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Prime Esperienze

Non sono più una bambina


di skizzoinfoiato
13.06.2017    |    8.540    |    0 9.3
"Si mosse con relativa lentezza, il dolore non accennava a placarsi, misi le mie braccia attorno al suo corpo, quasi a cercare protezione o come un vano..."
Mi chiamo Giuditta adesso che ho trent'anni ho deciso di raccontarvi la mia esperienza, Edoardo è un amico di famiglia nonché mio padrino, ha frequentato sempre casa nostra fin da quando ho memoria.

All'epoca era un uomo di 48 anni, iniziava ad esser brizzolato con capelli corti un poco mossi, occhi azzurri ma chiari quasi a richiamare il colore del ghiaccio, a differenza di mio padre, era single gli piaceva la bella vita era pure ben messo economicamente e non mancava mai di farmi regali costosi che mettevano sovente in difficoltà i miei genitori.

Possiede a tutt'oggi un fisico scolpito dagli innumerevoli anni di palestra fatta era un atleta di kickboxing con discreti risultati da giovane, a casa aveva molti trofei si narra che solo un infortunio gli abbia precluso una carriera agonistica molto promettente.

Alto 1,85 pesa 90kg... un vero pezzo d'uomo e da quando ho avuto il primo ciclo e le prime pulsioni sessuali che ho sogni scabrosi su di lui, quante volte è stato al centro dei miei sogni erotici.

Ero cresciuta discretamente pure io a differenza di mia mamma che ha messso su qualche chilo di troppo, ho capelli corti a caschetto lisci, occhi neri, sono alta 1,76, porto il 40 di scarpa... più che aver due piedi ho due portaerei!, sono magra e a 18 anni avevo già una quarta molto abbondante, due seni belli pieni che non lasciavano spazi fra di loro.

Seguendo le orme di Edoardo ho iniziato da piccola pure io a scolpire il mio fisico in palestra, grazie ad Edoardo il mio processo di apprendimento nel karate era migliore ed impiegai molto meno tempo dei miei compagni a passare i primi livelli, bruciai le tappe, al compimento dei 18 anni ero cintura nera 3 dan... già da un anno, e già avevo una bacheca piena di trofei.

Il mio desiderio per Edoardo non si placò mai anzi più crescevo più la mia attrazione crebbe, mi mancava l'opportunità.

Avevo compiuto diciotto anni da qualche mese quando i miei mi comunicarono che avrebbero fatto un viaggio, che in loro assenza avrei potuto chiamare Edoardo per ogni evenienza.

Era fatta i miei genitori indirettamente mi avevano dato tutto ciò che mi serviva... mancava solo lui.

Partirono molto presto e non mi svegliarono, trovai un messaggio con i saluti e alcune istruzioni, ma io non persi molto tempo, veloce come mai in vita mia in quattro e quattr'otto uscii di casa direzione supermercato, proprio mentre la donne della ditta delle pulizie entrava a cui lasciai specifiche indicazioni su come rassettare le camere e la sala da pranzo.

Nemmeno il tempo di arrivare che per quanto fosse presto, per i tanti preparativi da fare mi sembrò che il tempo volasse, capendo per la prima volta mia madre, nel mentre mandai un messaggio a Edoardo.

- stasera ore 2030 cena da me...sii puntuale!

Non tardò al risposta

- ma i tuoi non sono partiti?

- ti servono i meii per cenare con me? mi han detto di chiamarti per ogni evenienza... non voglio cenare da sola.

- 2030 a casa tua, ok!

Finita la spesa mi sorpresi nervosa a aspettare in fila il mio turno per pagare, poi via a comprare qualcosa di carino da mettermi.

Spesa, una sosta per l'intimo e prendere l'abito che avevo già bloccato e tornare a casa che era già ora di pranzo.

Iniziai subito a preparare la cena, tutto a base di pesce, mi piaceva cucinare ed ero molto brava, erano le 16 quando suonarono al citofono.

Cavolo l'estetista! Merda sono già le 16! corsia ad aprire, chiusi i fornelli mentre anche lei si preparava corsi a farmi una doccia talmente rapida che quasi non mi bagnai.

Non c'è cosa più rilassante che mettersi in mano alla propria estetista, avevo programmato un servizio completo di cerette, unghie etc., quando se ne andò ero rilassata ma vedendo che erano passate due ore e mezzo mi infilai la tuta a finire di cucinare.

Tutto pronto, erano le 20.10, misi le pietanze pronte per esser riscaldate, menù studiato ad arte per non bruciare nulla, altra doccia.

Avevo ancora un dubbio se provare a sedurlo subito o dopocena... chi ha tempo non aspetti tempo...

Mi ero appena finita di pettinare e mi stavo vestendo... calze autoreggenti a rete nere, un perizoma semitrasparente, il reggiseno abbinato, la sottoveste nera di seta molto trasparente, mancava l'abito quando suonarono.

Aprii dal piano superiore:

" Giudy? Giudy? ci sei ? sono Edoardo!"

Risposi da su:

- "sono di sopra vieni che sono quasi pronta!"

Edoardo poggiò fiori e bottiglia di vino e salì i primi due gradini che portavano al mio piano, era bellissimo, in abito sportivo blu, la camicia bianca non facevano altro che risaltare la sua bellezza.

Senza mezzi termini contai i gradini, essendo di legno emettevano un cigolio salvo che stando vicini al muro..
feci la mia comparsa a fine scala, mostrandomi così senza l'abito:

"ciao ben arrivato! wow così elegante per me? " , proseguii "allora sali! vieni! così scegli l'abito con cui mi vuoi vedere! sono indecisa"

Edoardo era rimasto paralizzato sulla scalinata, incapace di avanzare e proferir parola.

Indietreggiai a mezzi passi verso la mia camera "che c'è? non è la prima volta che mi vedi! non ti piaccio? su.... vieni....!"

Quasi tirato dal mio indietreggiare con molta fatica finì le scale, la luce soffusa della camera faceva si che vedesse la mia silhouette in controluce, andai a posizionarmi vicino al letto, attendendo il suo arrivo, che non tardò molto.

Aveva ancora un aria ipnotizzata, quasi non capisse.

" quale abito mi sta meglio... questo nero... o questo rosso?" dissi prendendoli uno ad uno, ma senza ottenere risposte.

"non ti piaccio? "

"sei ...sei bellissima ma ... ma ecco"

"ah si, si hai ragione si indossano senza sottoveste!", e con una lentezza maniacale andai a scostare le spalline che la sorreggevano portandole sulle braccia, le sfilai una per volta ... accompagnai il tessuto oltre la vita e con un rumore quasi fosse un soffio si potè sentire la sottoveste accasciarsi ai miei piedi, tanto era il silenzio.

Edoardo era ancora imbambolato ma potei percepire che qualcosa nel suo basso ventre si stesse muovendo.

"si... lo so che sei pratico .. si , non si mette nemmeno il reggiseno!", e detto fatto, mi girai facendogli vedere le mani che lo sganciavano. Mi girai ancora, lasciando cadere anche questo indumento appena arrivai a tre quarti.

"allora? ti piaccio?", dissi carezzandomi il corpo in modo sensuale, poi le mani andarono sul perizoma, "mi sono depilate per te sai? vuoi vedere?", e prima che fiatasse, mi sentii il cuore in gola per la sfrontatezza mostrata mentre rimanevo nuda difronte a lui.

"tutto qua ? nulla da dirmi? sono qua nuda difronte a te... vogliosa ... e..."

"sei la figlia di Massimo, sei una bambina no... non posso!"

"sono maggiorenne... cazzo ! non sono più una bambina! e spero proprio che tu smetta di farmi sentire tale.... voglio che tu mi faccia donna!".

Fu come accendere un interruttore, si tolse la giacca e quasi si strappò al camicia di dosso, i vestiti volarono via come se fosse stato investito da un uragano, in pochi secondi, nudo mi fu addosso.

Mi abbracciò e strinse con forza sentii la sua eccitazione premere contro la mia pancia, ne rimasi delusa, non sembrò ne grosso ne lungo... la sua bocca prese però possesso della mia le sue mani strizzarono le mie mammelle quasi a farmi male.

Non capii nemmeno come mi trovai stesa sul letto e lui a leccarmi esplorandomi dentro... ero già bagnata non mi leccò molto che tornò a schiacciarmi sul materasso. Mi fissò negli occhi, un bacio, un altro sguardo.

"fai piano per piacere .... sono vergine!", così mentre la sua mano andò ad impugnare il suo membro per indirizzarlo verso di me, la mia passò oltre il monte di venere, e scostando con indice e anulare le mie grandi labbra lo invitai dentro di me.

"sentirai un pò di dolore ma poi passa, tranquilla!"

"ho detto che ti voglio, e di fare piano perché ti concedo la mia verginità .... abbine cura!".

Sentii molto bene la cappella posarsi fra le mie grandi labbra, sembrò enorme, fu lento fino al raggiungimento del mio imene.

"ci siamo , pronta!", annuii col capo, tirò indietro di qualche millimetro la sua verga e con un colpo secco mi fu dentro.

Rimasi così senza fiato, per quei secondi che furono necessari a sentirmi lacerare ogni cosa dentro, la sensazione fu come l'essere letteralmente invasa, come un treno in galleria, avvertii quando tutto fu finito, la sua corsa di fatto terminò in pochi secondi, sentii le sue palle sbattermi nel perineo, più dentro di così non poteva andare. Mi sembrò di perdere un battito cardiaco, restò immobile poi indietreggiando, non molto un paio di centimetri furono sufficienti a darmi il tempo di respirare. Furono respiri corti e veloci.

"il più è fatto.... vedrai che tra poco il dolore lascerà posto al piacere" e tornò ad invadermi nell'interezza della sua mazza.

Si mosse con relativa lentezza, il dolore non accennava a placarsi, misi le mie braccia attorno al suo corpo, quasi a cercare protezione o come un vano tentativo di diminuire la sua azione che lenta ma in modo ritmico proseguiva.

Il suo membro scorreva sempre con maggior dinamismo estraendo sempre più centimetri per poi fiondarli con una velocità maggiore tutti dentro di me, ad ogni affondo non potei non notare che avvenisse con maggior facilità... mi stavo lubrificando in modo più adeguato. Non so quanto tempo ci mise, ricordando mi sembrò un'eternità ma certo il tutto avvenne in una manciata di minuti anche se mi apparvero interminabili.

Il dolore finalmente si placò, il mio respirò trovata una sua regolarità, lasciò spazio a gemiti che sincronizzati con le spinte di Edoardo e l'aumentata la velocità, erano solo di piacere.

Mi guidò in questo mondo dell'eros senza farlo uscire riuscimmo a capovolgerci, adesso ero sopra e iniziai a muovermi in modo un poco maldestro, ma seguendo le sue istruzioni riuscii non solo a provare piacere personale ma donarlo a lui che in poco tempo fu pronto ad esplodere. Lo avevo preceduto ... non solo una volta ma un paio interrompendo così la rincorsa al suo piacere, la prima mi riportò prima di lui ad un nuovo orgasmo, ma ero distrutta, mi muovevo sempre con meno forze.

"edo non ce la faccio più ho bisogno di riposare!"

"ci sono, non manca tanto dai spostati!"
"ti voglio dentro sono protetta!", disse cercando di racimolare le ultime energie per farmi godere.

"comando io adesso ti disseto avrò tutto il tempo per riempire ogni tuo buco!"

Mi tirò via "dai scendi prendilo in bocca, muoviti su di lui ... usa ruotando la lingua!", ero sfatta, scesi fra le sue gambe, trovai il suo cazzo dritto, la cappella rossa come il fuoco... non era grosso, 12 cm scarsi due di circonferenza un cazzo assolutamente nella norma ma per la prima volta fu come esser impalata da un nero per me, oggi so la differenza invece.

Preso in bocca quel membro il cui sapore si mischiava al mio orgasmo... mi apparve subito dolce buono gustoso, per mia fortuna Edoardo era davvero pronto e in meno di un minuto mi riversò in bocca il suo nettare, era salatino. Ricordo di aver pensato che il mio nettare fosse più gustoso.

Ne produsse una quantità tale che non riuscii ad ingoiarlo tutto e ne lasciai uscire una buona dose dalle rime buccali.

"dio sei stata fantastica!"

"davvero?" chiesi mentre continuavo a masturbarlo con due dita mentre l'altra mano raccoglieva ciò che mie ra caduto portandolo in bocca.

"si, vedo che ti è piaciuto!"

Mi stesi al suo fianco avevo appena raccattato l'ultime gocce dalla zona inguinale "un pò salatino... si, ma buona, assaggia!" commentai in velocità ficcando le due dita nella sua bocca costringendolo ad assaggiare la sua stessa sborra.

Così sono diventata donna, fra le braccia dell'amico di mio padre, quel gran fuso di Edoardo, dovessi dirla tutta non fu poi alla fine così bello ed eccezionale come me lo aspettavo, diciamo che la cornice servì a compensare. Fu il mio amante per un anno, poi mio padre dopo la prematura morte di mia madre, mi portò in campeggio in Corsica.. un campeggio che riservò molte sorprese... alla prossima.




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