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Prime Esperienze

venti anni spesi male


di renatino18
30.04.2010    |    24.357    |    0 6.9
"Un collo lungo su due spalle piuttosto strette, mai fatto sport, con una vita sottile da indossatrice sotto la quale fiorisce un incredibile culetto, alto,..."
I miei primi venti anni

Questo è il breve racconto della mia vita, in particolare di quest’ultimi tre di scuola superiore. Innnanzi tutto vi voglio parlare di me, luigi: alto 175cm molto magro, solo 62kg, nient’affatto atletico, pochi muscoli, timidissimo, portato a stare da solo, incapace di avere rapporti con gli estranei perché le improvvise vampe di rossore mi bloccavano e mi facevano desiderare solo di fuggire, tutto casa e chiesa, dove prestavo anche la mia opera come volontario, per tutte quelle incombenze noiose e evitate da tutti. In casa vivo con mia madre, vedova da oltre 10 anni, professoressa di disegno, anima di artista, che non è mai stata capace di darmi vero affetto, anzi, mi ha sempre angariato con la puntigliosa attenzione a farmi rispettare tutte le regole di una famiglia piccolo borghese: la sua religiosità molto accentuata oltre che ha costringermi dentro un certo stile di vita, ne escludeva completamente il sesso, considerato peccato e non solo, ma anche cosa sporca da evitare assolutamente come espressione di depravazione. questa povera creatura, cioè io, pieno di complessi, di paure e di vergogne, aveva un altro nemico nel suo aspetto fisico: bello ero e sono bello, ma soprattutto come ragazza, infatti la mia conformazione è veramente particolare: capelli biondi naturali, occhi grandi e verdi, da cerbiatta, viso dolce e tondeggiante con un nasino piccolo ed una bocca grande, tumida e rossa, praticamente privo di pelo su tutto il corpo, pensate che ancora adesso potrei farmi la barba solo uno o due volte alla settimana.
un collo lungo su due spalle piuttosto strette, mai fatto sport, con una vita sottile da indossatrice sotto la quale fiorisce un incredibile culetto, alto, tondo, piuttosto sporgente, con i due glutei separati da un pronunciato solco di pesca, su due gambe diritte e lunghe, mani e piedi piccoli e gentili.
sul davanti i seni sono appena pronunciati ma i capezzoli sono lunghi e sensibili, il ventre leggermente tondeggiante e fra le gambe un apparato genitale maschile non tanto grande da togliermi il senso di inferiorità e timidezza, ma pienamente capace di farmi sviluppare atroci sensi di colpa quando cedevo e cedo alla irresistibile necessità di tirarmi una sega…per la mia morale il peggio del peggio….finchè rimasi in paese tutto andò avanti bene, si fa per dire, certo mi vergognavo di andare al mare, aborrivo dall’idea di svestirmi. preferivo la collina, dalle passeggiate riposanti. vivevo in casa, all’oratorio, unico divertimento il cinema parrocchiale, andavo a scuola ove insegnava anche mia madre e dove ero rispettato da tutti…anche se quasi sempre solo…oddio, attorno ai 14 anni era successo una cosa terribile, che avevo volutamente ricacciato in fondo alla mia memoria e di cui non avevo fatto cenno a nessuno… ma devo raccontarla, ha inciso molto su di me, soprattutto ha creato la mia sessualità.
un sabato sera, avevo forse un po’ più di 14 anni, ero seduto in fondo alla sala del cinema parrocchiale, quasi vuota, ed aspettavo spiovesse per tornare a casa, fuori era già buio. ad un certo punto avvertii una presenza al mio fianco, un distinto signore si era seduto a fianco a me e con molta correttezza e gentilezza mi chiese come facessi a sopportare uno spettacolo così noioso …a lui sembrava perlomeno così, visto che quasi tutti se ne erano andati…risposi che anch’io lo trovavo poco interessante ma io avevo l’abbonamento premio e quindi ci andavo sempre. cominciammo a scherzare, lo trovavo simpaticissimo e gentilissimo, veramente attento alle mie spiegazioni. fino a quando non gli confessai che aspettavo solo che spiovesse…per andare a casa. lui mi offrì un passaggio con la sua macchina, perchè anche lui non ne poteva più di tanta melensaggine. lui uscì per primo perché sarebbe andato a prendere la macchina al parcheggio … non voleva che ci vedessero assieme. poi uscii io, anche se non avevo veramente completamente capito il motivo del suo operato. corsi alla macchina e partimmo, lui mi rivolse tanti complimenti, mi disse che mi aveva notato subito per la mia bellezza, che quando mi aveva visto correre verso la macchina aveva potuto apprezzare anche la stupenda linea del mio corpo e delle mie gambe, poi mi chiese il piacere di autorizzarlo a fermarsi un po’ tanto era presto, per chiacchierare e conoscerci meglio che poi in un minuto mi avrebbe portato a casa dove avrebbe voluto conoscere anche mia madre. io accettai felice. Anche se come di sfuggita avevo notato come la cerniera dei suoi pantaloni fosse scesa, ma la cosa può sempre capitare; era così assolutamente nuovo che un signore così importante e con una così bella macchina si interessasse a me. parcheggiammo in uno stazzo privato e lui mi abbracciò e mi fece un ganascino che finì in una lunga e dolce carezza, che si fermò solo sulle mie coscie dato che allora portavo ancora i pantaloni corti. poi mi invitò a dirgli tutto di me, mentre dal cassettino della macchina estraeva un a scatola di cioccolatini ripieni, parlando me ne offrì uno, io lo presi felice e siccome erano un mio sogno quasi impossibile da realizzare con mia madre che mi limitava molto sui dolci, sfacciatamente gliene chiesi un secondo. me lo dette subito ridendo e aggiungendo una battuta che non capii. espresse la speranza che non mi sarei totalmente addormentato, non voleva che io non potessi apprezzare il nostro incontro, io mi sentivo come illanguidito, molle, come in attesa di qualcosa, lui mi confessò che era rimasto colpito dal fatto che io gli ricordavo tanto la sua stupenda figlioletta che il buon dio aveva voluto strappargli, mi chiese se potevo accettare che mi abbracciasse un momento, così gli avrei dato una grande gioia. io mi girai verso di lui, spinto dalla voglia di ringraziarlo e lo abbracciai. lui cambiò comportamento, per quanto io perdevo forze e volontà, lui diveniva sempre più forte ed invadente. mentre mi teneva stretto a sé per le chiappette del mio già allora delizioso culetto, la sua bocca cercò la mia, la trovò, anche perché la sua mano mi bloccava la testa, la sua lingua forzò l’ingresso della mia bocca, si impadronì della mia, mi coinvolse in un bacio che non avevo mai provato e che mi riempiva di piacere, lo lasciai fare, ero attaccato a lui e non volevo assolutamente che finisse. lui mi lasciò la testa, che non aveva certo più bisogno di essere sollecitata e mi portò la mia manina fra le sue gambe, dentro i pantaloni, mi trovai a toccare, a stringere un arnese duro e grosso, tanto più grosso del mio. l’altra mano intanto infilandosi dalla gamba aveva preso possesso del mio culetto e un dito birichino ed invadente ormai mi titillava il buchetto dandomi una strana, piacevolissima sensazione; ormai ero in sua totale balia, avevo sonno, ma l’eccitazione per un piacere che pensavo neppure immaginabile mi teneva desto. la mia testa venne staccata dal bacio e spinta giù, verso il suo grosso cazzo ormai tutto fuori, duro, eccitato, caldo, stretto dalla mia manina delicata, mi invitò a leccarglielo, poi a prenderlo tutto in bocca, a succhiarlo senza fargli sentire i denti.
non fu facile, perché la mia bocca per quanto grande era pur sempre quella di un ragazzino e il suo cazzo era grosso, tuttavia impegnandomi a fondo riuscii a prendere in buon ritmo, piacevole per lui e per me e mentre si complimentava e mi diceva senza mezzi termine che se quello che gli stavo facendo era veramente il mio primo pompino sarei diventato un gran troia, molto abilmente mi calò pantaloncini e mutandine mettendo a nudo il culetto e il mio piccolo cazzo duro e teso come mai…estratto un tubetto di pomata, mi mise del gel sul buchetto e prese a lavorarmelo con le dita, entrando sempre più a fondo e sempre più decisamente..il suo cazzo intanto aveva preso a pomparmi la bocca, preparandosi a farmi la festa finale..la sua mano ogni tanto si staccava dal mio buchetto per segarmi tenendomi in preda ad una eccitazione parossistica di colpo si decise…mi sfilò il cazzo dalla bocca, con mio grande dispiacere, mi girò in ginocchio sul sedile facendomi appoggiare la testa al finestrino, mi abbrancò per le anche e mi puntò la cappella rovente contro il buchetto ormai aperto e dilatato. nonostante il mio lamento per un dolore sordo e di fondo, spinse con decisione e mi penetrò, una volta entrato si fermò un po’ per farmi respirare; poi prese a pomparmi lentamente ma decisamente, entrò sempre più finchè i suoi grossi coglioni si appoggiarono sulle mie chiappette violate e definitivamente deflorate, poi prese a pompare, su e giù alternando colpi lunghi e profondi a brevi e frenetiche andirivieni. il mio culetto si era ormaii completamente dilatato e il piacere aveva preso il soppravento sul dolore..quando mi sborrò dentro il pancino raggiunsi anch’io il piacere ed anche il mio cazzetto schizzò…l’uomo estrasse con attenzione il suo randello che si stava ammosciando con gentilezza e mi risparmiò il dolore di una brusca uscita…poi mi pulì il buchetto con un fazzoletto, mi fece alcune foto con il cell particolarmente oscene..per ricordo mi disse..si complimentò moltissimo, mi ripetè che sarei diventato una fantastica puttanella e mi ribaciò con tutta la lingua in bocca..ricambiato….dieci minuti dopo ero a casa, mamma era ancora in chiesa..io andai nel mio lettino e mi addormentai di colpo..questa esperienza si ripetè per due sabati oltre al primo dandomi sempre più piacere…poi di colpo sparì..non lo rividi mai più…cercai di seppellire il fatto nei meandri della memoria e ripresi la solita vita..con qualche sega in più e con qualche confessione in più….. I problemi veri cominciarono quando dovetti andare alle superiori, dovevo andare alla città vicina con il pulman di linea, in partenza dal mio vecchio paese era sempre quasi vuoto, eravamo due studenti, io andavo allo scientifico, lui a ragioneria e tre ragazze che frequentavano il liceo classico…più qualche occasionale..ma alla prima fermata, al Borgo nuovo, si riempiva di impiegati, impiegate, lavoratori, artigiani..non studenti perché il borgo era nuovo e i ragazzini erano ancora piccoli…il pulman diventava una bolgia..se potevo rimanere seduto ancora ancora era accettabile, ma se dovevo cedere il posto a qualche anziano o altro, mi trovavo sballottato fra corpi che sembrava solo cercassero di strusciarsi fra loro per scopi indecenti..e il mio culetto era spesso, molto spesso attrazione per mani galeotte o peggio…per simulati coiti omosessuali..anche se io cercavo di stare sempre vicino alle signore o ad anziani…certo devo ammettere che certe tette esibite spudoratamente o certi corpi mi facevano fremere e mi inducevano a pensieri peccaminosi, pensieri di cui io ero il primo a vergognarmi…a scuola poi era una situazione non semplice, bisognava barcamenarsi con i compagni più invadenti o prepotenti cercando di evitarli quando si dedicavano a scherzi o violenze intimidatorie sui più deboli..fortuna che le poche ragazze della scuola attiravano le loro attenzioni come i fiori le api…e siccome io in questo non facevo certo concorrenza, riuscivo a passare inosservato…in più aiutavo e facevo copiare…insomma..andava..al secondo anno successero fatti nuovi…fra le ragazze una certa Ernestina, certo non bella, ma dotata di tette e culo da disegno pornografico divenne la capa incontrastata della classe…le ragazze tremavano di fronte a lei e i maschi, almeno i più decisi e i più aggressivi le scodinzolavano dietro come cagnolini in calore, pronto a soddisfare ogni suo capriccio..io non lo potevo capire, ma Ernestina dosando opportunamente le concessioni delle sue grazie si divertiva e comandava…io ero praticamente un escluso, un sopportato, soggetto a volte a scherzi anche crudeli, mi salvava il mio ossequio a lei e al fatto che le facevo tutti i compiti e la facevo copiare…in quel periodo strinsi amicizia con un compagno Andrea, che era divenuto anche compagno di banco, di ottima famiglia della città, timido ed introverso come, come terrorizzato dal vedersi rivolgere una parola da una donna..diverso in quanto dotato di un fisico apparentemente molto palestrato…mi disse procedendo la nostra amicizia fino diventare reciproca confidenza, che era solito tre volte alla settimana frequentare una palestra ove faceva body building con un personal trainer..alla ricerca di una sicurezza che certo non dimostrava..infatti lo trovavo caratterialmente molto debole , remissivo, dolce come una ragazza..diventammo amici..stavamo sempre assieme..ci dividavamo anche il sonno secondo una battuta che girava…………tuttavia il nostro rapporto, anche se oggetto di qualche malevolo commento sembrava solido e utile a tutti e due….ci permise di finire l’anno scolastico senza troppi guai….se non quello di essere definiti i fidanzatini di peynet, nei fatti nel nostro rapporto il sesso direttamente era escluso, indirettamente no..parlavamo e stigmatizzavamo in continuazione i comportamenti di attrici, tv, giornali , di certe donne del gran mondo…… non praticando sesso ne parlavamo ,e tanto, apparentemente per prendere le distanze…di fatto per masturbarci mentalmente…. ………tutti i guai cominciarono al terzo anno..due ripetenti dell’altra sezione furono aggregati alla nostra classe, si trattava di due ragazzoni grandi e grossi, particolarmente sguaiati e volgari, prepotenti soprattutto contro i più deboli..legarono subito con Ernestina, di cui apprezzarono subito la grande disponibilità e da lei aizzati cominciarono a guardarsi intorno per valutare chi poteva convenire sottomettere alle loro angherie………era solo il quarto giorno e alcuni prof mancavano ancora, per cui a volte stavamo tutt’una ora da soli….andrea ed io cercavamo di eclissarci per non cadere preda del gruppetto di prepotenti, quella terribile mattina ci eravamo sistemati seduti sulla panca dello spogliatoio della palestra ed eravamo intenti a stigmatizzare un giornale porno, gay per l’esattezza, che avevamo lì trovato…certo eravamo molto vicini e un po’ eccitati…quando si aprì la porta ed entrarono Ernestina con i suoi quattro fedelissimi cercammo di far sparire il giornalaccio e balzammo in piedi..ernestina richiuse la porta, ne bloccò il chiavistello con una clavetta ed incitò i suoi bravi a far polpette dei due schifosi frocietti..cioè noi..e visto il giornale ci chiese chi facesse da maschio e chi da femmina..o se invece non ci inculassimo a vicenda..andrea trovò il coraggio di farsi avanti e li invitò a lasciarci stare..non eravamo froci..anzi di sesso fra noi non se ne parlava neanche..il più cattivo, vittorio lo abbrancò per un braccio e glielo torse dietro la schiena senza possibilità di difesa, poi cominciò a sfotterlo dicendo che i suoi muscoli erano solo apparenza..dovuti agli anabolizzanti..che bastava controllargli il cazzo per vedere se aveva ragione o no..e mentre il secondo, alessandro, mi teneva fermo e così facendo si prendeva tutte le libertà che voleva, andreino fu bloccato a pancia sotto sulla panca, mentre Ernestina si precipitò a sfilargli pantaloni e mutande…ciò che vedemmo era veramente strano..il suo culone appariva grande e morbido, il buco era ben visibile in primo piano e sembrava palpitare..mentre coglioni e cazzo erano veramente piccoli, molto più dei miei..sembravano inerti..non un palpito..mentre vittorio si affrettava a comunicare che aveva visto giusto, che andrea era una vera troia..e già molto molto usata, alessandro affermava che il mio arnese era efficiente, ma che ero una vera bellezza..ernestina prese le decisioni, mentre i 4 ragazzi avrebbero goduto di andrea, lei mi avrebbe insegnato ad essere uomo, salvo concedermi a volte alle loro voglie…cominciò così lo stupro del buon andrea, inculato e colla bocca sempre piena..la cosa che più mi colpì fu il cambiamento nel comportamento di andrea….divenne sempre più femmineo…cominciò a mugolare, di piacere, e mentre Alessandro gli infilava in culo il suo grosso randello fino ai coglioni, lui sembrava volerne di più…si protendeva incontro al suo inculatore, dio era una femmina in calore..una cagna..gli sborravano in bocca e sembrava sempre più assetato…io intanto ero preda di Ernestina, che dopo avermi insegnato a baciare con la lingua..e fu una riscoperta fantastica, mi fece giocare con le sue grosse tette, poi mi mise nella posizione del 69 e mi costrinse a laccarle la figa fradicia..dovevo succhiare tutto altrimenti smetteva di spompinarmi…una cosa che mi imbarazzava terribilmente..il resto era piacevolissimo, era che mi aveva cominciato a titillare il culetto e pian piano mi ci sta infilando le dita dentro…la sensazione era strana…stranissima..di colpo mi ritornò alla mente il passato..e capii…sarei stato ancora usato e forse non ne vedevo il momento..…al termine dell’ora, dovendo rientrare in classe, andrea potè rassettarsi..era stato scopato quattro volte in culo e cinque in bocca con sua apparente grande soddisfazione…io avevo puppato un numero incalcolabile di orgasmi di Ernestina, che mi aveva fatto sborrare due volte…in più il culetto mi era stato ravanato con tre dita tanto a lungo da farmi diventare molto sensibile….nell’intervallo la nostra padrona ci comunicò le sue decisioni…andrea sarebbe andato da solo all’ultimo banco a disposizione di chiunque avesse voluto godere di lui, io sarei andato nel banco di lei avendo dietro Alessandro e vittorio, che potevano così toccarci e parlarci come e quando volevano…decise inoltre che io avrei dovuto essere l’amante di tutti e tre, e che presto avrei imparato oltre ad essere maschietto anche ad essere una puttanella, così aveva deciso…e io non avevo certo la possibilità di oppormi…quanto ad andrea , che aveva timidamente espresso qualche obiezione a fare la puttana ogni volta che ill gruppo lo avesse deciso, bastò che gli facessero vedere le video clips girate con con i telefonini delle sue prestazioni sessuali, per essere costretto a tacere…. Nel pomeriggio, in attesa dell’ora di ginnastica, andrea ed io avemmo a casa sua un a franca spiegazione..andrea mi confessò piangendo di essere ormai da quasi due anni un gay solo passivo, che da tempo faceva anche da puttana per il suo iniziatore che lo usava anche per fare denaro…tutto era cominciato quando aveva sorpreso la madre, per la quale lui aveva una vera e propria venerazione, a scopare con un garzone di bottega…lo aveva affrontato ma data la sua debolezza fisica, si era pure beccato una sberla……per questo si era deciso ad andare in palestra..ma aveva sbagliato indirizzo, era capitato in una palestra ove era in auge il body building, ove era un continuo via vai di giovani ed anziani…il suo personal trainer, uno dei tre soci, lo aveva facilmente convinto ad assumere anabolizzanti ed estrogeni, lo aveva abilmente irretito ed in capo a cinque sedute lo aveva già deflorato in bocca e culetto…poi era stato tutto un precipitare, se lo erano fatti gli altri soci e poi era stato convinto con il ricatto a frequentare i pedofili che facevano a capo a quella palestra …era ormai una “escort” ricercata…a scuola mi aveva conosciuto, si era innamorato di me, ma non aveva mai voluto coinvolgermi in un rapporto di sesso …anche se tante volte lo aveva desiderato….io ero in grande imbarazzo…non trovai la forza per confessare il mio incidente da fanciullo…… della mia voglia di rifarlo..di godere..…ma mi rendevo conto che nulla potevo per lui…presto anch’io avrei finalmente imboccato la stessa strada… mi limitai a generici incoraggiamenti e gli promisi che anche se non saremmo più stati compagni di banco, saremmo rimasti amici……..Mentre ero ancora turbato di quanto successo e mentre mi arrovellavo sul come non scoprimi troppo con Ernestina, pur ansioso che mi facesse cadere in pasto ai suoi fedelissimi, mi capitò una avventura veramente particolare…. in autobus, .fra la gente che saliva al borgo vi erano sempre una coppia, lei, bella, abbondante e lui grande, robusto…enorme…ci incontravamo quasi tutti i giorni, solo all’andata…e devo confessare che quando ero in piedi, come per caso mi trovavo spesso schiacciato fra loro, lui dietro e lei davanti…e sembrava che li attirasse parecchio…come per me era piacevolissimo sentire il grosso randello di lui contro il mio culetto e la morbidezza del corpo e del basso ventre di lei contro il mio desiderio…. oltre che i miei occhi si perdevano nell’ampia scollatura delle sue tette…..ormai ci salutavamo..ormai sapevo che lei era segretaria in una ditta di trasporti e lui, convivevano, facchino /magazziniere nella stessa ditta; quella mattina, forse perché ancora stravolto da quello che era successo, feci tardi e il parroco mi dette un passaggio fino al borgo, di lì vi erano maggiori possibilità di arrivare in città…e stavo studiando il da farsi, quando mi sentii chiamare…erano loro, anche loro avevano perso l’autobus e lui stava andando a prendere il furgone…mi offrirono un passaggio..mi fecero sedere fra loro, stretto fra la di lui grande mole e la morbidezza di lei..e cominciarono come quando eravamo in viaggio a strusciarsi, ad accarezzarmi…mi dissero quanto mi trovassero bello e divertente…e mi offrirono di cementare la nostra fresca amicizia andando con loro tre giorni dopo a fare una consegna..ci saremmo fermati in un motel ove avremmo fatto uno stupendo picnic…e che non dicessi che non potevo perdere un giorno di scuola..che all’inizio non vi erano neanche tutti i professori…tanto dissero e fecero che mi convinsero..lei mi piaceva moltissimo, e dopo la lezione di ernestina ero curioso di capire cosa volevano da me di preciso…non mi delusero…e non..mi sorpresero. Lui mi strinse forte la coscia su in alto vicino all’inguine e lei mi baciò facendomi avvertire la punta della lingua vicinissimo alla mia bocca…ci lasciammo con l’appuntamento di lì a tre giorni..io sarei sceso al borgo e loro mi avrebbero atteso con il furgone già carico. Arrivai a scuola a lezione iniziata, ma ottenni di entrare subito…Ernestina mi accolse felice e mi disse quanto avessero paventato il mio mancato arrivo…infatti ci sarebbe stato un intervallo di due ore e noi quattro saremo andati a casa di Alessandro in quanto aveva programmata un orgia a 4…una donna, un trans, cioè io, e due uomini, Alessandro e vittorio, io sarei stato uno dei suoi amanti, l’avrebbero posseduta anche gli altri due, ed io sarei anche stata la puttanella dei due…chiaro, era in programma la mia deflorazione…l’idea di sfondare un verginello li faceva impazzire…se avessero saputo che tale non ero più….…partimmo con i motorini e giungemmo a casa di Alessandro, qui Ernestina mi prese da parte e mi portò in bagno ove provvide a svestirmi e a truccarmi da troietta..gli occhi, le labbra, i capezzoli, fece sparire i miei attributi in uno stretto perizoma che evidenziava la bellezza e la rotondità dei miei glutei,poi anche lei si agghindò facendo risaltare vieppiù le sue grazie …..quando facemmo il nostro ingresso nel soggiorno in cui ci aspettavano i nostri compagni, riscuotemmo un successo incredibile…ci abbrancarono e, a coppie, cominciammo a ballare al ritmo di una musica afrocubana,….io intanto avevo maturata la mia decisione, avrei cercato di trarre il maggior piacere possibile dal mio corpo, sfruttandone tutte le possibilità, così sarei stato femmina calda e sensuale con un uomo e stallone con una ragazza….avevo deciso di buttare alle ortiche tutti i miei stupidi tabù e a cominciare da subito avrei cercato di recuperare il tempo perduto….così quando Alessandro mi strinse in un sensuale ballo, palpeggiandomi lo stupendo culetto io lo baciai in bocca aprendomi completamente..in un batter di ciglia le due coppie si gettarono sul lettone matrimoniale della casa scopandosi sfrenatamente….sia io che Ernestina ci dedicammo a succhiare i cazzi dei nostri compagni fino a portarli a sborrarci in bocca, poi, approfittando di un loro momento di rilassamento ci avvinghiammo in un 69 spudorato avendo cura di esporre il più possibile i nostri culetti..alessandro e vittorio si precipitarono a sodomizzarci facendoci letteralmente uggiolare di puro piacere…poi Ernestina ed io ci accoppiammo secondo natura mentre i due ragazzi si erano scambiati di posizione, i nostri culetti erano sempre ripieni di fantastici randelli, solo ci eravamo scambiati i partner….continuammo per tutta la mattina, insaziabili e decisi a divenire un quartetto di maiali a tempo pieno…smettemmo solo per sfinimento e perché io dovevo riprendere il pulman per tornare alla grigia vita di sempre… vita che dal quel momento si era ben divisa, riservato e rispettoso delle regole piccolo borghesi in paese, sfrenato e libero al massimo in città , a scuola, ovunque fosse possibile dare e avere piacere….il giorno stabilito quindi non ebbi remore a concedermi con la coppia che mi aspettava, con il furgone carico, pronti ad andare fino al motel di******* come si era deciso…….mentre loro cercavano con molta attenzione di non scoprirsi e di portarmi a fare sesso a tre come se fosse una cosa abbastanza normale..senza allarmarmi né provocare un temutissimo rifiuto da parte mia, io li sorpresi…appena seduto in mezzo a loro abbracciai lei e la baciai sulla bocca..in bocca..mentre la mia mano libera prendeva a palpare il cazzo, duro e grosso , di lui..scoppiammo a ridere..non ci dirigemmo più al motel, bensì ci chiudemmo a casa loro, nella loro camera da letto, dove giocammo tutti i ruoli possibili..certo io fui maschio forte e completo per lei, ma anche femmina dolce e puttana per lui..poi i ruoli si complicarono noi due maschi diventammo solo giocattoli fra le mani di lei che oltre a sodomizzarci con un grosso fallo artificiale che aveva indossato, ci umiliò in tutti i modi, giungendo a farci entrare nella vasca da bagno dove urinò sui nostri genitali………i viaggi in pulman cambiarono..divennero divertenti,non cercavo più di sedermi, ma cercavo di essere sempre dove più grande era la calca in modo da trarre dalla mia doppia natura i maggiori piaceri..l’anno trascorse avendo pienamente goduto i rapporti nel gruppo Ernestina, anche se devo ammettere di aver parecchie volte inculato il buon andrea che continuava ad amarmi..inoltre mi concedevo qualche licenza con maschioni appetibili e anche di aver scopato due compagne più giovani di me…quando possibile mi concedevo anche alla perversione della coppia del borgo…in paese una sola volta sgarrai, ma era estare, la scuola era finita. io ero in astinenza, mi piaceva terribilmente un completo unisex su una bancarella del mercato di ambulanti della domenica…non avevo soldi per acquistarlo, né volevo chiederne a mia madre. cercai un po’ di sconto dall’ambulante, un omone grosso e forzuto, il quale mi invitò prima di tutto a provarlo nel suo furgone… ma non si limitò a darmi il capo, ma mi seguì per consigliarmi ed aiutarmi, ovviamente quando mi tolsi i pantaloni apparvero dei ridicoli boxers e l’omone, evidentemente molto infoiato, ridendo, mi fece presente che con quelle mutande la parte di sotto del completo non sarebbe neanche entrata, mi propose pertanto di indossare un incredibilmente microscopico perizoma che lui stesso mi poteva regalare. fu giocoforza accettare e siccome lui non intendeva certamente ritirarsi, maliziosamente mi voltai di schiena verso di lui, calando il boxser e mettendo in bella mostra il mio veramente bel culetto…lo sentii ansimare poi avvertii come una lieve carezza su una chiappa ma siccome anch’io mi stavo eccitando, non portai oltre il gioco, ma spinsi indietro il mio culetto verso di lui senza voltarmi, le mani divennero due. mi aprirono le fantastiche chiappette mettendo in mostra il mio buchetto già boccheggiante poi mentre pronunciava commenti di ammirazione sfrenata si avvicinò e mi leccò il buchetto, infilandogli la punta dentro. io sempre piegato in avanti, appoggiato ad una scatola, lo incitai a sfondarmi, il cazzo sostituì la lingua e prese a spingere, entrò con facilità in quanto ne avevo una gran voglia ed inoltre ero stato ben preparato…mi pompò divinamente. era veramente bravo, conosceva tecniche e sistemi per far godere un uomo in culo, quando stava per sborrare lo estrasse e me lo presentò davanti agli occhi. fui più rapido di lui, lo presi in bocca e mi succhiai tutta la sua sborra senza farne cadere una goccia. non solo mi regalò il completo ma mi propose di andarlo a trovare a casa sua ove mi avrebbe fatto partecipare alle orgette che lui e i suoi amici organizzavano con giovanetti da loro attirati e sedotti, lo ringraziai e non mi chiusi una porta promettente, se fossi dovuto rimanere in paese. per fortuna mia madre decise che avrei dovuto frequentare l’università e che mi sarei dovuto trasferire in città, al paese sarei tornato solo il sabato e la domenica. quello che mi capitò in università è tutta un’altra storia………………..
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