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Il Duca e il suo castello (parte settima)


di PassPa
24.07.2024    |    4.122    |    6 9.4
"Mi spogliai rimanendo solo con gli slippini e mi distesi sul letto..."
Entrammo nella stalla e lui sistemò i due cavalli i uno spazio libero legando le redini a delle corde. Prese due teli e mi disse di cominciare ad asciugare il loro sudore. Iniziai a farlo e subito dopo mi disse di spazzolarli. Facevo come mi diceva guardano i suoi gesti. Devo dire che guardarlo fare quei movimenti era come ipnotico e studiavo il suo corpo che sembrava, anche se ancora coperto dai vestiti, scolpito dal più bravo scultore classico. Ancora una volta mi convincevo che il Duca selezionava il suo personale anche in base al fisico. Non conoscevo ancora il cuoco, ma se tanto mi da tanto anche lui doveva essere un magnifico maschio.
A un certo punto si spostò accanto a me e vidi che era più alto di me di quasi venti centimetri. Ma quasi tutti sono più alti me …
Si mise dietro di me e mi prese le mani da dietro e le mise sul fianco del cavallo. Cominciò a fare dei massaggi a mani aperte sul cavallo, formando dei cerchi sempre più grandi. Mi disse che servivano a massaggiarlo e a sciogliere i muscoli tesi per la cavalcata. Mi piaceva il contatto con il cavallo ma soprattutto mi piaceva sentire il suo corpo aderire al mio da dietro. Emanava calore che si trasmetteva su di me. Oltretutto essendo non solo più alto di me, ma anche più largo di me avendo un petto molto sviluppato e delle spalle larghe, era come se mi abbracciasse. Ancora una volta ero contento della scelta di avere accettato l’invito del Duca e la sensazione di essere un oggetto dei loro giochi mi faceva godere.
Iniziai anche a sentire che si faceva sempre più vicino a me, stringendomi e spingendomi verso il cavallo. Le mie mani vagavano sul cavallo e ad un certo punto le braccia dello stalliere spinsero le mie mani nella pancia del cavallo facendomi avvicinare le mani al suo … basso ventre. Mi ritrovai a massaggiare le sue palle che erano veramente enormi. Ma del resto si sa che i cavalli hanno le palle grosse. Avevano una consistenza strana. Erano dure ma allo stesso tempo morbide perché avvolte da uno strato di pelle spesso e soffice. Mi piaceva carezzarle e chiusi gli occhi. Il massaggio continuò per un po' fino a quando mi disse di guardare che effetto aveva avuto sul cavallo. Aprii gli occhi e vidi che il suo uccello penzolava lungo e umido per una lunghezza notevole. Mi disse di continuare e io lo feci. Il cazzo del cavallo cominciò a ingrossarsi sempre più e ad indurirsi sino a quando mi accorsi che era veramente un palo. Per un attimo ebbi il terrore che volesse farmi scopare dal cavallo. È vero che avevo il culo aperto dalla doppia scopata di poco prima, ma al pensiero di farmi inculare da quel cavallo con quel suo enorme uccello mi spaventava non poco. Ma non era questo lo scopo dello stalliere. Mi disse di continuare e di cominciare ad accarezzare anche l’uccellone. Lo feci e scivolava tra le mie mani essendo coperto di umori. Il cavallo cominciava ad agitarsi e io non sapevo che fare, ma l’essere avvolto dal corpo dello stalliere mi rassicurava. Continuai sino a quando cominciai a sentire come se quel cazzo avesse una vita propria e agitandosi iniziò ad eruttare una sostanza bianca a fiotti veramente grossi e lunghi. Avevo masturbato un cavallo. Un’altra esperienza che avrei ricordato a lungo.
Appena finito, lo stalliere slegò il cavallo che si diresse verso il suo stallo. Chiuse il cancelletto dietro di lui e mi guardò sorridendo. Io non sapevo che dire e sorrisi.
Sistemato l’altro cavallo mi chiese se avevo fame vista l’ora. Non mi ero reso conto che erano già passate le tre. Risposi che in effetti avevo un po' di fame e mi disse di seguirlo. Uscimmo dalla stalla e ci dirigemmo verso la sua abitazione. Era una casa molto bella. Con un giardino davanti. Entrati in un soggiorno mi disse se volevo lavarmi le mani e sciacquarmi il viso. Dissi di si e mi indicò il bagno mentre lui preparava qualcosa per il nostro pranzo.
Uscito dal bagno vidi apparecchiato e lui che mi aspettava seduto. C’erano una serie di piatti freddi, del formaggio e dei salumi, del vino e della frutta oltre che del pane.
Mangiammo tranquilli e finito mi disse che il Duca mi aspettava per cena e che quindi avevamo tutto il tempo di riposare. Mi chiese se preferivo andare a riposare nella mia stanza o se invece mi faceva piacere restare ancora lì con lui. Me lo chiese sorridendo e quindi non esitai a dire che avrebbe fatto piacere anche a me rimanere lì con lui.
Lo aiutai a sparecchiare e mi indicò una scala dicendo che sopra c’era una stanza da letto dove potermi spogliare per stare più comodo e mettermi a letto. Lui voleva fumarsi una sigaretta tranquillo e mi avrebbe raggiunto dopo. Salii la scala e trovai la stanza. Era piccola, ma il letto era abbastanza grande e sembrava comodo. Mi spogliai rimanendo solo con gli slippini e mi distesi sul letto. Mi misi da un lato e di fianco e chiusi gli occhi.
Stavo quasi per addormentarmi quando sentii lo stalliere salire le scale. Entrò e si spogliò anche lui ma prima di mettersi a letto tolse anche le mutande che aveva. Ero di spalle quindi vedevo da uno specchio i suoi movimenti e anche il suo corpo riflesso. Magnifico anche lui. Molto proporzionato, con dei muscoli ben fatti ma non esagerati. Vidi che era coperto da un pelo scuro ma che teneva corto. E ancora una volta mi colpirono i baffoni che invece teneva lunghi al contrario dei capelli che aveva rasato.
Si distese dietro di me e si mise anche lui di fianco avvicinandosi a me e aderendo a me come aveva fatto prima nella stalla, solo che adesso non c’erano i vestiti che ci separavano. Dallo specchio non avevo avuto modo di vedere il suo cazzo ma sapevo che avrei a breve scoperto come era. Mi abbracciò e cominciò a leccarmi il collo mentre le sue mani carezzavano il mio petto e giocavano con i miei capezzoli. La sua lingua cominciò ad esplorami per bene e poco dopo la sostituì con i denti che presero a mordicchiarmi il collo, le spalle, il petto. Erano morsi non forti, ma li sentivo. Mentre si muoveva per assaporare il mio corpo meglio sentivo che il suo cazzo doveva essersi indurito visto che ne sentivo la presenza che mi strisciava sopra. Mi prese le mani e le portò dietro la schiena trattenendole con una sola mano. La sua forza gli permetteva di usare una sola mano per tenermi fermo, e inoltre io non opponevo resistenza. Improvvisamente mi sentii legare i polsi dietro. Doveva avere preparato delle corde accanto al letto che io non avevo visto. Mi bloccava del tutto e in quella posizione mi girò di colpo e per la prima volta potei osservarlo bene in tutta la sua forza. Era proprio ben fatto e il cazzo era lungo e grosso con la cappella scura che si vedeva tutta essendo circonciso. Mi afferrò le mutandine che strappò a forza e mi lasciò completamente nudo. Mi guardava e mi prese i piedi e se li portò alla bocca cominciando a morderli. Era strano all’inizio e a poco a poco i suoi denti si fecero sentire e ammetto che faceva male. Provai a gridare dal dolore, ma appena feci il primo grido prese le mie mutande strappate e me le ficcò in bocca come se fossero un tappo. I morsi erano sempre più forti e capivo che lui godeva così, visto che il suo cazzo si induriva sempre più. Continuò a mordermi le gambe e poi le cosce, sino a prendere in bocca il mio cazzetto e le mie piccole palle dando anche lì dei morsi. Mi faceva male, ma iniziai a sentire anche del piacere.
Questa avventura mi stava trasformando in un piccolo schiavo.
Poi prese le mie gambe e le legò con le cosce e fissò le corde a quelle che mi legavano i polsi dietro la schiena, lasciandomi in una posizione oscena. Ero completamente immobilizzato, non potevo muovermi completamente. Si spostò da un lato del letto per ammirare la sua opera e ridendo disse che adesso ero il suo giocattolo. Iniziò a stringermi i capezzoli forte e i miei mugolii aumentarono. Poi prese due pinze e le fissò ai capezzoli arrossati. Mi prese la testa e la schiacciò contro il pelo del suo cazzo in modo che sentissi l’odore dello stalliere. Poi con una azione velocissima tirò fuori le mutande dalla mia bocca e prima che io potessi urlare me la tappò con il suo cazzo che spinse a fondo non curante del dolore che mi procurava. Lo spinse tutto dentro e si fermò solo quando sentii le sue palle che sbattevano sul mio mento. Lo tenne dentro e io non riuscivo a respirare. Stavo soffocando e la saliva usciva dal naso e dalla bocca. Quando sentii che stavo per svenire tolse il cazzo e i miei polmoni poterono finalmente riempirsi di nuovo di aria. Ero coperto di saliva ma lui riprese a scoparmi la bocca mentre con una mano mi teneva strette le piccole palle. Ogni tanto dava dei colpi alle pinze dei capezzoli procurandomi dei brividi di dolore e piacere. Nel frattempo le sue dita della mano che prima mi stringeva le palle scesero cercando il mio buco e visto che era ancora aperto da prima ne infilò tre di colpo. Ebbi un sussulto che mi fece ingoiare il suo cazzone ancora più a fondo. Le dita divennero quattro e dopo poco sentii che anche il pollice cercava di farsi strada dentro di me. Dovette forzare un poco, ma poco dopo sentii che mi sprofondava dentro con tutta la mano aprendola dentro. Avevo come delle scariche elettriche che mi agitavano tutto il corpo, ma vedevo dai suoi occhi che godeva da morire e che il suo sguardo si era trasformato da sorridente a satanico. La sua mano dentro di me si muoveva e ogni tanto la tirava fuori per poi rimetterla dentro. Pensai che il mio buco non si sarebbe richiuso mai dopo questo lungo fine settimana.
Ad un certo punto tirò fuori di colpo sia la mano dal buco del culo sia il cazzone dalla gola. Mi afferrò come, appunto, un giocattolo e sempre in piedi mi posizionò, tenendomi da sotto le cosce, sopra il suo cazzo che avevo visto duro come l’acciaio e lucido dai miei e dai suoi umori. Mi piantò dentro il cazzo e nonostante il lavoro della mano lo sentii entrare tutto dentro, comprese le grosse vene che correvano lungo il cazzone. Si fermò così e mi guardava ridendo. I miei occhi erano socchiusi e mentre iniziava a muoversi dentro di me li chiusi. Fu per questo che non vidi che mi stava spuntando in faccia grossi grumi di saliva per poi iniziare a baciarmi ficcandomi la lingua in bocca. In questa posizione continuò a scoparmi selvaggiamente e a violentarmi anche la bocca con quella sua lingua che sembrava un cazzo da quanto era lunga e dura. Senza mai uscire da me camminava per la stanza, appoggiandomi ogni tanto alla parete o alla finestra. E fu proprio mentre ero poggiato al davanzale aperto che iniziò una folle scopata che capii che lo avrebbe portato a esplodere dentro di me. La sentii tutta la sua sborrata. Lunga e corposa che sembrava non finire mai, anche perché quando comunque aveva finito di sborrare non uscì da me né smise di scoparmi. Continuò, continuò senza sosta. Aveva una forza notevole. E sempre scopandomi riprese a camminare uscendo dalla stanza e dirigendosi verso quello che capii essere un altro bagno. Entrò, scavalcò i bordi di una vasca e mi poggiò alla parete continuando a scoparmi brutalmente. Sentivo il suo cazzo sempre duro, anche se sembrava meno di prima. Ma mi scopava e dopo poco sentii che il mio culo veniva inondato da un altro tipo di liquido. Era caldo e continuo. Mi stava pisciando dentro il culo, motivo per cui si era infilato dentro la vasca. La pisciata fu molto lunga e solo quando finì sempre tenendomi da sotto le cosce uscì da dentro me. Fu una specie di cascata di piscio, sborra e non so cos’altro. Preferivo non vedere. Si sedette sul bordo della vasca e dopo avere ripreso fiato iniziò a slegarmi. I miei muscoli erano doloranti così non fu facile per me stare in piedi. Mi sedetti dentro la vasca ai suoi piedi e lo osservai dal basso in alto. Mi dominava ed era magnifico. Anche lui era non solo coperto da quello che era uscito dal mio culo ma anche sudato. Così aprì l’acqua e iniziò sopra di noi una doccia di acqua tiepida magnifica. Mi ripresi e mi misi in ginocchio e iniziai a lavarlo approfittando per toccare quel corpo. Finito lui uscì lasciando me dentro che mi godetti la doccia. Era stato molto più violento degli altri sinora, ma mi aveva fatto godere da matti. Dopo poco uscii anche io dalla vasca e mi asciugai. Andai nella stanza e mi rivestii. Lui non c’era. Lo trovai giù seduto che fumava e con un bicchiere di vino. Me ne offrì uno anche a me e mi sedetti. Stava in silenzio e io rispettavo.
Finito il vino mi disse di alzarmi che doveva riaccompagnarmi alla villa. Non era distante, ma evidentemente questi erano gli ordini.
Uscimmo e poco dopo mi aprì una porta e mi disse di entrare e di salire una scala. Alla fine della scala trovai l’immancabile maggiordomo che mi scortò tra corridoi e saloni sino alla mia stanza. Mi disse di riposarmi e di vestirmi per le sette che sarebbe venuto a prendermi per la cena.
Mi sembrò strano che avrei riposato da solo, ma così fu. Mi ci voleva un. Po' di relax da solo.
Alle sette puntuale il maggiordomo entrò e io ero già vestito e pronto. Scendemmo le solite scale ma non andammo nella sala dove avevamo cenato la sera prima. Entrai in un’altra sala, più piccola ma molto bella. Era apparecchiato solo per una persona e mi chiesi cosa voleva dire.
Mi fu detto di sedermi e che avrei cenato da solo. Il Duca aveva avuto un impegno improvviso ma sperava di liberarsi presto per farmi compagnia per un bicchiere dopo cena.
Mi fu servita una ottima cena e alla fine il cameriere, che ben conoscevo, mi chiese se avevo gradito le portate. Dissi di si e di riferire al cuoco i miei complimenti. Con il solito sorriso mi disse che se volevo avrei potuto farglieli di persona. Non sapevo che fare e guardai il maggiordomo che mi disse che potevo farlo. Mi alzai e seguii le indicazioni per andare nelle cucine per fare i complimenti al cuoco. Non sapevo che aspettarmi ma bussai ed entrai come mi era stato detto di fare. Cercai di immaginarmi il cuoco e lo pensai al solito un magnifico maschio muscoloso. Appena entrato non lo vidi subito ma sentivo i rumori di piatti da dietro un mobile. Girai attorno e lo vidi. Rimasi a bocca aperta… (continua)
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