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Il Duca e il suo castello (parte seconda)


di PassPa
24.06.2024    |    5.808    |    14 9.5
"Si alzò e si mise davanti a me che ero ancora disteso..."
Finito il pranzo che, anche se veloce, era molto abbondante e raffinato, il Duca si alzò, si avvicinò a me, mi diede un bacio sulla bocca e uscì dalla stanza.
Io non sapendo cosa fare pensai di uscire dalla stessa porta da cui ero entrato. E infatti appena la aprii trovai che mi aspettava il maggiordomo che sorridendo mi disse di seguirlo. Lo feci senza fare domande e mi ritrovai a percorrere corridoi pieni di quadri che ritraevano, probabilmente, i vari duchi della casata. Devo dire tutti uomini molto attraenti.
Arrivammo alla porta della stanza in cui mi ero spogliato ed entrammo. Anche il maggiordomo entrò con me e chiuse le porte alle sue spalle.
Finalmente parlò e mi disse di spogliarmi di nuovo visto che mi era stato ordinato di lavarmi e a lui di prendersi cura di me. Mi spogliai e mi avviai verso l’unica porta che immaginavo dovesse essere quella del bagno. La aprii, sempre seguito da lui, ed entrai in una grande sala da bagno con al centro una vasca molto grande rettangolare.
Guardai il maggiordomo come ad aspettare gli ordini. Stavo entrando nel mio ruolo che avevo capito essere quello di sottomesso. Lo guardai più attentamente visto che immaginavo mi avrebbe fatto compagnia lui…..
Come già avevo notato era alto, con spalle larghe e delle braccia molto muscolose che sembravano voler strappare le maniche dalla camicia bianca che indossava. Stavolta potevo vederlo anche davanti e i pantaloni che avevo visto fasciavano il suo culo molto bello, mostravano perfettamente la forma del suo cazzo che scendeva a sinistra lungo la coscia. Mi colpì e mi chiesi se in effetti poteva essere altro, vista la lunghezza e lo spessore. Il maggiordomo che aveva certamente il mio sguardo imbambolato sul suo corpo, mi disse a voce alta e autoritaria di entrare nella vasca. Era già piena e a una temperatura perfetta.
Entrai e mi misi seduto sui gradini che c’erano dentro, con la schiena appoggiata. A questo punto il maggiordomo si tolse la camicia e i pantaloni, rimanendo solo con delle mutande che confermavano la mia impressione di prima sulla dotazione. Il suo corpo era coperto di fitto pelo scuro come la barba. E la muscolatura era da urlo.
Si avvicinò alla mia schiena e cominciò a lavarmi da dietro. Le sue mani percorrevano il mio corpo con una spugna ma con molta forza. Era come un massaggio. A poco a poco sentii che tutto lo sperma e il sudore del Duca venivano lavati via. Mi fece alzare per lavarmi anche le gambe e il culo, soffermandosi molto sul buco che forzò piano piano sino a lavarmi dentro con due dita. Ammetto che mi stavo eccitando abbastanza e il mio cazzetto dava qualche segno di movimento. Il suo, invece, si stava ingrossando sempre più e le mutande non riuscivano a contenerlo molto.
A quel punto vidi che posò la spugna ed entrò nella vasca con me. Mi abbracciò da dietro e riprese a percorrere il mio corpo con le mani ma stavolta facendomi anche sentire la potenza del suo cazzo da dietro. Continuavo ad avere un po' di paura, ma ammetto che l’eccitazione era notevole. Oltretutto sinora era stato tutto molto dolce.
Improvvisamente mi girò, mi prese per i capelli e mi forzò a mettermi in ginocchio davanti a lui. Stava un po' cambiando atteggiamento.
Lo feci, anche perché la sua forza non ammetteva repliche, e poi dovevo ubbidire, come mi aveva ordinato il Duca.
Sempre con la sua presa sulla mia testa mi premette la faccia contro il suo cazzo, sempre avvolto nelle mutande che però pensavo stessero per strapparsi tanto erano tese.
A quel punto si trasformò. Divenne autoritario, cominciò ad usare la forza e le sue mani aprirono la mia bocca per farmela aderire al suo cazzo. Già con la bocca constatai che era di una consistenza mai sentita. Sembrava di marmo, ma di marmo caldo. Sempre guidando la mia bocca cominciò a scorrerla sul suo cazzo per tutta la lunghezza e così capii che era veramente lunghissimo. Dopo un poco mi spostò, sempre a forza, la bocca sulle sue palle che erano decisamente proporzionate e quindi molto grosse. Non sapevo se prendere iniziative, ma aspettai che fosse lui a farlo.
Infatti subito dopo abbassò le mutande e mi allontanò il viso per farmi ammirare il suo cazzo. Era magnifico, come tutto il suo corpo e speravo che stavolta mi avrebbe scopato il culo. Ne avevo veramente voglia già da prima quando ero stato con il Duca.
Lo afferrò alla base e me lo sbattè in faccia per alcune volte come a farmi capire la durezza e la potenza. A quel punto mi forzò la bocca e cominciò a entrare dentro di me. La cappella era grossa e larga e già da sola non fu facile farla entrare. Ma passata quella la sua intenzione era quella di farlo entrare tutto. Secondo me era impossibile. Troppo grosso e lungo. Ma lui non era della stessa idea. Tenendomi ferma la testa cominciò un lavoro di pressione costante avanti e indietro. Non gli importava che stavo soffocando, continuava. Producevo saliva in quantità che usciva ogni volta che tirava fuori il suo cazzo dalla mia bocca e riuscivo a prendere un po' d’aria. Devo dire che ne entrò più di quello che pensavo potesse entrare. A quel punto cominciò a scoparmi la bocca sino in gola aumentando sempre il ritmo e la velocità. Il suo sguardo non più sorridente era quello di un maschio che sfoga e che possiede qualcuno. Capivo anche dai suoi grugniti che stava godendo. Forse, viste le dimensioni, non era facile per lui trovare una bocca così capiente. Ma sapeva di potersi sfogare e lo faceva. Io dovevo aggrapparmi alle sue cosce per non cadere all’indietro tanta era la forza che metteva nello scoparmi. Capivo che era entrato in un momento tutto suo, che non gli importava niente di me, che servivo solo a farlo godere. Mi scopava tentando di far entrare sempre più cazzo nella mia gola. Io tra lacrime e saliva ero tutto una maschera di bava, e la cosa evidentemente lo eccitava molto.
Non so quanto tempo era che mi scopava con quella bestia la bocca. Ma tanto secondo me. A un certo punto capii che stava per arrivare al gran finale, all’esplosione, visti i grugniti animaleschi che faceva. Praticamente urlava e le sue mani mi stavano strappando i capelli tanto mi stringevano. E infatti dopo qualche atro affondo sentii le sue palle irrigidirsi e iniziò ad eruttare un fiume di calda sborra. Mi è sempre piaciuto il maschio che sborra abbondantemente. Ma questo era esagerato. Certo la dimensione e la durezza delle palle potevano farmi immaginare, ma non pensavo (e speravo) tanto.
Urlava ad ogni getto. La sborra entrava in gola, ma era così tanta e densa che non tutta scendeva giù. Altra si fermava in bocca e fuoriusciva dalla bocca. Era bianca, densa e con un sapore buonissimo.
Non so dire quanti getti fece, ma molti tanto che ad un certo punto lo tirò fuori e gli ultimi, ma sempre abbondanti, getti me li lanciò in faccia. Appena finì di sparare sborra mi aprì la bocca e lo infilò nuovamente dentro e riprese a scoparmi ma solo con la cappella. Devo dire che lo presi in mano e notai che non aveva perso la durezza di prima. Era proprio un maschio dominatore.
Mentre mi gustavo la cappella e le ultime gocce che uscivano lui riprese il ritmo del respiro e con una mano mi spalmava lo sperma che avevo sul viso ben bene ovunque.
Dopo un poco si calmò e tirò fuori il cazzo. Si sedette accanto a me mi ordinò di lavarlo per bene dal sudore. Lo feci e devo ammettere che toccare quel corpo fu una esperienza magnifica.
Ovviamente anche io dovevo essere lavato nuovamente e poco dopo lo fece.
Avevo notato che il suo cazzo non aveva perso molta della consistenza che aveva mentre mi scopava la bocca. E infatti mentre mi lavava me lo strusciava sul corpo per farmelo sentire.
Mi lavò davanti per bene, il viso e i capelli impiastricciati dal suo sperma. Poi mi girò e mi lavò la schiena soffermandosi nuovamente sul buco del culo. Mi fece distendere sui gradini con le braccia sopra il bordo e lo sentii appoggiarsi sopra di me. Mi afferrò i capezzoli e cominciò a stringerli, mentre mi faceva sentire quanto il suo cazzo era di nuovo in forma. I miei mugolii gli fecero capire che la posizione mi piaceva e che i capezzoli erano un punto molto sensibile. Cominciò a stringerli sempre più e a tirarli. Approfittando dei miei guaiti, poggiò la cappellona sul mio buco e premette. Sentii un gran dolore ma la sua forza fece passare la cappella dall’anello quasi immediatamente. Pensai mi avesse strappato, ma non potevo controllare. Sapeva come farmi perdere ogni inibizione e mi martoriava i capezzoli mentre spingeva il suo scettro dentro di me. Non so se entrò tutto, ma mi sentivo pieno in maniera inverosimile. Faceva male, certo. Ma nel frattempo sentivo crescere una sensazione di godimento provata raramente. Ad un certo punto si fermò, mi mise una mano davanti la bocca e cominciò a scoparmi. Aumentava il ritmo ad ogni affondo fino a quando era veramente una macchina del sesso che scopava un buco. Non importava chi c’era attaccato a quel buco. La mano smorzava le mie urla che erano però un misto di gemiti. Attaccato a me, mi spostava in continuazione. E data la lunghezza il cazzo non perdeva mia la presa. Mi ritrovai di fianco. Sopra di lui disteso che mi prendeva da dietro. A gambe larghe con lui sempre dentro. Fu in questa posizione che capii che mi stava riempendo nuovamente. Aveva degli occhi da animale, mi sputava sulla faccia e fu a quel punto che sentii la sua esplosione. Anche stavolta il carico era abbondante ma soprattutto sentivo la forza di ogni getto. Aveva una carica enorme questo maschio.
A poco a poco lo sentii rallentare sino a fermarsi, ma sempre rimanendo dentro. Poi si staccò e mi sedette di lato. Il suo respiro andava regolarizzandosi e il suo cazzo stavolta andava ammorbidendosi.
Pensavo fosse finito e che avrei potuto lavarmi e andare a riposare un po'. Ma c’era un’altra cosa che non avevo pensato e a cui, invece, lui pensava.
Dopo poco, infatti, si alzò ritrovando quel suo sorriso che mi fece capire che stava succedendo qualcos’altro. Si alzò e si mise davanti a me che ero ancora disteso. Mi fece segno di mettermi in ginocchio. Pensavo che volesse fatto un altro pompino e invece non era proprio così. Si prese in mano il cazzone e iniziò a fare su e giù. Dopo pochissimo iniziò a pisciare e aveva deciso che doveva essere con questa che mi avrebbe lavato. Anche questa era molta e potente. Teneva il cazzo indirizzandolo sul di me, dalla testa al corpo e ovviamente sulla bocca che mi ordinò di aprire. Lo feci, naturalmente. E godetti!
Finito di pisciarmi addosso, aprì la doccia che era sopra la vasca e ci lavammo. O meglio io lavai lui e dopo lavai me. Lo asciugai e dopo essermi asciugato mi disse che era arrivato il momento di riposare un po'. Andammo nell’altra stanza e mi fece coricare. Lo guardai. Mi sorrise e ….. (continua).
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