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Come convinsi mia moglie a farmi cornuto 2


di cuckold211
10.03.2024    |    8.772    |    21 9.7
"Non finiva mai di parlare; in fondo, devo riconoscere che lo trovo affascinante, seducente"..."
PREMESSA
Ricordo, per chi l'avesse dimenticato, che questo scritto non è mio, bensì dell'utente del sito nick "giorgiasucchia", che me ne ha fatto dono, autorizzandomi alla sua pubblicazione.

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Il giorno dopo, vado al lavoro e, appena solo, mi sento con Sergio e gli racconto tutto sul prosieguo della serata. Allora lui mi suggerisce di lasciare il cellulare a casa il giorno dopo, così da accelerare il piano prefissato. Tornato a casa, non dissi nulla e lei nemmeno; era tutto normale, si cenò, poi un filmetto in televisione e, infine, a nanna, due baci, due carezze, buonanotte e ci addormentammo.
Il giorno dopo, secondo l'accordo assunto con Sergio, lasciai il cellulare a casa. Quanto accadde mentre ero al lavoro, mi fu poi raccontato da Sergio e questo è stato il contenuto della sua telefonata.
"Ciao Giorgio, verso le 10:00, ho chiamato sul tuo numero; dopo 5 squilli, mi ha risposto tua moglie, cui ho chiesto di te e lei: - No, lo smemorato ha lasciato il cellulare qui a casa! - e lui: - niente, volevo chiedergli se una di queste sere, dal momento che mi trovo nelle vicinanze, possiamo ripetere una cenetta tutti insieme, come la volta scorsa - e poi aggiungo a sua lode - Certo che tu fai davvero colpo! Non riesco a toglierti dalla mente; mi piacerebbe rivederti, sei troppo sensuale! - e lei: - Grazie; vedo che, quanto a complimenti, non ti sprechi per niente.
Poi, aggiunge: "Giorgio, non so tu come l'avresti intesa, ma, per me, questa, volente o nolente, era una lampante provocazione. Quindi riprendo: - i miei sono complimenti davvero sinceri, ma vorrei, e te lo dico in modo diretto, che riuscissero a portare a qualcosa di più intimo, tra me e te: son sicuro che tu ne trarresti molto beneficio, se potessimo vederci da soli.
C'è silenzio da parte sua, poi mi fa: - ma sei proprio certo di piacermi? -
Ed io: - beh, mentre ballavamo, ho notato che non ti scansavi per niente dai miei strofinamenti; ...pensa te, se avessi osato di più? -
Poi le ho detto: - Dai, non fare la ritrosa, è una cosa che vuoi anche tu, ne sono certo; so che mi vuoi, ma tu, non pensarci troppo: non puoi non sapere che ogni lasciata è persa.
Allora lei mi fa: - ma ti rendi conto che sei amico di mio marito? Vorresti che gli mettessi le corna? Che razza di amico sei? Non pensi di comportarti da vero stronzo? -
Ed io incalzo: - cara mia, ai piaceri della carne non si può resistere e tu mi fai impazzire, sento che lo vuoi anche tu; solo tenendoti per mano, allorché, smesso di ballare tornavamo al tavolo, ho percepito che, prima o poi, saresti stata mia; del resto, mentre ballavamo, hai sentito anche tu quanto mi avevi fatto arrapare: quel tuo profumo di femmina... non mi ci far pensare, dai !!!
Silenzio assoluto, poi sbotta: - Ma ti piaccio proprio tanto? Certo, anche tu, non mi sei indifferente, ma, da qui ad incornare mio marito, ce ne corre! Sarei una stronza ... - e poi, dopo un po' che non replicavo, lei continuò - ad ogni modo, anche se volessi, voi due state sempre insieme, quindi non vedo proprio come si potrebbe fare ad avere un rapporto un po' più ravvicinato! Ma poi, dai, non sarebbe una cosa possibile a farsi! -
Io, caro Giorgio, nel momento in cui tua moglie si era sbilanciata, ho capito che era sul punto di capitolare, che davvero desiderava il mio cazzo con tutta sé stessa fin dal momento che ne aveva percepito la consistenza, e poi, come dicevi tu, non restava mai indifferente nel vedere i video da te proposti, eccitandosi a guardare quei cazzi e quanto ci sapevano fare
Perciò le proposi: - perché una di queste sere non mi invitate a cena a casa vostra? Penso che sarebbe qualcosa di veramente bello; dai, rivediamoci, dimmi di sì! -
A quel punto lei, senza esitare, mi ha risposto: - questa sera ne parlerò con mio marito ed una volta deciso per il sì, preparerò una bella cenetta, così, se verrai, ti rifarai gli occhi e.... - forse stette un po' a pensare, e poi aggiunse - anche qualche altra cosa! -
Ed io incalzandola: - benissimo, fidati, sarebbe davvero una bell'idea. Ora ho da fare, ma aspetto di esser invitato da voi; un bacio! - cui lei - Non ti far troppe illusioni, ciao! -
Una volta messo a parte del dialogo intervenuto tra Sergio e mia moglie, mi ritrovai con il cazzo dritto, tipo missile spaziale: volevo fortemente che lui me la scopasse ed ora tutto stava nella mia abilità a studiare un piano, affinché potessi indurla a far la troia per davvero.
In questo Sergio ci sapeva fare e, di sicuro, lei, adesso, era già protesa ad immaginare quel suo cazzo e come fare per gustarselo, quindi, un invito a cena, avrebbe rappresentato già un bel passo in avanti: accettare di rivederlo e, soprattutto, nella nostra intimità, in casa nostra; dovevo inventarmi qualche pretesto per assentarmi o sarebbe stato meglio ritardare il mio arrivo, mentre Sergio era già in casa? Comunque lui mi avrebbe raccontato tutto l'indomani, per telefono.
Tornato a casa, quella sera, lei mi arringa:
"Sei sempre il solito smemorato! Stamattina hai lasciato il cellulare a casa e, se avessi avuto bisogno di chiamarti? Ti aveva cercato il tuo amico Sergio e, ovviamente, ho risposto io al tuo posto. Certo che, a sentir me, non si è mica trattenuto dal muovermi altri complimenti; quello ci sta davvero provando, penso che debba piacergli moltissimo ....non finiva mai di parlare; in fondo, devo riconoscere che lo trovo affascinante, seducente".
Lo diceva con un sorriso stampato sulle labbra, quasi a sfidarmi, dal momento che erano giorni che la stuzzicavo in quel senso. A quelle parole, interrompendo il suo discorso, le propongo:
"Senti, invitiamolo a cena, così te lo gusti anche tu e chissà che non succeda ciò che sto sperando da una vita?! Fidati, a me piacerebbe moltissimo vederti godere con altri uomini, e lui mi sembra proprio il tipo adatto per darti tutto il piacere possibile. Lo conosciamo e sono certo che saprà esser più che discreto".
E' lei che adesso mi interrompe e replica:
"Quindi, se per caso la cosa dovesse andar oltre, a te piacerebbe vedermi chiavare con lui, magari nel nostro letto? Ma sei proprio stronzo?" ....poi silenzio, che dopo qualche istante lei ruppe e, con tono deciso mi fa:
"Ancora non mi sento pronta, ma se dovesse accadere... tu - e ripeté - ...se poi accade, non è che te la prenderai con me, facendomi la manfrina cui ricorrono tutti i mariti, dicendomi che la troia sono io? E' da tempo che mi stuzzichi, soprattutto a letto, facendomi vedere cazzi su cazzi, di dimensioni anche il doppio del tuo con quei video, che, non nascondo, mi son entrati in testa e non riesco a dimenticarli. Sì, è vero, quando tu vai al lavoro, a volte mi metto al pc e mi godo certi spettacoli che mi provocano anche l'orgasmo...; ecco, ora mi hai fatto diventare come te: un'accanita appassionata di queste perversioni. Domani, al lavoro, se proprio vuoi, invitalo pure a cena; a questo punto, mi va di rivederlo, anche se dubito su come andrà a finire".
Cenammo, poi ci spostammo sul divano a gustarci un innocente film in tv. Eravamo abbracciati e, ogni tanto, ci baciavamo, poi lei mi mise una mano sul cazzo, da sopra i pantaloni, e mi disse: "Andiamo a letto?"
Lì ci demmo sotto, infervorandoci in uno stupendo 69: lei non si staccava mai dal mio cazzo e, infine, dopo una magnifica scopata, ci addormentammo appagati.
La mattina successiva, dopo il caffè, ci salutammo con un bacio, lei mi guardò e, con una certa aria civettuola, mi ricordò:
"Digli della cena a casa nostra, per stasera" ed io: "Certo, pensavi me ne fossi dimenticato?"
Appena in macchina, chiamai Sergio e gli raccontai tutto, al che lui:
"Visto? E' fatta: la tua è come tutte le altre donne, quelle vere. Quando hanno sentore di poter avere a che fare con un bel cazzo, non si tirano indietro e fanno di tutto per cercare di goderselo alla grande. Per la cena, possiamo fare stasera? Sarebbe bene batter il ferro finché caldo. Avvisala!"
"Ok, tra un'ora la chiamo: lei è sicura che stiamo insieme, così farò passare un po' di tempo, prima di chiamarla".
Dopo circa mezz'ora: "Ciao, sei contenta? Questa sera Sergio potrà FARTI compagnia: prepara una cenetta delle tue; lui mi ha assicurato che porterà un buon vinello" e lei, di rimando, "Vorrai dire che potrà "FARCI" compagnia e - ridendo aggiunge - non vorrai mica lasciarci soli?" Ed io: "Beh, mi piacerebbe assistere alla piega che prenderà la serata; per me sarebbe molto eccitante" e lei:
"Non farti illusioni, mica sono una troia? E poi, con te tra i piedi, cosa vuoi che succeda?" al che, di rimando: "Ma il bello è proprio questo: succeda quel che succeda, io mi ecciterò comunque a vederti alle prese con un altro maschio, mentre tu sarai libera di far tutto ciò che vorrai: io ti considero una donna con la testa sulle spalle, pur con tutte le voglie e gli appetiti che desidererebbe appagare. Me ne starò buono buono, in disparte e, se la cosa dovesse prender la piega che spero, potrei anche masturbarmi, senza darvi fastidio".
Avevo letto da qualche parte che questo mio comportamento, mi avrebbe identificato come "cuckold", ma ciò non mi sarebbe dispiaciuto affatto.
Così, quando lei incalzò: "Ehhheee, vorrei proprio veder la tua faccia, se davvero succedesse qualcosa: adesso ti dico che qualcosa è già successo; quando vai al lavoro, ogni tanto sento il bisogno di vedere alcuni video porno, tipo quelli che mi facevi vedere a letto, mentre mi stuzzicavi a farmi ammirare tutti quei cazzi, grossi il doppio del tuo, anche in larghezza, e mi son spesso ritrovata a masturbarmi e godere: quei cazzi mi sono entrati in testa, mannaggia a te!!!"
Ed io subito a rintuzzare: "Vedi, allora, che sei presa anche tu da quel tipo di gioco? C'è poco da dire o fare: bisogna provare per credere".
Poi, dato che avevo da fare, le dico: "Stasera, alle 20:00 arrivo e ci sarà anche il tuo toro".
E lei, ridendo, mi saluta dicendomi: "Insomma devo considerarmi una vacca?"
Chiusi con un ciao, poi riferii tutto a lui, che disse:
"Tranquillo, alla tua puttana ci penso io: vedrai che cederà, le metterò il cazzo in mano e, di sicuro, non si tirerà indietro; se poi sei d'accordo, più in là, ti farò vedere come mi seguirà in tutto. Ho in mente per lei cose cui non penseresti mai; ma ogni cosa a suo tempo... quindi, a stasera: verrò sul tuo posto di lavoro e ti seguirò all'uscita".
Le ore di quella giornata sembravano non passare mai; non vedevo l'ora di verificare a che punto fosse capace di arrivare mia moglie. Ormai era andata, avevo abbracciato la filosofia cuckold e non vedevo l'ora che si realizzasse questo mio desiderio. Verso le 19:30 arrivò Sergio e, seguendomi, arrivammo a casa prima delle 20:00; aprii, lo feci entrare prima di me e gli diedi il benvenuto. Chiamai lei, che ci venne incontro allegra: per l'occasione aveva indossato una gonna corta sopra il ginocchio, con un leggero spacco; era alquanto aderente e mostrava appieno quanto fosse conturbante nel suo esser femmina; sopra la gonna, aveva una camicetta di quelle che si annodano dietro la schiena con dei volant: anch'essa mostrava, in trasparenza, il reggiseno, che conteneva le sue belle tette.
Giunta davanti a lui, gli diede la mano da stringere, ma si avvicinò più del normale per salutarlo con un benvenuto ed un sorriso, che era tutto un programma.
Lo fissava negli occhi con sguardo da maliarda, al che lui le poggiò una mano sulle spalle, quasi ad abbracciarla e la ringraziò per l'invito.
Io ero già proteso ad immaginare come la cosa avrebbe potuto evolversi, secondo quanto era nei miei desideri. Ci accomodammo sul divano e lei ci portò un vinello fresco, frizzantino, ed esordì:
"Tanto per cominciare, brindiamo al nostro rincontro" e, mentre lo faceva, non aveva occhi che per lui.
Facemmo un bel cin cin e poi lei riprese:
"Adesso... in tavola, che la cena è quasi pronta!" Ci sedemmo e lei prese posto di fronte a lui. Mangiammo dei manicaretti con una salsina all'aceto balsamico, tutta roba leggera e, alla fine, un dolce ricoperto da tanta panna. A lui venne da dire:
"Hhuuuummm, una cenetta deliziosa; sei bravissima!" Intanto io non potevo distogliere lo sguardo da lei che, nel mangiare la panna, si leccava le labbra e, laddove non vi arrivava, la tirava via con un dito per poi succhiarlo a mo' di pompino, senza smettere di fissarlo, ma facendo notare come muoveva la lingua per raccoglierla.
A quel punto mi venne spontaneo di dire:
"Guarda che lei è bravissima in tante cose!" e lui: "Allora complimenti per davvero!" e ricambiò il suo sorriso. Finimmo con lo spumantino portato da lui. Poi ci sedemmo sul divano, lei sparecchiò, portando tutto in cucina; io presi la palla al balzo, feci l'occhiolino a Sergio e dissi forte:
"Mi scuserete, ma devo assentarmi un attimo: ho bisogno di andare in bagno, forse ho bevuto troppo".
Mi alzai e feci finta di andar via, fermandomi dietro lo spigolo del muro, per veder cosa sarebbe successo.
Lui si alzò e si precipitò da lei, la prese da dietro, tappandole la bocca con una mano e premendole sul culo il cazzo duro, tenendolo appiccicato alle sue chiappe, da sopra la minigonna e le disse piano, ma non tanto da non farmi sentire:
"Sta ferma, ferma così: lo senti il desiderio che ho per te? Mi hai fatto stare tutto il giorno a cazzo duro; una volta che avrai avuto modo di assaggiarlo, non potrai più farne a meno".
Lui sentiva che lei non si sottraeva da quella stretta, ma, anzi, si era totalmente appoggiata al suo corpo e spingeva il culo contro il suo cazzo, muovendosi appena, per sentirlo meglio che poteva. Li vedevo uniti quasi fossero una persona sola, appiccicati, ad annusarsi, tastarsi. Lui le aprì la camicetta, allentando il nodo sulle spalle e prese a massaggiarle le tette, che esponevano dei capezzoli già ben turgidi; lui prese a succhiarli, mandando mia moglie in estasi.
Di sicuro, in quel momento, la stava anche masturbando, perché lei era a cosce larghe e gli si strofinavo contro; aveva il respiro accelerato, ma poi si staccò di botto e disse:
"Adesso basta, potrebbe tornare lui da un momento all'altro e succederebbe un casino".
Fu allora che rivelai la mia presenza, facendomi avanti. Presi fiato e, sorridendo, mi massaggiavo il pene da sopra i pantaloni.
"Nessun casino, continuate pure; a me fa molto piacere veder la mia mogliettina godere con un maschio dal cazzo molto più grosso del mio; fate pure come se non ci fossi!"
Mi sistemai su una seggiola un po' defilata, ad ammirare quel che sarebbe successo. Mia moglie era rossa in viso e prese subito la parola:
"Se è questo che vuoi? Se ti fa piacere veder la mogliettina che scopa con un altro, ti accontento all'istante. Sei stato tu a stuzzicarmi, facendomi vedere tutti quei cazzoni nei porno che facevano godere come matte quelle fortunate; sei stato sempre tu che, ogni sera, a letto, mentre facevamo l'amore, mi facevi eccitare chiedendomi se mi fosse piaciuto provare cazzi come quelli; sei stato tu a dirmi che ti avrebbe fatto piacere sentirmi urlare nel godere con maschi diversi da te? Adesso ho le tasche piene e non mi tratterrò dal farti vedere quanto mi piace aver a che fare con un cazzo grosso quanto quelli lì!"
Di scatto, si tolse tutto e potei vedere che, sotto la gonna, non indossava mutandine. Il mio cazzo svettò ancor più duro, quando lei abbassò i pantaloni a Sergio, togliendogli la camicia e quant'altro. Ora era nudo nudo anche lui: cominciò con un bacio passionale e, da quello, pian piano gli leccò i pettorali, poi la lingua di lei gli sfiorò l'ombelico, fino a scivolare sul cazzo e leccarlo a partire da sotto le palle, succhiandone una per volta, mentre il cazzo di lui, un bestione di circa 24 cm. e largo come il polso di lei, le sovrastava l'intero viso. Lei se la godeva alla grande a sentirne il peso sul volto; poi, con la lingua, risalì, centimetro per centimetro, lungo tutta l'asta, ben dura, tesa e con vene ben sporgenti.
Sergio aveva una cappellona che era il doppio della mia, gonfia quasi a scoppiare; lei la guardò e le scappò di dire: "hhuuuummmm, che cazzooooo" e poi, rivolta a me:
"Guarda, marito mio, pensi che potrà entrarmi in bocca? Immagina quanto ne potrò godere quando mi slargherà la fica?" e, aprendo le cosce, mi fece vedere quanto era già bagnata, al solo pensare di farsi penetrare da quel cazzo poderoso. Glielo prese in bocca e, con grande sforzo, riuscì ad ingoiarne un po'; dalle guance si notavano i rigonfi, alternati ai risucchi, che quella verga provocava all'interno della bocca mentre la succhiava; si vedeva anche che era limitata nei movimenti, perché era di fatto incastrata su quel cazzo di dimensioni asinine.
Succhiava un po' e poi tornava a leccarlo tutto tutto, prosciugando la saliva cha colava lungo l'asta.
Il mio cazzo non ne poteva più, lo tirai fuori dai pantaloni e presi a masturbarmi piano per non venire e gustarmi al
massimo quel porno, dove la protagonista, finalmente, era mia moglie e ciò che vedevo rappresentava la realizzazione del mio sogno.

(fine seconda parte
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