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Quarantena interrotta


di svuotocazzi
03.05.2020    |    17.741    |    16 9.6
"Rilasso i muscoli per non tossire e lo accolgo a fondo dentro di me..."
È un periodo davvero difficile. Non solo bisogna stare in casa e le notizie che vengono da fuori non sono delle migliori, ma non si riesce a scopare! Il fatto che non ci si possa spostare certamente non aiuta e molti, pur volendo uscire, sono tenuti a casa dalla famiglia. Mi ero messo l’anima in pace e per le prime settimane mi sono detto che bisognava tenere duro e aspettare. Io Grindr lo accendo pure ogni tanto, ma non si presenta nessuna occasione possibile.
Dopo quasi un mese, noto giorno dopo giorno un profilo che visita il mio. Non ci becchiamo come orari, ma vedo che mi guarda spesso. Ovviamente non ha nessuna foto in evidenza, se non quella di un anonimo paesaggio invernale. Finalmente, una mattina lo trovo online e vedo che è il più vicino a me della schermata. È lui a scrivermi per primo coi soliti convenevoli. Vabbè, due chiacchiere le si fa anche volentieri. Tra una cosa e l’altra mi manda anche le sue foto: è un tipo di 35 anni, moro, magro di fisico e con un bel pelo scuro. Sono sicuro di averci già chattato tempo fa e lui me lo conferma. Al tempo non sembrava troppo interessato a me, ma evidentemente la quarantena fa riemergere un po’ tutti.
Prendiamo a sentirci per qualche giorno, parlando del più e del meno. Mi dice del suo lavoro, che si sta annoiando un po’ per dover star sempre in casa e che, prima della chiusura, aveva avviato una frequentazione con un ragazzo. È evidentemente in astinenza, ma lo siamo un po’ tutti in questo periodo. Nei giorni seguenti affronta (FINALMENTE) argomenti sessuali, tra una battutina e l’altra.
“Ti sento su di giri oggi” gli faccio
“Eh, la solitudine si fa sentire!”
“Vuoi una mano?”
“Più che una mano qua servirebbe un culetto da aprire”
“C’è anche quello se vuoi”
“Dici sul serio?” mi fa.
“Non scherzo mai su queste cose”
“Mmm, beh…si potrebbe approfittare”
“Direi che si potrebbe, sì!”
Mi faccio dire dove sta esattamente ed è nel palazzo di fronte al mio. Davvero a portata di mano.
“Guarda, però subito non riesco. Stamattina devo lavorare!” gli spiego.
“Sì, adesso anch’io. Ma dopo pranzo puoi passare per un caffè!”.
“Ci risentiamo verso l’una e ci aggiorniamo, ok?”
“Perfetto! A dopo”.
Tardo un po’ all’appuntamento che ci siamo dati, ma all’una e mezza sono in chat.
“Ohi, scusa…ma mi sono liberato solo adesso!”
“Tranquillo, tanto non devo andare da nessuna parte!” mi risponde.
È ancora piuttosto eccitato e i doppi sensi si sprecano.
“Dammi il tempo di mangiare qualcosa e sono da te!” gli faccio.
Verso le due esco di casa, in giro non c’è ovviamente nessuno, ma tanto devo solo attraversare la strada. Gli scrivo quando arrivo al suo portone, lui mi apre e salgo al piano. Lo vedo sulla porta che mi sorride, entro in casa e mi fa accomodare in cucina. Ha una tuta leggera e lo osservo per bene mentre scambiamo due parole e lui prepara il caffè. È un bel tipo, non di quelli che ti gireresti a guardare in strada, ma senza dubbio carino e molto spigliato. Mi dice di avere una mezza frequentazione con uno, interrotta da questo blocco totale e inaspettato.
“E quindi non si scopa da un po’, eh?” gli faccio.
“No, guarda. Sono cinque settimane che vado avanti a seghe!” mi risponde, sorridendomi.
“Devi essere proprio pieno. Capisco perché mi hai contattato” gli dico, facendo il finto offeso.
“Ahahahah, ma va stupido. E poi ti avevo già scritto tempo fa, ma era un periodo no e mi sa che ti ho lasciato in sospeso”
“Eh sì, eri scomparso”
“Sì, scusa. Ma era un momento un po’ particolare” continua, mentre beviamo il caffè.
Non ho voglia di indagare troppo, anche per non sembrare inopportuno. Svuoto la mia tazzina e, sorridendogli, gli dico: “Beh, adesso puoi farti perdonare!”.
“Sei simpatico, sai?” mi ribatte, avvicinandosi.
Sa il fatto suo e prendendomi per la vita mi bacia con passione. Ci sa fare con la lingua e io mi lascio andare, prendendo a toccargli il corpo, ancora coperto dai vestiti. Arrivo al pacco con una mano e lo sento già duro ed eretto.
“Ah porcello, qua qualcuno non ha le mutande eh?” gli faccio, staccandomi dalle sue labbra.
Lui si limita a sorridermi. Gli afferro il cazzo con la mano e lo meno per un po’, lasciandolo ancora sotto la tuta. Lui non resiste molto e mi dice di andare giù. Mi inginocchio rapido ai suoi piedi e osservo il bozzo che emerge dai suoi pantaloni. Non male, devo dire. È lui ad abbassarsi la tuta con movimenti rapidi e subito il suo cazzo duro mi colpisce le labbra. Apro la bocca e lo faccio entrare. Lo sento lasciarsi andare a un profondo gemito di piacere.
Succhio con forza, anch’io sono in astinenza da molto, e lui mi aiuta con spinte decise che mi fanno scendere questo bel pisello fino in gola. Rilasso i muscoli per non tossire e lo accolgo a fondo dentro di me. Volgo lo sguardo verso l’alto e lo vedo fissarmi incredulo della mia apertura. Ripete l’operazione ancora qualche volta, poi si abbassa a baciarmi per gustarsi il sapore del suo cazzo. Le sue mani scendono rapide lungo la mia schiena e raggiungono il mio culo. È ancora coperto dai pantaloni, ma lui prende a toccarlo voracemente.
“Il culo, voglio il culo” sussurra.
Mi stacco dalle sue labbra e mi sollevo. Slaccio i pantaloni e li faccio scendere a terra assieme agli slip. Ora siamo a parti invertite. Lui è inginocchiato a terra e io in piedi gli volgo le spalle. Mi piego un po’ in avanti e, appoggiandomi ai mobili della cucina, gli offro il mio buco. Lo sento ridacchiare dietro di me e subito poggia la bocca alla mia mucosa. Prende a leccarlo con vigore, regalandomi sensazioni che non provavo da tempo. Mi sistemo meglio e mi rilasso completamente, lasciandomi mangiare il buco dal mio vicino.
Passa qualche minuto e si solleva. Mi colpisce il buco con il pisello per qualche volta.
“Mmm, come sei aperto!” mi fa.
“Dammi il cazzo, dai”.
Non si fa certo pregare, si bagna la punta e prende a spingerlo nel mio culo. Il lavoro di rimming che mi ha praticato e la mia eccitazione lo fanno sprofondare dentro di me con estrema facilità.
“Oh cazzo!” esclama.
Si blocca nelle mie profondità per abituarsi al mio calore, ma in pochi secondi prende a muoversi con decisione. Aumenta il ritmo della scopata, accarezzandomi le spalle e i capezzoli. Si capisce che deve sfogare l’astinenza e io sono ben contento di soddisfarlo appieno, da vacca quale sono. Lo incito a sbattermi con più forza e lui non si risparmia.
Va avanti un buon quarto d’ora montandomi a pecora, a tratti rallenta, ma riesce a mantenere un ritmo sostenuto. Non pensavo fosse un toro del genere ed è un’ottima sorpresa. Poi sento il suo respiro farsi più pesante, si tiene ai miei fianchi con più forza e prende a darmi colpi secchi e decisi. Capisco che non manca molto e inarco la schiena all’indietro. Il suo cazzo si ingrossa, lo sento chiaramente dentro di me.
“Dai che ci sono” mi fa.
Spingo il culo verso di lui, sorprendendolo ancora una volta. Ancora due colpi da parte sua e poi inizia a sborrarmi nell’intestino. Sono tanti schizzi e sento un calore liquido dentro di me, mentre un acre odore di sperma prende a diffondersi nella stanza. Finisce di svuotarsi per bene e si china a darmi un bacio sul collo, ringraziandomi.
Volto la testa e prendiamo a baciarci lentamente. Le nostre lingue si toccano e risucchio la sua nella mia bocca, mentre le sue mani continuano ad accarezzarmi e stringermi i capezzoli. Quasi istintivamente prendo a ondeggiare il culo e lui, che ancora non è uscito, se ne accorge subito.
“Che c’è? Ne vuoi ancora?” mi sussurra, dandomi un paio di colpi decisi con la sua mazza.
Mi accorgo solo ora che non ha perso l’erezione e gli dico subito di riprendere a scoparmi.
Era proprio quello che voleva. Si risistema coi piedi, si solleva col busto e torna a montarmi come prima, anzi con forza ancora maggiore. Ha chiaramente bisogno di sfogarsi e, per offrirmi meglio ai suoi colpi, mi afferro le natiche con le mani e le allargo. La cosa lo eccita molto e mi dà alcuni colpi che mi colgono impreparato.
“La senti la sborra che hai dentro?” mi sussurra all’orecchio.
“Sì, ma ne voglio ancora!” gli rispondo sfacciato.
Quasi punto nell’orgoglio, mi monta come una troia ed entrambi ci lasciamo andare a grida di piacere che devono aver allarmato tutto il palazzo. Sento il mio buco aprirsi e un rivolo caldo scendere lungo la mia gamba sinistra. Vado subito a raccogliere un po’ del suo sperma con una mano e me la porto alla bocca, gustandomene il sapore.
“Che cazzo di troia sei!”.
“Dai, riempi la troia, porcone” gli ribatto.
Non ci vuole molto. Quest’ultima cosa lo ha riportato vicino al limite e sento il suo bel cazzone tendersi dentro di me. Lo incito ancora una volta, gridandogli la mia voglia di sborra, e, dandomi della cagna, viene. È tanta, nonostante fosse appena venuto. Conto almeno sette schizzi che mi riempiono il retto del suo caldo nettare.
Ancora con il fiatone, si accascia sulla mia schiena. Siamo entrambi coperti di sudore.
Accarezzandomi la pelle, mi chiede: “Domani che fai?”.
Credo di aver trovato un utile passatempo in questa lunga quarantena.
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