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Il Venditore Ambulante 4 -Paparino- XII


di Soundserio
17.05.2016    |    6.457    |    3 9.6
"Iniziò a farsi spazio dentro –“Oooh sii”- gemetti sentendolo fare ingresso –“Ti piace il mio cazzo?”- , -“Si sfondami aaahhh”- gridai sentendolo tutto dentro..."
Quasi con sguardo assassino Luigi scostò la mano, ma non mi feci prendere dallo spavento e istantaneamente feci scivolare ancora una volta il palmo tra le sue gambe –“Gabriele devo andare, fai da bravo, ci sentiamo via messaggio”- voltò le spalle aprendo il portone e scappò via con l’ascensore. Non rimasi deluso dall’incontro, in fondo non aveva chiuso tutte le porte con me e, quell’erezione, ne era la pura dimostrazione. Tornai a lavoro sulle relazioni e prendendo il telefono alla mano trovai un sms di Vincenzo –“Ciao Gabri, finalmente mi laureo! Mi farebbe molto piacere che fossi presente in questo importante traguardo della mia vita. Discuto lunedì mattina in aula A, ti aspetto”- tra noi, nelle giornate trascorse in montagna, nacque un vero affetto e una stima reciproca –“Sono davvero felice, mi farebbe davvero piacere assistere alla discussione, ma ho un impegno improrogabile per quella mattina. Perdonami davvero. Un grande in bocca al lupo e festeggeremo insieme un altro momento”- avevo rimosso che quel lunedì mattina vi era la riunione condominiale alla quale la signora Domenica mi aveva delegato –“Non riesci proprio? In ogni caso festeggio durante il pomeriggio presso la sala ricevimento del ********** ci saranno anche Andrea e Paolo, se manchi non te lo perdono!”- , -“Farò di tutto per esserci”- e interrompemmo la conversazione con degli smile. Ero davvero felice, se lo meritava davvero dopo tutti i sacrifici fatti. Tornai chino sul lavoro, ma da li a poco la concentrazione venne di nuovo catturata dal telefono –“Allora porca che hai fatto a mio figlio?”- era Franco –“Niente, non si è fidato”- , -“E’ ritornato tutto scosso, pensavo ti fossi fatta aprire come una maiala”- , -“Magariiii, ma niente da fare”- , -“E hai voglia scommetto?”- , -“Da morire”- , -“E se passa il paparino?”- , -“Mmmmh”- L’ormone impazzì di nuovo –“Che dici? Mi libero mezzora?”- avrei dovuto concludere la relazione, ma per una scopata ne valeva sempre la pena mollare tutto –“Ti aspetto”-. Andai di corsa in camera e infilai un bellissimo perizoma nero, da lui regalatomi, rindossai il jeans strappato sul culetto e da sopra l’armadio, ben nascosti, tirai fuori un vertiginoso tacco borchiato. Liberai il tavolo della cucina dalle cianfrusaglie di lavoro e attesi l’arrivo comodamente seduto sul divano.
-ZZZZZZZZZZ-
-“Chi è?-
-“Il paparino”-
-“Sali”-
Lasciai aperto l’ingresso e attesi l’arrivo dell’uomo di spalle in cucina in fronte al lavandino, inclinai la schiena sporgendo il fondoschiena e aspettai. Il portone si chiuse, il rumore dei passi si fece sempre più vicino, senza voltarmi sentii un mazzo di chiavi cadere sul tavolo e l’uomo avvicinarsi alle spalle –“Sei bellissima maialina”- sussurrò all’orecchio mentre le due grandi mani cominciarono a scivolare sul corpo che iniziava a scaldarsi –“Ti piaccio?”- , -“Si, sei stupenda”- una mano scese sui glutei scoperti e BANG! –“Sei calda?”- domandò cambiando tono –“Siii”- sibilai bramosamente –“Brava”-. La sua lingua cominciò a leccarmi la schiena raggiungendo il collo che scoprii voltando il capo dall’altra parte, volevo godermi a pieno quei brividi che mi stava regalando –“Che vuoi fare?”- domandai voltandomi contro il suo viso –“Farti impazzire”- proseguì baciandomi il petto –“Prendimi qui allora”- ordinai a gran voglia –“Vuoi che ti scopi in cucina?”- , -“Si”- risposi deciso. Mi voltò di scatto e BANG! Sculacciò forte le chiappe –“Cosi ti piace vero?”- , -“Si, ancora”- BANG! BANG! Fece arrossire la mia pelle. Con una mano tenne bassa la mia testa per il collo e dolcemente scese lungo la schiena con la lingua che in un batter d’occhio raggiunse le chiappe, prese il filo del perizoma tra i denti e lo scostò –“Aaaahhh si”- gemetti in maniera incontrollata sentendo quel muscolo caldo e umido che ravanava tra le chiappe lubrificando l’orifizio –“Si leccami tutta”- ripetevo all’infinito preso dal momento –“Lo vuoi su nel culo vero?”- domandò con tono duro alzandosi in piedi –“Si, scopami”- slacciò la cintura e subito poggiò una mano sulla schiena e con l’altra aiutò il grosso uccello a prendere la mira. Iniziò a farsi spazio dentro –“Oooh sii”- gemetti sentendolo fare ingresso –“Ti piace il mio cazzo?”- , -“Si sfondami aaahhh”- gridai sentendolo tutto dentro il retto –“Scopami dai, fammi tua”- supplicai Franco di iniziare a muoversi dentro con forza –“Si ancora”- l’uomo aumentò il ritmo cominciando a far rumoreggiare le palle piene e penzoloni contro il didietro –“Si si siii”- , -“Ti piace eh? Troia!”- , -“Non fermarti cazzo”- ero estasiata e completamente ripiena di minchia. Sentivo la schiena iniziare a grondare di sudore mentre le spinte del toro si facevano sempre più forti e goduriose –“Godi maiala!”-. Rallentai i movimenti e spinsi via il fagotto dal buco, voltandomi salii sopra il piano della cucina portando in alto le gambe –“Scopami cosi”- gli ordinai, allora afferrò le due gambe e le divaricò completamente –“Ora ti sfondo troia”- , –“Aaaaah sii tutto”- lo sentivo entrare e uscire completamente –“Vuoi il cazzo di Luigi eh?”- , -“Siiii lo voglio”- , -“Ti è piaciuto?”- , -“Siii, aveva il cazzo duro”- , -“Puttana e non gli hai fatto niente?”- (Franco non sapeva che in realtà con suo figlio fosse già successo una volta) –“Non ha voluto”- , -“Porca! Ti riempie il papà!!”- e sprofondò con forza dentro il retto –“Godi troia godiiii”- completamente martoriata di cazzo stavo quasi per sborrare dentro il perizoma, ero davvero calda e in calore –“Si sei un porco, scopami tutta”- , -“Si ti apro porca”- , -“Siiii iii iii ii”- schizzai inaspettatamente –“Ooohhmm”- , -“Brava troia”- era la prima volta che raggiunsi un orgasmo senza toccarmi, ma solo mentre mi penetravano –“Fai sborrare me ora”- disse lui tirandomi giù dal lavandino e facendomi mettere in ginocchio –“Leccami i coglioni”- mentre smanettava con intensa velocità il manico sul mio viso –“Brava cosi lecca lecca che ora ti sborro”- , -“Sii riempimi di sborra”- , -“Eccola aaahh mmmmhhh”- cominciò a riempirmi il viso sulla fronte e sugli occhi –“Siiii”- ansimai sentendola colarmi addosso calda -“Voglio vedere quando riuscirai a far godere mio figlio”- , -“Lo farò”- risposi con tono di promessa –“Ora vado che mi aspetta”- ci salutammo e andai al bagno a sciacquarmi. Quando tornai in cucina completamente piena e soddisfatta presi il telefono alla mano –“Hai pensato a quello che ti ho detto l’altro giorno? Domani sono da te”- Edoardo
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