questo è detto con una fermezza, quasi come un ordine e, quando mia moglie gli si siede accanto, lui le prende una mano e la tiene a lungo fra le sue; poi riprende:
"Il sesso è un argomento che si dovrebbe studiare, ma non a fini medici, bensì per il piacere e godimento che esso offre. Si dovrebbe far in modo che ognuno di noi capisca cosa desidera per godere ed accettarlo senza vergogna; non dovrebbe esser fatto come a nascondere a sé stessi le nostre sorgenti di piacere".
Dopo questa lezione di sesso, prende la mano di Cetty e la tira verso di sé, per abbracciarla, ma, visto che erano entrambi un po' impediti dalla giacca, si alza in piedi e fa alzare anche mia moglie. Si toglie la giacca e mia moglie lo imita, dopo di che l'abbraccia e bacia in bocca: un bacio da manuale, lungo, ma, come nel suo modo di fare, molto profondo e pacato, gustandoselo tutto, senza la foga che può aver un ragazzo.
Quando si staccano, sbottona la camicia di mia moglie e gliela toglie, poi, sempre molto pacatamente, le dà un bacio su una guancia e, a fior di labbra, scende verso il collo, nel mentre, con gesti quasi impalpabili, le sfila dalle braccia il reggiseno e, uno per volta, prende a leccare e succhiare i rispettivi capezzoli.
Mia moglie era visibilmente illanguidita. Lui, mentre insiste a leccar le tette, con le mani apre la chiusura della gonna, che infine le cade ai piedi. Quando vede che indossa i collant, quasi la redarguisce, dicendole che la prossima volta la vuole in autoreggenti, precisando che non è un rimprovero, ma un semplice consiglio.
Quando lei rimane in collant e scarpe, lui le ordina di spogliarlo. Lei sbottona la camicia e stava procedendo veloce, come se stesse togliendo la camicia ad un bambino per metterlo a letto. Lui le dà un bacio sulle labbra e dice:
"Fa piano e, mentre sbottoni, continua a baciarmi". Ben presto anche lui si ritrova a petto nudo e si leggeva l'età sul suo corpo, ma era abbastanza tonico. Lui fa pressione sulle spalle di mia moglie per farla abbassare e le ordina di levargli i pantaloni. Quando lei è messa in ginocchio sul tappeto e gli stava per aprire la cintura, lui le tira il viso verso la sua patta per farle sentire l'erezione. Le tiene la testa premuta contro l'inguine e le dice:
"Lo senti, come ti desidera?" Vedo mia moglie in viso con un'espressione che non vedevo da molto, mentre stava saggiando sul viso la durezza di quel cazzo.

Porta a termine la manovra e gli abbassa i pantaloni: lui indossava delle mutande tipo boxer, che appena tira in giù, le sbatte sul mento l'enorme cazzone che custodiva al suo interno: finalmente glielo vedo in piena luce e con maggior visibilità. Non nascondo che mi
è apparso molto più grosso delle volte precedenti, al parcheggio.
Lui, con dei gesti molto veloci, si toglie le scarpe, sfila pantaloni e mutande, e rimane nudo. Lei, per meglio arrivare all'altezza del suo inguine, si pone abbassata sui talloni. Riprende il cazzo in mano e stava per imboccarlo, ma lui glielo impedisce, e le dice:
"Bambina, un pompino si comincia sempre dal basso" e, messo un piede sul divano, le sbatte i coglioni in faccia e le ordina di succhiare prima le palle che, sinceramente, mi sembravano veramente esagerate.
Mia moglie gli prende i coglioni in bocca uno per volta e lui le strofinava il cazzo in faccia, finché lei prese a leccare da sotto, fino ad arrivare ad imboccare la cappella. Lui le raccoglie i capelli e preme sulla nuca, dandole il ritmo da tenere al pompino. Io guardavo come imbambolato, lui mi guarda e mi dice:
"Cornutello, che ne sai tu di come si scopa una cavalla del genere? Vedi che, fra poco, la minchia se la fa arrivare alle tonsille".
Lui le ferma la testa, lasciando solo la cappella in bocca e sputa sul cazzo. Il tempo che la saliva arriva sul cazzo e lui dà una spinta e le fa entrare quasi tutto il cazzo in gola. Vedo mia moglie in difficoltà, stava per soffocare, lui lo tira fuori, le fa prender fiato e ritorna all'attacco. Mentre guardo, noto del liquido filtrare dai collant, che cadeva per terra; lui gli dice che adesso toccava a lui.
La fa alzare e, dopo aver abbassato collant e perizoma, la fa sedere sul divano; stavolta è lui a mettersi in ginocchio, le alza le gambe e si tuffa con la bocca sulla la figa; di certo mia moglie era già al massimo dell'eccitazione, ma lui, da gran maestro, inizia a leccare e succhiare, infilandole due dita in figa; dopo un po', lei si contorce e con uno squirt gli allaga il viso. Lui spinge ancor più il viso fra le cosce di lei e continua a succhiare tutto.
Lei si accascia sul divano; sembrava svenuta. Mi alzo e le vado accanto. Lei mi guarda e mi dice che non sapeva esistessero orgasmi così intensi. Ancora non aveva ricevuto il cazzo in figa, lui si alza, prende un tovagliolo e poi versa un po' di sambuca, dicendole: "Bevi che ti ricarica".
Mentre erano ancora con il respiro accelerato, gli squilla il telefono, si alza per rispondere visto che aveva il telefono appoggiato sopra un ripiano. Mentre parla al telefono e faceva qualche passo dentro la stanza, fa cenno a mia moglie di alzarsi e raggiungerlo. Mia moglie gli si avvicina e luì, sempre mentre parla, le passa un braccio dietro la schiena e le infila la mano, dentro i collant, poi con cenni vari, le fa capire di toglierlo e mia moglie abbassa calze e perizoma assieme. Quando è nuda, lui le prende la testa e gliela spinge in giù affinché riprenda il cazzo in bocca.
Nel mentre, chiude il telefono e, visto che già era duro, la fa mettere appoggiata sul bracciolo del divano; lui mi guarda e mi dice:
"Vieni qui, stavolta, il cazzo in figa glielo metti tu".
Io non capivo, mi sembrava che dovessi chiavarla io, ma, quando arrivo vicino a mia moglie col cazzo pronto, mi dice:
"Che fai? E' la mia minchia che devi mettere in figa a lei".

Io, come un rimbambito, allungo la mano e, quando prendo il cazzo in mano, è come se stessi per toccare un cavo d'alta tensione: lui mi guarda e mi dice.
"E' la prima volta che tocchi una minchia, a parte la tua?"
Abbasso la testa in segno di assenso alla domanda, lui ride e mi dice:
"Comincia ad abituarti" mi prende la mano, me la gira al contrario di come io l'avevo preso e poi mi dice:
"Sputa sulla cappella e poi la imbocchi sulle labbra della vagina di tua moglie".
Io eseguo e quando gliel'appoggio, imbocco il cazzo tra le labbra della figa. Mia moglie stessa dà un rinculo e si impala per circa metà cazzo in figa.
Lui aveva decisamente troppo voglia, la prende per i fianchi e comincia a sbatterla. Io stavo per andarmi a sedere nel divano di fronte, ma lui mi fa cenno di rimanerle accanto. Poi mi ordina di allargare il culo di mia moglie, mentre lui la scopava. Quando le aprii le chiappe, si vedeva il buco del culo e il suo cazzo che entrava e usciva dalla figa. Lui sputa sul culo e mi dice:
"Prova ad infilarci dentro un paio di dita" era chiaro il suo scopo a volermi umiliare nel preparare il culo di mia moglie alla sua penetrazione.
Mia moglie, capito il fine di quelle manovre, esclama:
"Ehi, non fate scherzi! Con quel coso, mi rompi il culo". Lui le affibbia un gran ceffone sulle chiappe e le dice:
"Sta zitta, ragazzina!" Quando dà quel potente schiaffo, accelera la scopata e quando stava per sborrare, se ne esce e le schizza tutto sulla schiena, dicendo:
"Spalmagliela come fosse una crema, non usare tovaglioli, vedrai che domani mattina, quando farà la doccia, avrà la pelle più liscia e morbida".

La serata si chiuse li. Mia moglie si rivestì e, con la promessa di rivederci, salutammo e tornammo alla macchina. Cetty mi disse:
"Non pensavo si potesse godere con un pompino", riferendosi a quando lui le aveva affondato il cazzo in gola. Si era sentita mancar l'aria e se l'era fatta sotto, ma non aveva capito bene: le girava la testa per l'eccitazione.
Per tutta la settimana fummo presi da altri pensieri; dovevamo far lavori alla casa e non pensavamo al sesso. Erano venuti dei muratori a far dei preventivi e dovevamo proprio iniziare i lavori. Fra i muratori, c'è ne era uno che non toglieva gli occhi dal culo di Cetty: lei indossava un leggins da palestra, con perizoma sotto, ed erano piuttosto evidenti le forme del suo culo, quasi avesse una seconda pelle. Quel muratore era sui 40anni, ben messo, dai capelli rossicci. Si vedeva che aveva sempre lavorato duro a causa delle sue mani callose.
Quel giorno, vedere quegli uomini come la guardano, mi fece salire il sangue alla testa, al punto che, rimasti soli, la presi da dietro. Al che lei mi disse:
"Beh, che ti è preso? Ti son venute le voglie quando hai visto come mi guardava quello?" Gli dico di sì e lei mi dice che, sicuramente, queste son voglie di corna, visto che "quando siamo a casa da soli, nemmeno se ti sbatto la figa in faccia, ti ecciti cosi tanto".

Mi siedo sul divano e lei si siede su di me. Avevo indosso una tuta, mentre ci baciamo, entrambi vestiti, mi chiede:
"Che ne pensi se stasera invitassimo Luigi qui da noi?" mentre lo diceva strofinava la fica sul mio cazzo, che diventò subito di marmo. Lei avverte che, da sotto, era stata più che gradita l'idea , mi scavalca, mi abbassa i pantaloni della tuta e si mette in ginocchio accanto a me, prendendo il cazzo in bocca. Mentre è intenta a leccare, mi dice:
"Chiamalo e digli che stasera l'aspettiamo". Io le rispondo che lo farò più tardi; lei si alza, lasciandomi col cazzo duro, prende il telefono, me lo porge e dice:
"Adesso, mentre ti faccio il pompino. Vediamo che effetto ti fa parlare con lui". Dopo un paio di squilli, Luigi risponde ed io gli chiedo se avesse impegni per la serata, perché in realtà avremmo preferito che venisse a casa nostra. Lui, dopo aver accettato, mi chiede di mia moglie, gli riferisco che è accanto a me e gliela passo. Dopo i saluti, lui le chiede il motivo dell'invito a casa nostra. Lei, senza alcun ritegno, lo mette a parte che stava facendomi una sega, al che lui:
"Aspetta un attimo, che chiudo la porta" era in ufficio e non voleva che altri potessero udire la conversazione. Allora lui le chiede come eravamo messi e lei gli riferisce tutto in dettaglio. Lui le ordina di abbassarsi i fuso', perizoma compreso, senza toglierli completamente, ma solo a metà coscia, e dire al cornutone che, mentre si gusta il pompino, deve dedicare attenzione anche alla sua fessa. Questo dialogo viene tenuto a viva voce, io sentivo tutto ed eseguivo i suoi ordini. Dopo un bel po' che Cetty mi succhiava il cazzo, sempre con il sottofondo della voce di lui che la esortava ad ingoiare quanto più cazzo possibile, mi ordina di pensare un po' a lei e mi dice di andarle dietro e leccarle figa e culo, giusto per preparargliela ben bene, perché stasera la vuole trovare con tanta voglia di minchia. Mi ordina di non scopare, solo leccare, e, per il mio piacere, segarmi e sborrare in un fazzoletto, senza lordarla della mia schifezza, in quanto lei merita sostanza di prima qualità.
Mia moglie, dopo che l'ho leccata per bene, mi gode in faccia e fa sborrare me con la bocca, ingoiando tutto. Dopo avermi pulito il cazzo, ci sistemiamo e mi dice che, visto l'invito, era il caso di prepararci e decidiamo di ordinare una cena pronta, per non perder tempo a cucinare.
Lui arriva alle 20:00. Si scusa per il ritardo dovuto al lavoro, precisando che non ha nemmeno avuto il tempo di andar a casa. Ci fa i complimenti per la nostra casa che, sinceramente, non ha niente a che vedere con la sua, ma comunque è graziosa.
Il suo carattere comincia ad esser più dominante nei nostri riguardi; si muove con più libertà e, ovviamente, essendo un uomo più grande di noi e con una posizione lavorativa che lo porta a comandare, dopo i vari convenevoli, dice a mia moglie di accompagnarlo in bagno
Mia moglie esegue e lo lascia lì. Era già tutto pronto, lui esce dal bagno e ci sediamo a tavola. Cetty indossava un vestito di lana, di quelli che sembrano dei maglioni lunghi, calze autoreggenti e delle ciabatte da casa, non aveva messo né mutande né reggiseno. Finito di cenare, lui le consiglia di lasciar tutto così e andare a sederci sui divani. Gli chiedo se vuole un po' di amaro o caffè, preferisce l'amaro. Cetty si era seduta accanto a me, ma lui la vuole accanto a sé; mentre stavamo prendendo l'amaro, lui le mette una mano sulla gamba e, salendo, arriva dove finisce la calza ed inizia la coscia nuda. La guarda e dice: "Brava vedo che hai capito come devi vestire; getta via tutti i collant, la donna è nata per le calze autoreggenti" poi, salendo un po' più su con la mano, trova la figa nuda, liscia, s'era appena depilata ed aveva passato la crema. Lui si alza e le dice:
"Accompagnami in bagno; se non mi do una rinfrescata, non riesco a scopare."
Lei gli propone una doccia, lui accetta e lei gli fornisce asciugamani ed accappatoio. Mia moglie lo lascia solo e, dopo un po', lui rientra in salotto in accappatoio, tenendo a precisare che, se non è pulito a dovere, non riesce a scopare. Si tira mia moglie per la mano e la bacia in bocca, mentre la stringe a sé. Gli alza il vestito da dietro e gli prende entrambe le chiappe, allargandole e, con un dito le titilla il buco del culo, nel mentre si apre l'accappatoio e lei, premuta da lui, si abbassa sui talloni. Questa volta non si fa rimproverare e, dopo averlo segato un po', glielo alza e prende a giocare con le palle, leccandole e succhiandole, finché arriva a leccare tutto il cazzo ed imboccarlo.
Dopo un po' lui la fa alzare e le dice:
"Andiamo a letto, voglio fotterti laddove la notte dormi. Il cornuto deve dormire sulla mia sborra, questa notte".
Quando arrivano in camera. lei si leva il vestito e rimane solo con le calze. Lui la fa distendere e mettendole la faccia in mezzo alle cosce, comincia una golosa leccata di figa, finché le sale sopra e, dopo aver spennellato un po' la cappella fra le labbra, prende a penetrarla. Lei gli annoda le gambe sulla schiena. Lui procede lentamente: lo tirava fuori quasi tutto e poi, molto lentamente, glielo riaffondava dentro, facendo in modo che le palle le sbattessero sulle chiappe. A lei, questa lentezza la faceva impazzire; essendo ragazza, ovviamente, avrebbe preferito esser sbattuta come un treno. Lui la guardava e le sorrideva; ad ogni affondo lei stringeva le gambe sulla sua schiena, per tenerlo stretto.
Io ero sull'uscio della porta e lei gli diceva sottovoce:
"Bastardo, scopami più forte; mi stai facendo impazzire". Nella posizione in cui erano, vedevo la figa di mia moglie e il cazzo di lui che vi penetrava dentro, oltre quei coglioni che schiaffeggiavano culo e figa di Cetty, finché lui la rivolta. Ora era lei sopra e può imporre il ritmo a suo piacimento. Lui le allargava le chiappe e, guardandomi mi dice:
"Vieni, avvicinati, leccale il culo". Mentre scopava, lei era a diretto contatto di seno con il petto di lui e saliva e scendeva sul suo cazzo. Mi distendo in mezzo alle gambe di lui e comincio a infilare la lingua fra le chiappe di lei. Lui mi fa cenno di scoparla in culo, proponendo una doppia, ed io, a velocità supersonica, mi spoglio: avevo il cazzo duro come il marmo. Lui le teneva le chiappe allargate ed ancor più era visibile quel randello di minchia infilato in figa. Sputai più volte sul buchetto anale e sulla cappella. Cetty capisce e mi dice:
"Fa piano e, se ti dico basta, lo togli". Con quel coso in figa, il buco era diventato molto stretto, ma, con un po' di insistenza e la libidine che mi ritrovavo, tengo ferma mia moglie per i fianchi e con una poderosa spinta, le ficco più di metà cazzo dentro. Cetty lancia un grido e dice:
"Bastardi, così mi mandate un ospedale!" Restiamo fermi qualche minuto per farla adattare, poi è lei stessa che comincia a muoversi dolcemente. Noi accompagniamo i suoi movimenti e lei comincia a lamentarsi; il suo è un lamento misto fra piacere e dolore: a tratti, sembrava stesse piangendo, io non avevo la resistenza di Luigi; lui, sì, che avrebbe potuto resistere molto di più. Io, dopo un po', accelero e mi scarico nel retto di mia moglie e la quantità è tale che, forse, non ne avevo mai emesso tanta in vita mia. Quando sono uscito e le ho visto il culo, sembrava come se dentro vi avesse sborrato un cavallo.

Lui le dice: "La mia, però, la bevi?! Sicuramente avrai la gola secca".
Lei si estrae scivolando fra le sue gambe e, dopo averglielo preso in bocca e segato, riceve tutto in gola, senza farne uscire una sola goccia.
Con Luigi abbiamo giocato per tanto tempo; anche se poi abbiamo cominciato ad avere esperienze con coppie e qualche altro singolo, lui era sempre il preferito.
A volte passava da casa anche se io non c'ero e Cetty mi raccontava sempre tutto, poi, man mano s'è allontanato e non lo abbiamo più sentito.


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