lesbo
Ricordi dal passato "Lavinia"
di robydany54
20.06.2012 |
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"Partendo mi aveva impartito sia verbalmente che con vari post script tutte le indicazioni per ogni tipo di esemplare..."
I giorni continuarono a passare ed inesorabilmente la fatidica data dell’esame di maturità si avvicinava sempre di più. Tra un libro e l’altro, mi concedevo piccole distrazioni ,del tipo la: telefonata all’amica, un’uscita con mia madre al mercato; il resto era solo studio. Con il sesso collettivo, avevo temporaneamente chiuso vivendo di ricordi. Quando non ne potevo più, mi chiudevo in camera e dopo essermi completamente denudata, iniziavo a spaziare con la mente ed a trastullarmi con le solite zucchine , schiaffandomele in tutti i pertugi. Da pochi giorni,ero padrona della casa, i miei ,compreso mio fratello si erano recati dato il forte caldo, nella nostra casa di Santa Marinella, lasciandomi assieme a Billy il nostro cane. Essendo io la padroncina, era giusto che rimanesse con me, poi un pochino di compagnia non mi avrebbe che giovato, proteggendomi nello stesso tempo da qualche malintenzionato. Non va dimenticato, che non era neppure passato un anno dalla tragedia di Via Poma., ed a Roma specialmente nei quartieri residenziali, si viveva nella paura. Nei giorni seguenti, ricevetti una telefonata da una mia amica di classe,Lavinia, la quale pure lei, infastidita dal caldo e presa dalla maturità, mi propose di studiare alcune materie assieme. Avremmo potuto confrontarci interrogandoci a vicenda, appurando la nostra preparazione. Invitai la tizia da me pregandola con mille lusinghe, di rimanere a dormire dato la disponibilità dello spazio libero. Ci organizzammo per la notte, nella stanza dei miei, essendo la più fresca ed avendo il bagno in camera; grossa comodità specialmente per me che avevo spesso bisogno del wc per fare pipì . La maggior parte della giornata la passavamo fuori in giardino , circondate da una miriade di piante esotiche piantate da mio padre e curate in modo maniacale. Le aveva lasciate alle mie cure solo per non sentire le lamentele di mia madre, che ogni giorno lagnandosi del caldo, scongiurava la partenza per la casa al mare. Partendo mi aveva impartito sia verbalmente che con vari post script tutte le indicazioni per ogni tipo di esemplare. In giardino vi era un bellissimo gazebo, che oltre a ripararci dal sole, assolveva la funzione di schermo per gli occhi indiscreti e curiosi dei vicini attratti come mosche sul miele nella speranza di sbirciare qualcosa, una tetta, un culo ,una coscia. Sovente mia madre, specialmente con il caldo, amava sdraiarsi completamente nuda sul lettino immersa nelle sue letture, convinta di non essere vista da nessuno. Sdraiate sui lettini con varie bevande a portata di mano, sprofondavamo nei nostri studi. Dato il caldo estenuante, ci eravamo abbigliate con dei parei, liberandoci di tutti gli indumenti superflui, evitando di indossare finanche la biancheria intima. La trasparenza del sottile velo che avvolgeva i nostri corpi, lasciava intravedere tutte le forme, mettendo in evidenza le tette e le chiappette., cose delle quali non scarseggiavamo nessuna delle due. Probabilmente in quei giorni, a nostra insaputa saremmo divenute, alternandoci a mia madre, la gioia di tutti i pipparoli del quartiere. Interrompevamo le varie impegnative letture solo per approfittare di una bella doccia fresca, a pochi passi da noi. Dopo la prima rinfrescata,cadde pure l’ultimo baluardo, lasciandoci proprio come la mamma ci aveva fatte. Con un pochino d’imbarazzo, Lavinia cercò di dare una giustificazione alla sua folta ed incolta peluria, imputandola alla imminente prova dell’esame di maturità. Le feci subito notare l’analogia sul mio corpo, asserendo più che mai convinta, che il pelo era bello e soprattutto mandava i maschietti al manicomio, rendendoli ancora più spregiudicati. Eravamo due belle scimmiette pelose. Tra una risata e l’altra, iniziammo ad insaponarci accarezzandoci a vicenda .Pochi minuti di refrigerio e di nuovo sui lettini a riprendere da dove ci eravamo interrotte e principalmente a sollazzare i vicini che ormai senza ritegno si masturbavano non nascondendosi più. Tra un capitolo e l’altro, con immenso stupore mi sorpresi a sbirciare tra le cosce della mia amica ; nel mezzo della folta peluria si intravedeva tra le carnose labbra , la pronunciata clitoride, simile ad un bocciolo di rosa . Mi sentivo turbata dalla presenza dell’amica; la sua forte sensualità e la sua profonda femminilità avevano scosso la mia libido, procurandomi strane sensazioni , mai provate prima. Non attratta dal mio stesso sesso , pur avendo avuto momenti di intimità con altre ragazze o sotto la doccia, o in campeggio nella stessa tenda, o nello stesso letto durante qualche bella scopata collettiva, dovetti ammettere a me stessa che questa volta era diverso ; ero rimasta folgorata dalla bellezza inquietante della mia compagna. Ammirandola nuda sotto la doccia, avevo desiderato ardentemente di prendere il suo sesso carnoso tra le labbra, agitando freneticamente la lingua per degustarne tutto il sapore e gioire nel sentirla ansimare , ingurgitando tutto il suo piacere nella mia bocca. Fino ad ora avevo solo avuto cazzi ; tanti cazzi di tutte le specie e dimensioni, ma fiche mai l’idea di leccare una vagina non mi era mai venuta in mente, tanto meno proposta. Anche se offerta in modo velato, mai presa in considerazione. Cercavo di frenare i miei bollenti spiriti,per non essere inopportuna e fuori luogo. Le ore trascorrevano piacevoli e spensierate assorte nel divorandoci interi capitoli di letteratura italiana, per poi ripeterli ad alta voce. Dopo pranzo, con il permesso di Dante, Boccaccio, Alfieri e Manzoni e tutti i pipparoli del vicinato,decidemmo di ritirarci per riposare stendendoci nel lettone dei miei. Prima di coricarsi,entrambe lasciammo cadere il pareo ai piedi del letto , liberando i nostri corpi da qualsiasi costrizione. Con una banale scusa Lavinia si avvicinò al mio capo e senza indugio pose le suabocca sulla mia. Non ebbi il tempo di riflettere che sentii l’umido della sua lingua aprirsi una fessura tra le mie labbra bagnate, per raggiungere repentina la mia, fino a fondersi ed amalgamarsi ,regalandomi spasmi di piacere e vampate di calore. Lentamente trovando terreno fertile, la tizia iniziò a palparmi le tette insistendo sui capezzoli rischiando, per eccesso di piacere, di farli esplodere dalla goduria. Lentamente ma decisa iniziò la sua discesa per assaporare l’acre gusto della mia fica impregnata di piacere. Fui stranita nel sentire la pelle liscia del volto e non la ruvida peluria della barba maschile. Si dispensò in una leccata di fica mai avuta prima; mi fece raggiungere l’orgasmo con doviziosi giochi di lingua misti a sapienti movimenti di mano penetranti, alternati tra la fica ed il culo. Due dita fisse dentro la cavità vaginale sapientemente indirizzate verso le pareti più sensibili; altre due statiche nell’ano per dilatare e stimolare il pertugio. Non resistendo alla forte eccitazione., mi abbandonai ad uno degli orgasmi più belli più completi e più rumorosi della mia vita ,schizzando in faccia alla mia amante tutto il gelatinoso piacere. Per non essere da meno, ora avrei dovuto leccare al fica alla mia amica, donandole lo stesso piacere che lei aveva dato a me. Non avendolo mai fatto mi feci guidare da lei ; prendendomi delicatamente per i capelli, mi posizionò all’imbocco della sua vagina bella aperta e bagnata ,ulteriormente dilatata con l’aiuto di due dita. Tirata fuori la lingua zuppa di saliva, iniziai a leccare e succhiare come se degustassi un ostrica. Sentivo ed assaporavo la sua fica umida e carnosa ,emanare un copioso ed acidulo liquido che deglutivo diluendolo con la saliva. Desideravo restituire lo stesso piacere che avevo ricevuto precedentemente; timidamente mi ero spinta oltre la fica, raggiungendo le natiche ed a colpi di lingua ero sprofondata nel loro interno assaporando con la punta della lingua il buco del culo irto di peli. Lavinia visibilmente eccitata, aveva posizionato la fica contro al mia, iniziando a strusciarsi appassionatamente, donandosi e donandomi il massimo del diletto. Le due fiche strofinandosi l’un l’altra stimolavano le clitoridi procurandoci orgasmi a non finire. Arrivammo al traguardo all’unisono agitandoci e dimenandoci con gemiti ed urli . Con le cosce ed il pube completamente imbrattati ed appiccicaticci, decidemmo di andare in bagno per sciacquarci . Alzate dal letto, nel vederla tutta nuda sculettante davanti a me, non riuscii trattenermi dal darle una bella pacca su quel suo bel culetto tondo tondo. Nella grande vasca Lavinia appoggiandosi con le spalle al muro, si fece leccare tutto il corpo iniziando dal collo per scendere ai seni, prima il destro e poi il sinistro , non trascurando le ascelle abbondanti di peli; leccavo asportando il caldo sudore che grondava dalla ragazza specialmente nelle parti coperte da peli. Successivamente, mi fece inginocchiare all’altezza del suo ombelico ed alzando una gamba mi invitò succhiarle il piede; tirando fuori la lingua , iniziai dal calcagno e scorrendo lungo la pianta arrivai alle dita, soffermandomi principalmente al dito grande o pollice , prendendolo completamente in bocca ed aspirandolo, come se fosse un cazzo. Qualche secondo e subito pronta per l’ ascensione , come una lumaca, risalivo sulle cosce per avvicinarmi alla fica pronta e per l’evacuazione urinaria : avevo intuito le sue intenzioni dalla posizione assunta ed ero pronta a ricevere la pioggia dorata sul mio corpo e dentro al mia bocca. Il caldo liquido scorreva con getto energico e copioso, non risparmiando nessuna parte del mio corpo. Istintivamente,aprii la bocca abbeverandomi alla fonte. Dopo essersi completamente svuotata , invertimmo le posizioni e ripetemmo per filo e per segno lo stesso comportamento. Fui compiaciuta nel sentire la sua lingua tra le dita dei piedi, ma il massimo della goduria,lo toccai liberando completamente la vescica sul suo corpo, inondandola pipì. Entrambe ci mettemmo sotto il ,potente getto della doccia e carezzandoci teneramente, iniziammo a ripulirci dei nostri liquidi. Esauste ma appagate ci staccammo per riprendere fiato, piombando in un sonno profondo. Eravamo giunti al termine dell’intrigante racconto, quando Marina mia moglie riprese la parola iniziando a dilettarci con altri suoi ricordi del passato, questa volta ancora più trasgressivi. Ci posizionammo tutti in circolo pronti a al viaggio, che ci avrebbe trasportati indietro nel passato, regalandoci sensazioni stimolanti.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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