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Finalmente zia


di skizzoinfoiato
21.02.2022    |    53.500    |    11 9.7
"La notte era ancora giovane, e noi solo alle prime scaramucce , Non era certo finita!..."
Lisa, mia zia, aveva 17 anni più di me , all'epoca ne aveva 40, mi trovavo con la mia famiglia e gli zii in vacanza a sciare, a dir il vero a mia zia non piace preferendo le passeggiate e le soste per negozi alternando ciò ad escursioni nei paesini del trentino vicini al nostro albergo,

Non era certo il primo anno che la cosa si ripeteva, e il desiderio per lei, per il suo corpo, il suo modo di essere donna e femmina, era un continuo crescendo da quando ero piccolo.
Mi aveva visto crescere, maturare e diventare uomo, col mio fisico che si plasmava e modellava per i continui allenamenti che facevo.

Riscotevo un discreto fra le mie coetanee, ma il mio chiodo fisso, la mia unica musa, era Lei, era da sempre e solo lei: mia zia Lisa.

Forse per i tanti modi con cui iniziai a scherzarci su fin da piccolo, o almeno da quando ne ho memoria, che nell'abbracciarla le confidavo, di fronte a tutti e senza all'epoca tanta malizia, quanto fosse bella, nella certezza che da grande sarebbe diventata la mia donna.

Da sempre rispondeva che era una donna fortunata e che tanti complimenti dallo zio non ne riceveva, tutto ciò portava tutti i parenti a schernire il mio comportamento, e a ripensarci, a volte i loro commenti non di disapprovazione però, erano anche più pesanti del mio fare.

Crescendo, il mio atteggiamento, come quello di tutti non era mai mutato nemmeno dopo la nascita di mia cugina Sabrina, dentro di me si era annidato il tarlo della gelosia e volevo credere con tutte le mie forze che il mio fare, diametralmente opposto rispetto a quello di zio Mario, potesse alla lunga provocare una crepa, crepa dove potesse infiltrarsi il pensiero proibito ma libidinoso di noi due insieme.

Le mie speranze venivano sovente sopite in lunghe sedute in solitario, durante le quali cercavo nella mia mente un modo per farla capitolare.

Buffo, pensai anche che la differenza di età fra me e mia zia fosse di 17 mentre 10 anni mi separavano da mia cugina... eppure preferivo mia zia! Bischero?! può darsi ma questa è la mia storia con zia!

La virtù dei grandi si dice sia la pazienza e io la pazienza l'avevo affogata nel desiderio! Ma tanto fu che quell'inverno si creò uno spiraglio, infatti mia cugina preferì unirsi alla settimana bianca della scuola invece che unirsi alla famiglia, e io benedissi quella scelta. Era la mia occasione, l'avevo immaginata così tante volte da renderla reale.

Mia zia stava sempre sola, ci vedevamo la sera per cena poi di nuovo separati, io che andavo in giro o col gruppo della scuola sci o con alcuni ragazzi dell'albergo con cui avevo legato, mentre i miei genitori con lo zio andavano in giro con le loro nuove a fare escursioni serali, a volte anche un pò alticci.
Il mio essere perverso mi fece anche sospettare che quelle fossero scuse e che i miei e mio zio non raccontassero tutta la verità, in fin dei conti sembrava esserci molta più ...come dire alchimia fra loro tre che fra i miei stessi zii.
Si, senza mezzi giri di parole pensavo avessero una tresca!

Eravamo alla quarta sera, avevo provato a convincere Lisa ad unirsi a me tutti giorni, sarei stato invidiato da tutti, ma declinava l'invito preferendo sempre la sauna e la piscina dell'albergo

Eravamo clienti noti, sempre lo stesso da anni, anzi a dirla tutta era grazie alla presenza dell'area spa e la grande piscina che iniziammo a frequentarlo, struttura in cui zia faceva a suo tempo i raduni e provava con la squadra le sue geometri di nuovo sincronizzato.

Ci conoscevano, e grazia ciò zia aveva accesso alla su citata piscina anche dopo al regolare chiusura, avendo in consegna le chiavi.

Era il momento, il mio momento, quello pensato e ripensato, studiato nei minimi dettagli, doveva andare bene! Volevo sedurre zia.

Quella sera non stetti via molto, il tempo di mangiare un panino e con una banale scusa mi distaccai dalla compagnia. Per strada mi sembrò di volare, tanta era la voglia di riguadagnare l'albergo e giocare le mie carte.

MI informai dal concierge se avesse visto mia zia, mi disse che era all'area spa o in piscina, dato che le aveva consegnato le chiavi.
Il mio cuore palpitava alla grande, l'inizio era promettente, si trovava esattamente dove pensavo, quindi mi diressi verso la piscina passando per lo spogliatoio femminile. Lì trovai i suoi abiti. Il cuore batteva, avevo bisogno di concentrazione, il suo slip fu la benzina di cui avevo bisogno. L'annusai e quel sapore fra il dolce e l'acre, mi eccitarono come una molla. avevo un cazzo dolente nei pantaloni.
Passai la prima porta scorrevole a scomparsa che veniva chiusa, passai oltre e la chiusi lasciando nella toppa le chiavi requisite nei jeans di zia.

Dalla seconda porta, questa a vetri, si intravedeva mia zia, seduta su una panchina, illuminata dalle poche luci blu di cortesia accese per sicurezza, non accendeva altro, poi della luce filtrava dall'ampia vetrata che si affacciava sui monti. Si poteva vedere la baita dove pensavo fossero i miei, la pista illuminata per le sciate in notturna, anche la luna faceva capolino col suo riflesso, come dire il tavolo era apparecchiato era una scena davvero intima e romantica, dovevo servire la pietanza!

Non avvertì subito la mia presenza, fu il rumore sordo del chiudersi della porta a vetri ad annunciare l'ingresso di qualcuno, e destandola dai suoi pensieri in modo un po brusco si spaventò, ma mi riconobbe subito.

"Carlo! che ci fai qua?"

"sono venuto a fare una nuotata.... con te, zia!"

Con lentezza mi spogliai lasciando i miei indumenti lì per terra, rimasi nudo, facendo svettare una buona erezione. Mi zia rimase immobile né commentò, tutto come pianificato... non mi restava che proseguire.

Il mio tuffo ruppe il silenzio, un silenzio che aveva carezzato il mio corpo, dando modo a zia di studiarmi, studiarmi bene. feci 3-4 vasche poi andai a fermarmi nell'acqua bassa e dove le luci blu non arrivavano.

"raggiungimi!" non era una richiesta, anche se come tale poteva esser presa.

Era tangibile il livello di tensione, una tensione non negativa, mista ad imbarazzo, della mia pianificazione era il momento più critico, convincerla a tuffarsi, perché probabilmente anche nella sua testa, quella crepa se non si era già formata, iniziava a delinearsi, il tuffarsi era il gesto indotto dalla lussuria, dall'ebrezza di non conoscere il destino ma di volerlo in certo qual modo assecondare.

Stavo quasi per ripetere l'invito, ma non ce ne fu bisogno, nel frattempo era tornato il massimo silenzio, solo il gorgogliare delle pompe dell'acqua a cullare i nostri pensieri.

Raggiunse il bordo piscina sistemò i capelli con laccio, e nel fare spinse in fuori il seno che sembrava voler far esplodere in quell'inutile costume intero, un respirone e giù in acqua! Emerse a non più di un paio di metri da me.

Era bellissima, un paio di ciuffi cadevano ai lati del viso, un viso armonioso, con due grandi occhi e due labbra carnose che mi han sempre ispirato le peggiori porcate.
Non persi tempo, anche se rimanemmo per un tempo indecifrabile immobili a contemplarci, come a radunare le idee nella consapevolezza delle azioni fin lì intraprese da entrambi.

La raggiunsi e afferrandola con un braccio dietro la schiena la feci aderire al mio corpo econ fermezza e la baciai.

Il bacio a stampo posso dire che quasi non trovò resistenza, si abbandonò e cedette alla mia pressione delle mie labbra e del lieve dischiudersi sulle sue in cerca di lei.

Un gemito al momento del mio bacio, non so se di piacere, o per lo stupore o per un momento quasi di paura per il gesto inaspettato. Poi , rispose al bacio!
Il mio primo bacio vero a zia! ero al settimo cielo dentro di me i fuochi d'artificio esplodevano in successione, e trasferivano inevitabilmente le mie emozioni a chi, col suo pulsare le tradiva.

Posso ancor oggi sentire la morbidezza di quelle labbra, il calore del suo alito, il sapore di quella morbida lingua che iniziò a danzare in modo esplorativo con la mia.

Era solo l'inizio, ma era mia! questo il pensiero fisso che mi martellava nel cuore!

Scomparvi alla sua vista piano piano immergendomi, i riflessi di luce mi nascondevano al suo sguardo, poteva solo restare immobile ed aspettare, e così fece.

Riaffiorai alle sue spalle cercando di fare il minimo rumore, non volevo che si voltasse, era navigata nel percepire in acqua la presenza delle compagne e certamente mi senti, percepiva dove fossi, sembrò quasi che le menti si capissero senza parole, o forse è solo una mia idea, aveva più semplicemente capito che volessi che restasse ferma, chissà.

Dopo aver sfiorato le braccia mi portai velocemente sul suo seno. Piccoli gemiti dimostravano di gradire la mia giovane irruenza, i capezzoli erano tesi e duri come chiodi e più palpavo più essi si inturgidivano.

Come mi piaceva! la mia salivazione a momenti si interrompeva in altri sembravo una fontana. il cazzo in basso sempre più teso e palpitante sbatteva di quando in quando sul suo sedere.


Zia ansimava e inclinò di poco il viso di lato, sembrava una supplica a farmi rallentare, rallentare si , ma non fermare!

La mano destra lasciò quel ben di dio e percorse il fianco, raggiunsi la fine del costume all'altezza dell'inguine. la mano passò, risalendo un poco sul ventre piatto e poi scese dopo poco alla ricerca del suo sesso.

Le gambe serrate non mi lasciavano la libertà che, premendo chiedevo, ma era tardi per resistere o togliersi da quell'em'pas ... la strada era presa, ed entrambi sapevamo dove ci avrebbe condotto. L'attesa era solo un altro modo di flirtare con me, di farsi desiderare ulteriormente.

Cedettero, le gambe cedettero allargandosi e lasciandomi campo libero, scesi quindi li ad afferrarne il sesso.

La mano a chioccia a racchiudere la sua vulva, l'altra ferma sul seno per sentire sul palmo il capezzolo premere.

Dopo poco inizia a muovermi premendo verso l'alto, nel far ciò i gemiti iniziarono ad essere netti, inconfondibili gemiti di piacere, la sua testa reclinata abbandonata sulla mia spalla.

le sue mani incrociate sul petto, una a premere sulla mia come a volersi spremere il seno, l'altra a solleticare e stimolare la gemella. Non c'erano più resistenze ma solo voglia e desiderio l'uno dell'altra, e la voglia di donarsi reciprocamente.
senza che ci fosse bisogno di chiedere fece scavallare la spallina di destra, tirnadola giù fino al gomito, poi la mano tornò alla ricerca del seno, e passandola sotto il costume la liberò da ogni costrizione, lasciando che l'acqua si posasse direttamente sulla sua pelle. Con gesto fulmineo sfilò il braccio tornando a carezzarsi come prima.

Imperterrito continuavo a massaggiare la sua intimità con la mano destra.

MI ero goduto la scena e adesso zia desiderava la sua parte, le mani andarono dietro alla ricerca del mio sesso, che trovarono facilmente.
Faceva fatica ad impugnarlo abbozzando una lieve sega, Quanto amavo quella donna, Amavo Lisa da sempre.
Ci stavamo masturbando a vicenda, imitai ciò che aveva fatto zia, e andai ad abbassare la spallina rimasta, poi con una certa difficoltà dovuta anche all'emozione del momento, che la fece sorridere amorevolmente. liberai alla fine l'altro seno poi la aiutai a sfilare il braccio.

Avrei potuto venire in pochi secondi, ma mi controllai, a gran fatica. IL vedere quelle mammelle enormi illuminate da fievoli luci era di per se un sogno. quelle areole scure in forte contrasto con la pelle chiara, sovrastate da capezzoli giganti e duri come il marmo erano il massimo per me, il massimo ma non in quel momento, in quel momento avevo tutta mia zia a disposizione! Non vedevo l'ora di possederla.

Mi riportai difronte a lei, che con sguardo implorante mi chiedeva perché mi fossi fermato. Un tuffo in acqua e riaffiorai conle sue ginocchia sulle mie spalle.

Le mie intenzioni erano chiare, un lieve gesto d'assenso e si sdraiò sull'acqua in attesa dell'inevitabile.
Un paio di dita andarono a scostare il costume nella zona che avevo finoa poco prima premuto, mia zia con i suoi movimenti fece in modo di allentare la pressione del costume facendolo scendere di quel tanto che bastasse.
Scoprii il suo fiore, certo non era la prima fica che vedevo, ma er ala prima volta che vedevo quella della mia zia quarantenne, la donna dei miei sogni! L'emozione è difficile da descriversi!
Ne studiai le fattezze, le sue grandi labbra, da cui facevano capolino le piccole, il piccolo curatissimo ciuffo di pelo a sovrastare il monte di venere che sembrava o forse lo era bello gonfio ... adorabile!

In uno stato quasi di trace mi tuffai su quel nido. appena le labbra presero contatto con l'interno coscia , un gemito liberatorio riempì il silenzio che fin li aveva dominato.Bastò quel contatto a distanza per aprire il vaso di pandora di libidine di zia. Proseguii fino a sentire i profumi della vagina che si mischiavano al cloro. Mi posai sulle grandi labbra, e zia gemeva!
Il mio leccare si trasformò in una lenta ricerca del suo piacere, leccate superficiali, ora profonde e lunghe premendo tanto da far dischiudere il suo sesso. I gemiti aumentavano e le gambe tradivano, tremando , quando raggiungevo zone particolarmente a lei sensibili.
Il clitoride emerse dal suo nido, duro e sugoso, lo suggevo alternando penetrazioni di lingua.
Nessuna ragazza aveva un clito tanto sviluppato ma proporzionato al resto dei genitali, mi sembrava quasi di fare un pompino!

Il mio lavoro era quasi al culmine, zia si dimenava sbattendo la schiena in acqua, e faticava per sorreggersi , aumentando così di contro la contrazione dei muscoli fornendosi un'ulteriore fonte di piacere.

Venne, venne gridando al mondo il suo piacere , venne gridandomi in faccia il suo grazie per quell'orgasmo, venne per gridare quanto stronzo fosse suo marito, ma venne per me e grazie a me! " vengoooooo o cazzo godooooo!" ahhhhhh ahhhhh ahhh siiii no--- no... non fermarti ! goodoooo ahhhh ahhh siiii ahhhh!"

Sembrava non volersi fermare, e più chiedeva più insistevo, mi fermai solo di fronte alla sua supplica sfinita dagli orgasmi ripetuti avuti.

"Mi hai distrutta! non penso di aver mai goduto così tanto! " mi disse afferrandomi per le guance e baciandomi sentendo quel che restava del suo orgasmo, avuto a fior d'acqua ,nella mia bocca.

Appena il respiro si regolarizzò... la presi per mano ed uscimmo dall'acqua. La notte era ancora giovane, e noi solo alle prime scaramucce , Non era certo finita!

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