Gay & Bisex
L'abbordaggio
di xbisex
16.05.2024 |
19.953 |
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"“Girati che ti voglio leccare il culo” lui obbediente si gira e con le mani cerca di scostare il più possibile i glutei..."
Entro nella farmacia e mi deprimo subito nel vedere una fila di almeno dieci persone che attendono di essere servite. Mi metto in pace e rassegnato attendo il mio turno. Almeno dentro il locale c’è l’aria condizionata che stempera la calura estiva di questa mattinata bollente.
Il signore davanti a me ogni tanto si gira verso di me come a voler stabilire una qualche conversazione e nel frattempo noto che si dilunga ad osservarmi con una certa curiosità e insistenza.
Come faccio io (e come fa lui) ad intuire da subito che sembriamo avere una certa affinità che ci potrebbe coinvolgere tutti e due? Forse dopo aver frequentato in intimità tanti altri uomini, un qualche bizzarro ‘sesto senso’ potrebbe essere fondamentale per scoprire da subito un certo legame di intenti con persone anche appena conosciute o, come questa, anche assolutamente sconosciuta.
“Ci vuole tanta pazienza vero?” esordisce il tipo e già dall’intonazione della voce non sarebbe difficile capire il suo orientamento sessuale. Fortunatamente ha un tono molto basso e non mi mette in un qualche imbarazzo, anche perché sono l’ultimo della fila e non c’è nessuno dietro di me al momento.
“Io pensavo che fossero andati tutti al mare con una giornata così” replico scuotendo la testa. L’altro ridacchia e continua a squadrarmi ben bene.
Non ho nessun elemento che mi possa identificare come interessato al tipo. Non ho elastici al dito o altri segnali che qualcuno proponeva in qualche sito hard per farsi riconoscere tra gay e/o bisex. Potrebbe mai esserci un sistema che non ti lascia dubbi?
Approfitto che non ho nessuno dietro per palpare con la mano la mia patta dei pantaloni, così credo possa essere un po' più lampante il mio interessamento.
Anche se ha gli occhiali scuri, noto che ha visto questa mia manovra e lo vedo sorridere sornione. Ma nel frattempo la fila si accorcia e va spedita, dietro di me si sono aggiunte improvvisamente altre persone in mesta attesa e non sarebbe più possibile ed educato, fare altre manovre simili.
Il tipo è al banco e dopo poco si allontana verso l’uscita con le sue medicine, mi lancia uno sguardo veloce senza fare nessun ammiccamento significativo. Va a finire, mi dico, che ho sbagliato totalmente approccio. E’ il mio turno e acquisto i miei carissimi integratori. Esco e lo vedo nella sua macchina rossa che si muove lentamente lungo la strada e poi si ferma a poca distanza da me adiacente al marciapiede. Allora non ero in errore!
Mi avvio a piedi perché non ho l’auto, il medico mi ha caldamente consigliato di muovermi e di stare all’aria aperta e di non immobilizzarmi davanti al PC per ore.
Camminando mi avvicino fin dove lui ha parcheggiato la macchina. Fortunatamente sembra che andiamo nella stessa direzione. Intuisco in quel momento che possa avere una qualche incertezza su cosa fare, credo abbia pensato che avessi una vettura anch’io e che poi l’avessi seguito a distanza.
Lo vedo partire e imboccare la prima stradina a destra. Intuisco la manovra; così se lo seguo anche se a piedi, sarà più convinto di cosa vogliamo fare senza ulteriori incertezze.
Continuo nella passeggiata e poi giro anch’io in quella stradina a destra. Vedo subito la sua auto rossa parcheggiata a bordo strada ferma lì poco distante. Mi avvicino con un poco d’emozione e subito il tipo mi fa un cenno con la mano. Mi avvicino alla portiera con già il finestrino abbassato.
“Mi scusi, l’ho vista che è a piedi e forse con questo caldo non è proprio piacevole” mi dice tutto in un fiato “Vuole un passaggio se va in questa direzione?” Anche lui appare emozionato e ancora un poco incerto.
“La ringrazio, lei è molto gentile” gli rispondo subito “Allora salgo con piacere” mentre il cazzo mi fa un piccolo balzo nelle mutande.
“Come mai passeggiare con questa calura?” mi chiede per avviare la conversazione mentre riprende a guidare con andatura lenta.
“Il medico mi ha vivamente consigliato di muovermi di più e di non stare sempre incollato davanti alla televisione o al PC” intanto allungo le gambe e mi do una sistemata al cavallo dei pantaloni .. il mio uccello inizia a farsi notare sotto quella mia tela leggera.
Lui nota il mio movimento e non gli sfugge quell’ evidente gonfiore tra le mie gambe.
“Sposato?” chiede tenendo la mano sulla leva del cambio.
“Già, sposato e in pensione” gli rispondo mentre anche la sua patta pare gonfiarsi con rapidità.
“Io mi chiamo Gianni”
“Io Mauro, piacere” e ci stringiamo la mano come prassi, ma poi lui afferra prontamente la mia e l’appoggia sulla sua gamba.
“Scusa .. ti dispiace se sono così diretto?” mi chiede con voce un po' tremante.
Io gli stringo la gamba e poi la faccio scivolare sul suo pacco.
“Direi di no” mormoro sorridendo. Sento il suo cazzo che si fa bello dritto e duro e lo stringo già eccitato.
“Caspita! E’ la prima volta che ignoro del tutto quegli inutili convenevoli” dice ridendo. “Che ne dici se facciamo un salto a casa mia” quasi balbetta “E’ qui poco distante se ti va”
“A meno che qualcuno non ti aspetti a casa, la moglie magari?” aggiunge in tono sommesso.
“No, la mia signora credo sia in shopping con le sue amiche, ho tempo sicuramente fino a mezzogiorno”
“Io abito con mia madre, ma anche lei oggi non c’è, è da parenti” dice soddisfatto
“Ma bene, almeno abbiamo due orette per conoscerci meglio, vero?”
Allora anche lui allunga la mano sul mio uccello e lo stringe con forza, ma poi cerca di essere più attento alla strada. Io continuo invece a tenerlo in mano sopra i suoi pantaloni. Sembra un bel cazzo non lungo ma bello grosso.
“Basta tormentarmi” sussurra eccitato “Va a finire che mi fai già venire!”
Ridacchio mentre mi scosto obbediente. Effettivamente la sua abitazione è vicina a pochissimi chilometri. E’ un condominio alto, non di recente costruzione e di aspetto un po' dismesso.
“Spero ci sia l’ascensore” gli chiedo scherzando.
“Ma certo, un po' lento ma non è un difetto” mi dice strizzandomi un occhio. Intuisco cosa intende “E io abito all’ultimo piano”.
Entriamo nell’atrio, io con un po' di timore, magari vado ad incontrare persone che conosco in un posto per me non abituale. Rammento che ci sarà sempre qualcuno che non si fa i cavoli suoi purtroppo.
L’ascensore è già disponibile a piano terra, entriamo e lui subito mi stringe e prova a baciarmi. La cosa mi sorprende ma rispondo con entusiasmo. Spero lui sia già consapevole se ci fossero dei pericoli in agguato in questo suo condominio. Limoniamo per qualche minuto con le porte aperte, poi lui si decide a spingere il bottone. E mentre il vecchio ascensore si alza scricchiolando non stacchiamo le nostre bocche fino a quando non arriviamo quasi al suo piano.
Ci ricomponiamo veloci, ma non c’è nessuno nel pianerottolo. Entriamo e cerchiamo di darci una calmata mentre ci togliamo i pochi indumenti indosso.
“Sicuro che tua madre non rientra all’improvviso?” gli chiedo un poco esitante.
“Stai tranquillo, poi sappi che ho una aperta intimità con lei”
Lo guardo un po' stranito, non capisco bene cosa intenda ma ormai l’eccitazione la fa da padrona e l’unica cosa che mi interessa è far l’amore con lui.
“Ti piace la ‘pioggia dorata’?” chiede emozionato.
“Si certo, ha ricevere però” dico “Con il cazzo dritto non ci riesco mai se non al termine”
“Allora se vuoi ti servo io adesso, vieni qui in bagno” mi fa appoggiare la testa sul bordo del lavandino e subito inizia a pisciare. Gli afferro il cazzo e cerco di dirigerlo al meglio. Il getto è deciso e veloce, un po' me la bevo ma il più lo faccio scorrere nella bocca.
Dopo gli ultimi schizzi lo prendo in bocca e lo lavoro con la lingua. Il suo cazzo è grosso, tozzo e bello duro, mi riempie la bocca e le labbra si dilatano piacevolmente sulla sua verga della larghezza di una lattina di coca cola (quella più stretta). La cappella è minuscola ma mi dico che è della forma adatta per far entrare più agevolmente nel culo tutto quel suo ben di dio.
Gianni sembra apprezzare e lo sbocchino per vari minuti mentre gli solletico il buchetto con le dita.
“Girati che ti voglio leccare il culo” lui obbediente si gira e con le mani cerca di scostare il più possibile i glutei. Ha un buchetto meraviglioso Gianni, liscio e senza neanche un peletto. Lo penetro con la lingua e lo sento godere con ansiti e gemiti.
“Ma che bravo.. ma stai attento che puoi stimolarmi certe esigenze fisiologiche!” dice ridendo.
“Be, ne possiamo parlare” rispondo serafico “Non sono schizzinoso!”
“Che porco!” esclama “Ma ora tocca a me” Mi porta nella sua cucina e mi fa accomodare su una sedia. Si mette in ginocchio di fronte a me e mi sorprende afferrando un piede alla volta che inizia a leccare e succhiare. Per (sua) fortuna avevo fatto una doccia la mattina e sebbene sudato sembravano ancora abbastanza puliti. Li lecca tutti e due con passione e intenti di sottomissione. Poi inizia a prendere in bocca il mio uccello. Lo fa con delicatezza e passione insieme, in certi momenti mi sento di arrivare pericolosamente all’orgasmo con i suoi sapienti giochi di lingua e labbra.
“Sei meraviglioso Gianni .. un bocchinaro stupendo” dico sospirando “Ma vorrei sentire il tuo bel cazzone dentro di me”.
“Come desideri, amore” si alza e scompare per andare a prendere il gel necessario. Io intanto mi avvicino alla porta finestra della cucina, la apro appena per far scorrere un po' d’aria. Noto che il suo condominio è il più alto della zona intorno.
“Lo vuoi in o out?” mi chiede quando Gianni rientra in cucina.
“Scusa non capisco”
“Vuoi far l’amore qui dentro o in terrazza?” dice sorridendo “Hai notato che non ho dirimpettai che rompono?”.
“Be .. non mi dispiacerebbe se fosse così. Posso uscire tranquillo a vedere?”
“Ma certo” dice “Guardati intorno così ti renderai conto che saremmo abbastanza sicuri di non farci vedere .. ed è così bello farlo all’aria aperta”
Esco timidamente sul terrazzo che è tutto in cemento con qualche piccola feritoia verticale sul fronte. Ma in effetti le case intorno sono almeno due piani sotto di noi. Una leggera brezza mi solletica il corpo nudo.
E’ davvero piacevole esibirsi senza pericoli di mostrarsi.
Lo sento appoggiarsi alla mia schiena, il suo cazzo che trova subito la collocazione tra le mie chiappe. Siamo in piedi tutti e due nudi nella privacy di questo suo balcone nell’attesa di fare sesso, mentre sotto di noi prosegue il solito tran tran, ignorati da tutti .. o almeno lo spero.
“Allora che dici? Iniziamo qui?”
“Si dai” rispondo già eccitato “Metti tanto gel .. io sono stretto e tu hai quella specie di cannone!”
Lui ride mentre mi spalma la crema e mi penetra con un dito poi due. Io mi appoggio con le braccia sul terrazzo. Osservo dall’alto la gente che cammina e le auto che percorrono lungo le strade. E’ eccitante la contrapposizione di quella normalità sotto di noi e il momento più trasgressivo di noi due sopra le loro teste.
“Eccolo” ..Lo sento spingere, la cappella scivola subito dentro, ma poi la sua grossa verga ha un po' di difficoltà ad entrare. Cerco di rilassarmi il più possibile e infine anche quella si fa strada dentro di me con un poco di dolore. Il mio buco si è dilatato e aperto a quel grosso passaggio inconsueto. La verga scivola ora fino alla fine, le sue palle si schiacciano nei miei glutei. Mi sento pieno di quella nuova e grande presenza nel mio corpo. Dal mio cazzo dritto gocciola ininterrottamente il magico precum.
“Come va?” chiede emozionato “Ti faccio male?”
“Solo un poco .. ma è bellissimo farmi chiavare da te .. mi riempi tutto!”
Lui inizia a scivolare avanti e indietro mentre mi da qualche schiaffetto sui glutei.
“Dammele forti le sberle .. mi piace anche a me essere come sottomesso”
Gianni non si fa pregare, due schiaffi sonori mi deliziano ancora di più l’inculata.
“Ti piace fare la schiavetta?” mi sussurra nell’orecchio.
“Si dai.. fammi quello che vuoi .. sono la tua troia adesso”
“Troia si” mormora “Ma sei anche un uomo come me..un invertito, un finocchio, vero tesoro?”
Comincia a tirarmi i capelli, due schiaffi nelle guance, mi pizzica i glutei e sputa tra le mie chiappe anche se non ce n'è più bisogno .. il suo grosso uccello mi ha allargato il buco e scivola senza problemi nel mio ano.
“Amore allargati i glutei che ti voglio fare un dentro e fuori”
Obbedisco guadagnandoci due sputi in faccia. La sua saliva gocciola fuori dal terrazzo .. chissà a chi potrà cadere in testa penso divertito.
Il cazzo mi esce del tutto e a causa della sua dimensione il buco mi rimane ben aperto .. sento come una ventata di aria fresca penetrare dentro di me. Poi il suo cazzo rientra velocemente nel mio corpo fino a riempirmi di nuovo. E’ stupefacente questo gioco, continuo a godere delle sue molestie e di questo suo andirivieni nel mio culo.
“Amore mi consenti di venirti dentro?” lo sento spingere fino a farmi piegare le ginocchia. Il suo uccello pare un tronco d’albero dentro di me.
“Tesoro, non aspetto altro che tu mi riempia del tuo seme”
“Eccoti allora!” strilla forte mentre sento il suo uccello contrarsi dentro di me.
“Oops” esclamo quando mi si piegano improvvisamente le ginocchia e il suo cazzo scivola fuori continuando a sborrare come una fontana.
“Scusa.. dai rimettimelo dentro” chiedo voglioso
“Si amore, eccolo” il suo uccello riprende il suo posto dentro di me mentre continua a gocciolare. Ho tutte le chiappe e le gambe bagnate dal suo sperma, il pavimento del terrazzo è tutto pieno di schizzi.
“Abbiamo sporcato un casino!” dico sorridendo “Sarà meglio pulire prima che torni tua mamma”.
“Non vi preoccupate” fa una voce dietro di noi “Mi diverto io a pulire!”
Io rimango di gelo, mi giro staccandomi da Gianni, nascondendo stupidamente il mio cazzo dritto. In cucina è apparsa una bella signora che ci osserva divertita e con gli occhi lucidi.
“Mamma, come mai già qui?” fa Gianni con incredibile indifferenza.
“Sai le solite storie di parenti e mi sono scocciata” dice come per niente imbarazzata dalla situazione. “Qui vedo invece che vi divertite alla grande!”
“Mamma ti presento Mauro, ci siamo appena conosciuti ma abbiamo già un bel feeling come vedi”
“Piacere signora” mormoro praticamente quasi soffocato dall’imbarazzo. Ma stranamente sono anche consapevole che l’eccitazione mi è rimasta del tutto. Credo di aver afferrato quello che Gianni intendeva del suo ruolo con la madre. Tolgo la mano da sopra il mio uccello che è rimasto bello rigido, mentre continuo a gocciolare sperma.
“Hai un bell’arnese caro Mauro!” esclama la signora.
“E pensa che non l’ho ancora assaggiato del tutto” fa con divertita impertinenza Gianni “Lo vorresti provare tu mamma?”
Lei si avvicina sorridendo mentre con noncuranza si toglie il vestito leggero rivelando un discreto fisico, maturo ma accattivante. I seni un po' flosci ma con i capezzoli dritti e puntati come pistole. Sfilato gli slip rileva un triangolo di pelo rasato tra due gambe ancora toniche e affusolate.
“Bella donna tua madre!” dico con sincera affermazione. Ormai sono risalito dall’imbarazzo alla totale accettazione di quella loro incestuosa relazione famigliare.
Lei in un solo movimento si inginocchia difronte a me e me lo prende in bocca. Gianni senza indugio si mette dietro sua madre e con decisione punta il suo grosso uccello tra le sue chiappe. Lo vedo iniziare ad incularla senza nessuna esitazione.
“Sai Mauro, questa troia è sempre mia mamma e non riesco a chiavarle la figa. E’ come una forma di rispetto .. non riesco ad avere rapporti con la vagina da dove mi ha fatto nascere!”
“Toccherà a te scoparla e sborrarle in figa!”
(continua?)
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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