Gay & Bisex
Il Venditore Ambulante 5 - L'albergo - XIV
di Soundserio
14.06.2016 |
4.032 |
12
"Appena prima del suo arrivo la solita indecisione giunse “Che indosso?” sapendo già che avremo sicuramente consumato anche quella mattina osai tirando fuori..."
Il giorno dopo mi svegliai sereno e tranquillo, non capii se fosse per via della bella giornata, il sole brillava in cielo, per la visita di Giacomo la sera prima, per quell’appuntamento che fissai con Luigi o per via del messaggio che trovai come buongiorno –“Buongiorno piccolo, domani sera sarò in città, ti andrebbe di vederci soli?”- . Tutto sembrava ritornare alla normalità, non aspettavo altro. L’appuntamento con Luigi era previsto per le dieci e, senza perdere alcun minuto, cominciai a prepararmi. Appena prima del suo arrivo la solita indecisione giunse “Che indosso?” sapendo già che avremo sicuramente consumato anche quella mattina osai tirando fuori dall’armadio una lunga t-shirt, che arrivava sino ai glutei, con uno jockstrap. Al suo arrivò lasciai il portone aperto e lo attesi in camera da letto –“Buongiorno”- disse accomodandosi e poggiando il mazzo di chiavi di Franco sulla scrivania –“Buongiorno a te”- risposi andandogli incontro accarezzando l’addome –“Hai già preso il caffè?”- domandai prima di scatenarmi su quel corpo –“Si grazie”- e cominciò inaspettatamente a sciogliere i lacci delle scarpe tirandole via insieme ai calzini –“Vuoi una mano?”- non attesi la risposta, lo feci sedere sul letto mentre, già a gattoni sul pavimento, sfilavo i suoi jeans e le mutande, lui ne approfittò per levarsi la maglietta. Completamente nudo mi guardò sorridente e grattandosi il pacco ancora moscio –“Giocaci un po’”- chiese mentre poggiai le mani sulle cosce accarezzandole e accostando il viso sull’uccello che sfiorai con la punta del naso provocando i suoi primi movimenti di gonfiore –“Uhhmm”- cominciò a sentir piacere. Le palle erano gonfie e pelose, iniziai proprio da quelle senza l’uso delle mani. Iniziai a rovistare la peluria con lingua avvolgendo l’intero testicolo, il cazzo sopra cominciava ad erigersi in piedi –“Mmmmm”- mugolò portando una mano sulla mia spalla che cominciò ad accarezzare –“Sei bravissimo”- si complimentò stendendo la schiena sul materasso –“Bravo rilassati”-. Leccai a lungo le due sfere di pelle e pelo tanto da trasformare il lombrico in serpente, dalle palle iniziai a risalire su tutta quella pelle che puntava verso l’alto insalivandola, arrivato in cima inghiottii la cappella come fosse un chupa chups e diedi inizio ad una vera e propria ciucciata interminabile –“Aaaaahhh”- ansimò l’idraulico –“Mmmmm”- con un colpo secco scivolai lungo tutto il corpo cavernoso avvolgendolo nel caldo e umido tunnel orale –“Siiiiii”- tirò di botto su il corpo dalla piacevole sensazione –“Ahmmm ti piace?”- domandai ritornando in cappella e puntando i suoi occhi –“Ooh si che mi piace”- , -“Aahhmmmm”- scivolai ancora giù sino in fondo –“Oohh siii”- godette tenendomi stretto per le spalle mentre le mie mani andarono a stimolare i suoi capezzoli e la bocca continuò a fare su e giù senza interruzioni. Ogni tanto liberai l’asta dalle fauci e l’ammirai nel suo splendore prima di inghiottirla ancora per intero –“Oohh siii mi fai impazzire cosi”- disse tremolante –“Ah si?”- , -“Siii”- non mi fermai, misi tanta di quell’energia che in un batter d’occhio, senza controllo, Luigi esplose nella mia bocca –“Aaaahhhh aaahhhh ahhhhh”- ebbe degli spasmi incontrollati, cercò di staccare la mia bocca dal suo uccello, ma non ci fu verso, non mollai di certo la presa, non appena ingoiai tutto riprese dolcemente a scendere e salire lungo la verga tanto da farlo distendere ancora sul letto e facendo prendere ancora vigore al cazzo –“Mio Dio sei una bomba”- esclamò incredulo tra un ansimo di piacere e l’altro –“Ti piace?”- domandai picchiettandomi la nerchia ormai dura sulle guance –“Si che mi piace”-. Prima di tirarmi su diedi un’altra gustata e poi mi sdraiai a pancia in su sul letto accanto, alzai le gambe per aria e, leccandomi due dita, lubrificai il buchetto –“Ora scopami”-. Totalmente arrapato Luigi non esitò un secondo, afferrò le mie caviglie e iniziò a fare entrare il glande –“Oooh siii”- questa volta fui io a contorcere il corpo dal piacere –“Siii tutto tuttooo”- ansimai accogliendolo per intero –“Scopami”- Luigi pareva molto esperto e iniziò a trapanarmi come si deve tenendomi ben alto il buchetto e ben salde le caviglie –“Ohh si come sei largo!”- diceva senza fermarsi –“Dai fammelo sentire bene”- tirai fuori il cazzo dallo jockstrap –“Si ora ti sbatto”- cominciò a dare forti colpi a distanza di due secondi l’uno dall’altro –“Siii cosiiii”- godevo segandomi il cazzo –“Dai scopami”- riprese forte e vigoroso a spintonarmelo tutto con velocità -“Aaahhh aaahhh ahhhh”- riempii di sborra la mia pancia sotto quei martellamenti –“Girati dai”- mi mise a pecora –“Che culo fantastico”- leccò e riprese subito a fottermi –“Aah ahh ahh aaah”- ansimavamo a turno –“Si, sei più troia della mia ragazza”- disse poi –“Aaahh si?”- domandai piena –“Pensi che sia un angioletto? Non guardarmi cosi, sono un gran porco!”- mi stupì il tono di voce con il quale disse quelle parole –“Mmmmmm si porco”- lo incitai a sistemarmi per le feste –“Siiii cosi cosiii”- tirò fuori l’uccello e lo sentii grondare sulla schiena –“Aahhmm si riempimi”- gemetti sotto quella seconda gettata di sperma –“Aaaaah che scopata cazzo!”- sgrondò il cazzo accasciandosi a letto –“Ti è piaciuta?”- domandai –“A me le cose porche piacciono tanto”- si alzò andando a ricomporsi –“Ora vado, ci vediamo Gabriele”- tornò serio con l’aria di angioletto –“Ciao ciao”-. Non potevo crederci, l’angelo si era trasformato in diavolo, aveva il lato porco del papà, anche Franco lo era tanto –Driiiin- messaggio –“Alle venti vieni in ********** stanza 26, ho una voglia matta di vederti”- mi brillarono gli occhi, una camera d’albergo, il più costoso della città, chissà come mai, voleva fare le cose seriamente?!? Trascorsi la giornata felice e contento, una piacevole ansia d’attesa mi tenne compagnia per quelle prime ore pomeridiane –Driiin- altro messaggio –“Vestiti elegante, a stasera bacio”- stavo saltando di gioia, ma che diavolo aveva in mente di sposarmi? Non ce la feci più, elegante come non mai uscii di casa in anticipo e, dopo aver preso in prestito l’auto di Marta, mi recai nei parcheggi dell’albergo –“Sono già arrivato, salgo?”- mancavano dieci minuti alle venti –Driiin- -“Aspetta le venti puntuali, troverai la porta aperta e un bigliettino sul letto”- non capii –“E’ una sorpresa?”- , -“Esatto, non posso dirti altro. Trovi tutto scritto nel biglietto”-. Non ce la feci ad aspettare seduto in auto, saltai fuori e in quei lunghi minuti fumai una sigaretta, alle venti, dopo aver mangiato una mentina, entrai nell’atrio dell’albergo –“Salve, a che piano trovo la stanza ventisei?”- domandai in receptionist –“Buonasera, chi cerca?”- domandò il ragazzo –“Ho un appuntamento con il Signor ******* Edoardo”- controllò sul monitor del computer –“Si, stanza ventisei. Allora al secondo piano, appena esce dall’ascensore la trova sulla sinistra”- mi spiegò –“Va bene, la ringrazio. Arrivederci!”-. Appena svoltato l’angolo entrai in ascensore, che ansia mamma mia, chissà che doveva dirmi e che aveva in mente, sistemai il papillon e uscii in corridoio “Ventisei ventisei ventisei eccola” prima di aprire mi guardai intorno, non c’era nessuno, entrai trovandomi davanti a una camera spaziosa, ordinata e moderna, ora capivo perché fosse il più costoso della città, di Edoardo nessuna traccia, senza perder tempo andai sul lettone a prendere il biglietto:– Ciao piccolo, in questi giorni ti ho pensato tanto, ho pensato a tutta la nostra storia, dagli inizi ad oggi, alla nostra complicità, al nostro amore, alla nostra sincerità ed è per questo che stasera voglio che sia tu ad esaudire la mia fantasia più grande che non ho mai condiviso con nessuno. Ovviamente non sei obbligato, ma se lo vorrai basta solo scrivere un messaggio “Accetto” e io arriverò, ma prima dovrai spogliarti completamente, fare una doccia (trovi gli asciugamani puliti sul bidet) e attendere il mio arrivo a letto completamente nudo a pecora e poi.. non posso svelarti il resto ora. Spero non mi giudicherai per questa strana cosa, ma tutto avrà la giusta spiegazione. Baci Edoardo-
Un flusso di emozioni attraversò il mio cuore, rimasi stupito e lusingato, voleva farmi conoscere ogni suo lato nascosto condividendolo con me, ne fui davvero colpito, mi sentivo un ragazzino al primo amore. Rilessi più volte il bigliettino e, senza pensarci due volte, entrai in doccia insaponandomi per bene, volevo essere pulito e profumato. Perfetto come mi aveva chiesto, salii nudo sul letto e presi il telefono –“Accetto”- appoggiai l’apparecchio sul comodino e di spalle alla porta assunsi la posizioni da lui richiesta, non vedevo l’ora del suo arrivo. L’attesa durò dieci interminabili minuti, la porta alle mie spalle si aprì e dopo aver sentito i primi due passi –“Che cazzoo?!?”- sentii gridare alle spalle. Preso dallo spavento mi ricopri con il piumone il corpo, mi voltai e davanti a me apparve la sagoma Marco
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore.
Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.