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Storia di un amore clandestino


di skizzoinfoiato
04.09.2017    |    36.763    |    10 9.5
"Non ha mai portata altre donne fino ad oggi, mi ha presentato settimana scorsa una certa Gianna, bhé mio padre si merita certamente una donna più bella, ha..."
Mi chiamo Camilla ho 18 anni, sono figlia unica, orfana di madre da 10 anni sottrattaci da una brutta malattia, vivo con mio padre Lorenzo di lavoro fa l'ingegnere del legno, alto moro ha la barba folta e morbida, un fisico atletico e abbastanza muscoloso, ora alla soglia dei 45 anni inizia ad esser brizzolato e ciò li dona un fascino ancora maggiore.

Non ha mai portata altre donne fino ad oggi, mi ha presentato settimana scorsa una certa Gianna, bhé mio padre si merita certamente una donna più bella, ha proprio la faccia da maiala, mi immagino come sia entrata quindi nelle sue grazie.

Ormai la frequenta da sei mesi e la mia gelosia e invidia nel sapere che fa tardi la sera più spesso del solito, trascurandomi , mi fa ribollire il sangue.

Avevo un fidanzato di un anno più grande e decisi di sfruttare il suo regalo di compleanno per sedurre l'uomo della mia vita: mio padre.

Finalmente si presentò l'occasione, un week end la tipa sarebbe stata fuori città, e a Dio piacendo finalmente fuori dalla nostra vita.

"Pà, ti posso parlare?"
"certo dimmi tutto"
"sai si sta avvicinando il compleanno di Piero e vorrei fargli un regalo speciale ma ho bisogno che qualcuno mi aiuti..."
"cosa ti serve che vorresti regalargli?"
"vorrei regalargli un calendario con le mie foto, ma ho bisogno che qualcuno me le scatti"
"mi sembra un'idea originale tesoro, va bene se vuoi cerchiamo assieme un fotografo e domani ci andiamo a parlare"
"ecco no, insomma non voglio, vedi vorrei ... vorrei si ecco degli scatti un pò osé e non ho voglia che mi veda nessuna o nessun altro all'infuori delle persone a cui tengo"
"cosa hai in mente di preciso?"

"Aspetta torno subito!"

Andai a cambiarmi, indossai dei pantaloncini aderenti di una tuta e sopra una sola felpa col cappuccio chiusa sul davanti da una zip, delle calze che arrivavano sotto al ginocchio, e tornai in sala con la macchina fotografica digitale.

"tieni ... scatta"

" io?"
"certo, tu! così on mi sento in imbarazzo a fare scatti particolari!" dissi armeggiando con la zip facendola scorrere su e giù, più volte, nel silenzio questo era l'unico rumore che riempì la stanza.

"così sono in imbarazzo io ecco"

"Voglio che sia tu a farmi scatti di nudo, non voglio farmi vedere da altri che da te!"

La faccia di mio padre era un mix di incredulità e altre emozioni, sicuramente il sentirmi fare quella richiesta non lo aveva lasciato indifferente.

Non potevo permettermi che riflettesse a lungo facendo prevalere il lato paterno a quello prettamente maschile, quindi aprii la zip, mostrando la mia pelle bianca, non avevo reggiseno e il mio personale faceva capolino.

Doveva vedere bene le curve della mia 4 di seno, un seno di una giovane ragazza, e il mio è particolarmente bello, sodo con le mammelle non troppo distanti fra loro ma nemmeno troppo vicine.

Mio padre mi stava guardando molto attentamente, passai una mano sfiorandomi la guancia col dorso della mano, mi morsi un dito, poi scesi sul mento... sul collo... ancora più giù mi fermai a livello sterno.

Mio padre mi sembrò posseduto, no sembrava in se ma alzata la macchinetta fotografica iniziò a scattare.

Tornai quindi nella posizione iniziale guancia etc, torcendo un pò il collo per dare maggior sensualità poi di nuovo sullo sterno.


Mio padre scattava in continuazione, sorrisi non alla macchinetta ma a lui, si fermò e rispose al sorriso, con estrema lentezza presi i lati della felpa a livello dei denti della zip e li allontanai fra loro, pian piano si scoprì tutto il mio seno, con le dita, mi sfiorai i capezzoli prima di regalare la loro visione a mo padre, erano turgidi e molto sensibili. Il solo tocco mi provocò un brivido che partendo dalla nuca corse per tutta la spina dorsale, mi sembrò percorrere il solco del sedere e giungere dal dietro in avanti, internamente quindi il mio clitoride. un fremito che mi fece produrre succhi vaginali, nel mentre schiusi le labbra.

Sono una bella ragazza ho un fisico atletico addominali ben delineati tanto da esaltare la scacchiera ma non muscolosi quanto quelli di un uomo ovviamente, il mio grosso seno faceva, di riflesso, sembrare i miei fianchi ancor più sottili di quanto non fossero, le labbra sono carnose al punto giusto,e come molti ragazzi e mie amiche mi han confessato ispirano baci.

MI stavo carezzando il corpo, la stanza era avvolta in un silenzio surreale interrotto solo dai continui e ripetuti click degli scatti.

Giocai a lungo cambiando pose e scoprendo una spalla ora l'altra, giocando col mio seno, giocavo in quel rito di seduzione che ero certa stava più che riuscendo, vendendo lo sguardo di mio padre, che era completamente incapace di levarmi gli occhi di dosso.

Tolta la felpa mi iniziai a muovere sull'ampio di vano in modo sinuoso, evidenziando anche il mio lato B che, avvolto nel pantaloncino, veniva ben esaltato nella sua rotondità.

Tornai fronte a mio padre giocando adesso con la stringa e l'elastico del pantaloncino, che abbassavo, di quando un quando, mostrando il colore del mio intimo.

Decisi di farlo attendere dedicando tempo a sfilare le calze che indossavo, mi piaceva sentire l'aumento dei click, segno che la visione intrigava. Anche io morivo dalla voglia di mostrarmi nuda a lui, continuai a giocare con l'elastico.

"dai toglile!"

Non potete capire, sentire quella richiesta per poco non mi fece raggiungere l'orgasmo, con un'aria da cerbiatta, cercando in me tutto il mio autocontrollo per esaudire la richiesta nel modo più erotico possibile.
Con un gesto automatico, andò a sistemarsi il pacco, e di rimando mi morsi il labbro.
Mi misi in ginocchio voltandomi e mostrando le mie mani mentre sistemavano l'ultimo lembo di tessuto che avevo addosso armeggiando a livello inguinale, mi soffermai quel tanto che bastava per far capire che ero intenta ad eccitarmi, non che ce ne fossi bisogno trovai un lago.

Continuai il mio spogliarello dopo aver acceso lo stereo con una musica adatta a volume molto basso, giusto per dare un tocco di atmosfera, mentre mio padre continuava a fissarmi con occhi bramosi e a scattare quasi senza nemmeno guardare.
Mi muovevo il più sinuosamente possibile e abbozzando una specie di danza seguendo la musica di sottofondo.
Mi accarezzavo tutto il corpo mi ero alzata mi giravo dando modo a mio padre di gustare sia il mio sedere quanto i miei seni, volevo vedesse quanto fossero irti i miei capezzoli, mi facevano quasi male tanto era alta la mia eccitazione.
Scoprivo in un gioco di vedo e non vedo millimetri di pelle ancora coperti dallo slip, calavo frontalmente per dar modo di fotografare e meglio osservare la glabra zona sovrapubica, che tornavo a nascondere per poi far ricomparire mostrando sempre più centimetri del monte di venere, fino all'inizio dello spacco.
Mi muovevo mi sentivo oltremodo bella danzando in quel modo per mio padre, mi piaceva, provavo brividi ogni volta che incrociavo il suo sguardo.
Scostato lo slip di lato nascosi con la mano le grandi labbra, mi girai ancora e infilai il tessuto dello slip nel solco delle mie sode chiappe, poi lo tirai leggermente dal basso in alto, altra aggiustatina al pacco.
I click si susseguivano ad una velocità incredibile quasi senza un senso, mi eccitavo, lo eccitavo era cotto a puntino.

Avevo cambiato posizione adesso ero in ginocchio sul divano in modo da potermi poggiare e all'occorrenza sorreggere allo schienale, abbassai la mutanda a metà culo, lo vidi sgranare ancor di più gli occhi e rimanere letteralmente a bocca aperta, la forma del suo cazzo era ben visibile dal tessuto dei suoi jeans.

"vieni da me!"

Fu come premere un interruttore, lasciata la macchinetta mi raggiunse cingendomi i fianchi, il tempo di reclinare la testa offrendola alla sua, mi resisteva la distanza fra noi diminuiva ad ogni rintocco della lancetta dei secondi furono i nostri nasi i primi a iniziare una danza che preannunciavano l'inevitabile le bocche sempre più vicine ma sembravano resistere.

"baciami!"

Esaudì la mia richiesta, o meglio il mio tassativo ordine, finalmente sentii la sua lingua invadere la mia bocca, ci baciammo in modo passionale mentre le sue mani avevano nel frattempo preso ad esplorarmi avvolgendomi la pancia,
Non ero comoda ma mi sentivo offerta a lui, e sopportai anche perché nonostante tutto mi piaceva esser baciata così.
Presi le sue mani e le portai sui seni che strinse, mi sfuggì un gemito che si perse nel suo cavo orale, prese il controllo e con fare esperto prese a massaggiarli provocandomi un gran piacere.

Nel frattempo anche io volevo sentire a che punto fosse la sua eccitazione, volevo tastarla, così come lui poteva en intuirla dai turgidi capezzoli, alla cieca portai una mano dietro di me e no ci misi molto a trovare il mio premio, era lì inclinato sulla coscia sinistra, talmente teso che sembrava poter esser in grado di rompere il tessuto, lo sentivo in tutta la sua interezza percependone non solo la lunghezza ma anche il diametro, lo carezzavo e stringevo leggermente fra le mie dita.

Era estremamente eccitante per me sapere che stavo toccando lo stesso membro che mi aveva messa al mondo e che di li a poco mi avrebbe posseduta. Mentre mio padre continuava a baciarmi un mano esplorava il corpo magro l'altra fissa sul mio seno.
Riuscii ad apprezzare anche la forma della sua cappella, sapevo che desideravo averla, con fare un pò nevrotico riuscii a slacciare la cintura, mio padre accennò ad un tentativo di aiutarmi in tale operazione ma lo bloccai subito prima di tornare al mio intento.
Con un pò di fatica riuscii anche a sbottonare i bottoni della patta allargare i lembi, e tirando in già il pantalone cadde fino ai suoi piedi.
Ora mentre una mano poteva ancor più prendere confidenza con le sue dimensioni, indirizzai a questo punto la mano libera sul moi ventre poi sempre più in basso sempre più in basso raggiunsi alla fine il tessuto del mio intimo, feci strusciare per qualche minuto la sua mano sulla mia vulva attraverso la mutadina.
Mi sentivo porca ma felice di esserlo, volevo le sue dita dentro di me, così le sorpassai e, preso l'elastico lo tirai in avanti... rimasi in attesa.

"è sbagliato figlia mia!"
"NO, non lo è ... ti amo ti voglio!" e strusciai con un movimento circolare introno alla cappella che fece sobbalzare più volte il cazzo nella mia mano.

Non aveva più molta capacità di resistere per il trattamento fin qui avuto, la sua mano scese trovando le mie grandi labbra, ancora più in giù trovò un lago ad aspettarla.

Estrasse la mano, smettendo di baciarmi e guardò le sue dita che mi avevano penetrato, allontanandole vide i filamenti del mio piacere.

"Assaggia, dimmi se ti piace!"

Un gemito di apprezzamento mi fece allargare il cuore.

"perché non la assaggi per bene dalla fonte?" dicendo ciò mi alzai in piedi sul divano, sporsi in fuori il culo appoggiandomi sullo schienale.

In un attimo le mie mutande furono sfilate dalle caviglie e fatte volare in mezzo alla stanza, allargai le gambe esponendomi quel tanto che necessitava per consentirgli di sprofondare con la faccia verso le mie labbra schiuse.

Si tolse anche lui la mutanda prima di chinarsi e preceduto dalle mani raggiunse prima le mie natiche poi l'interno coscia, finalmente sentii il suo alito caldo avvicinarsi, poi la sua lingua danzare sulla mia fica.

Raggiunsi così poco dopo il primo orgasmo di quella sera, venni quando il corpo ruvido dell lingua separate le grandi labbra, le mie sono rimaste come quando ero bambina grosse e gonfie a nascondere il frutto proibito, andò a stimolare le piccole labbra che sentivo muoversi sotto i colpi di quella sapiente lingua, salendo dal basso raggiunse il mio clitoride, che gonfio e duro quasi quanto il suo cazzo, venne solleticato abbastanza da farmi esplodere e accasciarmi in avanti sulla spalliera del divano.

Wow, fu meraviglioso, ancor più quando mio padre venne a baciarmi tutta la schiena soffermandosi sul collo.
"ti amo bambina mia!"
A queste parole tornai pronta vogliosa e disponibile un brivido collegò cervello e clitoride che mi sembrò che non avesse ancora fatto in tempo a finire la frase.

Mi sollevai spingendolo indietro, misi le ginocchia al bordo della seduta, ruotai il bacino alzando il culo, era chiaro cosa volessi.

"vieni!"

Pochi secondi dopo sentii la cappella, quella cappella che mi ero gustata dal sopra il tessuto e poco a pelle sopraffatta dagli eventi, ora quella stessa cappella era all'imbocco, la percepii enorme avanzare dentro di me.

"piano... fa piano papi!"

"ah ahhhhia !" mi faceva male.

"ti faccio così male?"
"no no va tutto bene, mi piace.... entra tutto ti prego!"
"mi avevi detto di far piano!"
"e ora il contrario"

Si riposizionò ed entrò tutto, sentii le sue enormi testicoli sbattermi contro, cacciai un urlo tremendo.

"Cristo santo sei vergine!"

Straziata dal dolore provato "ora non più, muoviti dai!"

Ancora in trance per la mia risposta iniziai a sentire pulsare quel palo di carne dentro di me, poi il movimento ritmico della scopata iniziò ad alleviare il dolore per lasciar in ultimo posto solo al piacere, con esso anche la velocità aumentò.

Fu bellissimo, ora che mi ero abituata anche alle sue dimensioni mi fece cambiare diverse posizioni, stavo a smorza candela, adesso distesi sul pavimento in bambù, praticamente facevo degli squat sul suo membro, così da gestire in prima persona la penetrazione, ogni tanto roteavo il bacino e mi piaceva vedere l'espressione attonita modificata dal piacere che gli provocavo.

Avevo nel frattempo goduto almeno un altra volta quando mio padre parlò:
"AMORE AMORE SPOSTATI PER PER VENIRE togliti!"

"No, è la nostra prima volta e lo voglio tutto dentro!"
"non dire caaaaazzaaattehhhh ohh!" l'avevo interrotto aumentando il ritmo, bastò davvero poco perché riversasse tutto il suo nettare dentro di me.

"che cazzo hai fatto, bambina mia!"

"ho voluto donarti il mio corpo, e volevo che tu riempissi questa vagina che da anni ti aspettava!"

Mi sdraiai sul suo corpo e dopo un bacio molto tenero ci addormentammo.


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