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Gay & Bisex

Il Venditore Ambulante 5 - Idromassaggio - VI


di Soundserio
06.06.2016    |    2.656    |    7 9.2
"Rimasi davvero colpito dal suo aspetto fisico, i capelli sconvolti sino alle orecchie andavano a nascondere i suoi occhi verdi e tenebrosi e, senza farmi..."
Rimasi un po’ scosso da tutta quella situazione, non sapevo proprio che fare e, in realtà, non potevo sfogare e confrontare con nessuno, neppure con Marco che non era a conoscenza di quella tresca con il papà di Raffaella. Cercai di non pensarci, dedicai maggiori attenzioni al lavoro universitario e, senza neppure accorgermi, i due giorni trascorsero in fretta, in un batti baleno giunse il momento dell’incontro con Vincenzo e suo papà Giacomo. Preparai la sacca e attesi sotto casa l’arrivo dei due. Quando la grande punto si fermò Vincenzo scese dall’auto abbracciandomi –“Ei amico allora sei pronto?”- domandò tutto entusiasta –“Direi proprio di si”- sorrisi e mi infilai a sedere nei sedili posteriori –“Buonasera Sig. Giacomo”- salutai educatamente, quella sera indossava una tuta sportiva –“Ciao Gabriele, come va?”- guardò dallo specchietto –“Tutto bene grazie”- avrei volentieri proseguito la chiacchierata, ma Vincenzo interruppe il dialogo –“Allora hai portato tutto? Costume?”- non vedeva l’ora di arrivare –“Yes, ho portato anche le infradito “- , -“Mamma per cena ci prepara la carbonara!”- disse entusiasta, aveva programmato l’intero pomeriggio fino a cena. Dopo qualche km di strada crollò il silenzio e, mentre la radio cantava, poggiato sul sedile posteriore guardavo dentro gli occhi del baffuto attraverso lo specchietto retrovisore, sentii caldo nelle mutande e il gonfiore non tardò ad arrivare, stando attento a non essere visto da Vincenzo, lo accarezzai sotto la vista del papà che pareva non dispiacersi di quelle attenzioni, d’altronde era abituato a vedermi toccare –“Eccoci, ora devi svoltare a sinistra papà”- lo distrasse Vincenzo –“Vi lascio qui”- accostò vicino all’ingresso –“Grazie mille Giacomo”- ringraziai del passaggio –“Vi vengo a prendere tra due ore!”- , -“Ok”- , -“A dopo e buon relax!”- fece manovra e andò via. Una volta dentro andammo alla receptionist dove Vincenzo presentò i due ingressi regalo e l’operatrice gentilmente ci indicò gli spogliatoi consegnando il mazzo di chiavi degli armadietti –“E’ un percorso comune di un’ora”- spiegò lei –“Quindi potete trovare anche altre persone. Poi gli ultimi tre quarti d’ora li trascorrerete in piscina”- cominciai ad essere euforico, non vedevo l’ora di rilassarmi, peccato non era incluso il massaggio altrimenti mi sarei piantonato sul lettino per tutte le ore. Gli spogliatoi erano deserti, ci sedemmo nella panca e cominciammo a spogliarci, entrambi portavamo il costume sotto il jeans –“Pronto?”- domandò chiudendo a chiave il suo armadietto e portando l’accappatoio alla mano senza indossarlo –“Si, chiudo e andiamo”- per la prima volta potei notare il fisico di Vincenzo, vestito non rendeva, ma in slip era pazzesco. L’addominale era scolpito con un filo di peluria, pochissima, i capezzoli larghi e grandi sormontavano il pettorale gonfio e ben disegnato, le gambe lunghissime e depilate. Rimasi davvero colpito dal suo aspetto fisico, i capelli sconvolti sino alle orecchie andavano a nascondere i suoi occhi verdi e tenebrosi e, senza farmi beccare buttai l’occhio sullo slip, dalla forma pareva ben messo. Chiusi l’armadietto e cercai di svincolarmi da quei pensieri –“Finalmente”- entrammo nella grande sala iniziando il percorso. Vi erano varie piscine con idromassaggi diversi, al centro la vasca più grande e a contorno tutte le altre un po’ più piccole, sul fondo vi era un corridoio che portava alla sauna –“Wow”- rimanemmo affascinati dal posto –“Dai cominciamo da questa”-. L’acqua era calda e pulita, si respirava un buon profumo e solo dall’atmosfera ci si rilassava senza alcun bisogno di massaggi. Nessun tipo di rumore disturbava la quiete, il suono dello scorrere dell’acqua era piacevole, il posto era praticamente deserto, al nostro arrivo vi erano due coppie che però andarono subito via. –“Che te ne pare?”- domandò accomodandosi accanto su un sedile idromassaggio –“Stupendo, non potevi farmi regalo migliore”- risposi compiaciuto –“Bé per gli amici questo e altro”- ci distendemmo lungo il sedile e ci godemmo l’idromassaggio. Durante il relax le nostre gambe si sfiorarono inconsapevolmente e quel contatto generò in me qualche piccolo brivido “Smettila” pensai, ma non feci in tempo a ripeterlo che stavolta si toccarono i piedi –“Piedino?”- disse scherzosamente –“Si”- sorrisi stando allo scherzo e ricominciando a girare in lungo e in largo per tutte le vasche sino a fermarci qualche minuto all’interno della sauna. Un caldo pazzesco ragazzi, non vi ero mai stato, ma oltre al caldo e al continuo sudare era un posto particolarmente attraente, risultava anche nascosto, forse per lasciare più privacy alla gente. Ci sdraiammo sulle panche in silenzio, ma poco dopo ci alzammo per via del tremendo calore ritornando soliti sedili della vasca –“Aaahh sono una meraviglia questi”- disse –“Si vero”- in effetti quei getti sui fianchi, ma soprattutto quelli dal basso verso l’alto erano piacevoli e rilassanti –“Aaaaahhh”- a un certo puntò ansimò Vincenzo lasciandomi interdetto –“Che c’è?”- chiesi –“Guarda mettiti cosi, fa un meraviglioso massaggio alle palle”- notai sul volto una piacevole sensazione e anch’io provai ad assumere quella posizione –“Caspita hai ragione”- dissi incredulo –“Mi sta venendo anche duro”- aggiunse lui –“Ahahahaha”- risi non sapendo che dire o fare, anche se in realtà la curiosità di maneggiarlo e conoscerlo mi stuzzicò l’appetito, ma non potevo, era noto essere il play boy delle donne –“Minchia lo vorrei a casa uno stimolatore del genere”- proseguì godendosi il massaggio –“Buongustaio, non si può avere tutto nella vita”- sorrisi allontanandomi dall’altra parte per nascondere l’erezione –“Tra poco dobbiamo andare. Che tristezza!”-. Feci calare il gonfiore e risalii dall’acqua con il costumino bagnato, acchiappai l’accappatoio e mi coprii, Vincenzo mi venne dietro e quando uscì dall’acqua notai che il suo slip bianco era semi aderente e non totalmente a riposo, cercai di non fermi beccare sbirciare –“Allora ora facciamo una nuotata e poi a casa”-. La piscina di fine percorso era adiacente alla sala idromassaggi, enorme e affollata ce la godemmo con un paio di vasche facendo una sfida a stile libero e dorso –“Sei una schiappa!”- gridò uscendo per primo dalla vasca –“Ma dai te facevi piscina”- replicai allo sfottò –“Se se.. schiappa!”- ritornammo agli spogliatoi deserti, le docce comuni erano all’angolo dietro alla parete, togliemmo fuori dalle sacche il necessario ed entrai per primo andando in quella in fondo, a seguire Vincenzo che si fermò accanto alla mia. Spogliatomi dall’accappatoio rimasi con addosso lo slip, aprii l’acqua e cominciai a sciacquarmi bene il corpo dal cloro, Vincenzo, di fianco, cominciò ad insaponarsi e senza neppure pensarci due volte si levò lo slip rimanendo nudo. Ebbi un secondo d’imbarazzo, forse arrossirono le guance, ma feci finta di niente, scambiammo uno sguardo silenzioso e, girandomi di spalle, abbassai lo slip e rimasi anch’io a chiappe scoperte, insaponai l’intero corpo, anche tra le gambe, e feci scivolare via il bagnoschiuma sotto il getto dell’acqua. Sentii addosso lo sguardo di Vincenzo, mi godetti quel getto con occhi chiusi, quando riaprii trovai lui insaponarsi l’uccello con movimenti masturbatori, ci sorridemmo e ripresi a insaponarmi ancora. L’uccello di Vincenzo era moscio, ma si notava che era ben messo, la voglia di toccarlo aumentò sempre più, ma non potevo, era infattibile. Il momento di intimi sguardi fu poi rotto dalla porta che si aprì e un signore sulla sessantina comparì –“Ah scusate, pensavo fossero libere”- richiuse e uscì via, Vincenzo, già ripulito chiuse l’acqua coprendosi e saltò fuori. Stavo concludendo di ripulirmi dalla schiuma quando l’anziano signore fece di nuovo ingresso posizionandosi nella doccia accanto, poggiò l’accappatoio e mostrò la sua mercanzia vecchia e penzoloni, due palle enormi e pelose con un uccello moscio “Mmmm”- la testa cominciò a fantasticare, ma non era il caso, ma volevo giocare stuzzicandolo. Mentre l’uomo era intento a sciacquarsi il corpo, acchiappai ancora il bagnoschiuma e lo feci colare addosso, diedi le spalle al signore e chinandomi in avanti misi in risalto il culetto, le mani cominciarono a insaponarmi l’intero corpo sensualmente sfiorando i capezzoli, le palle e le chiappe, l’uomo incuriosito lanciava qualche occhiata e, con tono di sfida, con continui sguardi provocatori lo fissavo facendo scivolare le mani unte lungo tutto il corpo, sorrise e anche lui si insaponò l’uccello che cominciò a gonfiarsi. Cominciai a muovere sensualmente il corpo insaponandomi bene tra le chiappe davanti a quell’uccello che pian pianino si gonfiava sempre più, lentamente afferrai il mio uccello e lo segai sotto il getto d’acqua calda, l’uomo ammirava e senza metterci troppo fece lo stesso anche lui. Ero talmente eccitato che sborrai sulle piastrelle in poco tempo, l’anziano signore aumentò i movimenti e non vedendolo sborrare decisi di rischiare, allungai la mano destra afferrandolo e aiutandolo, pochi istante dopo anche la sua sborra calda andò a finire sul muro, mollai l’uccello sorridendolo, acchiappando l’asciugamano e raggiungendo Vincenzo agli armadietti –“Ei guarda un po’”- seduto su una panchina con l’asciugamano legato in vita –“Che è?”- domandai avvicinandomi a guardare il telefono –“Un video che mi ha spedito un collega, per la laurea gli hanno regalato un viaggio in Thailandia”- il filmato mostrava una prorompente ballerina ballare sul palo durante uno spettacolo a luci rosse –“Caspiterina se la cava”- dissi guardandolo e notando che, a gambe divaricate, si notava l’uccello che ogni tanto impennava –“Si, due tette stratosferiche, guarda come saltano!”- , -“Si magnifiche!”- risposi facendo finta di essere compiaciuto ma in realtà la mia concentrazione fu completamente rapita da quei continui impennamenti “Dio Gabriele sta buono” dissi a me stesso, non mi ero mai sentito cosi in imbarazzo con Vincenzo –“Bè perso le parole?”- domandò coprendosi le gambe –“Guardavo come apriva le gambe”- risposi con la prima cosa che mi venne in mente e andai a rivestirmi. Tra una chiacchiera e l’altra ci preparammo e la mia testa cominciò a fare strani pensieri, non capivo che stava succedendo. Usciti dallo stabile termale ci rendemmo conto di quanto fosse cupa e grigia la giornata, una fitta pioggia cadeva sulle auto parcheggiate, in lontananza sentimmo un clacson, era Giacomo –“Venite se no vi bagnate”- gridò aprendo lo sportello. Di tutta fretta entrammo in auto cercando di non bagnarci –“Allora com’è andata?”- domandò il papà –“Tutto bene, è stato davvero rilassante. Bellissimo posto”-. Giunti a casa Vincenzo mi invitò in camera per consegnarmi le relazioni da consegnare al tutor –“Ok appena vado in facoltà gliele porto”- risposi -“E’ pronto”- udimmo dalla cucina. Scendemmo le scale e ci accomodammo a tavola, la cena fu molto gradevole e le attenzioni che dedicai al figlio della coppia quel pomeriggio vennero completamente sormontate dal vero uomo di quella casa, Giacomo, che uomo ragazzi. Durante la cena penso che raggiunsi almeno tre erezioni ripensando al parcheggio –“Dai vieni su ti faccio vedere che mi hanno regalato”- disse dopo cena –“Okey”- mi porto in un’altra camera grande, ordinata e ricca di medaglie e trofei, Vincenzo era un vero sportivo –“Ma domani che devi fare?”- domandò –“Niente di particolare, perché?”- chiesi curioso della domanda –“Perché non rimani qui stanotte?”-
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