Gay & Bisex
Il Duca e il suo castello (parte terza)
di PassPa
25.06.2024 |
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"Erano un paio di pantaloni leggerissimi e una casacca aperta..."
Le ultime ore erano state piene di sorprese e di sforzi fisici e mentali. Quindi quando mi il maggiordomo ancora nudo mi disse di mettermi a letto lo feci e mi distesi subito sotto quel sofficissimo lenzuolo. Lui era in piedi accanto a me e mi sorrideva. Non conoscevo le sue intenzioni, ma mi si chiudevano gli occhi e volevo riposare pensando che il week end era appena iniziato. Non sapevo cosa volesse fare il maggiordomo, ma non volevo pensarci e mi addormentai quasi subito. Non so quanto dormii, ma ho sognato che ero disteso su una coperta morbidissima e calda che mi avvolgeva. La sensazione era bellissima e dopo un poco mi svegliai e sentii che sorridevo. Ma la sensazione di essere poggiato su una coperta calda e avvolto da essa permaneva. Mi accorsi che la coperta calda altro non era che il petto del maggiordomo che aveva un pelo molto folto e morbido, come avevo avuto modo di vedere prima nella vasca, e le sue braccia, altrettanto pelose, possenti mi avvolgevano. Mi aveva tenuto stretto a sé mentre dormivo e adesso mi sorrideva come prima. Questo alternarsi tra forza violenta e dolcezza mi spiazzava, ma allo stesso tempo mi affascinava e mi convinceva sempre più che avevo fatto la scelta giusta ad accettare l’invito del Duca.
Mentre mi svegliavo in quel caldo abbraccio lo guardai chiedendo con gli occhi cosa dovevo fare adesso. Sembrò capire e sollevato il lenzuolo e allargato l’abbraccio si sollevò e scese dal letto, lentamente fece il giro per venire dalla mia parte così che potei ancora una volta ammirarlo. Era proprio un maschio possente. Muscoli presenti ovunque e perfetti, pelo ovunque e scuro, due capezzoli che nonostante il pelo emergevano rotondi, e il suo cazzo e le sue palle che erano una meraviglia da ammirare.
Arrivato dal mio lato scostò il lenzuolo e mi accarezzò il viso per poi continuare con il resto del corpo. Diede anche una carezza al mio cazzetto sorridendo. Poi mi fece segno di alzarmi e mi diede dei vestiti da mettere. Anche questi erano non consueti. Erano un paio di pantaloni leggerissimi e una casacca aperta.
Li indossai e mi guardai allo specchio e l’immagine era quella di un piccolo ragazzo che stava per essere portato in dono a qualcuno. Mentre mi guardavo il maggiordomo si rivestì e appena fu pronto aprì la porta e scendemmo per un’altra scala andando verso un’altra ala del castello. Arrivammo davanti una grande porta e il maggiordomo bussò. Appena sentì la risposta aprì la porta ed entrammo in quella che era una biblioteca. Ma non una biblioteca come quelle che ero abituato a vedere nelle case dei miei amici. Era una biblioteca enorme. Con libri ovunque, alle pareti, sui tavoli, per terra, sui tavolini accanto a divani e poltrone. Il Duca era seduto in una di queste poltrone con un libro in mano. Appena entrati mi sorrise e guardò il maggiordomo con uno sguardo interrogativo. Il maggiordomo sorrise, schiacciò l’occhio e attese ordini. Il Duca gli disse che poteva andare e che tra mezzora poteva portare il caffè.
Rimasti soli mi chiese se avevo riposato bene. Gli risposi di si e aspettai in silenzio gli ordini. Avevo capito che il mio ruolo era di sottomesso e che non dovevo né chiedere né avere iniziative.
Il Duca sembrò apprezzare la cosa e dopo un poco che ero in piedi mi disse di sedermi ai suoi piedi, tra le sue gambe e di togliergli le scarpe e le calze. Lo feci e a un suo segno cominciai un massaggio. Sembrava goderne e mentre lo facevo continuava a leggere il suo libro. Dopo circa 10 minuti mi disse di togliermi i vestiti e di distendermi a pancia in su sotto i suoi piedi. Lo feci senza pensarci e lentamente mi spogliai e mi distesi. Appena a terra il Duca mi mise i piedi uno sul petto e uno sullo stomaco e riprese a leggere. Faceva una certa pressione e li spostava, come massaggiandomi. Muovendoli ad un certo punto uno dei due salì e me lo ritrovai in faccia, sul naso e sulla bocca. Annusai e sapevano di sudore e allora capii dal movimento sulla bocca che voleva che lo leccassi. Tirai fuori la lingua e iniziai a passarla sotto e tra le dita. Mentre leccavo sentii che l’altro piede si era spostato e si poggiava sul mio cazzetto, schiacciandolo insieme alle piccole palle. Era eccitante e dimostrava il ruolo dominante che il Duca aveva nei miei confronti.
Aveva delle gambe molto grosse e forti e quindi riusciva a tenerle sollevate così che contemporaneamente le muoveva per fami leccare il suo piede e per massaggiarmi il cazzetto. Mi aveva ordinato di stare fermo e sino a quando non mi avesse detto cosa fare non avrei preso iniziative. Del resto dovevo ubbidire. Queste parole mi suonavano sempre in testa e devo dire che cominciavo a capire che tale ruolo mi piaceva molto.
Dopo un po' di questi movimenti dei piedi spostò anche quello che mi schiacciava le palle verso la mia bocca e cominciò a forzarmi la bocca per farci entrare le dita. Prima di un piede e poi dell’altro quasi soffocandomi. Ma non gliene importava nulla. Lo sentivo gemere e godere dei miei suoni, invece, di quasi soffocamento. Quando vide che avevo il viso pieno di lacrime per lo sforzo e di saliva si fermò, si alzò e si mise sopra di me con i piedi accanto alla mia testa. Potevo ammirare dal basso le sue gambe grosse e muscolose, le sue palle pendenti nel sacco che dondolavano, il suo cazzo a riposo lungo e doppio, il suo petto peloso e i due anelli ai capezzoli che scintillavano. Era una goduria poterlo ammirare da questa prospettiva. Mi guardò con quel suo solito sorriso un po' perfido e cominciò ad abbassarsi facendomi ammirare il suo interno cosce e la sacca delle palle da vicino. La mise sulla mia bocca e capii che voleva che la leccassi. Tirai fuori la lingua e cominciai a passarla sulle palle e a succhiarle. Tentai di prenderle in bocca insieme, ma erano troppo grosse e quindi le dovetti prendere una per volta. Me le gustai a lungo. A un certo punto me le tolse dalla bocca e fu un dispiacere per me, ma comandava lui. Si spostò un po' in avanti e mi ritrovai con una parte del suo corpo che ancora non avevo visto, il buco del suo culo. Prima lo tenne a distanza in modo che potessi ammirarlo. Era bello e la rosellina era grande e scura. Allungai la lingua e lui si calò ancora un po' sino a quando potevo leccarlo. Si fermò e io cominciai un lavoro di lingua dal basso all’alto e da destra a sinistra. Poi in circolo e alla fine cercai di infilarla dentro. Era magnifico, aveva un odore da maschio, un misto di sudore e di sesso, ma pulito. Non potevo vedere nulla di ciò che succedeva attorno a noi, visto che il suo corpo mi copriva del tutto la vista. Le mie mani erano schiacciate sotto i suoi piedi, quindi non potevo fare molto, se non farlo godere e godere anche io. Ma in ogni caso percepii che non eravamo più soli. Sentivo dei rumori e sentivo che qualcosa, o qualcuno meglio, si muoveva attorno a noi.
Ne ebbi la conferma quando sentii che due mani mi afferravano le caviglie e con forza sollevavano le mie gambe verso l’alto. Mi ritrovai così piegato in due con le mie gambe che poggiavano sul petto del Duca. Capii cosa mi sarebbe successo e mi preoccupavo solo del fatto che ancora avevo bruciore per le scopate che avevo subito dal maggiordomo. Ma dovevo ubbidire in silenzio.
Sentii una bocca e un viso barbuto che si poggiavano sul mio buco del culo. Prima mi fece sentire la ruvidezza della sua barba. Non doveva essere una barba corta, perché sentivo la morbidezza nel contatto, ma nonostante questo sfregava sulla mia pelle delicata. Dopo poco sentii una lingua molto grossa e rasposa che leccava. Prima piano, poi aumentando sempre la forza e poi forzando il buco del culo. Lo fece a lungo. Io continuavo a leccare il buco del culo del Duca, alternando quando lui si spostava con leccare le palle. E nel frattempo mi ammorbidivano il buco del culo. Dopo un bel po' i miei gemiti di goduria li avranno sentiti anche in città, ma non me ne importava nulla. A quel punto la lingua si staccò e delle dita entrarono in me. Non so quante erano, ma certamente almeno all’inizio non erano meno di due. Iniziarono così a scoparmi con le dita che sentivo aumentavano sempre più di numero. Era piacevole anche se un po' di dolore lo provavo. Ogni tanto sentivo colare saliva in abbondanza e le dita riprendevano a lavorami il buco. Sentivo il buco molto largo e le dita ormai erano tutte dentro. Pensai che volessero violentarmi con la mano intera, fistarmi ed ero un po' spaventato. Ma ero troppo concentrato a soddisfare il Duca per preoccuparmene. Improvvisamente le dita mi lasciarono e sentii un qualcosa che si poggiava al buco. Dalla forma e dalla consistenza capii che era una cappella e visto che il buco doveva essere ormai molto largo, doveva essere una cappella molto grossa. Sentii le mani che mi tenevano le gambe sollevate stringere più forte e quella cappella spinse violentemente in avanti. Fu un’esplosione ed entrò in un colpo solo. Volevo urlare, ma non potevo. Il Duca mi aveva preventivamente schiacciato la bocca con il suo culo e mi limitai ad aprire la bocca e a farmi entrare dentro la sua rosellina umida. La cappella non si fermò per farmi abituare, ma continuò il suo percorso sino a quando non sentii il pelo del pube toccarmi. Non doveva essere molto lungo, ma molto spesso si.
Si fermò giusto un attimo per assestarsi bene e cominciò la cavalcata. Avevo il culo devastato e sentivo questo palo che si muoveva e faceva muovere tutto il mio retto. E sentivo il culo del Duca che si strofinava sempre più. Capii anche che il Duca si stava masturbando il cazzo e che quindi la cosa gli piaceva. Ero il loro giocattolo per godere e lo stavano facendo usandomi. Ma del resto era quello che volevo e per cui avevo accettato l’invito.
I loro movimenti durarono molto, o almeno per me secondo me fu così.
A un certo punto sentii che chi mi scopava il culo accelerava il movimento e il duca gemeva sempre più, mettendosi in ginocchio su di me in modo che non potessi vedere finalmente chi mi stava scopando. Quasi si fossero messi d’accordo iniziarono a sborrare, ancora una volta con una violenza inusuale. Il Duca cominciò ad eruttare sperma bianco e denso a litri che mi coprì completamente il volto e molta della quale finì nella mia bocca. Sembrava non finire mai e mentre continuava a eruttare sentivo che il cazzo nel mio culo mi riempiva di altrettanta sborra. Molto getti li sentii per bene, ma capivo dal movimento che continuava anche dopo che avevo sentito credo il settimo schizzo potente dentro il mio culo.
Continuò a scoparmi sino a quando lo sentii scivolare fuori e finalmente le mie gambe furono lasciate cadere.
Ero distrutto. Felice ma distrutto. Il Duca rimase seduto su di me finchè non sentii la porta chiudersi. Il mio violentatore era uscito e non avevo scoperto chi fosse. Ma immaginai che lo avrei rincontrato…..
A quel punto il Duca si spostò da me, mi aiutò ad alzarmi e mi sorrise. Mi diede un asciugamano e mi disse di aspettare il solito maggiordomo che sarebbe venuto a prendermi per portarmi nella mia stanza.
Lui uscì e io rimasi ad aspettare…… (continua)
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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