Lui & Lei
Flashback
di Eloise
07.06.2024 |
4.834 |
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"Io allungo le braccia e faccio segno ai due uomini di venire verso di me, prendo i due cazzi in mano, uno a destra, l’altro a sinistra..."
“La visione è consentita agli uomini maggiori di XXX anni solo se accompagnati da una lei bisex”.Siamo nel suo ufficio, sono seduta a terra, schiena leggermente inarcata, mani appoggiate a terra, lui mi è appena venuto addosso ed è in piedi davanti a me, nudo, sono nuda anche io, sorrido, inclino la testa di lato, lo guardo negli occhi e gli dico:
- "Ora so come finire il mio racconto".
So che lui non capisce quello che sto dicendo, lo vedo da come mi guarda, avrà pensato che mi riferisco a qualche mio strano hobby di cui non è a conoscenza.
Ma io, mentre il suo sperma mi cola sulla guancia ed il resto è sul mio seno, ho veramente capito come finire il mio racconto.
Lui, Luca, è il mio collega di lavoro con cui da tre anni flirto innocentemente il venerdì pomeriggio. In genere mi telefona con una scusa, non prima delle 18.00 e passiamo quella mezz’ora in chiacchiere, io gratifico il suo ego con mille complimenti e lui mi rassicura comprensivo.
Venerdì mi ha telefonato prima del solito perché dovevamo discutere veramente di lavoro; ha un difetto, parla troppo e mentre parlava e parlava la mia mente è ritornata a lunedì.
Con C. avevamo organizzato proprio una bella mattinata trasgressiva a 4 ed eravamo andati nella casa al mare. Alle 10 ero li; lui, arrivato qualche minuto prima, era in auto, lo raggiungo, apro la portiera, mi sorride.
Avevo così voglia che quando ci siamo chiusi la porta dell'appartamento alle spalle gli ho detto:
-”Ho bisogno che mi scopi subito, anche solo per 5 minuti, non riesco ad aspettare un secondo di più!”.
Non riuscivo ad aspettare che arrivasse l’altra coppia.
E lui mi ha accontentata.
Mi sono spogliata velocemente, tolto tutto, non prima però di essermi fatta ammirare un po’ in reggiseno e slip in pizzo bianco, mi sono messa sul letto a pecorina, ero già bagnata e lui già pronto, è entrato dentro di me, le sue mani sui fianchi ed ha iniziato a sbattermi, al contrario di come fa di solito, senza tanti preliminari, senza tante galanterie, non ne avevo bisogno quel giorno.
Si è fermato un attimo, è uscito da dentro di me.
Ho sentito la mancanza del suo cazzo, il vuoto, ho fatto un verso di stupore, infastidita ho girato il viso cercando i suoi occhi. Dove cazzo era andato?
Certi uomini hanno degli occhi a cui è difficile non pensare, che ti attraggono come una calamita.
Lui è tornato di nuovo da me, aveva preso il mio telefono, mi ha messo di nuovo dentro il suo cazzo ed ha iniziato a filmare, il mio culo in primo piano, lui che entra, esce ed ancora…poi si è fermato, ha lanciato il telefono sul letto e io ho iniziato a scoparlo, avanti ed indietro sul suo cazzo mentre mi accarezzava la schiena.
Cinque minuti secchi, stavo quasi per venire, fino a che non mi ha squillato il telefono, sono arrivati.
Lui si è fermato ancora dentro di me, gli ho passato il telefono ed ha mandato un messaggio alla coppia che recitava "scendo a prendervi", un ultimo colpo deciso e si è tolto.
Mi sono rivestita in fretta e sono scesa ad accoglierli con un sorriso malizioso.
Mi rianimo e ritorno alla realtà, che mi sta dicendo Luca? Ah si, quella pratica li.
Quando si deciderà a cedere, quando si deciderà ad invitarmi nel suo ufficio? Non desidero altro all’infuori di essere piegata sopra la sua scrivania e scopata.
Chiudo la telefonata più in fretta che posso, il pensiero di lunedì scorso mi ha eccitata.
Mi accerto di essere sola in ufficio, mi metto comoda sulla poltrona e la mia mano scende dentro le mie mutande, chiudo gli occhi e mente con l’indice ed il medio mi stuzzico il clitoride strofinandolo, con il pensiero torno a qualche settimana fa.
Chi ha detto che 3 è il numero perfetto è perché non è bisessuale e non l’ha mai fatto in 4.
Non è che farlo in 3 non mi piaccia, l’ho sperimentato e loro, unica coppia che ho incontrato da sola, l’ho adorata e non vedo l’ora di rivederli, ma in 4 mi diverto di più.
Ritorno a quel mercoledì, a me distesa a letto e Vanessa tra le mie gambe che me la lecca.
Io allungo le braccia e faccio segno ai due uomini di venire verso di me, prendo i due cazzi in mano, uno a destra, l’altro a sinistra.
Inizio a segarli, ma Marco capisce che lo voglio in bocca, si avvicina, inizio a succhiarglielo, mentre continuo ad avere in mano quello di C.; mi stacco e mi giro a sinistra verso di lui, gli prendo in bocca il cazzo mentre la mia mano destra torna su quello di Marco.
Sto scomoda, non riesco a succhiare bene, per fortuna qualcuno mi mette un cuscino sotto la testa, così riesco a prenderli in bocca a turno quasi fino in fondo senza distruggermi il collo.
Mi è piaciuto alternare, come quando Vanessa era carponi, Marco che la scopava dietro, lei che succhiava C. ed io, eretta sulle ginocchia di fianco a lei, la mia pelle contro la sua, ho appoggiato il polso sulla la spalla di Marco e l’altro sulla spalla di C. godendomi lo spettacolo, cercando invano gli sguardi degli uomini e poi li ho baciati a turno, mentre le mie mani non abbandonavano mai i loro corpi.
L’eccitazione sta salendo, sposto la mia mano dentro la mia fica, prima un dito, poi un altro, sono fradicia, mentre con l’altra mano riprendo a stuzzicarmi il clitoride. Scivolo un po’ sulla sedia, sto scomoda ma posizione perfetta per essere leccata, lui inginocchiato, sentire la lingua mentre io lo guardo e sposto la mia mano sulla sua testa e dietro il collo. Delizioso.
Ho troppo bisogno di venire, le mie dita scivolano dentro e fuori.
Chiudo gli occhi, ritorno a settimane fa, a lui, sopra di me, che mentre mi sta scopando mi guarda negli occhi e chiede:
- “Vuoi un cazzo in bocca, vero?”
Faccio di si con la testa, mi dice di chiederlo a Marco.
Così, giro la testa verso di lui e gli chiedo:
- “Per favore, mi metti il cazzo in bocca?”.
Marco mi accontenta subito.
Ed i ricordi si mischiano al mio orgasmo, a lui che mi dice che ho bisogno di un cazzo in bocca per venire, alla pelle di Vanessa morbida, gustosa, alle risate, all’odore di sesso, ai miei gemiti soffocati sul materasso mentre vengo, a lui che mi dice che sono la migliore ed è una coltellata perché è quello che mi diceva il mio amichetto delle superiori.
Quella doccia gelata mi fa tornare al presente insieme allo squillo del telefono, sono le 19.00, è Luca. Non sono in vena di convenevoli, gli chiedo:
-“Che vuoi?”.
Mi invita a raggiungerlo nel suo ufficio perché vorrebbe finire di vedere quella pratica con me.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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