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Gay & Bisex

Il Venditore Ambulante 5 - Vesti Sportive - V


di Soundserio
03.06.2016    |    8.151    |    3 9.6
"Ora!”- ordinò rimbombando nel corridoio –“Ai suoi ordini”- risposi portandomi basso..."
Controllai whatsap e il suo ultimo accesso, stranamente lo trovai online –“Ei scusa il ritardo, avevo il silenzioso”- scrissi in fretta e furia –“Tranquillo non fa niente”- rispose nell’immediato –“Tutto ok? Come mai mi chiamavi?”- , -“Sono in città, domani pomeriggio vado via”- , -“Bé possiamo vederci allora”- , -“Perché no, sono passato questa sera sotto casa tua, ma non hai risposto”- cercai la prima scusa plausibile –“Si scusami ero a cena con prof e colleghi per il progetto in montagna”- , -“Si ho intuito fossi impegnato”- , -“Domani ci rifacciamo”- conclusi la conversazione spogliandomi e infilandomi sfinito a letto. La mattina seguente mi risvegliai con un capo giro pazzesco, presi un’aspirina subito dopo la colazione e, nonostante il dolore anale fosse passato, mantenni per tutta la mattina la sensazione di avere qualcosa trafitto tra le gambe, quei due mi avevano davvero spanato. –“Buongiorno per che ora parti?”- mandai un sms prima di mettermi a lavoro sulla ricerca che mi venne affidata da Luca da consegnare a Martino per la prossima escursione –“Primo pomeriggio, alle diciotto devo essere a casa”- , -“Caffè da me prima?”- , -“Ovvio”- rispose con uno smile. La giornata non era delle migliori, novembre era arrivato e l’aria gelida cominciava a farsi sentire, tirai fuori dall’armadio il piumone e cominciare a fare il cambio delle lenzuola estive, tra una piega e l’altra del letto, il telefono squillò: Vincenzo.
-“Eilà bello come va?”- risposi
-“Tutto bene e tu?”-
-“Non c’è male, dimmi tutto”-
-“Senti i miei zii mi hanno regalato un pomeriggio in un centro benessere e, insomma sai che non ho nessuna da portare, mi domandavo se ti andasse di venire con me.. Che ne dici?”-
-“Wow Vincenzo, scherzi? direi proprio di si, quando mi ricapita un occasione del genere?!? Quando vorresti andare?”-
-“Scade questo week end io pensavo di andare dopodomani, sei libero?”-
-“Si certo, solo che non ho l’auto”-
-“Tranquillo ci accompagna papà!”- il cazzo si gonfiò subito
-“Perfetto, ci aggiorniamo allora! Ciao”-
-“Ciao Gà!”-
Che notizia interessante un pomeriggio di relax e benessere ci stava proprio e poi l’idea di rivedere Giacomo che ve la dico a fare, ero felicissimo. Sistemai di buon umore il letto e mi infilai subito sotto il piumone attendendo l’arrivo del banchiere che non si fece desiderare più di tanto, alle quattordici, puntuale come al solito, suonò al citofono e lo feci salire. –“Ciao bello come va?”- lo accolsi dentro casa con addosso una tuta e felpa aderente –“Tutto bene e tu?”- stranamente non indossava niente di elegante, rimasi quasi sbigottito a vederlo con addosso dei pantaloni a salopette neri strettissimi con addosso una maglia sportiva e le cuffiette all’orecchio –“Bene, ma che combinavi?”- , -“Ne ho approfittato per fare una corsetta, ieri ho saltato la palestra e oggi mi tengo in forma cosi”- non era male in vesti sportive, quegli indumenti mettevano in risalto il suo corpo grosso e muscoloso. Leggermente sudato sulla testa portava un paio d’occhiali da sole e al polso nessun orologio costoso –“Vieni, qualcosa da bere?”- invitai l’uomo in cucina –“E tu hai voglia di bere maialina?”- disse accompagnando una mano sul fondoschiena –“Ah si?”- mi voltai stupito da quella intraprendenza mai vista prima –“Vuoi fare ancora la maialina?”- domandò tirandomi a se –“E tu hai voglia di fare il porco?”- tentai di baciarlo ma scostò la testa –“No no inginocchiati”- ordinò in tono imperativo. Ebbi un attimo di titubanza, non conoscevo quel tono e quello sguardo duro –“In ginocchio. Ora!”- ordinò rimbombando nel corridoio –“Ai suoi ordini”- risposi portandomi basso. Sollevai la maglietta e feci scivolare sui fianchi le bretelle tirando fuori l’uccello sudato ancora moscio –“Succhialo come sai fare tu, come una troia!”- nonostante rimasi scossò da quell’atteggiamento esegui gli ordini. Afferrai dalla base l’uccello e cominciai a infilarmi in bocca la cappella che cominciai a leccare –“Prendilo tutto”- sentii il palmo della mano sulla nuca darmi una forte spinta e fare arrivare il mento sui coglioni –“Ti piace eh?”- sentii il cazzo prendere vigore occupando tutti gli spazi orali –“Mmm si”- risposi risalendo sino al glande per poi riscivolare giù alle palle. Continuai a salire e scendere su quella pelle pulsante non so quante volte –“Guarda come lecchi bene, sei meglio di una maiala”- proseguì godurioso lui -“Tira fuori il cazzo”- ordinò –“Si”- lo afferrai tra le mani mentre guidava lui i miei movimenti sul suo –“Segati e sborra”- lasciò la presa e indietreggiò per guardarmi –“Dai fammi vedere quanto sei calda, sborra”-. Cominciai a sentire un leggero dolore alle ginocchia per la posizione, ma non mi spostai, amavo farmi ammirare mentre mi procuravo piacere –“Dai sborra, sborra cazzo”- continuò a incitarmi mentre si pizzicava i capezzoli duri e pelosi –“Sborra troia sborra”- Dio che corpo muscoloso e villoso, avrei voluto leccarlo tutto –“Ci sono quasi”- , -“Puttana!”- , -“Eccomi eccomiiiiii”- mi zittì infilandomi il cazzo in gola –“Aah aahh ahh”- mugolai sborrando sui suoi pantaloni –“Ora bevi”- gridò incastrando la mia testa al muro mentre col bacino diede inizio ad una vera e propria scopata orale –“Hai la figa in bocca”- stavo per rimettere tutto, Edoardo non mi lasciava il tempo di respirare, era davvero infuriato –“Dai dai cosiiiii”- cominciò a sollevare i talloni portandosi in punta di piedi, c’eravamo quasi stava per sborrare –“Si dai cosiii cosiiiiii”- sentii la cappella esplodere sul palato –“Ssiiiiii sssiiiii siii!”- tremò senza tirarlo fuori e proseguì i movimenti –“Mmmmm”- ansimò prima di liberarmi la bocca. Portò le ginocchia a terra, guardò intensamente dentro i miei occhi –“Baciami cazzo”- non credetti alle orecchie, infilai subito la lingua piena di sborra nella sua bocca cominciando a intrecciarla selvaggiamente. Scambiammo il caldo nettare da una bocca all’altra –“Sei una gran porca”- disse poi staccandosi e baciandomi ancora. Restammo a pomiciare a lungo in quella posizione, entrambi ingoiammo la deliziosa sborra e dopo esserci leccati i baffi andammo in cucina a bere qualcosa –“Ti è piaciuto?”- domandai curioso –“Si e a te?”- , -“Molto”- sorseggiammo un altro bicchiere d’acqua e lo accompagnai alla porta, lo stavo per salutare quando avvertii una strana sensazione –“Devi dirmi qualcosa?”- non capii –“Cioè?”- , -“Ieri ho visto chi ti ha accompagnato a casa ero sotto!”- un forte brivido di freddo partì dalle gambe –“In che senso?”- cercai di comprendere meglio –“Ti ho visto rientrare con Marco e Bachisio, devi dirmi qualcosa?”- Edoardo mi conosceva molto bene, al telefono potevo anche mentirlo, ma dal vivo era davvero difficile –“Ma no niente, mi hanno dato uno strappo, li ho trovati di rientro a casa”- , -“Sicuro che non stai mentendo?”- , -“Sicuro”- , -“Non ti scopi il fidanzato di mia figlia e il suo amico vero?”- domandò esplicitamente –“Ma che dici, certo che no”- mentii spudoratamente –“Sincero?”- , -“Dico la verità”- , -“Ma non eri con i colleghi?”- lasciandomi spiazzato –“Si, cioè no.. insomma non potevo dirti che stavo con Marco, tua figlia non sa che siamo rimasti in buoni rapporti”- cercai di spiegare –“E Bachisio? Come l’hai conosciuto?”- fu molto interrogativo –“Gioca a calcio con Marco, ma ci siamo conosciuti a parte”- cercai di essere convincente e poi non mi andava di confessarlo, anche se i miei occhi dicevano l’opposto delle parole . Aprì la porta e prima di uscire accostò la bocca al mio orecchio sinistro –“Spero che sia cosi, non amo farmi mentire”- il tono non era minaccioso, ma cosi incisivo da lasciarmi pensieroso
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