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Gay & Bisex

Il battito animale


di Thefab
19.01.2020    |    9.569    |    7 9.4
"Lo raggiungo e sono felice, calmo..."
L’incontro con Alessio mi ha entusiasmato, mi ha lasciato un senso di vero appagamento, era proprio ciò di cui sentivo il bisogno. Allo stesso modo, però, mi ha messo in crisi. Sono fatto così, sono un ragazzo perennemente insoddisfatto e in continuo conflitto con se stesso.
Dopo averci scopato in macchina, ho capito che è quello che voglio. Ho bisogno di un uomo che mi fotta così e che tiri fuori il lato da troia che ho dentro di me e che necessito di stimolare. Sono così, non posso farci niente, amo fare il passivo e farmi chiavare forte, lasciandomi andare in tutto e per tutto. E, purtroppo, Vesim non potrà mai garantirmi questo.
Mi pento di stare insieme a lui, non capisco più i motivi di questa mia scelta. E’ stata una decisione presa troppo in fretta, sulle ali di quel bel feeling che era nato al nostro primo incontro.
Da egoista e un po' vigliacco quale sono, non ho il coraggio di lasciarlo ma inizio a trattarlo male. Mi viene naturale, inizio a sopportarlo sempre meno. La sua ingenuità e la sua dolcezza, che in un primo momento mi intenerivano, ora mi stanno sulle palle. Mostro continuamente segni di insofferenza, ma non solo quando siamo in coppia.
A volte ho comportamenti sbagliati, nei suoi confronti, anche durante gli allenamenti e i momenti di condivisione nel gruppo. Il mio atteggiamento, del quale non mi rendo neanche conto, ha una sola vera conseguenza: quella di farci prendere ancora più in giro dai compagni di squadra.
Entrambi, infatti, eravamo già nel loro mirino per la nostra presunta (ed effettiva) omosessualità e il nostro buon feeling li aveva portati a ipotizzare di una nostra relazione. Ora, notando il mio cambiamento nei suoi confronti, pensano che siamo in crisi o che io lo faccia apposta per allontanare le voci sul nostro conto.
In fondo, credo che sia anche la spiegazione che si da Vesim circa il mio nuovo modo di pormi nei suoi confronti, perché spesso la prende a ridere o ci dà poco peso. E la cosa mi fa imbestialire ancora di più. Il fastidio nei suoi confronti è stato immediato, appena dopo che Alessio mi ha fatto scendere dalla macchina e mi sono trovato i suoi messaggi in cui mi chiedeva, ingenuamente, dove fossi finito. La volta successiva che ci siamo visti, l’ho scopato con una violenza che non avevo mai provato prima. Ho spinto dentro il mio cazzo con un vigore inusuale, fregandomene del suo godimento e cercando solo di portarmi al piacere.
Pressappoco è quello che accade in tutti i nostri incontri. Sono io che cerco di svuotarmi e tante volte non gli permetto neanche di venire. Finisco e divento subito insofferente. A distanza di anni proverò una grande tristezza per quel mio comportamento e gli chiederò scusa.
Intanto, continuo a vedermi ancora con Elena. I nostri incontri sono abbastanza frequenti, lei è assatanata del mio cazzo e mi cerca. A volte me la trovo in camera, scavalca il balconcino che ci divide negli orari che sa che sono solo in casa. Qualche volta ha la decenza di bussare alla finestra, altre entra direttamente dentro. E’ l’unica ragazza, finora, che mi riesce a far drizzare il pisello e quindi ne approfitto, è sempre meglio che farsi la classica sega pomeridiana da solo.
Intanto penso ad Alessio, lo incontro spesso in palestra e mi ignora. Non si è più fatto vivo e io non so come comportarmi. Maturo l’idea che si sia voluto divertire o che magari non gli sia piaciuto farlo con me e, pian piano, ragiono su come dimenticarlo. La persona che amo è ancora fidanzata con un altro ragazzo, Vesim non è ciò che voglio ed Elena è una donna. Ho bisogno di un sostituto e riprendo a fare la troia negli spogliatoi.
Cerco insistentemente di sedurre qualcuno, specialmente quando faccio la sauna. Alcuni mi guardano male, altri sembrano stimolati dal mio comportamento ma non si concretizza niente, se non qualche scambio di occhiate e sorrisi.
Evidentemente, però, l’atteggiamento non passa inosservato agli occhi di Alessio, perché qualche giorno dopo trovo nuovamente il mio accappatoio sborrato e c’è un suo bigliettino:
“La devi smettere di fare la troia con gli altri, ti chiamo io quando sarà possibile”.
Il suo messaggio mi rinfranca e mi tranquillizza, gli effetti si vedono subito, addirittura con Vesim. Già, perché dopo la palestra ho appuntamento per andare a casa sua. Lo raggiungo e sono felice, calmo. Per una volta, dopo giorni di rabbia nei suoi confronti, riesco a trattarlo col rispetto e con l’affetto che merita. In casa c’è il fratello e quindi trascorriamo il tempo a giocare alla playstation e a parlare. Io, ogni qual volta il fratello non è nella stanza, gli tocco il cazzo e lo stuzzico. Lui è rosso in volto e in grossa difficoltà perché avrebbe voglia di farlo ma sa che la presenza del ragazzino ci frena.
Alla fine lo convinco, gli dico di uscire un attimo, lui si cambia, ci raccomandiamo col fratello di non fare casini e usciamo. Appena chiusa la porta, Vesim fa per scendere le scale ma io lo afferro per il braccio e scuoto la testa, come a fargli capire che ho altri piani.
Anziché scendere, lo porto all’ultimo piano del suo palazzo. Qui non vi sono appartamenti ma soltanto una porta che permette l’accesso alla terrazza, che tra l’altro è chiusa con un lucchetto ma non era mia intenzione portarlo lì. Lui è molto perplesso, in fondo siamo alla fine della rampa delle scale del suo appartamento.
Io lo metto spalle al muro e iniziamo a baciarci. Inizialmente è sfuggente, si prova ad allontanare ed è rosso in volto per l’imbarazzo della situazione. Gli sussurro che a quest’ora del pomeriggio nessuno può pensare di accedere alla terrazza e che, in ogni caso, sentiremmo i passi lungo le scale.
Capisce che ormai mi sono puntato e quando mi metto in testa una cosa è quella, per cui si adegua. Iniziamo a spogliarci mentre ci baciamo, lasciando cadere a terra i vari indumenti. A me piace troppo questo genere di situazioni e ho voglia di stare nudo.
Senza farmi troppi problemi, tolgo tutto quanto tranne i calzini, che mi servono per non poggiare i piedi a terra, altrimenti li avrei scalciati via. Vesim, invece, rimane con la canottiera e i calzini.
Mi accuccio e gli prendo in bocca il pisello. E’ già duro, quindi posso iniziare immediatamente col pompino. Lui ha il piede sull’ultimo gradino delle scale, io sono inginocchiato su quello più in basso. Gli afferro i grossi chiapponi carnosi e lo tiro verso di me, dando il ritmo del bocchino. Sento il suo pene saporito in bocca, ha sempre un forte odore, non propriamente di pulito ma dopo che ti abitui è anche piacevole.
Vesim viene in avanti col bacino, è molto teso per il rischio che qualcuno possa scoprirci ma, allo stesso tempo, è eccitato per la situazione e gradisce il mio pompino. Vorrebbe ansimare ma si trattiene e ogni tanto gli esce qualche mugugno ridicolo. Dopo che glielo ciuccio per circa 4-5 minuti, mi alzo e gli ordino di cambiare posizione.
Ora è lui che si inginocchia. Davanti a sé ha il mio grosso cazzo, molto più lungo e largo del suo. Sono molto soddisfatto del mio pisello, mi sta dando grosse compiacenze. Anche nella vicenda con Elena ho spesso immaginato l’imbarazzo se avessi avuto un pene piccolo. Invece le ho permesso di tirarlo fuori senza problemi e l’ho lasciata entusiasta. Vesim me lo sta succhiando, col tempo sta diventando bravo. E’ un gran frocetto, glielo dico sempre.
Mentre mi ciuccia il cazzo, lo afferro x i capelli biondi e lo tengo fermo in quella posizione. Rovescio la testa all’indietro e iniziò a godere. Cerco di tenere anche io i gemiti ma sono meno frenato di Vesim e qualche ansimata delle mie me la concedo. Ogni volta, lui tira su i suoi occhioni azzurri e mi guarda terrorizzato. Vorrebbe dirmi di stare zitto e non farci scoprire, ma io gli stringo la presa sui capelli ogni volta e gli spingo il cazzo più a fondo, quasi a farlo soffocare. Mi piace troppo fare il padrone con lui, forse perché è l’unica persona che me lo permette!
Dopo un po', ho voglia di scopare, lo faccio alzare e lo faccio mettere a pecora, appoggiato alla ringhiera. Alle spalle, mi accuccio e gli lecco il buco del culo. Allargo i suoi grossi chiapponi con le mani e lecco il suo meraviglioso buchino. Gronda liquido, Vesim è eccitatissimo.
Appena lo reputo pronto, lo penetro. Inizio a spingere come un ossesso alle sue spalle. Lo tengo per i fianchi e lo fotto mentre lui si trattiene, vorrebbe urlare di piacere e di dolore ma sa che non può. Per tutte le scale, si sente solo l’eco delle mie palle che sbattono sulle sue chiappe, a ritmo vertiginoso. Entro ed esco come un coniglio, a tutta velocità.
Preso dall’eccitazione, afferro nuovamente Vesim per i capelli e gli giro la faccia verso di me, schiaffandogli poi la lingua in bocca. Iniziamo furiosamente a pomiciare, facendo quasi lingua contro lingua come due cani. Sto per venire, ho voglia di cambiare posizione. Lo faccio stendere a terra, appoggiato sugli ultimi 3 gradini della rampa di scale. Lo monto a missionaria, gli spingo il cazzo dentro e inizio a muovermi. Do colpi decisi, violenti, entrando tutto dentro e lasciandomi andare ad un piccolo rantolo ogni volta. Poi giunge l’orgasmo e mi scarico totalmente nelle sue chiappe.
Vesim ha ancora il pisello duro. Ormai è abituato al fatto che io, finito di svuotarmi, mi rivesto e lo lascio stare. Di solito, porta a termine il lavoro facendosi una squallida sega solitaria.
Pensando che anche stavolta intenda lasciarlo a mani vuote, inizia a segarsi il pene, allargando le cosce e menandoselo a tutta velocità. Mi avvicino, gli sorrido, lo prendo per la mano e lo aiuto ad alzarsi, poi mi metto a pecora, appoggiandomi alla ringhiera come ha fatto lui poco prima.
“Avanti, scopami” gli dico.
Vesim è felicissimo, è da tempo che non glielo permettevo. Mi si posiziona alle spalle e mi incula. Non ha un pene enorme ma è comunque piacevole. Inizia a muoversi dietro di me ed è sempre una bella sensazione. Adoro essere scopato, è la pura verità. Penso che riuscirei tranquillamente a non ricoprire mai il ruolo dell’attivo se avessi perennemente un bel cazzo per me, non ne sentirei l’esigenza.
Vesim cerca di trattenere i mugugni, io invece me ne frego e ansimo, seppur non fortissimo. Stavolta, il rumore che si sente è quello delle mie chiappe colpite dai suoi testicoli. Il mio fidanzato dura meno di 5 minuti, poi scarica tutta la sua calda sborra nel mio culo. Rimaniamo a baciarci, ancora nudi. Siamo felici.
E’ il punto più alto che toccherà da qui in poi il nostro rapporto. Già dal giorno dopo torno il Fabio insofferente dell’ultimo periodo. Non voglio stare più con Vesim ma mi dispiace da morire lasciarlo. Ho voglia di scopare, ho voglia di un vero cazzo e non di un pene moscio e piccolo che preferisce prenderlo nel culo. Continuo a sperare che Alessio si faccia vivo di nuovo e mi faccia sentire ancora troia come la prima volta ma niente.
Qualche giorno dopo, vado in palestra. Non sono andato a scuola, come ormai mi capita sempre più spesso. La situazione che si è venuta a creare lì è davvero pesante, mi fa stare male e me la stanno facendo pagare per dei comportamenti sbagliati che ho avuto. Così, quando posso, evito di andarci. Alcune volte faccio sega con i miei compagni, altre rimango direttamente a casa a dormire, forte del fatto che i miei escono prima per lavorare e mi lasciano solo.
Anche stamattina è andata così e ora sono in palestra, è quasi ora di pranzo e c’è poca gente. E’ un mercoledì, per cui la sauna è gratis. Siccome sono in una delle mie fasi di pigrizia, sto tutto il tempo a vaccheggiare, non faccio praticamente niente se non provocare i presenti con i miei soliti comportamenti, che sono diventati il maggior divertimento di quando sono in palestra.
Rientro nello spogliatoio e ci sono un paio di persone. Mi spoglio subito totalmente nudo, rimango un po' col telefono in mano e ho il pisello abbastanza duro. Cerco di mostrarlo e mentre maneggio il telefono, con l’altra mano me lo tocco. Faccio come finta di allungarlo, di palparlo e lo faccio, di conseguenza, diventare sempre più duro. Non so se mi stanno guardando, io spero di si.
Poi, decido di farmi una sauna, per cui vado lì, mi sciacquo al volo nella doccia e poi entro, scoprendo di essere solo. Sono un po' deluso, perché già sognavo qualche situazione calda ma ne approfitto per rilassarmi. Mi tolgo completamente l’accappatoio e lo uso per poggiare il mio sedere sulla panca in legno, poi alzo la temperatura della sauna e mi stendo, rilassato e tutto nudo.
Ho il cazzo sempre duro e sono quasi tentato dall’idea di farmi una sega ma desisto. Sono lì ad occhi chiusi quando sento aprire la porta. Alzo lo sguardo ed è un signore che vedo spesso in palestra. Ha più di 50 anni, è abbastanza grasso, pochi capelli, corpo molto peloso, occhiali, pisello chiatto. Fa più o meno i miei stessi orari e solitamente svolge della posturale in sala.
Mi chiede se può accomodarsi e io mi lascio andare ad un verso di approvazione, che mi rendo conto solo dopo essere stato molto equivoco. E’ una sorta di mugugno, fatto anche con voce femminile. C’è tutto lo spazio possibile, visto che siamo solo noi due in sauna, eppure si viene a sedere proprio affianco a me. Non ho alcun problema a tal proposito e continuo a starmene lì, nudo e a occhi chiusi.
Quasi subito, però, sento la sua gamba venire a contatto con la mia. Rimango impassibile e lui si avvicina ulteriormente. La struscia un po' sulla mia, senza trovare opposizione.
Poco dopo, poggia una mano sulla mia coscia. Anche in questo caso non dico nulla e lui inizia ad accarezzare. Io allargo leggermente la gamba per permettergli di farlo con maggiore comodità e, allo stesso tempo, per fargli capire che può farmi qualunque cosa voglia.
Lui non perde occasione e mi palpa il cazzo, che è già duro come l’acciaio. Poi lo prende in mano e inizia a segarmelo. Io mi rilasso sempre più, allargo al massimo le cosce e inizio ad ansimare con la mia proverbiale voce da mignotta. Mi sta segando a tutta velocità e trova un buon ritmo, io sto godendo e allungo a mia volta la mano. Senza difficoltà, arrivo al suo pene, che è molto più corto del mio ma è più largo. Glielo impugno e inizio a mia volta a segarlo.
Il signore non mi ferma, anzi, sta gradendo moltissimo. Ci stiamo segando a vicenda, io mi avvicino ulteriormente e avvicino la bocca. Gli prendo il cazzo tra le labbra e comincio a succhiarlo.
Lui mi continua a segare il cazzo ma intanto sta godendo e ha il respiro affannoso. Intanto, smette di segarmi e cerca, con le dita, il buchino del mio culo. Spinge dentro un dito, poco dopo anche un secondo. Mi sta sditalinando il culo mentre io mi sono messo lateralmente in modo da facilitargli il compito e arrivare anche meglio a succhiargli il pisello.
Potrebbe arrivare chiunque e la cosa mi eccita ancora di più. Il cazzo mi sta per scoppiare, sono sul punto di venire senza neanche toccarmi per quanto sono eccitato. Mentre con la mano destra mi aiuto a sbocchinare il signore, con la sinistra me lo impugno. Lui continua a ficcarmi avanti e indietro le dita nel buco del culo. Io sborro praticamente subito, appena inizio a segarlo.
I densi fiotti di sborra cadono a terra sul pavimento e sulla panca di legno della sauna. Anche il signore è allo strenuo delle energie. Sono arrivato al piacere e quindi non c’è più motivo per cui lui debba toccarmi. Si ferma e mi permette di inginocchiarmi tra le sue gambe, in modo da succhiare il cazzo con più comodità. Lo sto pompando con la bocca e con la lingua e lui se ne sta a cosce larghe a godere. Mi sborra in bocca, bevo tutto. Senza dire niente, prendo il mio accappatoio e faccio per alzarmi. Lui mi ferma, tenendomi per un braccio.
“Come faccio a scoparti?” mi chiede.
“Appena usciamo di qui ti lascio il mio numero, quando hai voglia mi chiami” gli dico, con fare da troia. E’ quello che volevo, in fondo. Essere la puttana di questa palestra. E’ piena di uomini e io li voglio. Mi interessa poco se siano belli o brutti, questo periodo voglio fottere come non mai, voglio avere tante esperienze e sentire cazzi diversi farsi spazio nel mio culo.
Sono dillà che mi asciugo i piedi con l’asciugamano quando il signore si avvicina. Gli scrivo il mio numero sul cellulare e glielo ridò, promette di chiamarmi presto.
Intanto, Alessio sembra sparito. Non l’ho visto più neanche in palestra e sto perdendo le speranze, quando il seguente sabato ricevo, finalmente, un suo messaggio. Si scusa per la lunga assenza, ha avuto la febbre e poi ha cambiato un po' gli orari a causa di problemi al lavoro. Dice che vuole vedermi e ci diamo appuntamento per il pomeriggio.
Mi passa a prendere al posto prefissato, io sono un po' agitato. Sono giorni che aspetto questo momento, ho davvero tanta voglia e desidero che tutto vada nel migliore dei modi. In auto parliamo un po', noto un certo imbarazzo da parte di entrambi. D’altronde, ad oggi, ci siamo visti una sola volta per scopare, senza più dirci nulla di importante.
Con la sua macchina, arriviamo nel luogo dell’altra volta, in aperta campagna. Come fece una ventina di giorno fa, lascia la strada principale e arriva in un posto appartato. Mi invita a mettermi sui sedili posteriori e io eseguo. Appena seduti, ancora con i vestiti, iniziamo a baciarci.
Mi spinge la sua lingua dentro, spazzola la mia. Sento il suo sapore di uomo, ho il pisello durissimo. Poggio una mano sul suo pacco, inizio a toccarglielo da fuori, è duro, è vigoroso, lo voglio. Mentre ci baciamo, io respiro affannoso.
Aiutandomi con il piede opposto, mi sfilo entrambe le scarpe e le lascio cadere a terra. Inizia a fare freddo, per cui decido di non spogliarmi completamente nudo. Sbottono i jeans e li tolgo, sfilo le mutande. Resto in calzini e maglia.
Alessio si denuda a sua volta, ma al contrario mio si toglie anche la maglietta, mostrandomi i suoi meravigliosi pettorali, conditi dai tanti tatuaggi. Gli salgo sopra a cavalcioni e lo bacio, mentre con la mano gli accarezzo il petto, eccitatissimo.
“Mi sei mancato” mi dice all’orecchio.
“Perché hai fatto passare così tanti giorni?” chiedo io con dolcezza.
“Hai ragione, ti avrei voluto già il giorno dopo”
“Anche io” rispondo.
“Non voglio che stai male per me però…io posso darti solo questo” cerca di mettere subito le cose in chiaro, evidentemente ha paura che io possa innamorarmi. Su questo non corre pericoli, posso amare il suo cazzo e il suo corpo, non lui. Nella mente e nel cuore c’è un’altra persona e non potrà rimpiazzarla.
“Stai tranquillo, io è questo che voglio” rispondo, facendogli capire che voglio tanto cazzo.
La mia risposta lo eccita e mi schiaffa nuovamente la lingua in bocca. Mentre ci baciamo, io struscio il mio cazzo sui suoi pettorali, è una sensazione bellissima. Intanto, sento il suo enorme arnese che è sempre più vicino al mio forellino. Mi muovo col bacino e inizio veramente a godere, perché oltre che a sentire il suo cazzo che mi stimola il buco del culo, così facendo trovo anche un bellissimo ritmo con cui strusciare il mio pene su di lui. Sono già sul punto di sborrare, prendo il suo cazzo e sto per mettermelo dentro quando lui mi ferma. Vuole un mio pompino, uno dei miei meravigliosi pompini.
Sorrido e mi inginocchio nello spazio tra i sedili anteriori e posteriori, lui allarga e cosce e mi faccio largo. Il suo grosso pene stavolta è pulitissimo, come tutto il resto del corpo. Si deve essere docciato poco prima di venirmi a prendere. Lo accolgo nelle mie fauci, inizio a spompinarlo come si deve.
Amo la sensazione di avere un cazzo che mi pulsa in bocca, lui sta godendo, allarga le cosce ancora di più, viene su col bacino, mi accarezza e mi stropiccia i miei lunghi capelli biondi. Io prendo ancora più convinzione e inizio a muovere la mia testa a tutta velocità avanti e indietro.
Dopo circa 5 minuti di pompino, dice di volermi fottere e, d’altronde, non aspettavo altro. Prende un preservativo dal suo portafoglio, lo indossa e mi dice di salirgli sopra.
Io gli torno a cavalcioni e mi inizia a scopare. Mi tiene sollevato con la sua forza mascolina, io inizio a saltellare sopra di lui col cazzo che mi sbatte sulla pancia per poi colpire il suo petto.
Qui non può sentirmi nessuno, non c’è Elena nella camera affianco, non ci sono vicini impiccioni, non c’è il fratello di Vesim e né gli altri iscritti alla palestra. Siamo io e Alessio nella natura, senza nessuno attorno. Inizio a urlare di piacere con la mia vocetta da ragazzino. A lui evidentemente la cosa eccita perché inizia a fottermi ancora più forte.
Spinge il suo cazzo sempre più dentro con colpi potenti e precisi, io sto perdendo il lume della ragione per quanto sto godendo. Mi aggrappo al suo collo e inizio a rantolare come un toro.
Alessio mi dice di girarmi, mi fa mettere nella medesima posizione ma dandogli le spalle. Io eseguo e lui mi solleva letteralmente, tenendomi quasi sospeso per aria e venendo su col bacino per penetrarmi sempre più forte. Non resisto più, inizio a segarmi il cazzo a tutta birra e urlo di piacere. Sono scatenato, non ho più alcun freno.
“Scopami, scopami, oddio, scopamiii” gli urlo incessantemente.
Lui mi afferra il cazzo, sostituisce la sua mano alla mia. Dà pochi colpi, io sento arrivare l’orgasmo. Ho un brivido violento lungo la schiena, mi viene la pelle d’oca, provo un eccitamento immenso. Urlo con tutto il fiato che ho in gola e sborro, come un cammello. Non so quanti schizzi mi partono, alcuni imbrattano la mano di Alessio, altri non li riesce a contenere e finiscono ovunque. Mi sporcano la maglia, cadono a terra, finiscono sul sedile.
Dopo avermi portato all’orgasmo, Alessio mi fa nuovamente cambiare posizione. Mi metto a novanta gradi, poggiando il petto sul sedile posteriore e tenendo le ginocchia entrambe sopra. Lui si posiziona alle mie spalle, con una gamba poggiata sul sedile e l’altra a terra per darsi la spinta.
Mi entra nuovamente dentro, lo sento in tutto il suo vigore. Ho sborrato ma non smetto di godere, è una sensazione fantastica. I suoi colpi sono sempre più forti, io lo incito a smontarmi, voglio che mi mostri tutta la sua mascolinità. Alessio esegue, è scatenato, prende un grande ritmo e mi sbatte con veemenza le palle sulle chiappe, creando un inequivocabile rumore nell’auto, che si mischia ai miei gemiti. Ogni tanto mi schiaffeggia il culo, anche con forza e devo ammettere che la sensazione non mi dispiace affatto. Anche lui inizia a respirare in modo più affannoso, sta per venire.
Giro il viso, cerco la sua lingua. Ci baciamo con passione, proprio leccandoci le lingue a vicenda, intanto sento che il suo cazzo pulsa sempre di più. Si irrigidisce e partono gli schizzi, che riempiono completamente il suo preservativo.
Alessio è stremato, mi ha scopato ad un ritmo indiavolato. Crolla sul sedile, io mi adagio sul suo petto. Restiamo così non so per quanto tempo, con lui che non dice niente e mi accarezza i capelli. Sono io a rompere il silenzio.
“Ti piaccio?” gli domando, in modo un po' infantile.
“Si, dal primo momento che ti ho visto” mi risponde lui.
“Io però amo un altro ragazzo” affermo, senza che ci sia un motivo valido. Mi sento di dirglielo e lo faccio. Lui rimane in silenzio qualche istante, forse spiazzato per la mia rivelazione.
“Meglio Fabio, te l’ho detto, io posso darti solo il sesso”
“Ho voglia di farlo nel letto” gli dico io.
“E’ difficile, io non ti posso portare a casa”
“Tu no, ma io si. Ho sempre casa libera durante la settimana…”
Iniziamo a organizzarci in questo senso, lui sembra orientato ad accettare la mia proposta e mi parla di fare anche qualcosa di nuovo. Mi chiede se abbia mai provato il sadomaso, gli dico di no e specifico che lui può farmi tutto...
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