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Gay & Bisex

Le tragressioni di un sedicenne a Ferragosto


di Thefab
20.11.2019    |    20.057    |    5 9.1
"Il difficoltoso pomeriggio scorre via così, senza sussulti, in un clima di totale imbarazzo, rotto solo dalle battute stupide di Lorenzo e dai suoi racconti..."
Siamo al settimo capitolo riguardante le mie vicende sessuali. In questo periodo della storia, ho 16 anni e siamo in piena estate. Ho appena consumato il primo rapporto sessuale completo da attivo.
Sono passate solo poche ore da quando ho lasciato la casa di Valerio e sono molto confuso. Non faccio che pensare alla bellissima mattinata trascorsa, alle sensazioni provate e a come ho avuto il mio primo rapporto da attivo. Però, allo stesso tempo, sono anche dubbioso nei riguardi del mio rapporto con Vale.
Tra me e lui si è instaurato subito un certo feeling, maggiore rispetto a quello col resto del gruppo. Ho capito, immediatamente, che lui era diverso e sentivo realmente che potesse essere gay. Però, un conto è porsi con lui da amico e un conto è farlo dopo aver scopato. Cosa siamo ora? Ma soprattutto, mi piace veramente?
Sono tutte cose che capirò soltanto col passare dei giorni, anche se ho un po' paura di come potrebbero cambiare le cose. Il primo banco di prova arriva nel tardo pomeriggio. Dopo essermi riposato un po', raggiungo gli altri allo chalet. Capisco subito che c’è qualcosa che non va, il clima è teso.
Saluto e mi rispondono a malapena, allora mi avvicino a Manuel, il ragazzo dai capelli rossi, e gli chiedo cosa sia successo.
“Hanno litigato Valerio e Francesco, ma non sappiamo cosa sia successo”.
Il timore diventa presto realtà: Francesco ce l’ha con me. Mi guarda malamente, non mi parla, un paio di volte borbotta minacce tra sé e sé. Anche Valerio è strano, è chiaramente in imbarazzo per il comportamento del fratello e ha la guancia leggermente gonfia.
Il difficoltoso pomeriggio scorre via così, senza sussulti, in un clima di totale imbarazzo, rotto solo dalle battute stupide di Lorenzo e dai suoi racconti di sesso. Giochiamo anche un po' a calcio ma mi fermo presto, perché Francesco prova più volte a scalciarmi e alla fine, per evitare di reagire, dico che mi fa male il polpaccio e vado a fare il bagno. Sono sul punto di andare via, mi sto asciugando, quando vengo avvicinato, finalmente da Valerio. È di fretta, probabilmente non vuole che il fratello ci veda.
“Ci ha scoperto, è successo un casino” mi rivela.
Non riesco a capire bene come possa essere successo, ma Francesco ha saputo che io e Valerio abbiamo scopato. Scopro che conosceva l’omosessualità del fratello ma non l’ha mai accettata fino a quel momento e gli diceva che era solo una fase della crescita. Aver saputo che l’ha preso in culo da me lo ha mandato su tutte le furie e gli ha anche dato un pugno durante il litigio a casa.
La sera esco e passo appositamente sotto casa loro, attendendo che scendano giù. Appena mi vedono, noto imbarazzo nei loro sguardi. Valerio abbassa gli occhi, sa già che potrebbe succedere qualcosa di brutto. Francesco, invece, è inferocito e mi viene contro.
“Che cazzo sei venuto a fare? Devi stare lontano da mio fratello, lo capisci o no?”
“Posso parlarti?”
Inizialmente non me lo concede, poi pian piano si ammorbidisce e restiamo là quasi 2 ore, nonostante le telefonate degli altri che ci stavano inutilmente aspettando. La prima parte della conversazione non va come vorrei, è fatta solo di insulti. Poi interviene Valerio, lacrime agli occhi. Il più piccolo dei due fratelli, apre completamente il suo cuore e si rivela a Francesco. Gli dice di aver sempre sofferto da quando ha capito di essere gay. Che Francesco è la sua vita, il suo riferimento, il suo modello e che quindi avrebbe tanto voluto dirglielo subito ed essere capito ma l’atteggiamento omofobo dimostrato da lui gli aveva sempre tarpato le ali.
Anche io mi confesso, gli dico tutto, che ho avuto già storie, dei mie enormi disagi interiori, di come ho il terrore che i miei lo scoprano, delle difficoltà che noi ragazzi adolescenti abbiamo ad accettare la nostra omosessualità. Ometto soltanto la parte su Antonio, non voglio che lo sappiano, per ora neanche Valerio. Mi continuo a vedere con lui e non so come potrebbero accettare la cosa.
Loro conoscono Antonio, come lo conoscevo io, per la sua pessima reputazione e sono tra quelli che più volte lo hanno definito un depravato adescatore di ragazzini.
Il dialogo tra noi 3 continua così, tra grande sincerità e tante lacrime. A turno, piangiamo tutti e Francesco capisce. Si scusa con noi ma ci chiede di non baciarci o fare altra roba davanti a lui, perché non riesce ancora a entrare in quell’ordine di idee di vedere il fratello con un altro maschio.
Nei giorni seguenti, io e Valerio facciamo tantissimo sesso, praticamente con cadenza quotidiana. La maggior parte dei nostri rapporti avviene a casa mia, spesso la mattina. Altre volte vado io da lui ma sempre quando Francesco non è presente. Non stiamo insieme, non ne abbiamo mai parlato, però c’è un certo legame e ci vogliamo bene. Scopiamo anche la sera, solitamente prima di tornare a casa. Ci fermiamo in qualche posto un po' isolato, a volte nella mia cantina o nel suo garage, e ci accoppiamo. Delle volte lo facciamo anche in spiaggia, ci piace anche l’emozione del rischio.
Intanto i giorni passano, arriva il Ferragosto, una data importante per un gruppo di ragazzi che vivono al mare. Ci sono i gavettoni al mattino, i pranzi in famiglia che non finiscono mai, i pomeriggi a fare stupidaggini insieme ma soprattutto la mitica nottata in spiaggia.
Mi alzo particolarmente eccitato, non so perché ma sono arrapatissimo. Vorrei vedermi con Valerio ma so che sono fuori fino al pomeriggio con la famiglia e quindi provo a sedare la mia eccitazione con una sega. Ma neanche la sborrata mi placa. Oggi sono voglioso come non mai, voglio scatenare i miei sensi e concedermi un Ferragosto di grande sesso e trasgressione.
Esco, vado in spiaggia e ci facciamo i gavettoni, scatenando una guerra tra gli ombrelloni per la disperazione delle famiglie presenti e per il nostro grande divertimento. Prima di andare via, mi accorgo di avere il pisello ancora durissimo. Ho guardato tutto il tempo Lorenzo, sono sempre più attratto da lui. Se lui volesse, manderei al diavolo tutti, compreso Valerio. Da lui mi farei fare qualunque cosa, è bellissimo, è sexy, è affascinante, è brillante. Ha tutte le qualità per farmi perdere la testa e innamorarmi. Però, non ho niente in mano per capire se possa starci o meno.
In preda all’eccitazione, tiro fuori il telefono e scrivo ad Antonio. Ultimamente l’ho molto trascurato, ma questo fa parte del mio carattere. Sono un egoista e vado, spesso, dove tira il vento.
Negli ultimi tempi, il vento ha tirato sempre meno spesso verso la casa di Antonio e ci siamo un po' allontanati.
Inizialmente non mi risponde al messaggio, non so neanche se lo abbia visto. Vado a pranzo, sono sopra con i miei a riempirmi lo stomaco di leccornie quando mi arriva un messaggio. È lui, mi dice che mi aspetta tra 10 minuti nel suo garage. Devo inventarmi una scusa e dico che mi deve parlare un amico sotto casa. Scendo a petto nudo, ho solo le ciabatte e i pantaloncini da mare.
Antonio è già lì che mi aspetta, vestito allo stesso modo. Chiudiamo la porta del garage, mi avvicino a lui e gli do un bacio, ma mi sembra subito poco propenso alle smancerie. Gli inizio a baciare il petto peloso, mi inebrio del suo profumo di uomo mentre il mio pene si fa sempre più duro e pressante all’interno dei pantaloncini.
Antonio, però, mi ferma quasi subito, mi afferra e mi posiziona appoggiato con i gomiti sul cofano della macchina. Mi va alle spalle, mi fa togliere le ciabatte e poi mi sfila pantaloncini e mutande, mettendomi completamente a nudo. Mi sputa sul culo e inizia a spingere un dito dentro. È molto più animalesco del solito. Poi lo lecca un po', infine riprende a sditalarlo, il tutto tra i miei soliti mugugni. Quando ritiene che sia giunto il momento, si posiziona per bene alle mie spalle e mi scopa a pecora.
Me lo spinge tutto dentro, fino a fondo, è meraviglioso. Mentre mi scopa, inizia a schiaffeggiarmi la chiappa, poi ogni tanto mi prende per il collo, mi gira verso di lui e mi infila la lingua in bocca ma senza alcun sentimento. Io sto ansimando ma secondo lui faccio troppo rumore, per cui mi infila le dita in bocca e mi ordina di ciucciarle. Sono le stesse dita che ha infilato su per il mio culo e l’idea mi eccita.
Mentre succhio le sue dita in modo vorace, non riesco comunque a smettere di mugolare come una schifosa troia mentre Antonio mi sta sfondando il culo e continua a schiaffeggiarmi le chiappe.
Impugno il mio cazzo, che è durissimo, e inizio a segarmi a tutta birra, so che tra poco sborrerò.
Poco dopo, però, Antonio si ferma: mi afferra, mi fa girare e mi fa inginocchiare, mettendomi le mani sulle spalle. Mi infila il suo largo cazzone in gola e io prendo a succhiarlo.
Me lo ha appena tolto dal culo e me lo ha messo in bocca, la cosa mi eccita ancora di più e inizio a ciucciare a più in posso. Lui si lascia andare a qualche respiro affannoso, sta per venire. Mi tiene la testa ferma, me lo spinge tutto dentro. Mi sento quasi soffocare ma resisto e lui sborra. Mi riempie la gola di schizzi di sborra, io bevo tutto, gustandomi ogni goccia.
Mi tolgo il cazzo di bocca, lui sa che devo sborrare. Mi sto segando in ginocchio mentre lo guardo. Ho lo sguardo voglioso, sono una vera zoccoletta e a lui questo piace. Mi afferra ancora per la testa, mi avvicina al suo inguine. Odoro i suoi coglioni sudati che sanno di uomo, poi inizio a baciargli l’interno coscia peloso e le gambe. Mi porta fino ai piedi, scalcia via le ciabatte e me lo mette in faccia. Lo lecco, lo bacio, lo assaporo. È sudato, mi piace lo stesso, anzi mi piace di più.
Passo la lingua su tutta la pianta, poi mi soffermo tra le dita, le spazzolo a una a una e le insalivo per bene. Intanto continuo a menarmi l’uccello a tutta birra, sono al culmine.
Smetto di leccare il piede di Antonio, alzo lo sguardo verso di lui e inizio ad ansimare mentre mi sego. Lui mi guarda, mette il suo piede sul mio cazzo e inizia a strusciarlo, io sborro quasi subito e glielo riempio tutto del mio caldo liquido.
“Ora leccalo, troia” mi ordina.
Non si è mai comportato così nei miei confronti. Abbiamo fatto sesso in tanti modi, anche selvaggiamente ma sempre con passione, stavolta è distante e ha solo voglia di usarmi. Il suo cambiamento mi sorprende ma mi eccita, adoro anche questo modo di essere trattato.
Mi accuccio, come un cane, inizio a leccargli i piedi e li ripulisco, centimetro dopo centimetro. Quando ho finito il lavoro, mi dà il permesso di potermi rialzare.
“Le tue mutande le tengo io, torni a casa senza” mi dice.
Quell’episodio, rappresenta un po' il culmine del mio rapporto con Antonio. Non tornerà più come prima e, lentamente si andrà spegnendo nel corso dei mesi successivi. Capirò, successivamente, che non ha gradito il mio comportamento e ha trovato un altro amante. Si accetta anche questo e si va avanti, è giusto così.
Tornando al Ferragosto, arriva il momento della mitica nottata in spiaggia. Ci siamo organizzati bene e siamo diverse persone. Oltre a noi che abbiamo fatto il torneo di calcio sulla sabbia, si sono aggiunti degli amici che ognuno ha portato, comprese delle ragazze. Durante la festa, scorrono litri di alcol e qualcuno, come Lorenzo, si fa anche qualche canna. Io inizio presto a perdere la ragione. Non amo molto bere e quando lo faccio mi prende presto la testa. Chiaramente ho voglia di scopare e cerco Valerio, ma non lo trovo. Alla fine, non so come, mi ritrovo sul lettino con una ragazza di 14 anni che mi fa il filo da inizio serata. Rimedio una pomiciata e una sega, sono talmente ubriaco che sborro senza troppi problemi e le faccio pure un bel ditalino. Lei pensa qualcosa tipo che stiamo insieme e dopo che sono venuto inizia a farsi molesta, vuole le coccole, io la mando via, non ho voglia di starci insieme. Vado alla ricerca di Valerio ma non riesco veramente a trovarlo, anche se devo ammettere che manca gran parte del gruppo. C’è chi ha rimorchiato, chi si è allontanato per andare a salutare altri amici, chi ha deciso di farsi una passeggiata per riprendersi dalla sbornia.
Mentre sono in giro da solo, girando il perimetro attorno alla spiaggia che stiamo occupando per la nottata, mi imbatto in Francesco. È piuttosto strafatto, tant’è che è a petto nudo nonostante la temperatura sia un po' scesa e non faccia più caldissimo.
Anche lui è da solo, mi guarda un po' brutto. Per un attimo, temo che voglia ritirare fuori la storia della mia omosessualità e di quella del fratello, poi trasforma lo sguardo negativo in un sorriso.
“Ti posso parlare?” mi chiede.
Non ho motivo per negargli la conversazione, anche se sono ubriaco e mi va poco di ascoltarlo.
Mi dice di seguirlo e mi porta in direzione della strada, lasciando quindi la spiaggia. Non capisco dove mi voglia portare e lo seguo perplesso. Dopo circa 5 minuti di camminata, giungiamo in una piazzetta non troppo distante, dove generalmente il pomeriggio orde di ragazzini giocano a pallone. La sera, invece, è un luogo completamente isolato, specialmente a quest’ora, e anche piuttosto buio.
Mi sento un po' a disagio, è una situazione paradossale e il posto mi rende poco tranquillo.
“Fra, ma perché siamo venuti qui?” gli domando, un filo teso.
“Tranquillo, che c’hai paura?” mi risponde lui, spavaldo.
Ci rechiamo verso la zona sud della piazza, il luogo dove di solito si fanno le canne i ragazzi più grandi perché è il più appartato. Protetto dagli alti cespugli, dagli alberi e da un muro, è praticamente invisibile dalla strada. Il mio stato di agitazione cresce sempre di più. Inizio quasi a pensare che, da ubriaco, voglia vendicarsi in qualche modo per la storia che ho in piedi col fratello. Ammetto, in effetti, che pur avendo chiarito la questione con tanto di lacrime, Francesco non l’ho mai visto molto felice di questa cosa e, per questo, ho spesso evitato di stare vicino a Valerio in sua presenza.
Siamo uno di fronte all’altro, lui è in piedi davanti al muro. Si guarda attorno, si accerta che siamo soli e poi, per mia sorpresa, si abbassa i pantaloncini e il costume fino alle mutande. Ha il cazzetto in tiro, è arrapatissimo. Mi fa uno strano sorriso, poi se lo indica:
“Avanti, succhiamelo” è un ordine, detto anche con un tono di voce duro.
“Ma cosa dici?” provo a obiettare io.
“Ti ho detto di succhiarmelo, lo so che vuoi farlo, non lo viene a sapere nessuno”
“Ma tuo fratello…” sto provando a dire io ma mi stoppa subito.
“Mio fratello sta scopando con Lorenzo, non te ne sei accorto?”
“Che cazzo dici?” dico io, sono gelato.
“Beh, da giorni che va avanti, secondo te perché sono spariti tutti e due a metà nottata?”
Effettivamente, da quando ho visto Lorenzo farsi le canne con un gruppetto, poi non ho più notato né lui e né tantomeno Valerio. Non so se Francesco dica la verità o se lo stia facendo solo per convincermi a fargli un bocchino. So solo che sono ubriaco e che ho un forte senso di rabbia mischiato a disagio.
Decido di assecondarlo ma lo faccio più per me che per lui: ho bisogno di avere un cazzo per sfogarmi.
Mi avvicino, inizio a passare la mano sul petto di Francesco. È molto magro ma ha dei bellissimi addominali scolpiti. Pur essendo decisamente basso, ha un fisichetto veramente invitante.
A questo punto, continuando ad accarezzargli il petto e la pancia, mi inginocchio. Ho il suo cazzo a pochissimi centimetri. Con la mano, scendo in quella direzione e glielo impugno. Inizio a segarlo lentamente, lui mi accarezza la testa e poi me la spinge verso il cazzo. Non sembra avere voglia di giocare, vuole diretto un pompino e io lo assecondo. Prendo subito il cazzo in bocca e inizio a ciucciare al meglio delle mie possibilità. Con la mano destra, continuo ad aiutarmi e glielo sego contemporaneamente. Francesco gode moltissimo.
“Sei una troia, io lo sapevo, madonna come succhi” mi dice frasi di questo genere di continuo, mi eccita sentirgliele pronunciare e ciuccio con ancora più foga.
Il suo cazzo è piccolo, anche più piccolo di quello del mio ex Damiano ed è una sensazione strana averlo in bocca, io che sono abituato ad esempio a quello di Antonio. Lo riesco a far sparire tutto nella mia bocca, senza troppe difficoltà. Con la mano sinistra, gli afferro una chiappa. Gliela strizzo, gliel’accarezzo. Ha un gran bel sederino, devo ammetterlo.
“Aspetta un attimo, alzati” mi ordina.
Io eseguo, mi metto in piedi dinanzi a lui, mi prende per un braccio e mi fa avvicinare alla panchina che è a pochi metri da noi. Mi fa poggiare sul bracciolo della suddetta panca, a pecora.
“Voglio scoparti” mi dice.
Avrei da obiettare, mi sembra tutto così assurdo, ma non dico niente, lo lascio fare perché in fondo ne ho voglia. Francesco si posiziona alle mie spalle. Sa che sono sfondato e di brutto, quindi non si fa alcun tipo di problema, mi abbassa i pantaloncini e le mutande e mette a nudo il mio culo.
“Che culo da puttana che hai, ora te lo sfondo” mi preannuncia. Vorrei obiettare, fargli presente che con quel cazzetto non ha grosse chance di sfondarmelo ma evito. Sarà una nuova esperienza. D’altronde, tolta la scopata del pranzo con Antonio, ho veramente voglia di prendere nuovi cazzi. È una passione ormai, mi piace aggiungere cazzi alla mia collezione.
Francesco si posiziona, prova a entrare ma fa fatica. Mi sembra decisamente inesperto. Lo lascio fare per un po', ma si sta spazientendo, non riesce a entrare. A questo punto intervengo io, gli prendo il cazzo con la mano, lo dirigo verso il mio buchino e lo aiuto a penetrarmi. È dentro, inizia lentamente a muoversi, è molto impacciato. Io sento comunque una sensazione piacevole. Anche se di dimensioni ridotte, è pur sempre un cazzo che mi sta stimolando il culo e mi piace.
Pian piano che passano gli istanti, Francesco sembra trovare confidenza con quanto stiamo facendo. È ubriachissimo e non so fino a che punto si renda conto di quello che stiamo facendo. Anche io sto fuori come un balcone, ma al contrario suo me ne rendo conto. E non me ne frega più un cazzo. Anzi, se è vero che Valerio ha fatto qualcosa con Lorenzo, qualsiasi cosa, anche solo una pomiciata, sono felice di quello che sto facendo. È la dimostrazione che in fondo, di Valerio, non me ne importa granché, al di là del bel rapporto che abbiamo.
Francesco si aggrappa ai miei fianchi e spinge con tutta la forza che ha, io ansimo leggermente, mi impugno il cazzo e inizio a segarmelo a tutta forza. A metà scopata, notiamo un gruppetto di ragazzi che stanno attraversando la piazza. Lo faccio notare a Fra ma sembra non interessargli molto e continua a penetrarmi il culo. Io li osservo, non mi sembrano del posto, saranno turisti. Ci notano e ci deridono, urlano un paio di parolacce e se ne vanno, erano più ubriachi di noi. Addirittura ho scopato davanti ad altra gente, pensate un po' in che condizioni sono. Va bene, torno a concentrarmi su Francesco.
E’ alle mie spalle che continua a chiavarmi, io mi sto masturbando, lui si regge sui miei fianchi e ha un respiro affannoso. Sta per sborrare, rallenta e si svuota tutto nel mio culo.
“Madonna che sborrata” mi dice.
Poi, senza aggiungere nulla, si riveste e va via, senza neanche aspettarmi. Io rimango ancora un po' là, mi sto masturbando, voglio sborrare. Penso a quello che abbiamo fatto, mi porto le dita nel culo, raccolgo un po' della sborra di Francesco e me la metto in bocca, la gusto. Mi lecco le dita, le ciuccio. Sento arrivare, a mia volta, l’orgasmo. Punto il pisello verso il prato, ansimo un po' e scarico tutto a terra. Vedo l’erba impregnarsi della mia sborra densa.
Durante il tragitto di ritorno, sono combattuto. Se fosse vero che Valerio è stato con Lorenzo non so come reagirei. Appena arrivo Francesco ha ripreso a bere e non mi considera molto, Valerio è tornato in gruppo, c’è anche Lorenzo ma è seduto dalla parte opposta. Non ho prove di ciò che hanno fatto. Decido di aspettare il giorno dopo e parlargli…


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