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Prime Esperienze

Questione di labbra


di skizzoinfoiato
15.04.2018    |    24.346    |    5 9.6
"Il imo piacere era all'estremo, quel servizietto inaspettato aveva sortito l'effetto voluto e poco dopo le riempii la bocca di calda crema bianca, una..."
Mi chiamo Alessandro sono un medico del 118, sono single e ho 35 anni, lavoro in Friuli, da noi oltre i classici e canonici codici di emergenza ne esisteva uno, totalmente inventato, e riprendeva il cognome della dottoressa di guardia medica che chiamava per dirimere le peggio stupidaggini, si chiamava codice Piera (nome di fantasia ovviamente), dal nome della dottoressa.

La postazione in cui ero di turno con orario di 12h 8-20 non aveva un cambio a vista bensì a termine turno apriva una postazione in altra sede, era un lunedì mattina di ritorno da un ricovero in ospedale quando sentii delle urla provenire dal mio ambulatorio, lì, la Pier,a in visita che mi informò di aver allertato il 118 per una sua paziente, che già prontamente aveva fatto posizionare nel mio e non nel suo ambulatorio pronta, senza dubbio alcuno a sbolognare il caso.

Ovviamente bloccai il mezzo in arrivo essendo presente e immediatamente mi accorsi della diagnosi sbagliata della dottoressa, la paziente intanto chiedeva venia presa da spasmi di dolore la basso ventre.

Mi fu chiaro che la Sig.ra Angela, una donna di 55 anni necessitasse di un cateterismo vescicale, nel frattempo la Piera si era già dileguata.

I miei volontari tutti uomini, ahimé stavano smontando e la sede chiudeva fino al pomeriggio, la Sig,ra mi dette l'autorizzazione a procedere ma non in presenza dei volontari, per quanto fossi contrario, fu irremovibile, quindi preparato il materiale, congedai i volontari che ben felici andarono via.

Era veramente un globo vescicale grosso tanto da darle problemi alla respirazione, nonostante fosse sdraiata sul lettino, era incapace di provvedere a se stessa e quindi dovetti spogliarla di persona,

Grazie alla diagnosi sbagliata della Piera, la signora era con la camicetta bianca sbottonata mettendo in mostra un bel seno grosso, non si potevano non vedere le grosse areole sotto il reggiseno color viola scuro in pizzo. Tirata su la gonna fino alla vita, provai a sfilarle le calze, ma le condizioni della paziente erano critiche e mi dette l'autorizzazione a strapparle e così feci.

Ovviamente non bastava e una volta ridotte a brandelli finalmente riuscii a rimuovere il perizoma in tinta col reggiseno, poi le feci posizionare le gambe sulle staffe in posizione ginecologica.

Mi si presentò una fica pelosissima, e la signora si scusava per la vergogna, preso del lubrificante iniziai a spalmarlo prima dell'inserimento del catetere.
Non mi soffermai più di tanto ma già questo lieve contatto provocò un gemito, che a me risultò inconfondibile, come posai il catetere fui costretto ad allargarle le grosse carnose grandi labbra, nel momento dell'inserimento un movimento del bacino non consentì l'ingresso facendo sbattere la punta del catetere sul clitoride, provocandole un gemito cupo. Eseguii nuovamente la manovra con lo stesso esito, il bacino si muoveva in modo impercettibile in alto e basso.

L'aria si stava impregnando di odorosi ormoni, la sua fica stava letteralmente grondando ma non d'urina!

Le presi una mano e la portai sulla vulva invitando a dilatarla fino all'avvenuto inserimento, ma con un rapido movimento scambiò la posizione delle nostre mani e mi guidò ad allargala in modo a dir poco osceno.

Aveva un fica così rossa, umida, il clitoride era uscito dal suo guscio e si presentava eretto, la guardai un secondo e la vidi mentre, scoperta una mammella la stava stringendo oltremodo.
Mi divertii a stuzzicare il clitoride con il catetere, “ok ci siamo ….adesso entro!”

“ohhh siiiii dentro!”, alzò il bacino e il catetere stavolta trovò la strada giusta. In poco tempo riempì ben due sacche di raccolta urine, appena cambiata sacca mi avvicinai, mi prese la mano e la riportò in posizione di prima.

“come va?”, che domanda del cazzo avevo fatto la sua faccia stravolta dal piacere mentre si stava tirando il capezzolo, mordendo il labbro e la mia mano era manipolata dalla sua in un lento movimento alternante fra il rotatorio o dal basso verso l'alto, sentendomi , in questo caso schiacciare sulla sua carne per sentire il turgido umido clitoride sotto di me.

Ormai aveva finito di urinare, rimosso l'ingombro guardai quella donna dal volto lussurioso, avevo una garza pulita e andai a pulire strofinando con cura tutta la sua vagina, ciò provocò altri gemiti di piacere.

“La prego dottore …. la prego …. non si fermi! La prego! Continui!”

Era una donna molto piacente e il modo suadente con cui mi aveva chiesto di non smettere mi fece rizzare oltremodo il cazzo dentro i pantaloni.

Mi sentii autorizzato a procedere secondo il mio gusto “stai ferma torno subito!”

Tornai poco dopo, avevo un fagiolo di solito usato per riporre i ferri sporchi, garze e altro, in quel caso l'avevo utilizzato come bacinella per l'acqua calda, dentro del sapone e un rasoio.

“Stai ferma o rischio di tagliarti!”
“cosa mi vuoi fare?!”
“vuoi godere?! Allora zitta!”

Ero diventato autoritario, ovviamente il calore dell'acqua il sapone sortirono l'effetto voluto, facendole aumentare oltre misura i gemiti, il sentire il rasoio procedere lentamente sul suo sesso, col solo rumore della peluria che veniva rimossa la eccitò ancora di più.
Quanto era zoccola la vecchia signora!
Ad opera finita aveva una fica liscia come quella di una bambina... ci soffiai sopra provocandole involontarie contrazioni delle gambe.

Presi a carezzarla dolcemente, si contorceva, per quanto la posizione le consentisse, sul lettino, la penetrai con una lentezza disumana con un dito poco dopo ne inserii in secondo … e un terzo mentre con l'altra torturavo quel clitoride grosso cime un piccolo cazzetto.

Il mio invece era un totem, i gemiti aumentarono, andai a poggiare la mia intera bocca tenendo divaricate quelle labbra burrose, andai a solleticare quelle rosse piccole labbra per poi lappare con tutto il corpo della mia lingua ogni singolo centimetro prima di infilarla dentro di lei.

Fu troppo e mentre la mia lingua cercava di violarla sempre più venne eruttando una quantità di umori incredibile, non ne persi nemmeno una goccia.

Restai a prendermi cura della sua fica fino a quando il suo respiro non si normalizzò; era il mio turno!

Mi alzai in un solo colpo mi sbarazzai di scarponi pantaloni e mutande, sputai sulla mia asta e senza preavviso le fui dentro!
Ne fu assai contenta incitandomi a pomparla sempre più la stavo scopando selvaggiamente e la posizione in cui si trovava mi ispirava sesso al limite della violenza, lei gemeva come la più navigata delle troie da strada, ma lì, in quell'ambulatorio... era per un attimo la mia toria!

“NO non venire dentro … non sono protetta!!!”

Un invito a nozze!, “cosa riempirti lo decido io!”

Fra un gemito e l'altro disse “no no...,ahh noooo dentro nooouhhhhh ahha si si,,,,... nel culo! Riempimi il culoooooooo il cuuuuuu lohhhh dai oh mio Dio che tooooorooooo dai dia ughhh!”

Dio che cavalla che avevo lo voleva nel culo? Io che mi sarei accontentato di imbrattargli il viso di sperma!

Mi fermai chinandomi in ginocchio a leccare gli umori che uscivano abbondanti nemmeno fosse una fontana! Mi portai ancora più in basso a leccare un orifizio roseo come pochi ne avevo visti, preso del luan... mentre lo spalmavo la zoccola mi incitava a possederla.

Come un lupo mi gettai sulla mia preda, il cazzo aveva una cappella purpurea dal desiderio, era veramente un'asta marmorea, mai avuto il cazzo scoppiante come in quel momento.

“ora ti fondo!”, poggiata la punta sull'orifizio iniziai a spingere lento senza interruzione facendomi strada nel suo canale anale, sentii l'orifizio interno e spinsi secco per oltrepassarlo. Mentre entravo dentro ero accompagnato da gemiti di piacere,

Ormai entrambe le mammelle erano fuori dal loro contenitivo e martoriate dalle sue mani.

Ero tutto dentro, ho un membro normale anche se le ragazze dicono che è grosso, e il sesso anale ancora oggi resta una rarità, ma vi assicuro che è nella norma ahimé.

Ma questa resterà l'inculata epica della mia storia di maschio. Restai fermo, per farla abituare “dio mio ti prego muoviti che così non lo reggo! Muovitiiiii”

Iniziai a pomparla piano piano gustandomi quel risucchio anale in aspirazione dato dalle contrazioni che provava, la mano destra andò a muoversi furiosa sul clitoride molto provato ma ancora non sazio.

Mi gustavo di gusto ogni centimetro che entrava come ogni centimetro che tiravo fuori, una sua contrazione più forte mi fece capire che la signora era al limite, e dopo un cateterismo aveva proprio bisogno di un clistere di sborra.

Iniziai progressivamente ad aumentare il ritmo estraendo un bel po' del mio mandrillo e spingendo dentro con forza fino a sentire sbattere il inguine contro il suo corpo.

Anche io ero al limite, non durai molto e mentre stava gridando al mondo il suo secondo orgasmo, le inondai l'intestino con multipli schizzi.

Non contento lo estrassi prima della fine “ scendi! In ginocchio!”

La signora a fatica riuscì a scendere mettendosi carponi difronte a me con la bocca aperta, lasciata la presa alla base del pene, preso ulteriormente dall'eccitazione della posizione schizzai sul viso, e sui suoi capelli. Lo prese in bocca succhiando , gustando le ultime gocce . La zoccola però non si fermò e continuò a giocare con al lingua sulla mia cappella, senza mai farlo uscire.

Se in un primo momento stavo perdendo di consistenza, la sua abilità lo riportò subito sull'attenti, con i suoi occhi azzurro cielo, vidi un leggero sorriso, lo fece uscire con un suono sordo, come quello di quando si stappa una bottiglia.

Prese a giocare con la mia asta, leccando dal basso verso l'alto , prendendo in bocca le mie palle, percorrendo con la punta della lingua il mio frenulo.

Tornò ad avvolgerlo con la sua calda bocca, mentre le mani erano impegnate una a soppesarmi i gonfi testicoli, l'altra le natiche.

Ero poggiato contro il muro mentre stavo ricevendo un pompino da primato. Mi piaceva tutto! Stavo lì a gambe aperte, con una donna inginocchiata ai miei piedi a succhiarmi il cazzo.

Più ci pensavo più mi eccitavo ma non riuscivo a venire, nonostante fossero passati diversi minuti, la bocca a pomparmi , una mano a giocare con i testicoli.

“Che succede tesoro?!”

“eh sono provato!”

“adesso la mamma ti aiuta come tu hai aiutato lei!”

Non ero in grado di connettere stravolto dal piacere provato. Tornò a ingoiare la mia asta, mentre sentii le mani andare in esplorazione del mio culo.

Non ci volle molto a trovare il mio fiorellino, sentivo la sua soddisfazione in base a come si muoveva sul mio membro, ero eccitato pulsava come animato di una vita propria e lo sentivo sbattere sul suo volto, ora sulla sua lingua.

All'unisono mentre sentivo nuovamente la sua bocca scendere dalla punta verso al base e iniziare a pomparlo una volta raggiunta la sua massima capienza. sentii profanare la mia rosellina da una falange.
Ogni tentativo di fermarla fu velleitario quanto inutile dalla presa che aveva sulla mai asta e dal piacere che la cosa mi stava dando.

Il dito entrò per due falangi e prima si mosse veloce dentro fuori, poi inarcandolo ad uncino ventralmente, iniziò dei movimenti circolatori.

Il imo piacere era all'estremo, quel servizietto inaspettato aveva sortito l'effetto voluto e poco dopo le riempii la bocca di calda crema bianca, una quantità in grado di soffocarla. Ci stavamo guardando negli occhi e mi fece vedere due rivoli di crema sgorgare lateralmente alla bocca, finì di pulsare dentro la sua bocca si staccò. Mi masturbò ancora qualche secondo, mentre felice aprì la bocca mostrandomi il frutto del suo lavoro.

Ero compiaciuto quanto lei, chiuse e riaprì … la bocca vuota e pronta a raccogliere le dita che avevano ripulito quanto uscito prima un'ultima leccata e anche le ultime gocce di sperma furono rimosse dalla cappella.

Scoppiammo in una risata, esausti e felici.
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