tradimenti
Memorie di una moglie fedifraga
di Eloise
19.09.2024 |
11.523 |
31
"Ci stendevamo sotto il letto e senza toglierci i vestiti, ci toccavamo a vicenda..."
Non avrei mai pensato di fare quello che faccio.Se qualcuno mi avesse detto che un giorno sarei arrivata a tradire mio marito, avrei appoggiato le mie mani sul seno di una donna, sentito la consistenza, una consistenza diversa dalla mia, capezzoli più grandi, seni più piccoli e bianchi, seni più morbidi, soffici come quando affondi il viso in una ciotola di panna montata; ebbene se qualcuno me l’avesse detto, non ci avrei mai creduto. Dopotutto mio marito per primo non ci crederebbe mai, ne abbiamo parlato qualche volta sull’introdurre una donna tra di noi, gliene ho parlato scherzando, mi ha detto che io non ne sarei capace.
Peccato che avevo già fatto le esperienze che gli proponevo e di cui lui non mi ritiene capace.
Mentre scrivo queste memorie in sottofondo cantano alla radio “roulette russa, pelle che scotta, l'aria si fa elettrica, occhi chiusi, tutto che gira, la tua pelle luccica...”. Questa canzone è la perfetta colonna sonora per questo racconto.
Quando nella mia pre adolescenza ho scoperto il sesso l'ho fatto con una mia amica.
Ci chiudevamo in camera sua, sotto il letto, mentre i nostri genitori erano in sala. Ci stendevamo sotto il letto e senza toglierci i vestiti, ci toccavamo a vicenda. Lei che metteva le mani sotto la mia maglietta e mi toccava il seno acerbo, girava il dito intorno all'areola fino a toccare i capezzoli, è una cosa che tutt'ora adoro, ed io che facevo altrettanto, poi passavamo a sfiorarci a vicenda mettendo le mani una nei pantaloncini dell'altra. E ridevamo, ci divertivamo. Forse è da lì che viene la mia curiosità e a volte proprio voglia del corpo femminile.
Forse è proprio per quel gioco che facevo che mi è piaciuto quanto l'altro giorno in spiaggia lui ha infilato la mano nei miei pantaloni, proprio come faceva la mia amichetta, e poi le dita nella mia fica. Ci ho ripensato per giorni a quella sensazione.
La mia amichetta mi aveva poi raccontato di aver fatto lo stesso gioco con un suo amico. Ed io ero gelosa, perchè era un gioco solo nostro e perchè avrei voluto farlo anche io con un maschio. Già a quel tempo non mi scandalizzava l'idea di essere in 3.
Ci abbiamo giocato diverse volte a quel gioco, avevo provato a replicarlo con un'altra mia amica ma avevo visto il giudizio nei suoi occhi, occhi che dicevano “è sbagliato” ed allora non l'ho più riproposto a nessuna.
Ma se voler toccare una donna, scambiarsi carezze con lei, sentire il suo sapore sulla lingua, inserire le dita nella sua fessura, con delicatezza, sentirle risucchiate, vederle scomparire dentro di lei, è perversione, allora cos’è desiderare scambiare il proprio partner, farsi vedere da degli estranei mentre si fa sesso, far stendere un estraneo, salire sopra di lui, prendere il suo cazzo in mano e guidarlo dentro di me prendendomi ciò che voglio, con sua grande meraviglia?
I suo occhi dicevano: “che stai facendo?”.
Poche volte nella mia vita ho visto quell’espressione negli occhi di una persona.
Tutto ciò che ho sperimentato finora, non l’avrei creduto possibile, certe cose pensavo potessero accadere solo in qualche romanzetto rosa da strapazzo.
Fino a poco tempo fa l’unica cosa trasgressiva che mi sognavo di provare era il sesso anale. E forse il sesso in ufficio.
Fino a poco tempo fa l’unica cosa che desideravo era ricevere del buon sesso orale e sentire che l’uomo provava veramente piacere nel praticarmelo senza la pretesa di ricevere nulla in cambio, solo per il gusto di farlo, solo per vedermi godere, per sentire il mio sapore, per sentire i miei gemiti.
So bene di cosa sto parlando perché quando io prendo un cazzo prima in mano, sentendone la consistenza, valutando la larghezza e la lunghezza, per poi sottoporlo all’esame della mia bocca, se entra tutto, quanto è duro, perché quando succhi e ti piace succhiare la cosa più importante è poter avere un cazzo duro, è godimento puro, oltre alla soddisfazione, l’eccitazione di riuscir ad eccitare l’altro.
So bene di che sto parlando perché non faccio mai sesso orale per poter essere ricambiata, lo faccio perché mi piace, vedi gli uomini da un altro punto di vista, il loro godimento è solo in mano o in bocca tua, puoi fare qualsiasi cosa, avere qualsiasi cosa.
Ovviamente mi secca far godere e magari non godere a mia volta, lo trovo estremamente egoistico. Nel sesso c'è egoismo, ma c'è anche del dare, far godere.
Non vorrei tradire mio marito. Vorrei che mio marito fosse il mio compagno di giochi in questa avventura ed il non poterlo fare mi rattrista ma, sarebbe per me peggio non farlo.
Quindi quando incontro in coppia lo faccio sempre con un marito, ma il marito di un’altra e lui incontra con una moglie, ma io sono la moglie di un altro.
Non fa una piega, c'è equilibrio, sempre di mogli e mariti si tratta!
Vorrei aver condiviso con mio marito l’esperienza che ho fatto l’altro giorno, raccontargli che era il tramonto, era la prima volta che andavo in questa spiaggia nudista, omettere che c’era una bottiglia di spumante, magari l’avrebbe considerato troppo intimo, sentirmi chiedere da lui: “come è andato questo incontro?”
Raccontagli che lui me l’aveva leccata, io distesa sulla spiaggia, stavo divinamente, ho pensato che farsela leccare in spiaggia era più divertente di quando me l’avevano leccata nel boschetto, la spiaggia mi è più congeniale, sarà perché c’è il mare, nel boschetto, lì c’è più terra.
Avevo tenuto il reggiseno del costume su, mentre invece lui mi aveva sfilato gli slip e i pantaloncini dalla gamba sinistra.
Ero distesa, le gambe aperte, la sua faccia tra le mie gambe, la sua lingua sul mio clitoride.
Ho aperto gli occhi, c’era un tramonto spettacolare e a poca distanza un ragazzo che ci stava guardando.
Ho sorriso e l’ho detto al mio accompagnatore che si è tirato su, mi ha coperta come se solo lui dovesse vedere la mia fica, nessun altro.
Ed invece, non mio marito, ma qualcun altro mi ha chiesto “beh come è andata?” e io gli ho vomiato addosso un “Me l’ha leccata! In spiaggia e c’era uno che c’ha visti”.
Silenzio.
Mi risponde.
“Sai, quando mi racconti queste cose penso…”- sta cercando le parole adatte per non offendermi, si la parola giusta è offendermi – “penso che…tu sia imprudente. E se qualcuno ti vedesse, e se qualcuno che conosci ti vedesse?”.
Gli ho risposto che avevo preso le dovute precauzioni: ero distante da casa, le possibilità che qualcuno che mi conosce mi vedesse erano davvero remote.
Le stesse che corro nel tragitto dalla macchina prima di infilarmi in qualche casa o hotel o motel o qualsiasi cosa sia.
Le stesse.
Mi piace il brivido del proibito?
Si, mi piace, ma non di quel proibito, quello per me non ha alcun sapore, farsela leccare in spiaggia, quello invece si che ha sapore.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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