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Io e lo zio Matteo III


di Soundserio
15.08.2014    |    18.716    |    4 9.6
"Visto che il tempo era poco, non ne persi altro, me lo infilai subito in bocca ed inizia a gustare quel nerchione grande e gustoso..."
Martedì sera, 20.30 circa, dopo qualche aperitivo in compagnia degli amici ritornai a casa e, preso un po' dall'alcol e dal solito pensiero decisi di rischiare, con la scusa che il papà lavorava con lo zio, mandai un sms:
-"Ei ciao zio, senti ma papà è li con te o siete già partiti?"
Dopo circa 10min di attesa finalmente lo zio rispose
-"Ciao Sergino, io e il papà siamo già partiti da un po', io sto arrivando ora a casa, penso che non tarderà anche lui ad arrivare lì."
-"Ok, grazie. Com'è andata oggi a lavoro? Faceva un gran bel caldo!" Risposi io, cercando di intavolare un dialogo tra noi
-"E' andata bene, ci vorrebbe un po' di relax tra una pausa e l'altra con questo grande caldo. E tu che hai fatto tutto il giorno?" Rispose lo zio
-"Io ho dato una mano al mio amico per alcuni lavoretti a computer e poi ho fatto un pomeriggio di mare. Alla faccia vostra! ...e comunque si, ci vorrebbe un po' di relax spensierato durante le pause..." Risposi provocando
-"Bè che ne diresti di venire a darci una mano invece domani? Tanto abbiamo quasi concluso, mancano pochi ritocchini, con una mano in più si fa prima."
-"Adesso ne parlo con il papà, magari vengo a darvi una mano domani"
-"Va bene, allora se verrai a domani mattina" Rispose lo zio
-"Non prometto niente, forse a domani zio" Decisi di lasciarlo sulle spine senza dargli una conferma.
Mercoledì mattina, ore 7.30, mi ritrovai in auto con il papà con destinazione la casa al mare della zia, là ci aspettava Matteo. Quando arrivammo lo zio stava fuori nel cortile a sistemare alcuni pilastri in pietra. Ci salutammo ed iniziammo a sistemare e ad organizzare il lavoro. Lo zio in tenuta da muratore era ancora più bono del solito. Portava addosso un vecchio jeans chiaro strappato, talmente aderente che metteva in risalto il suo bel culo tondo e maschile, si notava anche un po' la forma del pacco che non mi sfuggì per nulla al mondo. Indossava una semplice canotta bianca un po' sporca di cemento e polvere dalla quale sfoggiava quella sua bellissima peluria nera che gli ricopriva il petto e la pancia, le braccia erano grosse, muscolose e ben in evidenza con un colore di pelle scuro e nero per via dell'abbronzatura. Ero già arrapato! Cercai di schiarirmi i pensieri levandomi lo zio dalla testa, cavolo c'era mio padre li con noi, dovevo stare bravo ed attento. La mattinata fu lunga, ci furono alcuni momenti in cui io e lo zio capitammo soli quando il papà si spostava alla ricerca di alcune attrezzature di lavoro. Non ci dicemmo nulla di che, ogni tanto qualche sorrisino ma niente di più. Le 11.30 ed il sole batteva oramai caldo, lo zio beveva dell'acqua fresca dalla bottiglia ed un po' se la gettava sul viso e su quei magnifici riccioli neri per rinfrescarsi, bagnando quella canotta bianca e rendendola un po' trasparente e ponendo in evidenza i suoi capezzoli. Che splendore! Mi sarei voluto far scopare in ogni angolo della casa, persino in giardino fregandomi dei vicini. Volevo quell'uomo, mi piaceva da morire. Mi mandava in subbuglio gli ormoni ogni volta che lo guardavo, pensavo e sfioravo.
Finalmente alle 12.00 si decise di mangiare e papà si propose per andare al negozietto estivo due vie dietro casa per i panini e le birre. Nessuno di noi due, io e lo zio, aprì la bocca per accompagnarlo, lo facemmo andare solo. Quando papà scomparve nel vialetto ciottolato tra gli alberi in giardino, zio Matteo entrò dentro casa dicendo "Io vado a darmi una rinfrescata al viso e lavarmi le mani" ed io dissi "Ok, anch'io sistemo qua e vengo a darmi una sciacquata". Sistemai tutto in fretta e mi incamminai dentro casa cercando di non sporcare il mattone pulito, andai in bagno e trovai lo zio davanti allo specchio con l'acqua del rubinetto aperta che si rinfrescava il viso ed i capelli, mi avvicinai guardandolo e gli sfiorai il capezzolo turgido dentro la canotta bagnata con l'indice della mia mano destra, lo guardai in faccia con un sorriso, lui ricambiò e con la mano dal suo capezzolo decisi di scivolare giù per la pancia, l'ombelico ed il suo pacco già gonfio. Lo palpai un po' e subito lui tentò di fermarmi "Ei ei, c'è tuo padre qui, tra due minuti sarà qui, fai da bravo Sergio" mi disse un po' spaventato, ma io non persi tempo continuai a palparlo e tastarlo per bene e lo baciai intensamente. Mi staccai e gli dissi "Stai tranquillo zio, lo sentiremo arrivare. Ho chiuso la porta, quindi dovrà bussare prima di entrare" e subito mi abbassai davanti al suo pacco finendo la frase. Gli sbragai con forza il pantalone e gli tolsi fuori quella mazza che la zia Laura si godeva tutti i giorni. Visto che il tempo era poco, non ne persi altro, me lo infilai subito in bocca ed inizia a gustare quel nerchione grande e gustoso. Inizia a pomparlo con foga. Lo zio aveva sempre un cappellone gustoso e grosso. Me lo feci schiaffare sul viso e poi iniziai ancora ad ingoiarlo tutto, lo zio capì subito che volevo farmi fottere ancora una volta la bocca. Mi fece sedere a terra, sotto l'asciugamano per le mani, in maniera tale che io poggiassi li la testa ed iniziò a scoparmi. Era un toro, sentivo la sua mazza attraversarmi la bocca ed arrivare fino alla gola. Mi fotteva con grande forza, era eccitato e mi teneva la testa tra le mani, sentivo sbattere la nuca contro l'asciugamano dalla sua forza nello spingere. Ogni tanto lo levava fuori per farmi respirare, me lo strusciava sul viso e poi me lo rinfilava tutto fino alla gola forte. Lo zio era proprio un toro. Quando me lo levò dalla bocca gli dissi "Dai zio, riempimi ancora. Sborra!" lui non era di certo timido, me lo rinfilò di colpo e continuò a scoparmi per bene la bocca, sentivo le sue palle sbattermi contro il mento, stavo soffocando, volevo la sua sborra calda in gola. Continuava a sbattermi, gemeva di piacere ed un certo punto lo sentii dire "Dai, fammi sborrare troia". Non mi era mai capitata una cosa dal genere, ma mi fece eccitare da morire. Lo spinsi indietro, lui mi guardò come per scusarsi di ciò che aveva appena detto, ma subito dopo capì che non mi ero offeso, ma anzi, la mia eccitazione era aumentata. Lo appoggia al muro ed inizia a segarlo e succhiarlo senza fermarmi, lavorando quel cazzone di 22 centimetri in ogni angolo e per bene. Gli abbassi il jeans alle ginocchia e lo voltai e non gli diedi neppure il tempo di domandarmi che facevo che si ritrovò le mie mani sui suoi glutei e la mia lingua calda che si infilava tra le sue chiappe. Sentii un gemito di piacere da parte sua e ci andai dentro con più intensità. Leccavo quel culo come se fosse il culo più bello al mondo, bello, tondo e alto con qualche pelo. Infilai la mia lingua dentro di lui mentre lui godeva come un matto, mentre con una mano gli segavo quel palo che si ritrovava davanti. Lo voltai ancora davanti a me, per via del poco tempo, anche se volevo farmi scopare, e ripresi a pomparlo. Volevo farlo impazzire, spompinavo e lo guardavo dritto negli occhi, quando vidi che stava per venire iniziai ad incitarlo "Dai sborrami, riempimi la bocca. Lo voglio tutto". Lui urlò di piacere e mi schizzò in gola tanta sborra calda. Talmente tanta che quasi mi venne il rigurgito, ma riuscii ad ingoiarla tutta. Aprii la bocca per fargli vedere che avevo fatto sparire tutto. Gli ripulii per bene la mazza e ci ricomponemmo. Papà stava per arrivare con i panini. Mentre si allacciava il jeans ed io uscivo dal bagno gli dissi "Se mi dai uno strappo a casa più tardi, magari facciamo un secondo round", lui mi guardò sorrise e alla porta qualcuno bussò. Papà era arrivato.
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