lesbo
Dolce come una ciliegia
di Eloise
26.05.2024 |
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"Scoppio a ridere subito dopo aver detto pronto, e lui ricomincia con il “non ci credo” intervallato però ogni tanto da un “sei un'egoista”, almeno è meno..."
Se dovessi abbinare un colore al mese di maggio, abbinerei il rosa.“Gli uomini” dice Cinzia “hanno la titolare e poi le panchinare. E' così per tutti. Per la titolare farebbero di tutto, se lei chiama, pur di vederla, pur di accontentarla si farebbero 200 km a piedi o una traversata in mare a nuoto in pieno inverno. Quando lei sparisce e non si fa sentire sono irascibili, nervosi, impazienti, sofferenti, colorito spento”.
“E la titolare chi è nel caso di un uomo impegnato, la moglie?” chiedo io.
“No! La moglie è la moglie, categoria a sé stante. Tra le altre c'è la titolare e ci sono le panchinare”
Ci rifletto un po', e mi chiedo nella mia vita in quali casi sono stata titolare e quando sono stata una panchinara.
“Ad esempio” continua Cinzia “per Lorenzo eri una panchinara”.
In realtà per Lorenzo ero quella nuova, ma si, non ero la titolare, so bene chi fosse anche se lui negava, e per quel che ne sapevo di lei, mi stava anche molto simpatica. A me stava bene così, sono soddisfatta di quello che ho avuto, il resto non mi hai mai interessato più di tanto.
Ma Cinzia ha ragione.
A volte faccio finta di non capire che quella che mi viene detta è una bugia o una mezza verità ma il 99% delle volte se il mio istinto mi dice che è una cazzata, state pur sicuri che la è!
E proprio perché mi capita di essere una panchinara e con quella che avevo già fiutato essere una cazzata detta con stile e maestria mi era stato detto che non ci saremmo potuti vedere l'indomani, io per l'indomani mi sono riorganizzata.
Era giovedì, il venerdì pomeriggio sarei stata libera dopo una settimana massacrante, con un bisogno spasmodico di relax e di staccare la mente.
Do uno sguardo ai last, magari trovo qualcosa di interessante, poi mi arriva il messaggio di una coppia che recita: “domani pomeriggio sono libera, ti va?”.
La presumibile lei di questa coppia aveva già attirato la mia attenzione, avevo però timore che fosse uno specchietto per le allodole, leggasi un uomo che si spaccia per una donna per adescare coppie o ancor peggio singole.
Ci penso, sento che propone, mi scrive che possiamo fare tutto quello che vogliamo. Mi accendo; lei dall'altra parte capisce che ho un po' timore, infatti mi chiede di avvisarla nel caso ci ripensassi.
Sono stata sul punto di farlo, di tornare indietro, nel momento in cui sono stata più tentata ho chiamato qualcuno che sapevo mi avrebbe sostenuta in questa impresa.
Sapevo.
Speravo.
Mi sbagliavo.
Lo chiamo ed esordisco con un “sto facendo una cazzata” raccontandogli brevemente la storia; non ci credeva, avrà ripetuto almeno 10 volte il ritornello “ma una lei di coppia? voi due da sole? ma davvero vi vedete per del sesso? non ci credo!” così in loop 10 volte. Come se non sapesse cosa sono in grado di fare, disarmante! Almeno mi ha distratta.
Si è fermato al mio “ora devo riattaccare che sono arrivata” e con quel tono imbronciato mi ha detto “voglio venire anche io” e poi ancora “non ci credo”.
Quando sono salita in macchina da lei sono stata pervasa da un senso di tranquillità, lei minuta, delicata, assomiglia alla mia amica Cinzia, ci presentiamo, il nome che mi dà è innocente, la sua presenza mi metteva a mio agio e mi ha chiesto “vuoi? con me?”.
Ho risposto di sì senza alcun tentennamento, poche volte sono stata così sicura.
Ci siamo spostate ognuna con la propria auto, abbiamo trovato un posto riservato, parcheggiato in modo da essere riparate da sguardi indiscreti perché era tardo pomeriggio e c'era ancora tanta luce.
Sono scesa dall’auto e l’ho raggiunta.
Lei aveva un vestitino corto, primaverile, bianco con dei fiorellini, le autoreggenti nonostante fosse già un po' caldo. Io in jeans, maglietta scollata, scarpe da tennis, mi sono avvicinata a lei che era appoggiata al sedile di guida, la portiera aperta, la gamba sinistra piegata ed il piade appoggiato al predellino dell'auto.
Le ho iniziato ad accarezzare distrattamente la coscia sinistra, parlando un po', cercando di rompere il ghiaccio, spostando poi la mia mano sempre più su, sull’orlo delle autoreggenti e percorrendolo più volte avanti ed indietro, lei era estremamente vogliosa, anche io lo ero,volevo toccarla e leccarla.
Mi ha detto che potevo farle tutto quello che volevo, tutto; mille idee nella mia testa, la mia fica che iniziava a pulsare dal desiderio.
Le ho tirato abbassato lo scollo del vestito per poterle prendere in bocca un capezzolo, non prima però di aver leccato l’areola, tracciando un cerchio con la lingua e poi lentamente ho preso in bocca il capezzolo, duro come il nocciolo di una ciliegia.
Aveva un seno piccolo ma su di lei, così minuta era perfetto.
Mi sono poi tolta la maglietta, lanciato il reggiseno nella sua auto e strofinato il mio seno contro il suo mentre guardavo i nostri capezzoli strusciare l'uno contro l'altro.
Abbiamo iniziato a toccarci con foga, la mia mano è scesa sulla sua intimità, prima sopra gli slip, poi le ho alzato per bene la gonna, spostato quel triangolo di stoffa per poter vedere le mie mani sulla sua fica.
Lei mi ha slacciato i jeans, messo le mani dentro, eccitante, ma che costrizione quei pantaloni. Mi sono liberata molto velocemente, cosicché potesse avere accesso a me con più facilità.
Peccato non aver portato qualcuno dei miei giochi, anche lei mi dice di averne, ma a casa, abbiamo più o meno le stesse cose, mi piacerebbe usarle su di lei prima o poi.
La mia voglia di affondare la bocca sulla sua fica è tanta; la vedo fremere più di una volta, quanto la mia bocca scende su di lei, quando la mia lingua le sfiora il clitoride e con una mano accarezzo la sua fessura; mi stacco, la osservo come si tocca, voglio capire cosa le piace.
Deliziosa quando stringe le cosce, sembra sia troppo. Delizioso metterle le mani dappertutto, metterle le dita dentro.
Voglio anche io essere toccata, leccata, ci diamo il cambio; con le tette al vento mi rialzo ed appoggio al sedile della sua auto. Sono un lago, le sue dita filano dei miei umori.
Ci interrompe il suono del suo telefono, è il marito, mi dice ansimando che deve rispondere, mi rivesto alla meglio e mi allontano per lasciarle un po' di privacy.
Prendo il telefono, lui mi aveva scritto: “impegnata?”.
Gli rispondo che sto leccando e toccando, segue un suo “non ci credo, mi prendi in giro”.
ANCORA?!
Torno da lei e riprendo da dove ero rimasta. Mi tolgo nuovamente la maglia, lei appoggiata al sedile anteriore, mi inginocchio e la mia bocca è in mezzo alle gambe, mi chiede se mi piace, le dico che ha un buon sapore e non lo dico per rassicurarla, ma perché lo penso veramente. Lei è dolce, come una ciliegia.
Le mie mani risalgono sulle sue tette, risalgo io e la mia bocca.
Nota che alla sua destra c'è un gruppetto di ragazzi, si stanno allenando, non ci eravamo accorte che eravamo vicine a una palestra.
Mi avverte, io, tette al vento, mi riabbasso velocemente per non farmi vedere, con lo sportello dell'auto che mi ripara, ma riprendo a toccarla, è troppo eccitante quella situazione e lei è bagnata, piace anche a lei.
E' così eccitante che mi rimetto la maglia, mi alzo e faccio inginocchiare lei, mentre mi tocca e ogni tanto avvicina la lingua alla mia fica, do uno sguardo ai ragazzi, cercando di far finta di nulla, trattenendo versi di piacere, cerco di vedere se vengono verso di noi, perché sono eccitata.
Di sicuro non immaginano cosa stiamo effettivamente facendo, siamo semplicemente due donne vicino alle loro auto ed è ancora giorno!
Chissà se hanno visto qualcosa?
I ragazzi se ne vanno, noi ci fermiamo ansimando, ci guardiamo e io sorrido, soddisfatta.
Di nuovo le squilla il telefono, è' tardi, deve rientrare.
Mentre ci rivestiamo mi chiede se mi andrebbe di giocare anche alla presenza di suo marito, le dico che ci penserò, le chiedo se a lei piacerebbe che ci fosse anche un altro uomo che ci guarda giocare, solo guardare, non la vedo troppo convinta.
Ci salutiamo, io ho ancora tanta adrenalina addosso, non vedo l'ora di condividere questa esperienza divertente, trasgressiva, ho dato un senso a questo venerdì.
Quando mi rimetto in macchina lo chiamo.
Scoppio a ridere subito dopo aver detto pronto, e lui ricomincia con il “non ci credo” intervallato però ogni tanto da un “sei un'egoista”, almeno è meno monotono di prima.
E' eccitante raccontargli parte di quello che abbiamo fatto, lo sto ancora rivivendo, lo sento sulla mia pelle, sento ancora il suo odore.
E quello stesso odore lo risento un paio di giorni dopo a casa mia mentre sono in bagno a scaricare la lavatrice e mi torna in mente quel venerdì, tardo pomeriggio.
Mi ritorna in mente lei e non è l'unica volta, ci ripenso spesso, magari la richiamo, magari ci rivediamo, magari ci inventiamo qualcosa insieme.
Oppure quasi quasi mi cerco un'altra lei di coppia, e se mi cercassi una coppia?
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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