Gay & Bisex

Berlino 1


di svuotocazzi
20.02.2024    |    12.167    |    16 9.4
"Controllo l’ora dal cellulare e in effetti sono le 19 passate..."
Qualche giorno a Berlino è l’ideale per iniziare l’anno nuovo. Ho preso un volo al mattino presto, così da avere anche tutta la prima giornata a disposizione per visitare la città. Appena arrivato, dall’aeroporto passo in hotel per lasciare il bagaglio: per la prima volta ho scelto di soggiornare in un albergo friendly, di una nota catena spagnola. Me ne hanno parlato bene e ho voluto provare.
Giro per la città fino a metà pomeriggio, visitando un paio di musei e muovendomi in centro, nonostante un freddo pungente, ma non eccessivo. Decido quindi di rientrare in albergo, per riposarmi un po’: d’altronde mi sono svegliato ben prima dell’alba per prendere il volo e una certa stanchezza si fa sentire.
La mia camera è pronta. Recupero la valigia e mi sistemo nella stanza, non troppo grande e caratterizzata da un arredamento piuttosto scuro. Mi faccio una doccia, lavandomi a fondo in vista della serata movimentata che mi aspetta, e poi mi sistemo al caldo sotto le coperte. Prendo il cellulare e accendo Grindr.
Proprio come mi avevano raccontato, l’albergo sembra pieno di maschietti in cerca. Chatto in particolare con un uomo di 45 anni, non troppo alto, fisico nella norma, baffetti corti e occhi scuri. È un turista di Cipro qui già da qualche giorno. Sembra piuttosto deciso e mi chiede in che camera sono: fra dieci minuti arriva da me.
Mi spoglio completamente, socchiudo la porta della stanza, spengo la luce e mi sistemo a pecora sul letto, rivolto verso la porta. È così che ha detto di volermi trovare e io sono ben felice di accontentarlo. Nell’attesa, continuo a scambiarmi messaggi con altri ospiti dell’albergo.
Puntuale, sento dei passi avvicinarsi in corridoio, la porta si schiude e lui entra rapido, facendo ripiombare nel buio quasi completo la stanza. Lo sento spogliarsi, gettando a terra i (pochi) vestiti, e un po’ a tentoni le sue mani si posano sul mio culo, massaggiandomi la pelle. Due dita arrivano rapide alla mucosa che avevo inumidito con della saliva nell’attesa. Mugola compiaciuto, mentre saggia la cedevolezza del mio buco.
Non ci vuole molto e le dita vengono sostituite dalla sua lingua: il porcello si è inginocchiato ai piedi del letto e ha preso a mangiarmi il culo. Ci sa fare e anch’io mi lascio andare a dei gemiti, mentre aspiro del popper per alcune volte. Parte lento con la lingua e poi aumenta l’intensità. Lo sento borbottare qualcosa: non capisco, ma direi che gradisce parecchio. Silenzioso come si è abbassato, si rialza. Mi sbatte il cazzo sul buco, facendomene sentire la durezza. Deciso il maschietto!
Gli dico chiaramente di darmi il cazzo e lui, ridacchiando, inizia a spingere con la cappella. Fa entrare solo quella, ripetendo l’operazione per alcune volte. In inglese mi dà della troia e con un colpo secco mi sprofonda completamente in culo, tenendosi saldo ai miei fianchi.
Mi chiede del popper e io gli passo la boccetta. Sempre piantato dentro di me, dà alcune tirate e me la ripassa. Mentre anch’io ne aspiro ancora, dà il via alla monta, mostrando da subito una buona decisione. Diceva di aver voglia di culo e in effetti non smentisce le aspettative.
Ha un modo particolare di scopare: dà una serie di colpi ravvicinati e profondi, poi rallenta e fa un dentro-fuori solo con la cappella, come all’inizio. Ripete questa pratica più volte, regalandomi delle ottime sensazioni. Si piega in avanti, aderendo quasi completamente al mio corpo, e prende a mordicchiarmi i lobi delle orecchie e a leccarmi il collo. Gli deve piacere molto, perché continua così per almeno dieci minuti, sempre senza smettere di montarmi.
Poi, dandomi un bacio sul collo, si stacca da me, liberandomi anche il buco, che sento restare aperto e palpitante. Si riabbassa con la lingua e torna a gustarsi la mia mucosa, entrandoci dentro con la lingua. I miei umori gli devono piacere parecchio, perché lo sento mugolare con forza e di nuovo pronunciare parole che non capisco. Dai rumori che riecheggiano nella stanza, capisco che si sta anche masturbando con forza.
Ancora in inglese, mi chiede dove voglio la sborra. “In culo” gli rispondo.
Si rialza e me lo risbatte in culo. Mi scopa con forza ancora per qualche minuto e poi, urlando con forza, mi scarica dentro una poderosa sborrata. Svuotatosi completamente, si accascia sulla mia schiena, baciandomi sul collo. Sento su di me il suo respiro ansante, che va lentamente calmandosi.
Facendomi i complimenti, si riappropria del membro, ancora barzotto, esce da me e si riveste. Ridacchiando mi dice se stasera sul tardi ci sono ancora. Gli dico di scrivermi, lo saluto e se ne va, lasciandomi al buio e col culo pieno.
Questa bella scopata mi ha messo in corpo una forte eccitazione. Riaccendo la luce e riprendo il cellulare. Chatto con varie persone, ma tra passivi e gente che propone uso di droghe non trovo nessuno per una mezzoretta. Poi mi arriva un messaggio in italiano: “Ehi, cosa fai?”.
È di un uomo svizzero, sulla quarantina: non alloggia in albergo, ma era venuto da uno che però ha sborrato quasi subito e l’ha fatto andar via senza concludere. Povero, bisognerà aiutarlo questo maschietto arrapato. Dalle foto sembra anche ben messo. Scrivo anche a lui il numero della camera, apro la porta e mi rimetto a pecora come prima, lasciando però una lucetta accesa. Arriva subito e mi saluta, mentre si spoglia.
“Guarda qua come mi ha lasciato quell’altro” mi fa, salendo sul letto e mettendomi davanti alla faccia il cazzo già duro. Sì, è proprio un bel pisello, sui 20 cm e largo il giusto. Apro la bocca e lo ingoio in un boccone, iniziando a pomparlo con gusto.
“Ohhh” si lascia andare a un gemito roco. Lo succhio con decisione, lasciando che mi scivoli in gola e stringendogli attorno i muscoli della glottide, massaggiandogli la cappella. Deve piacergli parecchio, perché con una mano mi afferra la testa e detta un ritmo ancora più deciso al bocchino. Lo assecondo volentieri e, sempre restando a pecora, inizio a ondeggiare involontariamente con il culo.
I miei movimenti non passano inosservati e non ci vuole molto perché l’altra sua mano mi scenda lungo la schiena, raggiungendo il buchino. Lo trova largo e bagnato.
“Mmmm, sei già pieno?” mi chiede.
“Sì, ho scopato poco fa”.
Il suo cazzo ha un sussulto dentro la mia bocca. Esce subito e smonta dal letto, sistemandosi anche lui alle mie spalle. Un colpo secco e mi è tutto dentro.
“Cazzo se sei largo!”.
“Scopami, dai” gli rispondo.
Ha un ritmo più costante dell’altro, senza troppi cambi di marcia, ed è anche piuttosto resistente, nonostante avesse appena provato anche un altro culo in questo albergo. Per un quarto d’ora abbondante non mostra alcun cedimento e io lo lascio continuare ben volentieri.
“Che culo che hai!” mi sussurra, con una voce un po’ provata.
“Lo riempi?”.
“La vuoi?”.
“Sempre!”.
Aumenta la corsa dentro il mio retto e, senza fermarsi, inizia a gemere con una forza crescente. Lo sento gonfiarsi dentro di me e infine inizia a schizzarmi dentro il suo piacere. Riesco a distinguere il primo spruzzo, particolarmente potente, e un nuovo calore mi pervade il corpo, mentre lui finisce di svuotarsi.
“Porca troia, adesso posso andare a cena contento!” fa, uscendo dal mio buchino slabbrato.
Controllo l’ora dal cellulare e in effetti sono le 19 passate. Queste prime ore in albergo sono andate molto bene!
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