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Prime Esperienze

La folle corsa


di Promesso
07.03.2022    |    382    |    0 8.0
"Immaginai che probabilmente qualcuno avrebbe potuto notarla all esterno, ma soprattutto mi arrapava l'idea che, se il tipo davanti si fosse voltato, non so..."
Giocare avevamo sempre giocato.
Negli anni i nostri giochi si erano diversificati.
Tendenzialmente era portata per farsi condurre in quel labirinto di fantasie che partoriva la mia mente, talvolta apportava lei stessa ulteriori modifiche che rendevano ancor più eccitanti le mie idee.

Spesso le idee ci balenavano in quelle ore interminabili che trascorrevamo sul letto, là dove il nostro linguaggio si faceva diretto, e le mani e le parole frugavano corpo e anima.
Da tempo giocavamo anche all' aperto, in boschi, pinete, in parcheggi fuori mano.
Ci eccitava l' idea di essere visti da tutti, anche se solo teoricamente, perché poi cercavamo dei luoghi nei quali avevamo il 99% di certezza di non essere avvicinati da nessuno.

Un giorno scopavamo davanti alla finestra aperta di quell'albergo a ore che era spesso teatro dei nostri incontri clandestini, quando, afferrandogli le tettine con entrambe le mani, le dissi:
"domani ti esibirai all 'aperto, ma sarà molto più eccitante e rischioso"
Sotto i colpi violenti del mio cazzo, non mi è face attendere nemmeno un secondo, e, remissivamente, mi disse "va bene, cosa devo fare?"
Le illustrai in linea di massima il piano che avevo in mente, lasciandole ampia libertà nei dettagli relativi all 'abbigliamento che avrebbe dovuto indossare.
La situazione che avevo studiato era semplicissima, avevo pianificato che avrebbe dovuto utilizzare il suo dildo all' esterno, cosa che era già accaduta in passato, la novità era che avrebbe dovuto farlo su un bus di linea della città.


Facemmo sesso più volte il giorno prima, e puntualmente le ricordavo ciò che sarebbe accaduto il giorno successivo, facendola bagnare in maniera copiosa; inutile dire che il mio cazzo era perennemente in tiro pensando a quel gioco
La mattina successiva alle 11 ero sotto il suo albergo, lei scese dopo 5 minuti.
Un cappello nero e un cappottino sempre in tinta, sopra il ginocchio, era ciò che potevo osservare a prima vista, una piccola borsa a tracolla scendeva dalla spalla destra, quasi minuscola.
"Sei bellissima, sei pronta per il nostro gioco?"
"Proviamo a vedere se è possibile, nel frattempo acquistiamo il biglietto.
L' edicola non era molto distante, nel camminare si intravedevano le calze nere spuntare dallo stivale che lambiva le sue ginocchia, dedussi che sotto avesse quindi una gonna, quanto corta non sapevo.
Acquistammo il biglietto, e nel cingerle i fianchi,le aprii i bottoni del cappotto curioso di ciò che si celava sotto.
Mi apparve così, una gonna che, non avrei definito mini, ma che leggermente più lunga, sfiorava di 5 cm il ginocchio, sopra, era corredata da un maglione pastello molto accollato sul collo.
Alla vista il mio cazzo si fece di marmo, e appoggiandole la mano sotto la gonna su una chiappa, le dissi "voglio che fai la puttana per me sul bus e mi fai impazzire"
Lei sorrise, senza alcuna risposta, forse perché il bus che aspettavamo era proprio alle mie spalle.
La fortuna volle che non era colmo di gente, altrimenti avremmo dovuto desistere, c'erano un paio di persone davanti e altre 3/4 al centro del mezzo.
Salimmo e ci mettemmo l uno davanti all 'altra, nella parte finale del bus.
Girandomi, avevo un paio di persone a qualche posto di distanza, tutte rivolte verso la direzione di marcia, e quindi di schiena a noi,e un ragazzo davanti a me sempre di spalle.

Lei si sedette, e appena ripresa la corsa, apri il cappotto, e guardando la situazione davanti a se, introdusse le mani sotto la gonna sfilando le mutandine, lo fece in maniera rapida, e in un attimo le mise nella borsetta, da cui estrasse un dildo nero.
In tutto questo, ero in preda a sentimenti contrastanti, il panico nel vedere estrarre il suo dildo in quel contesto, la paura di essere notati, l'eccitazione perché riconoscevo perfettamente dal colore, che quello era il giocattolo con cui si inculava sempre per me.
Lo infilò sotto la gonna, potei intravedere in quel movimento, la fine delle sue calze e la pelle che portava alla sua fica scoperta.
Guardavo la sua espressione, e nel momento in cui introdusse il dildo pienamente in culo, i suoi occhi si chiusero,mentre lei confidando nella mia guardia, adesso si muoveva, cavalcando sul sedile, devastandosi.
Non resisteva e volevo alzare l'asticella, le chiesi di mettersi vicino a me, lato finestrino, ubbudi subito, e sapeva perfettamente il motivo.
Ero eccitato dal fatto che il ragazzo davanti a me fosse così vicino, eppure così ignaro di ciò che accadeva alle sue spalle.
"alzati la gonna e anche il golf, voglio che ti metti in vetrina" . Immaginai che probabilmente qualcuno avrebbe potuto notarla all esterno, ma soprattutto mi arrapava l'idea che, se il tipo davanti si fosse voltato, non so per quale motivo, l"avrebbe sorpresa così.
Lei si continuava a sditalinare la fica,ansimando sempre più, quando la sorpresi.,abbassai la tuta"fatti sborrare adesso "le ordini, mostrandole il cazzo.
Il suo sguardo denotava la sorpresa, ma nn fece in tempo a realizzare, che già le spingevo la testa scopandola in bocca e venendo in maniera impetuosa dentro le sue labbra.
Lei estrasse il suo dildo e lo ripose in borsa, realizzando di essere stata molto più troia di quanto pensasse.
La mia troia.
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