Gay & Bisex
La festa di fine anno
di Thefab
10.12.2019 |
9.157 |
6
"Siamo lerci, il sudore ha fatto effetto colla per la sabbia, la sborra ha peggiorato le cose..."
Mi scuso se ho rallentato il ritmo delle pubblicazioni ma negli ultimi giorni ho avuto molti impegni e problemi e quindi non ho avuto modo di mettermi a scrivere. Eccomi pronto, comunque, per il capitolo 14.Come sempre mi sono lasciato prendere dai miei istinti. Le conseguenze del mio comportamento in gita scolastica ho iniziato a pagarle al ritorno. Nicolò mi ha in pugno. Sono la sua puttanella a seconda delle sue voglie. Capita, addirittura, che mi contatti durante le lezioni e che glielo debba ciucciare nei bagni. Qualche volta, ma di rado, ci vediamo nel pomeriggio, solitamente a casa sua.
Qui si scopa per un paio di ore, poi, dopo la sborrata, il suo comportamento cambia sempre.
Diventa aggressivo verbalmente, mi tratta male, mi umilia. E in fondo, a me piace proprio questo. Non so il motivo ma sentirmi usato da Nicolò, in fondo, mi permette di stare bene.
Molto probabilmente perché, durante quei rapporti, spesso squallidi, mi sento vivo, mi sento ancora qualcuno e non penso ai tanti problemi che ho in questo periodo.
Intanto le settimane passano e l’anno scolastico sta finendo. Io sono ormai promosso, senza troppe difficoltà, al quinto e ultimo anno. Nicolò, invece, viene rimandato agli esami di riparazione.
L’ultimo giorno di scuola è una festa, non facciamo altro che fare baldoria, Nicolò prova a contattarmi ma lo ignoro perché mi sembra troppo rischioso chiuderci nel bagno con tutta quella gente che va girando. Non la prende bene, mi si avvicina durante la terza ora e mi dice all’orecchio che prima o poi mi sputtana in giro.
Inizio a essere stufo delle sue minacce, è ora che la smetta e inizio a elaborare il modo di dirglielo. L’occasione si presenta la sera. Siamo ad una festa in uno chalet sulla spiaggia, c’è praticamente mezza scuola se non di più. Io sto con i miei amici e bevo, bevo tantissimo perché non voglio stare lucido, non voglio pensare ai miei problemi.
Sono talmente ubriaco, che mi metto a ballare al centro della pista con gli amici e le amiche, cosa che non faccio quasi mai. Nicolò è più ubriaco di me e ci sta provando con un mare di ragazze. Racimola qualche pomiciata, nessuna lo segue in spiaggia perché è in condizioni penose. Sul tardi, mi si avvicina. Io lo vedo arrivare ma inizialmente lo ignoro. So già cosa vuole.
Dopo poco mi prova a chiedere di seguirlo in spiaggia, di andare da qualche parte, io faccio finta di niente e continuo a ballare. Fa caldo, sono tutto sudato, sono ubriaco ma mi sto divertendo.
Addirittura, mi metto a pomiciare con una ragazza. E’ una del secondo anno, mi è stata appresso per tutta la sera e alla fine cedo. Ci baciamo al centro della pista, davanti a tutti, senza freni. Poi mi porta in spiaggia. Siamo su un lettino, mi toglie i pantaloni e le mutande e mi inizia a fare una sega. Io le infilo la mano nelle mutandine e la sditalino.
Le sborro in mano dopo circa 10 minuti, mentre lei mi viene cospicuamente sulle dita. Restiamo un po' là a coccolarci. Non mi interessa niente di lei, sinceramente. E’ solo un modo per sfogarmi e, allo stesso tempo, per dare una lezione a Nicolò che non si è riuscito a portare in spiaggia nessuna nonostante sia molto più “famoso” di me per le conquiste.
Quando ritorno, Nico sta vomitando appena fuori dal locale. Io lo guardo divertito, poi penso che sia il momento di agire. Mi avvicino e gli chiedo come sta. Lui mi guarda male, ce l’ha con me per via della ragazza che mi sono portato in spiaggia.
“Allora? E’ ancora valida quella proposta?” gli domando.
Borbotta un po', mi dice qualcosa parolaccia, ma poi mi segue. Camminiamo circa un quarto d’ora, ci allontaniamo abbastanza dalla zona e arriviamo ad un altro chalet, che è chiuso. Non c’è nessuno in giro, ci sembra il posto ideale, per cui andiamo verso la spiaggia e scegliamo un lettino su cui stenderci.
“Spogliati” mi ordina, ma io non lo faccio, mi metto a ridere e lo guardo per qualche istante.
“Eh no, adesso cambiano le cose tra me e te. Se mi vuoi sputtanare fallo, tanto io sono gay e prima o poi la gente lo saprà. Il problema è se vengono a sapere che tu me lo metti nel culo…tu non sei gay, giusto?”
Nicolò è una furia, si sente minacciato e non è abituato. Mi spinge, io finisco a terra ma non mi importa, lo guardo e gli sorrido. Si alza, fa per andarsene ma io gli vado dietro e lo provo ad afferrare per il braccio, lui si gira e mi viene addosso. Iniziamo a rotolarci nella sabbia, lui mi prova a colpire due volte con una manata ma non prende bene la mira e mi manca.
La penosa scena termina dopo un paio di minuti. Siamo tutti insabbiati e stesi uno di fianco all’altro. La rabbia sembra passata. Abbiamo il fiatone e guardiamo il cielo. Poi io mi metto a ridere, da solo, nervosamente.
“Che cazzo ti ridi?” mi dice lui, ma non scorgo più nervosismo nel tono della sua voce.
Mi giro, ci guardiamo, io gli sorrido e tanto basta per farlo tornare sereno. Mi avvicino, lo bacio. Il fiato sa di alcool e di vomito ma non credo che il mio sia tanto meglio. Pian piano, scivolo in sua direzione e gli salgo sopra a cavalcioni, continuando a baciarlo. Gli tolgo la maglia, inizio a baciargli il petto, lui mi lascia fare. Intanto, con la mano, faccio pressione sul suo pacco e sento che è molto arrapato. Lui non sta con le mani in mano e mi afferra le chiappe, inizia a toccarmele.
Io non ci penso due volte, sono ubriaco e ho una voglia matta. Scalcio via le scarpe e con la mano sinistra mi tolgo anche i calzini, poi slaccio il bottone dei jeans e li faccio scivolare via. Tolgo anche la maglia e resto in mutande.
Nicolò ne approfitta subito e mi infila le mani dentro alle mutande, arrivando a toccarmi il culo a pelle. Le sue dita si fanno subito moleste e si avvicino al mio buchino, lo accarezzano, lo stimolano, poi finalmente lo penetrano. Io ho un sussulto, ho due dita di Nico nel culo e ho il cazzo che mi sta per esplodere. A fatica, riesco a togliermi anche le mutande.
Sono completamente nudo e steso sulla sabbia. E’ vero che attorno a noi non c’è nessuno ma è pur sempre giugno e potrebbe passare chiunque. La cosa mi eccita…tremendamente…
Mentre Nicolò continua a scoparmi il culo con le dita e mi infila la lingua in bocca, io tento di spogliarlo, seppur a fatica per la posizione per il suo scarso collaborare. Riesco ad abbassargli i pantaloni e le mutande, non a toglierle. Tanto mi basta, però, per avere il suo cazzo a nudo.
Inizio a strusciarmi, gli faccio sentire il mio pene duro sul suo.
Poi mi stacco dalla sua bocca e inizio a mordicchiargli il collo. Lui si scatena, mi dice di fare più forte, che vuol dire a tutti che è stata una ragazza a farglielo. Vuol dimostrare ai suoi amici che ha rimorchiato, senza chiaramente dire che il fortunato sono io. Io gli faccio un bel succhiotto mentre lui continua a sfondarmi il culo con le dita. Aggiunge un terzo dito e la cosa si fa devastante.
Il cazzo è sul punto di esplodere, lo sento durissimo che pulsa continuamente, sembra come che mi sia riempito di Viagra per quanto sono tese le vene. Inoltre, lo strusciare continuamente sul suo cazzo e sulla sua pancia, mi fa da stimolo ulteriore. Sono in paradiso, nei momenti in cui mi stacco dal suo collo, ansimo come una puttanella.
Poi, punto i suoi capezzoli, li inizio a leccare, a baciare. Sono duri, sono turgidi, sta gradendo. Gli piace anche quando glieli mordicchio, mi accarezza la testa mentre ha smesso di sditalarmi il culo.
Io continuo il mio viaggio esplorativo sul suo corpo. Ogni tanto incontro un po' di sabbia, ma non mi importa granchè. Sono scatenato.
Lecco per bene la pancia, poi arrivo finalmente al cazzo. Glielo prendo in bocca, comincio a ciucciarlo con tutta la mia abilità. In quella posizione, mi è più facile finire di spogliarlo. Riesco a toglierli le scarpe e le calze, senza alcuna opposizione. Poi gli faccio sfilare i pantaloni e le mutande via, in modo da lasciarlo tutto nudo a sua volta. Ora è davvero la situazione che voglio.
Sbocchino il bel cazzo di Nicolò per diversi minuti, alternando succhiate alle palle e leccate lungo tutta l’asta. Poi arrivo ai piedi. Glieli ho leccati in gita, ero ubriaco e mi sono umiliato, poi non ci sono riuscito più. Anche stavolta sono ubriaco ma ho voglia di gustarmeli. Comincio a succhiare le dita, poi lecco la pianta. Intanto, gli prendo l’altro piede e me lo poggio sul cazzo.
Lui, quasi meccanicamente, inizia a muoverlo. Il contatto non è molto piacevole per via della sabbia ma lo lascio continuare un po', prima di fermarlo. E’ ora di scopare.
Gli salgo di nuovo sopra a cavalcioni. Il mio culo è ben lavorato dal suo lungo ditalino, quindi mi limito a sputarmi un attimo sulla mano, gli lubrifico il cazzo con una sega e poi faccio lo stesso col mio culetto. Me lo punto e pian piano lo spingo dentro.
Nicolò è dentro di me. Mi guarda, ha la bocca semi aperta e sta godendo. Io mi muovo, do il ritmo, sento il suo cazzo che si fa strada. Mi sta piacendo tantissimo, poggio le mani sul suo petto e comincio a saltellare. Il mio cazzo è ancora di marmo e sbatte continuamente sulla sua pancia.
Nico lo afferra con la mano destra e comincia a segarmelo. Bastano veramente un paio di minuti e ho un orgasmo violentissimo. Metto il viso a pochi centimetri dal suo, ho una vera e propria maschera di piacere dipinta sul volto. Ho la bocca aperta e gli sorrido maliziosamente. Comincio ad ansimare, godo, urlo, poi tiro la testa indietro e sborro come un cammello. Gli schizzi gli invadono il petto, qualcuno arriva anche sul suo viso. La sabbia crea una pappetta schifosa.
Me ne frego, continuo a farmi fottere il culo nonostante abbia saziato le mie voglie. Anche se ho sborrato, però, la possibilità di godere con un cazzo nelle chiappe non me la perdo.
Chiedo a Nico se voglia cambiare posizione e mi dice di farlo di lato. Io mi stendo sul fianco, sulla sabbia. Lui si pone alle mie spalle e mi penetra. Alzo un po' la gamba per agevolare il suo compito mentre lo sento farsi più coraggioso. Ora è lui che scopa me e non io a dare il ritmo. Dà colpi pesanti, rantola come un piccolo toro.
Quando sborra, sento il culo riempirsi di sperma, si mischia con la sabbia e crea una situazione veramente sgradevole. Siamo lerci, il sudore ha fatto effetto colla per la sabbia, la sborra ha peggiorato le cose. Siamo una cosa inguardabile.
Lui si alza in piedi, io mi metto in ginocchio, gli prendo un braccio e lo tiro a me.
“Pisciami addosso” gli dico. E’ un ordine, stavolta sono io che gestisco i giochi.
Nicolò non ci pensa su molto, si prende il pisello in mano, mira e fa partire il getto. Io lo uso a mo di sifone, inizio schifosamente a pulirmi con la sua urina, che sa di alcool.
Perfino Nico è sconvolto dalla mia troiaggine, ha la stessa espressione perplessa che aveva in gita quando gli ho leccato i piedi sporchi di urina e ho raccolto la stessa dal pavimento con la lingua.
Ci rivestiamo e andiamo via, senza dire nulla. Lui è ancora tutto insabbiato, si è dato solo una sciacquata alla fontanella per togliere la sborra incrostata, io faccio schifo e puzzo di urina.
Non torno per niente dai miei amici, cerco e riesco a prendere la mia bicicletta senza che mi vedano e torno verso casa, dove mi aspetta una lunga e rigenerante doccia calda.
Sotto il getto, col pisello nuovamente duro, sorrido soddisfatto…
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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