Gay & Bisex
Il Venditore Ambulante - Marco VII -
di Soundserio
26.02.2016 |
6.969 |
8
"Lui aumentò il ritmo della sega e dalle espressioni del viso notavo che stava per raggiungere il momento clou dove il suo seme stava per vedere la luce..."
Davanti a me si presentava una scena sorprendente e inaspettata. In quell’istante i miei occhi si illuminarono alla vista di quel corpo cosi virile, scolpito ed eccitato. Marco stava seduto comodo sul divano, posto di spalle all’ingresso della stanza, non indossava niente, completamente nudo come mamma l’aveva fatto. L’asciugamano che poco prima portava legato alla vita era completamente aperto e lui stava seduto sopra per non bagnare il copri divano. I suoi capelli ancora bagnati cadevano sulla fronte, le sue spalle larghe stavano comode alla spalliera del sofà, i suoi capezzoli, grandi e larghi, erano duri e rosei, l’addominale scolpito ricoperto di una leggera peluria chiara era gonfio e teso, le sue gambe larghe e le sue grosse braccia continuavano a muoversi in maniera lenta e decisa su e giù. Il mio coinquilino si stava masturbando davanti ai miei occhi. Il suo sguardo intenso ed eccitato cadeva sul suo fucile di ferro e vedendolo i miei pensieri ricordarono quella volta in cui Raffaella, dopo le prime frequentazioni con quel ragazzo, mi raccontò che aveva un uccello davvero maestoso. Ora posso dire che non aveva poi tutti i torti. Guardava con estrema eccitazione quella mazza che teneva tra le mani che continuavano a fare su e giù in maniera delicata e intensa. Il suo pene era rosa come il culetto di un bebè, di una lunghezza indescrivibile, credo arrivi a 23 centimetri pieni, un diametro notevole, ben proporzionato. La sua asta era dritta e dura, riuscivo a vedere le vene gonfie che la percorrevano tutta, dalla base sino alla cima dove presentava una cappella grossa e poco più scura ma proporzionata al resto dell’arnese. Ero eccitatissimo, il mio cazzo stava esplodendo dentro le mutande, il culetto era caldo e si dilatava solo a vedere la scena, desiderava con ardore quella mazza che si presentava a pochi metri di distanza. Iniziai a toccarmi nel corridoio mentre sbirciavo da quella porta, palpavo il mio cazzo lentamente come faceva lui ma senza liberarlo dal pantalone. Potevo esplodere da un momento all’altro. La mia lingua cominciò a leccarsi le labbra e muoversi dentro la bocca vogliosa alla ricerca di quel gusto. Con l’altra mano mi palpavo il culo, ora ero io quello in estasi solo a guardare quel corpo cosi forte e maschio nel suo momento di intimità. Stavo godendo, non era mai accaduta una cosa cosi eccitante, quando stavo alla vetrata sotto lo sguardo del venditore ambulante non ero diventata cosi calda. Fu una sorpresa immensa per me scoprire un desiderio cosi forte nei confronti di Marco, mai in tutti quegli anni mi ero toccato pensando al suo corpo, neppure quando alcune volte in tarda serata sentivo i mugolii di Raffaella preda di quel corpo possente che la conquistava totalmente. Davanti al divano era situato uno specchio verticale dal quale io riuscivo a vedere tutta la scena, ma non ero l’unico ad ammirare quello spettacolo , anche lo sguardo del protagonista cadeva su quello specchio ad apprezzare quel momento cosi caldo e coinvolgente. Il suo sguardo era caldo e penetrante anche quando sollevò la vista e incrociò i miei occhi dallo specchio. Un brivido mi percorreva la schiena durante quell’incontro di sguardi. Pensai alla fine, ma mi sbagliavo. Marco non si scompose e continuò con gran maestria a segarsi quell’uccello duro davanti ai miei occhi, gradiva essere guardato. Di certo non smisi di godermi tutto quel ben di Dio, anzi proseguivo a toccarmi e ad ammirarlo. La situazione si faceva sempre più calda, tanto che non mi resi neppure conto che la mano che poco prima stava sul mio pacco si era portata alla bocca e due dita si facevano spazio tra le labbra mentre la lingua porcellina le leccava in maniera flemmatica e sensuale. I nostri sguardi non si staccarono neppure per un secondo da quello specchio che ci permetteva di incrociarci e di entrare l’uno dentro l’altro. Lui aumentò il ritmo della sega e dalle espressioni del viso notavo che stava per raggiungere il momento clou dove il suo seme stava per vedere la luce. Mi guardava e godeva, io mi toccavo come una maiala e godevo, stavo per entrare e inginocchiarmi davanti a quel re, non volevo farlo sporcare , ma soprattutto volevo assaggiarlo e accoglierlo nella calda cavità orale ma ad un tratto dalla porta d’ingresso si udì un rumore di chiavi. Io scappai subito nella mia camera, Marco si ricoprì velocemente con l’asciugamano e Raffaella fece il suo ingresso nell’appartamento
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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