Gay & Bisex
Il canadese
di Linguacce
17.04.2018 |
1.812 |
4
"Ha una bocca decisamente calda, mi lecca e poi mi gusta come fossi il più prelibato dei gelati..."
Erano state settimane piene di lavoro, non un attimo di pausa, non un attimo di respiro; avevo deciso di fuggire dallo stress per un fine settimana destinazione Roma. Cosicché presa la decisione di mollare tutto feci le valigie e presi il treno direzione relax. Unica decisione era l'arrivo alla stazione Termini. Durante il viaggio continuo a rimuginare sul lavoro, i clienti e tutto quello che ci gira attorno. Scendo valigia in mano, con la voglia di divertimento e relax in queste prime giornate di primavera e i miei venticinque anni che scorrono impetuosi nelle vene. Esco dalla stazione alla ricerca spasmodica di un bar....la richiesta ossessiva del mio cervello di caffeina non può rimanere inascoltata. Mi guardo intorno ed un paio di occhi nocciola attirano la mia attenzione. Un sorriso incerto sulle sue labbra virili, il mio invece è cortese e ammiccante (in fin dei conti la vita va vissuta!! ) Complice il bisogno di caffeina ci dirigiamo nella stessa direzione, parliamo un po' ,soliti convenevoli anche lui aveva affrontato un bel viaggio in treno, ci studiamo sotto sguardi mal celati. Usciti dal bar prendiamo la stessa direzione,uno di fianco all'altro parliamo di cose futili che esulano dalla vita privata. Nella mia testa ,complice la sua voce, inizia a prendere forma un certo pensiero. Percorriamo via Merulana,tra una cosa ed un'altra si presenta come Pierre, di origine canadese. Mi stringe la mano, un stretta forte e decisa,come piace a me...e il mio pensiero corre verso altri lidi scendendo rapido verso il basso. I pantaloni faticano a contenere la mia virilità, Pierre mi chiede di accompagnarlo . Ci troviamo davanti all'ingresso del convento , sono sbalordito ,il mio cervello va in tilt;sono pronto a salutarlo con una certa tristezza nell'animo. Una bellissima occasione persa così, davanti alla presenza ingombrante di un convento. Inaspettatamente,mi presenta al frate che sta all'ingresso come un caro amico ." Ci dirigiamo nella mia stanza,se non ci sono problemi. Sono diversi mesi che non ci vediamo e, visto l'incontro inaspettato vorrei approfittare" disse ancora al frate.
Entriamo, mai avrei pensato di trovarmi dentro ad un convento, io che ho fatto della vita libertina la mia religione. Il sangue oramai defluisce veloce verso il mio cazzo,mentre attraverso insieme a Pierre il lungo corridoio silenzioso. Delle sfarzose vetrate dipinte lo illuminano, ma io guardo il culo del mio nuovo amico frate, il cinguettio degli uccelli fuori nel giardino è l'unico suono che si percepisce oltre ai nostri passi che si avviano verso la sua stanza... La pesante porta scura viene aperta, la stanza è spartana come credo lo siano le varie celle dei monasteri. Ci guardiamo negli occhi,la tensione sale così come sale anche la mia eccitazione. Pierre è subito in ginocchio ai miei piedi, apre veloce i miei pantaloni. Deciso tira fuori il mio cazzo è e lo lecca guardandomi dritto negli occhi. Ha una bocca decisamente calda, mi lecca e poi mi gusta come fossi il più prelibato dei gelati. La sua bravura è indiscussa al momento, il mio cazzo si irrigidisce ancora di più quando arriva a toccare la sua gola in profondità. Lo guardo giocare con me,tirarsi fuori il suo uccello e masturbarsi voglioso...
" Scoparmi" mi dice senza tanti giri. E questo che mi piace quando faccio sesso con gli uomini:sono diretti, nessun fronzolo, nessuna promessa dettata dalla voglia sessuale. Non mi tolgo nemmeno i jeans, pesco dal portafoglio un preservativo mentre osservo il piccolo frate voglioso togliersi i suoi. Si appoggia al muro, mi avvicino ancora più duro se possibile, troppo invitante lui e anche la situazione. Uso la saliva come lubrificazione per il suo piccolo buco " scoparmi, non abbiamo molto tempo! " Mi prendo in mano il cazzo e lo guido gentile verso di lui,quasi timoroso, Pierre si apre al mio uccello dolcemente. Mi accoglie caldo nel suo intestino,mentre un sospiro leggero sfugge dalle sue labbra. Si spinge verso di me, si impala da solo sul mio cazzo, geme forte quando arriva alla prostata. "Zitto. Ci sentiranno i tuoi amici frati." gli dico subito io, mentre mi allungo a tappargli la bocca. Lui è così eccitato,che la mia intenzione di essere delicato salta dalla finestra della sua celletta disadorna. Sto scoppiando, ma la situazione è così insolita che voglio godere del frate il più a lungo possibile. I suoni soffocati che emette mi fanno capire che lui non può più trattenersi. Questa consapevolezza mi stimola a sbatterlo ancora più veloce, il suo buco sempre più cedevole e accogliente. Trema il suo cazzo nella mia mano, nella mia testa solo il pensiero assolutamente animale di volerlo marchiare ,esco da lui. Lo faccio girare ed inginocchiare ai miei piedi mentre mi sfilo il preservativo. Capisce cosa voglio, mi guarda con gli occhi ancora appannati dal suo orgasmo e aspetta, vizioso e porco di sentire il mio di orgasmo sulla sua pelle. Riprendiamo fiato appoggiati malamente sul lettino della sua cella. L'odore di sesso e di maschio aleggia in tutta la stanza; mi riaccompagna fuori nella strada, sembra tutto irreale adesso. Avevamo deciso di mangiare un boccone insieme ...l'ultimo saluto di due vite parallele che per poco tempo sono incontrate.
Liberamente tratta da una storia vera....grazie L.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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