Prime Esperienze
In trasferta
di skizzoinfoiato
13.03.2017 |
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"Baciandomi il collo, il petto etc, scese fino all’elastico del boxer, mi guardò con aria interrogativa..."
Ero a Roma per lavoro finii molto tardi la riunione, cenai con il mio futuro socio d’affari, passato dall’albergo a riprendere la valigia, mi misi in macchina per far ritorno verso casa, vivo a Bologna.
Era una serata terribile pioveva … dovrei dire diluviava a più non posso, mi misi per strada per la crisi familiare che stavo attraversando.
Stavo cercando di attraversare il centro per raggiungere l’Aurelia e da lì l’autostrada quando per strada mi sembrò di riconoscere qualcuno.
La velocità era di marcia era ridotta ai minimi termini, e quindi mi consentì nonostante le difficoltà di metter a fuoco quella figura che, a passa celere, senza ombrello, stava camminando sul marciapiede.
Avrei potuto sbagliarmi, ma nella mia città avrei riconosciuto Viviana fra mille, l’amica del cuore mia figlia.
Il caso volle di ritrovarla a portata di voce all’altezza di un incrocio, si voltò ed era proprio lei.
“VIVIANA! VIVIANA!” Gridai dando due colpi di clacson, lei non mi riconobbe e tirò dritto, accelerai sorpassandola, accostai, e le andai incontro.
“Viviana! Sei proprio te allora” non mi ero sbagliato!”
“Sig. Neri! È lei! Che ci fa qua!”
“Ahahaha cosa ci faccio io? Cosa ci fai te! Luisa dov’è?!”, chiesi sapendo che stavano sempre assieme.
“sono sola!”
“SOLA? A Roma a mezzanotte quasi ?”
“è una lunga storia!”
“vieni ti porto in albergo! Ho la macchina!”, partimmo.
“allora dove ti porto?!”
“non lo so… voglio tornare a casa!”
Era fradicia, aveva le braccia conserte e guardava fuori dal finestrino con sguardo perso.
“sto tornando a casa pure io, se il tempo ce lo consente, treni non ce ne sono più a quest’ora, non posso lasciarti qua da sola sei minorenne… facciamo il viaggio assieme?”
“non più!”
“non più…”
“non sono più minorenne …da… 5h!” disse dopo aver consultato l’orologio.
“ah bene, non lo sapevo allora auguri.. ma mia figlia dov’è!”
“è rimasta a casa… a casa sua!”
“ma che è successo? “
“Ha una figlia più saggia di me….”, intanto eravamo sull’Aurelia “
“mi aveva sconsigliato di venire… non pensavo ecco, vede … io .. io”
“per carità diamoci del tu! Smetti del darmi del lei ok?”, un breve sorriso, mi ringrazio e continuò.
“di solito è sua figlia ad esser al centro dell’attenzione, mi aveva forse organizzato una sorpresa ma quando Guglielmo mi ha proposto di organizzarmi la Festa, a Roma a casa sua … come potevo rifiutarmi…”
“la Festa Neri, più che organizzarla me la volevano fare. Ero il piato forte della serata, mi volevano scopare in 15, e non solo compagni di classe ma anche uomini! Mi sento così stupida!”
Ero impietrito, se avevo capito bene la volevano violentare, stetti in silenzio incapace di darle supporto.
Anche se dal racconto non si percepisce non è avvenuto tutto così velocemente, i ragazzi hanno i loro tempi, e anche gli adulti per capire come far breccia.
Avevamo percorso quindi poco meno di 100 km , il tempo peggiorava, per quanto avessi il riscaldamento al massimo era evidente di come Chiara stesse tremando dal freddo, non avrebbe sopportato ciò fino a casa.
“il tempo peggiora, e tu hai bisogno di stare al caldo… che dici se ci fermiamo?” annuì, chiamai casa dicendo a mia moglie che mi sarei fermato in albergo proseguendo alle prime luci dell’alba, comprese anche perché era attaccata al pc verificando le condizioni atmosferiche e mi aveva già chiamato almeno tre volte.
Ci fermammo in un albergo, stavo per prendere due camere, ma Chiara manifestò al sua voglia di non dormire da sola.
Una volta in camera, mi resi conto di come fosse vestita, uno schianto.
Stivali fino al ginocchio, calze, una gonna a metà coscia, una camicetta, con maglioncino a V, un impermeabile in pelle.
“togliti questi abiti fradici, ti preparo un bagno”
Le portai l’accappatoio, e mi misi a regolare la temperatura dell’acqua”
“non ti preoccupare, se vorrai resterà un nostro segreto ok?” percependo l’aria interrogativa su cosa avrei raccontato ai suoi.
Mentre era a rilassarsi e riprendersi dal freddo stesi i suoi indumenti per tutta la stanza con la speranza di asciugarli. Mi dovetti concentrare per non eccitarmi nello stendere le autoreggenti, spazzati via i pensieri, rimasi in boxer e mi misi a letto coperto dal solo lenzuolo, era molto calda la camera e con la tv accesa.
Quando rientrò, era leggermente più serena, si avvicinò al letto.
“io….dormo nuda!”
Bastò questa frase, fu come un interruttore, nemmeno il tempo di metabolizzarla che le mie emozioni furono subito manifeste.
Viviana non poté non notare il bozzo che premeva sui boxer e da lì sul lenzuolo.
“ho 18 anni, sono maggiorenne, volevo diventare donna con il ragazzo sbagliato, ora ho l’uomo giusto!”
Lentamente sciolse il nodo, facendo poi scivolare il morbido tessuto alle sue spalle.
Una visione celestiale, era bellissima, bionda capelli corti, una terza di seno, ma proporziona al suo fisico minuto, altra erezione.
“su copriti!”
“no!, non hai detto a tua moglie che ero con te… dovrei chiederti perché … ma è superfluo, non lasci dubbi!”, afferrato il lembo del lenzuolo mi scoprì.
Il suo volto si illuminò si stupore, con la sua mano con fare titubante raggiunse il mio pene raggomitolato e che chiedeva di esser liberato.
“sono vergine, non farmi male.. ma rendimi donna!”, disse non togliendo lo sguardo dalla sua mano e da cosa stava toccando, sembrò passare un eternità, poi mi guardò.
“non so niente… devi guidarmi te!... cosa devo fare!”
L’eccitazione era fuori da ogni scala, ogni parola che pronunciava era una scarica di adrenalina che si tramutava in testosterone, le arterie pulsavano, cedetti, anche perché cribbio santo lo volevo, eccome se la volevo!
“baciami!”, con una mano dietro il collo la avvicinai a me e ci baciammo.
Furono baci delicati come a voler degustare il sapore altrui, ma durarono poco prima che le nostre labbra si unissero come due ventose lasciando che l’esplorazione fosse proseguita dalle nostre lingue. La sua era piccola morbidissima, si muoveva avanti e indietro, come quella di un serpente, due indicazioni e i suoi baci divennero l’apoteosi del piacere, ora le lingue danzavano su se stesse, ora una attorno all’altra. La afferrai e la tirai sopra di me.
Mentre le lingue continuavano a mescolarsi le mie mani andarono ad esplorare quella liscia schiena, dall’alto verso il basso.
I suoi seni premevano sul mio petto, mentre il mio membro premeva sul suo pube. Delle contrazioni lo fecero pulsare verso di lei.
“chiede di essere liberato!”
“fallo!”.
Baciandomi il collo, il petto etc, scese fino all’elastico del boxer, mi guardò con aria interrogativa.
“accarezzalo come facevi prima” , un sorriso da cerbiatta felice della richiesta mi fece impennare un’altra volta il mio membro.
Lo carezzava e pulsava sotto il palmo della sua mano. “sfilalo dai!”
Con la punta delle dita passò sotto l’elastico toccando l’asta ricurva e piegata su se stessa, mi doleva.
Si mise carponi, preso il tessuto con entrambe le mani in un colpo solo lo portò alle ginocchia e poi le vidi volare per aria.
Vedere il corpo nudo di questa giovane donna, era davvero inebriante, le sue piccole tette che penzolavano giovani e sode dal torace, il vedere in fondo la peluria di quel fiore che presto avrei accudito…. Troppo.
Il mio cazzo appena fu liberato dal tessuto si librò verso l’alto, mi sembrò quasi con un suono cupo, come una corda tesa che viene rilasciata.
Vedere i suoi occhi luccicare nel vedere un membro cosi teso duro, caldo per lei, era meraviglioso. Stava lungo la mia pancia, ma vederla e sentire le sue piccole mani risalire sulle mie gambe, sulle cosce, lo fece librare verso l’alto e pulsare ad ogni centimetro che avanzava.
Le sue mani presero a soppesare i miei testicoli, pieni di desiderio.
“è grosso! Pulsa per me”, non ci fu bisogno di dire nulla, si mise più comoda seduta in mezzo alle mie gambe e con naturalezza, propria della voglia di nuove scoperte prese a toccarmi con entrambe le mani.
“così è fatto così un cazzo!” intanto le mani avevano preso quella confidenza naturale da avviare una principio di sega molto delicata.
Mentre mi esplorava toccandomi in goni dove gli feci una piccola lezione di anatomia, ero al settimo cielo.
“adesso prova a baciarlo!”
“cosa?!”
“si, assaggialo!... si chiama pompino.. ti guido io fidati!”, un lieve cenno con la testa di risposta.
“avvicinati con la bocca… tienilo per la base.”
“dai un bacio sulla punta!”, eseguì, e come sentii le sue labbra umide poggiarsi su di me, pulsò violentemente spostandole anche la mano, scosse tanto violente che andai a sbatterle sul viso più volte, provocandole una risata di divertimento.
“vedi.. gli piace … continua!”, ripeté il bacio e stessa reazione del mio membro.
“ora bacia l’asta, dal basso verso l’alto” lo riempì di baci mentre venivano dati ritmicamente dato che il mio pene continuava a sbatterle sulle labbra, come animato di vita propria.
“sono brava allora!” “se sarai brava verrai ricompensata col frutto dell’amore!”
“davvero? Non vedo l’ora cosa devo fare!”
“vieni su e baciami e poi torna da lui”
Si gettò fra le mie labbra e ci rotolammo sul letto mentre le nostre bocche si scambiavano litri di saliva.
“è duro, è bollente lo sai?”
“non sai quanto, dai da brava adesso”
Non se lo fece ripetere due volte e tornò sul mio pube eseguendo quanto imparato, adesso fece uso della lingua per risalire dai miei testicoli dopo averli custoditi nelle sue fauci, verso la cappella, una volta raggiunta col corpo della lingua fece il giro della cappella, allargò con la punta l’uretra.
La stavo osservando in uno stato di sublime adorazione, ci stavamo fissando negli occhi, un cenno del mio capo, le sue labbra si aprirono accogliendo il cazzo.
Si chiusero a ventosa, la lingua iniziò a muoversi vorticosamente sulle mie zone sensibili, poi prese a muoversi su e giù. Ogni tanto accelerava il ritmo, per poi fermarsi e succhiarlo.
La fermai la tirai verso di me, ci baciammo ancora a lungo, poi scesi e feci in modo che lei avanzasse… era seduta sulla mia faccia.
La sua fica era pelosa, i peli dorati, folti, non nascondevano comunque le due grandi labbra sottostanti. Non ero più abituato a giovani profumose passerine. Inizia a baciarla ma non resistetti molto sopraffatto dalla mia stessa lussuria. Inizia a leccare in profondità e facendo gemere in modo animalesco la mia giovane amante. Si contorceva, sentivo le gambe tremare sotto i colpi della mia lingua. Venne fuori dal suo guanto il piccolo clitoride con cui giocai a lungo fermando più volte l’incedere del suo orgasmo.
Era stravolta dal piacere, ma sono bravo a leccare e la portai allo sfinimento.
“basta ti prego ! basta fammi godere non ne posso più, ti prego, ti prego ahhh!”
Accelerai e finalmente venne urlando come se fosse indemoniata, la mia bocca fu letteralmente inondata dai succhi del suo orgasmo, non ne persi nemmeno una goccia!
Completamente stravolta dai due orgasmi consecutivi che provò lasciai che si riprendesse posando il volto sul mio petto.
Dopo qualche minuto la baciai: “abbiamo appena iniziato!”
“lo so, sono pronta!”, disse allargando le gambe e simultaneamente con due dita la fica.
Mi posizionai sopra di lei, tremava.. “ non farmi male, è la prima volta!”
La istruii su cosa sarebbe successo e cosa avrebbe provato, mi mise una mano sulla schiena e fece una lieve pressione, capii che era pronta.
La baciai mentre avvicinavo il mio nervo alla sua fessura, al primo contatto sobbalzò lei quanto il mio pene che iniziò a pulsare.
Ci colpì un sorriso, poi con un po’ di pressione introdussi la mia cappella fino all’imene, emise gemiti misti fra dolore e piacere.
Entrai ed uscii qualche volta, provava dolore!”
“ti prego mi piace entra! Non fermarti! Fammi donna!”.
Una spinta lunga ma decisa e mi introdussi dentro di lei, sentii cedere la lieve membrana che divideva la ragazza dall’esser donna.
“ora sei una donna!”
“no, sono la tua donna! Mi riempi tutta! Mi piace!ahahahhahah hahh!” senza che mi muovessi venne, si riprese subito mi baciò “muoviti!”
Iniziai la mia danza, era estasiante vedere il suo volto rilassato ora teso dal piacere che le provocavo. Cambiammo molte posizioni , dal missionario alla pecorina, le piacque lo smorza candela e proprio così decise di farmi venire. Riusciva a gestire ritmo ed entrata ma proprio mentre la stavo per togliere …
“non ci pensare nemmeno lo voglio tutto dentro di me!” un paio di Sali e scendi e al culmine mentre le schizzavo fiotti di sperma lo prese tutto dentro. I nostri bacini si sfioravano. Avevamo goduto ancora.
Era tardissimo, ma nessuno dei due aveva sonno, ci appisolammo dopo un’altra buona mezz’ora di carezze.
Fu la sveglia dell’albergo a destare non solo io nostri corpi ma anche le nostre voglie. Scoprii che Viviana era sveglia da un pezzo e mi stava contemplando.
“BUON GIORNO !”
“Ciao, tutto bene?”
“mm si può migliorare subito… ho fame… “
Si abbassò e mi fece un pompino da favola, mi aveva eccitato subito non ci volle molto perché le riversassi tutto in bocca!
“sei fantastica Viviana!”, aveva raccolto l’ultima goccia di sperma con un dito e l’aveva ingoiata.
La possedetti ancora dentro la doccia, o meglio iniziai dentro la doccia, per poi uscire posarla sul lavandino e godere ancora del suo giovane corpo mentre suggevo quegli irti capezzoli.
Ci riprendemmo e a malincuore capimmo che dovevamo ripartire.
Gli abiti erano asciutti .. per fortuna, ma il viaggio era ancora molto lungo, tanto … tanto lungo.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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