Gay & Bisex
SCOPATA DA LEROY MERLIN
di Cazzone_spacca
03.05.2020 |
21.194 |
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"Dopo pochi sentii dei passi vicini alla casetta..."
In questo periodo di confinamento forzato le mie scopate hanno dovuto subire un brusco arresto e questo ha comportato 2 conseguenze dirette: 1)La prima è che ho una voglia che mi scoperei pure un tronco, e il mio cazzo è perennemente duro con un’erezione in media ogni mezzo minuto circa, tipo che mi basta qualsiasi cosa per farmelo rizzare e di conseguenza mi sto ammazzando di seghe.
2)La seconda è che non ho nuove avventure erotiche da poter condividere con voi.
Le due cose poi si connettono tra loro e fanno sí che ultimamente stia pensando a molte mie vecchie scopate epiche che raggiungo con la memoria per segarmi. Così ho pensato di raccontarvene una particolarmente piccante alla quale ho dedicato una sega proprio poco fa...
Era più o meno questo periodo dello scorso anno, una giornata primaverile in cui ero andato da Leroy Merlin per acquistare alcuni materiali da giardino. A me in primavera, sarà la natura che rinasce, saranno le giornate che si allungano, saranno i pianeti che si allineano, ma il cazzo mi tira più del resto dell’anno. Ho perennemente voglia.
Ricordo che era una giornata particolarmente calda tra aprile e maggio, e ne avevo approfittato per indossare il mio outfit preferito: una leggera tuta rigorosamente senza mutande così che fosse ben visibile il mio pacco in movimento... arrivato da Leroy Merlin mi diressi direttamente verso il reparto del verde attraversando velocemente le altre corsie. Notai che al bricolage transitava un ragazzo affatto male con un mucchio di cuscini nel carrello. Fu un attimo, ma sono certo che voi capiate a cosa faccio riferimento, in uno sguardo ci eravamo detti tutto. Il ragazzo avrà avuto poco più di 20 anni, non era esattamente il mio tipo, leggermente tropo femmineo, ma comunque con un bel viso e soprattutto delle grosse labbra, per le quali ho un’inesauribile attrazione. Complice la voglia che avevo il mio pacco iniziò già a gonfiarsi. Mi inserii anche io nella corsia del bricolage, fingendo di guardare gli scaffali ma non dimenticando di darmi una toccatina innocente e cadenzata al pacco. Continuai a fingere di cercare qualcosa ma con la coda dell’occhio mi accertai che il ragazzetto mi stesse ancora guardando.
Ovviamente era così.
Proseguii nella mia attenta scansione degli scaffali, continuando con la mano a toccarmi di tanto in tanto l’uccello che intanto aveva continuato a crescere ed il bozzo era ormai divenuto abbastanza visibile. Il ragazzo, anche lui fingendo di scandagliare gli scaffali, aveva iniziato ad avvicinarsi. Una persona era entrata in corsia, colsi l’occasione e con la scusa di farla passare mi spostai un pochino, avvicinandomi anch’io al ragazzo. Ormai eravamo fianco a fianco, lui prendeva e ripoggiava oggetti sui ripiani, lo stesso io, è sentivo che il cazzo continuava a crescere. Mi guardai intorno, l’uomo in corsia ci dava le spalle ed era verso la fine della corsia stessa, finsi anche io di afferrare un oggetto dallo scaffale ma in realtà afferrai la mano del ragazzo e, dopo essermi di nuovi guardato attorno, gliela portai verso il mio ventre, spingendogliela sul mio pacco. Il ragazzo lo strinse nella sua mano, continuavamo entrambi a fissare i prodotti di fronte a noi, ma io avevo la sua mano stretta attorno alla mi verga.
Sentii dei passi avvicinarsi, lui velocemente ritrasse la mano e io afferrai il suo carrello portandomelo davanti al pacco per nascondere la ormai vistosa erezione.
Mi aggirai per la corsia, chi mi legge sa quanto mi piaccia “la caccia” e la caccia era iniziata. Il ragazzo era caduto nella mia troppola ormai ma volevo divertirmi e cuocerlo a fuoco lento, in più avendo il suo carrello, avevo ulteriormente la certezza che mi avrebbe seguito.
Passai un paio di corsie e mi infilai nella prima che trovai vuota. Dopo pochi istanti apparve anche lui, ebbi modo di vederlo bene, stagliato sullo sfondo dei fondi per vernici, fisico alto e slanciato, leggera t-shirt con scollo largo che lasciava intravedere un petto liscio e glabro, dei ricciolini biondi gli uscivano da un cappellino buttato sulla testa, occhi chiari, indefinibile se verdi o celesti, ma comunque chiari, e poi quelli grosse labbra da pompinaro che mi fanno impazzire. Mi guardai nuovamente intorno, la corsia ancora vuota, mi infilai la mano nella tatua e tirai fuori il mio cazzo duro, lo sbattei contro i cuscini mentre lo guardavo, lui si dirigeva verso di me, quando mi ebbe raggiunto mi prese il cazzo in mano. Mi aveva dato l’idea di un ragazzo timidino, ma invece aveva uno sguardo alquanto sfrontato e da troia, col quale mi guardava mentre intanto aveva iniziato a menarmi il pisello e scappellarmelo. Mi lasciai trastullare per un po’, poi me lo rinfilai dentro e mi riallontanai. Vagai un po’ per il negozio, ogni tanto ci incontravamo, ci mandavamo sguardi voglioso, ci spogliavamo con gli occhi, se la situazione lo permetteva, me lo tiravo fuori e glielo lasciavo ammirare in tutta la sua durezza, o gli concedevo di toccarlo. Il gioco si faceva sempre più spinto, ad ogni incontro in una nuova corsia la caccia si faceva più fitta, la mia mano gli scivolava nei pantaloni... sulle chiappe prima, tra le chiappe poi e infine con un dito sul suo buco. Me lo facevo menare mentre iniziavo a premere con una leggere pressione. La Troia era vogliosissima, il dito impiegò pochissimo ad entrare. Iniziai a sditalinargli il fumetto e la troietta iniziò a gemere mentre mi menava il cazzo e mi diceva di volerlo sentire dentro.
Anche io ormai avevo voglia di scoparmelo, doveva essere una sborrata veloce, una sega in corsia, al massimo un bocchino se riuscivamo, ma quella Troia mi stava eccitando ad alti livelli, e volevo sbattermela. Mi dovetti fermare per non sborrare dall’eccitazione al solo pensiero del mio cazzo nel suo culo liscio. Rinfilai il cazzo nella tuta, riafferrai il carrello e mi diressi nuovamente verso l’area giardinaggio. Avevo avuto un’idea e poteva funzionare. Ormai come una cagnetta in calore il ragazzo mi seguí. Eccola di fronte a me, la mia idea prendeva la forma di spesse doghe di abete. Una di quelle casette da giardino, sarebbe stata perfetta per ospitare la nostra scopata frugale. E il rischio di poter essere scoperti non faceva altro che rendere il tutto ancor più eccitante. Mi diedi uno sguardo intorno, il reparto era semideserto, e la maggior parte delle persone guardavano le piante. Mi finsi interessato alla casetta, la squadrai dall’alto al basso, la aprii e richiusi qualche volta e poi, dato uno sguardo attorno e poi fisso al ragazzetto, entrai. Dopo pochi sentii dei passi vicini alla casetta. Era lui? Un altro cliente? Un commesso? Io avevo una mega erezione e non avevo nemmeno più il carrello per nasconderla e, certo, se fosse stato un commesso sarebbe stato alquanto imbarazzante (a meno che non fosse stato un figo, in quel caso eccitato come ero me lo sarei scopato). Ancora qualche passo, rumori indistinti e poi un cigolio. La porta si aprì, di poco, di quel poco per farmi capire che era il frocetto che volevo scoparmi.
Si guardò attorno ed entrò. Stava febbrilmente avvicinando la mano al mio pacco, ma io lo precedetti, lo afferrai dalla collottola, lo spinsi in ginocchio, mi tirai fuori il cazzo e iniziai a sbatterglielo sulla faccia. La Troia godeva con gli occhi chiusi si strusciava contro il mio pacco mentre glielo sbattevo sulla faccia. Presi a strusciarglielo su quei lineamenti perfetti, intorno agli occhi (erano verdi), sulle guance, intorno alle grosse labbra, poi alzavo il cazzo e gli spingevo la testa contro i miei coglioni. La Troia ne voleva sempre di più e ci mise poco ad aprire la bocca. Glielo misi bene dentro. Presi a pompargli la bocca come piace a me, tenendogli ferma la testa e spingendogli tutti i miei 20 cm giù in gola mentre le palle gli sbattevano sul viso. Di nuovo dei passi avvicinarsi, qualche avventore del negozio. Mi fermai un momento, trattenni il respiro (e la sborrata) poi i passi si fecero lontani e ripresi a scopare quella bocca di Troia insaziabile che me lo succhiava come un’idrovora senza staccarsi un attimo. Cazzo la Troia era davvero infoiata e non c’era verso che si staccasse dal mio cazzo. Ma il momento era arrivato, avevo troppa voglia ormai. Stavo sognando il suo culo da qualche quarto d’ora ormai, volevo sfondarlo e mandarlo a casa dolorante. Sfilai il cazzo e glielo risbattei un po’ sulla faccia, solo per ricordargli quanto fosse cagna, poi sussurrai “girati Troia, è arrivato il momento di farti sbattere dietro”. La zoccola si limitò a guardarmi con aria ancora più porca e subito obbedí, voltandosi e abbassandosi i pantaloni e le mutande. Lo spettacolo era incredibile, un fantastico culo perfettamente tondo, bello sodo con le chiappe lisce. Mi sputai sulla mano e mi inumiddi la cappella. Puntai l’uccello contro quel buco pulsante e in un solo colpo fui dentro deflorando quello sfintere che mi era stato offerto con tanta facilità. La Troia soffocò un urlo, ero dentro. Lui poggiato contro la parete della casetta, piegato in avanti, che mi offriva il suo culo fantastico per lasciarselo sbattere da me, un perfetto estraneo in un magazzino. Presi a scoparlo piano, per assaporare la sensazione del mio cazzo che affondava in quel culo ricco senza alcuna resistenza, poi riusciva quasi tutto per poi riaffondare tutta la sua lunghezza, sempre più forte. La scopata prendeva foga, ogni tanto dei passi o delle voci vicine ci costringevano a fermarci, muovevo impercettibilmente il cazzo nel suo culo per non fargli scordare che era mio, che per quella manciata di minuti apparteneva a me, il suo padrone, uno sconosciuto da cui si stava facendo sbattere in una casetta da giardino. Passate le voci e allontanati i passi riprendevo a scoparlo con foga, insultandolo all’orecchio e sculacciandolo, seppur piano per non fare troppo rumore. Ero eccitatissimo, complice il rischio di essere scoperti da un momento all’altro. Ma non era tanto nemmeno questo il fatto. Era l’idea che chi stava là fuori, coppie intente a scegliere i vasi per i loro giardini o casalinghe che sceglievano con premura le piante per abbellire i loro davanzali, non immaginavano cosa si stesse consumando in quella casetta esposta a pochi metri da loro, che due porci pervertiti ci stessero scopando dentro; che un frocetto si stava lasciando scopare come una Troia di strada da un perfetto sconosciuto; che un toro come me stava sfondando il culo ad una zoccola che uscita di casa stamattina non avrebbe mai immaginato cosa aveva in serbo per lui quella giornata. Assorto da questi pensieri Perversi presi a scopare la Troia sempre più a fondo e sempre con maggior foga, lo sentivo tremare dal piacere sotto di me, con le mie palle che gli sbattevano addosso e lui che se lo lasciava infilare tutto dentro. Lo sentii sussurrare qualcosa
“Cosa hai detto Troia?” Chiesi
“Sborrami dentro”
“Ridimmelo” gli intimai nell’orecchio
“Sborrami dentro porco”
“Vuoi la mia sborra? Vuoi essere inondato dal mio seme?”
“Voglio sentire il tuo sperma invadermi”
La puttana voleva che gli schizzassi nel culo, e non mi sarei certo perso quell’occasione.
“Allora ecco a te Troia, per oggi sei il mio sborratoio, mi svuoterò le palle dentro di te”
Gli dissi mentre aumentavo la foga dei colpi fino ad arrivare all’apice del piacere. I miei muscoli si contrassero in uno spasmo, lo spinsi dentro pigiando il pube contro le sue chiappe lisce come non mai e sentii la sborrata salire, poi un primo fiotto liberarsi nel canale del tipo, poi ancora un secondo e un terzo schizzo. Non finivo più di sborrare in quel culo, continuavo a spingerlo dentro per assicurarmi che fino all’ultima goccia di sperma si depositasse nel suo corpo.
Quando ebbi finito sfilai il cazzo, me lo pulii sulle sue chiappe, poi ci passai un dito sopra e gliel portai alla bocca. Lui leccò doverosamente. Quando mi ritenei soddisfatto, mi rinfilai il cazzo ormai barzotto nella tuta, gli dei un ultimo schiaffetto sul culo e mi diressi alla porta. Mi voltai solo per dirgli “sei proprio una puttana. Grazie per avermi svuotato, zoccola” e sorridendo aprii la porta e uscii.
Mi diressi verso l’uscita, avevo ormai scordato anche cosa ero andato a comprare, e me ne andai ma non meno soddisfatto di quanto sarei stato se avessi concluso l’acquisto. Anzi, avevo ricevuto ben oltre ciò che mi aspettassi.
Ragazzi scusate per la lunga assenza, spero di aver allietato la vostra quarantena raccontandovi questo vecchio episodio!
Come al solito lasciate un feedback, fatemi se vi è piaciuto, commentate cosa ve lo ha fatto più rizzare!
E voi? Qual è il posto più strano dove l’avete fatto?!
Un saluto a tutti e buona sega!
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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