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Ares su A69


di Linguacce
10.09.2017    |    1.413    |    2 4.5
"Pothos mi fece conoscere quella parte di me ancora oscura, lui in qualche modo mi fece diventare quello che sono ora..."
Premessa doverosa, questo è un racconto assolutamente di fantasia e sinceramente non so nemmeno dove porterà. Buona lettura a tutti quelli che si trovano a passare da qui!

Per un periodo piuttosto lungo sono stato il dio della guerra, figlio si Zeus ed Hera . Quella guerra sanguinaria e barbara che invadeva la terra e la mia mente, che mi spingeva sempre più nell'eccesso . Godevo della sofferenza che procurava, godevo dello scorrere impetuoso del sangue che tingeva la mia terra, la TRACIA.
Oggi tutto quello per cui avevo goduto non mi soddisfa più , oh c'è ancora sangue sulle mie mani e sul mio corpo, d'altronde camminano uomini su questa terra!
Accadde un giorno perso nelle memorie dei secoli, di incontrare Pothos , un dio minore , lui cambiò la mia vita. Ci incontrammo dopo che io fui sorpreso a letto con Afrodite, la più bella dea dell'Olimpo, o almeno lo era per me. Scappai quel giorno proprio in quella fuga incontrai lui. Pothos mi fece conoscere quella parte di me ancora oscura, lui in qualche modo mi fece diventare quello che sono ora.
Sono ancora un dio, non più venerato, quasi sconosciuto ormai, mantengo comunque il fisico all'apparenza umano. Le donne fanno follie per me , mi guardano ed io percepisco i loro umori bagnare le mutandine.
Pothos mi cambiò in quell'incontro, lo fece in modo che pochi possono comprendere . Mantengo ancora per i più, i miei fratelli immortali, una certa immagine virile ma la verità di chi sono diventato oggi è un segreto.
Mi vedete adesso qui, in questa stanza particolarmente spoglia, nudo tranne che per gli stivali ai piedi; incatenato a quella che chiamano la croce di Sant'Andrea, sono il diletto di un'umana, il suo schiavo, il suo giocattolo. Mi sono messo nelle sue mani coscientemente e per mia volontà. Godo del dolore che mi infligge , delle umiliazioni e del sangue che scorre leggero e scarlatto sul mio corpo. Tutto ora gira attorno alla mia PADRONA , al suono dolce della SUA voce e al tocco a volte crudele delle SUE dita.
Lei la mia bellissima, con lunghi capelli neri ed occhi di ghiaccio, LEI che mi scruta con quel sorriso un po` freddo, sta macchinando qualcosa. Un brivido mi corre lungo la schiena mentre la osservo di nascosto. Bellissima nei suoi tacchi a spillo si allontana da me per trafficare nei cassetti.
Ho timore di lei, anche se so che la potrei facilmente sopraffare. La venero forse perché è una sadica e mi da esattamente ciò che voglio e che bramo. Mi estorce il potere, mi lascia debole nella mente più che nel corpo. Chiudo gli occhi sopraffatto dall'aspettativa, con il cuore che accelera e scalda il sangue nelle vene. Ho imparato ad amare il dolore sulla mia carne, e l'umiliazione di essere vessato da questa piccola umana sexy mi manda brividi lungo la schiena. È così, nessuna spiegazione potrebbe far capire a nessuno questo profondo bisogno che io Ares ho nel animo. Mi estorce il potere che tanti aspirano ad avere, mi lascia debole nella mente più che nel corpo. Lei, la mia PADRONA si avvicina di nuovo, con un sorriso freddo e calcolatore, dalla sua mano spunta una frusta. La lunga coda che cade sul pavimento ed io, fremo, il mio uccello ingabbiato prova inutilmente ad indurirsi . Si , mi aveva già obbligato a mettere una gabbia di costrizione, io ne avevo amato ogni istante. Avevo goduto nel sentire su di me quelle dita così delicate e ferme, avevo goduto quando il freddo metallo della gabbia si era chiuso sul mio uccello. Avevo goduto semplicemente perché così, lei, la Padrona si era presa un po` della mia volontà,quella che io volevo cedere con tutto il mio cuore.
Uno schiocco di frusta mi riporta al presente, a Lei che si trova di fronte a me .
" Lurido schiavetto, voglio tutte le tue urla oltre che il tuo sangue. " mi dice con voce dolce come il miele. Ed io sono pronto a darle tutto di me, a dimenticare chi sono attraverso la Sua voce e il mio sangue. Fra poco Ares dio della guerra e delle razzie cederà tutto alla sua PADRONA. Fra poco Ares cesserà di esistere per lasciare spazio allo schiavo. Il primo schiocco di frusta parte a vuoto , mi intimorisce e mi prepara . Il secondo mi bacia appena, accarezza la pelle , la pizzica appena...non riesco a capire se non all'ultimo momento dove la lingua della frusta andrà a colpire, non che poi faccia molta differenza visto che sono immobile. Guardo il viso di lei trasformarsi poco a poco, la mia padrona gode Per ogni mio respiro trattenuto ; per i miei muscoli che si contaggono all'arrivo della sferzata per le sottili linee rosse che appaiono sulla mia pelle. Chiudo gli occhi in attesa del prossimo colpo e nel frattempo mi gusto tutte le sensazioni che corrono sulla mi pelle.
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