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Lui & Lei

L'amico della mia amica


di Membro VIP di Annunci69.it Eloise
12.12.2024    |    8.535    |    15 9.9
"Per esempio, l’altra volta non mi ricordo se me l’aveva leccata..."
Luca è un amico di una delle mie più care amiche.
Sabrina che ce l’ha presentato, a me ed alle altre, come un tipo apposto – “E’ uno carino, normale. Molto rispettoso. L’ho invitato un paio di volte a casa per bere qualcosa, senza secondi fini, ha la passione per la fotografia come me, e lui non si è permesso un secondo di provarci. Proprio splendido, un ragazzo come non se ne trovano” – così ci aveva detto.
Io ero convinta che tra loro due ci fosse stato qualcosa, parafrasando che-avessero-fatto-sesso.
Invece nulla - “Luca? No, con Luca no”.
L’ha detto con un sorriso, ammiccando ed era chiaro che lui era solo un tenero amico.
Non mi scoperei mai qualcuno con cui ha già scopato una mia amica perché mi dà l’impressione di prendermi uno scarto, quindi in automatico perdo interesse.

Quando Sabrina ci aveva presentato Luca, oltre alle mie amiche c’era anche mio marito.
Eravamo ad una festa di paese, Luca mi aveva colpito, ma lui era stato più colpito e preso, oltre che da Sabrina, dalle altre mie amiche.
La volta successiva, quando l’ho rivisto, una serata solo donne in spiaggia, ha parlato con tutte, meno che con me.
Si, ero avvilita, contrariata, le mie amiche lo consideravano anonimo e bruttino, io ero l’unica intrigata da lui ed ero l’unica che lui non aveva per nulla calcolato, anzi avevo anche avuto l’impressione di stargli un po’ antipatica.

Una sera, quando ancora ero una singola e ricevevo valanghe di messaggi, mi contatta questo tipo, vado sul profilo, vedo le foto, foto che mi piacciono, ma dal radar è troppo vicino.
Molto cortesemente lo scarico con un “No grazie, sei troppo vicino”.
Lui tenta di non perdere quel filo di speranza che gli ho dato con la mia risposta, ribatte dicendomi che in realtà è di talaltro posto.
“Che abita lì conosco un solo ragazzo, che avrà 45 anni, non molto alto, castano chiaro, occhi verdi, abita sotto la pizzeria”.
“Ma sono io, ma te chi sei? Dai mi stai prendendo in giro!”.
Nell’imbarazzo generale, dopo ore di conversazione, lui che tenta di indovinare chi sono, che mi dice che sono Sabrina, che mi dice che sono Alessandra, alla fine mi svelo.
“Dai, mi stai dicendo una cazzata, non ci credo, non puoi essere te! Mandami una foto perché proprio non è possibile sia tu!”.
“Se non ci credi invitami da qualche parte, vediamoci, avrai la conferma”.
Così rimaniamo d’accordo che mercoledì sera, visto che sarei rimasta sola a casa fino alle 22, lo avrei raggiunto da lui per cena, ci saremmo mangiati una pizza insieme.
“Pizza e birra e basta, ok?”
Che sottintendeva: “Ci conosciamo, abbiamo troppi amici in comune, tu sei single, io no, vengo da te, ma solo per dimostrarti che sono io. Vengo da te, ma solo pizza e birra, poi me ne ritorno a casa. No sesso”
Ma mi eccitava.
L’idea che dietro quel profilo ci fosse lui, lui che conoscevo nella vita reale, lui che non pensava che potessi essere io e viceversa; tutto questo mi eccitava.

Puntuale alle 20 ero già sotto casa sua.
Pioveva, un acquazzone di fine estate, gli scrivo, mi dà le indicazioni per arrivare al portoncino, lo trovo aperto, salgo le scale, entro nell’edificio e trovo il portone di casa sua aperta, lui sull’uscio che mi aspetta e che esclama “Dai non ci credo!”.
L’espressione sul suo viso, di estrema meraviglia mista ad incredulità, penso sarà difficile dimenticarla.
La cena fila liscia come avevo chiesto, aveva ordinato un po’ di pizza, preso un paio di bottiglie di birra.
Il fatto che ci conoscessimo mi metteva a mio agio, ridiamo, scherziamo, mi chiede di raccontargli qualche mia esperienza, del perché mi sono iscritta al sito, gli faccio anche io le stesse domane.
E’ piacevole, liberatorio, poterne parlare con qualcuno che conosco e che tra l’altro parla la mia stessa lingua.
Durante la cena non ci prova mai con me, non allunga mai le mani.
Lo vedi…lui è come lo descrivono le mie amiche, ma è anche uno che incontra coppie, ha un paio di amiche con cui di tanto in tanto si vede. Se le mie amiche o anche i suoi amici sapessero quello che fa verrebbe emarginato, scansato, giudicato, perché la versione che mostra di sé alla luce è parziale, generalmente accettata e confligge con quello che fa nell’ombra.

Mi propone: “Dai, mettiamoci sul divano a vedere un po’ di tv”.
Lo so che avevo detto solo pizza e birra, se ci stendiamo su quel divano probabilmente andremo oltre e mi va, non metto paletti ed è evidente che abbasso le mie difese.
Ho imparato a mie spese che se non vuoi che si vada oltre, quando sali in auto con qualcuno, quando prendi un caffè o un calice di vino a casa di qualcuno, è bene che lo dichiari all’inizio. Speso molti uomini si sentono autorizzati a saltarti addosso, letteralmente saltarti addosso, solo perché sei salita in auto con loro per scambiare 4 chiacchiere, conoscersi e per farlo ci si è fermati in un luogo defilato.
Scherzo sul fatto che io so già cosa aspettarmi da lui, l’ho già visto nudo in foto, quelle sul sito sono piuttosto esplicite, è anche quella curiosità che mi ha fatto accettare l’invito a cena e glielo dico. Vestito fa un altro effetto, è anonimo mentre nudo fa la sua figura.
Scherzo sul fatto che lui invece non ha mai visto le mie tette, perché le mie foto sul sito non sono esplicite: “Così non puoi passare la sera a tirarti seghe sulle mie foto”.
Lui si è già disteso sul divano, ha acceso la tv: “Forza, vieni qui, che aspetti, fammiti almeno toccare il culo!”.
Ha un modo di scherzare che in genere non amo, ma il conoscere l’altro suo lato, mi rassicura e so come prenderlo.
Mi distendo vicino a lui, mi abbraccia e mi dà una sculacciata sul sedere, rido, perché è un gioco divertente, sono soddisfatta di essere arrivata a lui ed è bello stare lì, così, sdraiati ed abbracciati.
“Quasi quasi ti bacio” – gli dico, e gli stampo un bacio sulle labbra.
Non faccio in tempo a staccarmi che incolla di nuovo le sue labbra alle mie, si fa strada con la sua lingua e le nostre lingue si intrecciano. Mi piace come bacia, sa dosare bene la lingua. Non significa che sia bravo a leccare. Nella mia vita ho incontrato perfetti baciatori che erano una frana a leccare e perfetti leccatori che erano una frana a baciare. Si, poi ho incontrato anche perfetti baciatori e leccatori. Due. Per ora due. Perché uno che sa baciare difficilmente te lo dimentichi, anche dopo anni.
Nel frattempo, le sue mani sono scese sul mio sedere, dentro i leggings, e mi ha messo gli slip in mezzo al sedere, strizzandomi una chiappa, pelle contro pelle, la sua mano, il mio sedere.
Stacca la sua bocca dalla mia e mi chiede: “Possiamo pareggiare i conti, posso almeno vederti le tette? Tu mi hai già visto nudo in foto, io nulla!”.
Luca fa ridere, lo pensano anche le mie amiche. A me piace anche la sua voce, una voce un po’ roca.
Mi metto seduta sul divano e mi tolgo la maglia ed il reggiseno.
“Eccole, le hai viste, sei contento?” dico mentre avvicino le mie mani al mio seno per metterlo in evidenza, come dire eccole, sono belle? Guardale!
“No. Dai, andiamo in camera, che voglio vedere il resto!”.
Così ridendo mi alzo, e corro verso la camera, lui mi insegue.
Quando mi raggiunge inizia a farmi il solletico e dopo un po’ di miei “Basta”, detti ridendo, stiamo giocando, è il gioco della seduzione, mi allontano, vado dall’altra parte del letto e gli dico: “Ok, ora puoi vedere il resto”. E con un movimento fluido mi tolgo i leggings e gli slip.
“Se ti prendo, non sai cosa ti faccio”.
Rido e salgo sul letto, mi raggiunge e ci baciamo ancora un po’ e poi…

Poi passano mesi e mesi da quella volta. A volte non conta se sei distante 15 km o 150 km, a volte dipende dal fatto che in quel momento le strade si debbano incrociare o meno. Quindi capita che è difficilissimo vedersi con qualcuno che sta a 15 km, mentre diventa semplicissimo vedersi con chi sta a 150 km di distanza.
Si, serve la volontà, la voglia di vedersi, se c’è la voglia si fanno cose folli…è qualcosa che non ha prezzo.
Avevo deciso di non rivederlo più Luca, almeno in quel contesto: era stata una bella serata, ma potenzialmente troppi problemi, primo tra tutti il fatto che nella vita reale noi ci conosciamo.
Ma ho deciso di cedere perché ne avevo bisogno; avevo bisogno di staccare la spina, rotolarmi tra le lenzuola con qualcuno; qualcuno con cui avessi già confidenza, scoppiavo dalla voglia, quella voglia che è quasi una sofferenza, ero senza pace, avevo poco tempo a disposizione in quelle settimane, ma avevo fame.
Avevamo giocato un po’ con Luca, ci eravamo scambiati qualche messaggio e qualche foto, avevamo flirtato un po’ dal vivo con gli sguardi, eccitante sapere che solo noi sapevamo, nessuno dei nostri amici sapeva.
Avevo un’ora libera martedì, gli ho scritto che se c’era lo avrei raggiunto a casa alle 19, ma avevo poco più di mezz’ora di tempo.
“Non so cosa aspetti a venire”.

Mentre mi toglievo il cappotto lui si è appoggiato al termosifone, l’ho raggiungo, abbracciato e guardato quei suoi occhi verdi.
Non è il mio tipo a livello di colori, preferisco i mori ai castani chiari, preferisco chi ha gli occhi scuri anziché chiari ma i suoi occhi verdi sono molto belli e mi incantano.
Mi piace il suo odoro ed il suo sapore. L’ho annusato mentre appoggiavo le mie labbra al suo collo e mentre lo baciavo, l’ho leccato ed annusato. Sa di buono. La sua pelle ha una consistenza che mi piace.
E poi ho incollato la mia bocca alla sua; aveva una liquirizia in bocca e ce la siamo passati mentre le nostre lingue si incrociavano.
Bacia bene, bacia come mi ricordavo. Stiamo un bel pezzo li abbracciati a baciarci e basta.
Nel mentre gli tiro su la maglietta e gli metto le mie mani fredde sul petto.
Ha un fisico che mi piace, è asciutto, ma c’è qualcosa da stringere e non troppo alto.
Si stacca e mi chiede: “Ma non hai caldo?”.
Sorrido, è un modo per chiedermi di spogliarmi.
Mi sento diversa rispetto alla prima volta che ci siamo incrociati, sono diversa rispetto alla prima volta che ci siamo incrociati.
Non temo più di dirgli: “Sii gentile, delicato” oppure “quel modo di fare non mi piace, vacci piano”.
Le cose funzionano meglio, funzionano decisamente meglio rispetto all’altra volta.
Per esempio, l’altra volta non mi ricordo se me l’aveva leccata. Questa volta ci siamo concessi un bel 69, non dico che ci sarei stata per tutta la mezz’ora che siamo stati insieme ma non sa solo baciare bene, sa anche leccare.
Il suo forte sono le dita, quando mi ha messo le dita dentro, quando mi ha toccata...stavo per venire.
No vabbè non stavo per venire, ho sempre avuto l’abitudine a controllare il mio orgasmo per ritardarlo il più possibile, a volte più che l’orgasmo stesso mi piace tutto quello che c’è prima, le sensazioni che provo prima, mi piace il sesso che dura a lungo, essere costantemente al limite dell’orgasmo. E’ come essere sull’orlo di un precipizio.
E poi quello specchio di fronte a noi, sull’armadio. Mi giro e lo guardo mentre io sono a pecorina sul letto e lui mi scopa, una visione nuova.
Bello! Gli dico: “la prossima volta che ci vediamo, porto qui il mio amante e tu trovi una ragazza da portare. Divertimento al quadrato!”

Non sto qui a raccontare altro…dai è stata una sveltina, ma è una sveltina, su un letto, al caldo, comodi.
Una sveltina a fine giornata lavorativa è un toccasana: finisci di lavorare e prima di tornare a casa, alla realtà, ti prendi un’ora di pausa, di relax. A volte è vitale. So bene che sapete a cosa mi riferisco.
Doccia velocissima, perché mi era venuto sulle tette…
“Quanta ne ho fatta!”
“Non è un buon segno?”
Si è messo è ridere.
“Ti prego, baciami” gli avevo chiesto implorante distesa sul letto prima che andasse in bagno a prendere qualcosa per pulirmi; che poi il pulirmi era solo un modo per continuarmi a toccare le tette, ma mi è piaciuto….
Mi sono rivestita alla velocità della luce che Flash, scansate, e sono tornata a casa.
In quel momento, mentre salutavo Luca, mentre scendevo le scale di casa sua e poi risalivo in auto mi sono sentita, dopo tanto tempo, di nuovo me stessa.
Mi sono riconosciuta. Quell’orgasmo, quell’incontro, quel passarsi la liquirizia mentre ci baciavamo mi ha risvegliata.
Non stile la-bella-addormentata, non è uno stile che mi appartiene.
A volte per ritrovarsi bisogna perdersi: tra le braccia di qualcuno, negli occhi di qualcun altro, nell'odore della pelle.
Perdersi.
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