Lui & Lei
La casa al mare
di Eloise
05.04.2024 |
6.991 |
36
"Non risponde, chiude l’acqua, si gira, mi fa inginocchiare e mi viene in faccia e sulle labbra..."
“Dimmi, quante volte al giorno entri nel mio profilo, guardi le mie foto o guardi quelle foto che ti ho mandato in privato e ti masturbi su quelle. Quante?”Silenzio.
Sento respirare dall’altra parte.
Lui non dice una parola.
Riattacco.
Mi ha richiamato dopo qualche minuto, facendo finta di nulla, come se non avessi risposto qualche minuto prima e gli avessi detto quanto sopra.
“Mercoledì ho casa al mare libera, ma non prima delle 15.00, ci vediamo li, scrivimi quando arrivi, ok?”.
Mercoledì, appena scesa dall’auto mi sorprende l’odore del mare, sono in anticipo, mi dirigo verso la spiaggia, respiro quell’odoro, il mare è agitato, è uno spettacolo che adoro.
Solo allora gli scrivo.
Quell’odore mi riporta alla memoria il bacio più dolce che mi sia stato dato. Lui era un ragazzo qualche anno più giovane di me, eravamo in macchina, nel parcheggio di un supermercato, in un posto defilato in modo che nessuno ci vedesse, entrambi impegnati, entrambi il timore di conoscerci perché della stessa città, avevamo parlato un po’ in auto, era ancora caldo.
Ricordo la sua pelle bianca, quel bacio dolce che mi ha acceso i sensi e che mi ha fatto bagnare.
Non siamo più riusciti a rivederci, a volte la distanza è solo un numero: riesci a vederti più e più volte con qualcuno tanto distante da te e non riesci a incrociarti più con qualcuno che abita a pochi passi da te.
Oggi ho parecchia tensione addosso, abbiamo abbastanza tempo e servirà tutto.
Come apre la porta mi intrufolo dentro, furtivamente. Ci baciamo e un po’ di quella tensione inizia a sciogliersi, sono così tesa che sento come un tremore addosso, non riesco nemmeno a parlare, nemmeno a dirgli “ciao”, lo bacio e basta.
Ho troppa voglia di farlo, potremmo stare li a baciarci per ore. Come fa la gente a far sesso e non baciarsi, mentre ci si stringe, pelle contro pelle.
Il suo bacio è stanco, un po’ annoiato o forse lo sono io, annoiata.
Tolgo distrattamente, le scarpe, poi pantaloni, calze, slip, tutto insieme, rimango con la camicetta rosa su, lo faccio sedere sulla sedia, mi inginocchio, ed inizio a succhiarglielo, lui è già eccitato, sono sorpresa, ancora una volta, non pensavo di trovarlo così.
Mi do da fare parecchio con la bocca, in realtà vorrei farlo venire, che scocciatura quando non ci riesco!
Devo fargli provare un pompino in auto mentre guida, magari quello lo eccita ancor di più; c’è il rischio che mi venga in bocca, che è una cosa su cui non transigo, se mi sento particolarmente generosa mi faccio venire in faccia.
Mentre mi alzo, mi tolgo la camicetta, poi il reggiseno, lo attiro verso il bagno e gli racconto di quell’hotel che aveva la doccia dentro la stanza, a vista; sarebbe bello poter giocare con una donna in una doccia così mentre gli uomini ci guardano senza poterci toccare, magari nudi, magari uno disteso sul letto e l’altro su una delle poltroncine che c’erano nella stanza.
E’ solo una fantasia, perché la mia collega quando ha visto la doccia in stanza è impazzita e ci hanno cambiato sistemazione, un vero peccato, eravamo senza mariti, potevamo rimorchiare un ventenne e giocarci perché è inutile che lei faccia la santarellina, tanto lo so che ha un debole per i ragazzi molto più giovani di lei. Per fortuna abbiamo gusti diversi, non ci siamo mai litigate gli uomini.
E mentre gli racconto la mia fantasia noi siamo in quella doccia piccola, scomoda, io che gli insapono la schiena e da dietro poi gli prendo in mano il cazzo mentre tra una parola e l’altra gli mordicchio leggermente, delicatamente la schiena cercando di non lasciare segni sulla sua pelle chiara.
“Dov’è questo posto?” mi chiede ansimando.
“Milano, ci andiamo?”.
Non risponde, chiude l’acqua, si gira, mi fa inginocchiare e mi viene in faccia e sulle labbra.
Resto li, così, il trucco nero che cola.
E’ terribile, sono ironica ovviamente. Per una volta non glielo dico anche se lo penso.
Mi passa un asciugamano e andiamo verso la camera da letto, mi fa sdraiare ed inizia deliziosamente a leccarmi, mi perdo nelle sensazioni e nei pensieri.
Ripenso al ragazzo che ho conosciuto qualche giorno fa. Ci siamo visti in un luogo isolato, sopra di noi passava l’autostrada, assomigliava al posto dove andavo qualche decennio fa con il fidanzato dell’epoca. Ci appartavamo in macchina in un posto simile con vista autostrada.
Mi ha fatto ritornare indietro di anni, solo che ora ero clandestina, insieme a questo ragazzo, le nostre auto una di fianco all’altra, seduti sul portabagagli aperto della sua auto a bere vino, bicchieri di plastica, fuga in pausa pranzo, io con una gonna da lavoro, tacco moderato, questa stradina sterrata.
Molto eccitante.
E poi mi perdo nel mio orgasmo e mi rilasso a letto sfinita, completamente consumata.
Ci siamo rivestiti, io con calma, lui più in fretta, con la sua camicia bianca e poi la giacca; io mi sono messa la camicetta di raso rosa, le collant, i pantaloni del tailleur, il dolcevita e sono risalita sui tacchi, vestita per il lavoro; ci salutiamo con un bacio, mi dice che posso fare con calma, lui ripasserà più tardi per sistemare e riprendere le sue cose.
Vado verso il bagno, devo truccarmi di nuovo, mi arriva un suo messaggio: “ricordati di prendere il plug che ho lasciato sopra il lavandino del bagno”.
Sempre tenero.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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