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Lui & Lei

Cristina sogna una donna - Parte 1


di NoOne8
17.02.2022    |    4.619    |    1 9.5
"A questo punto sapeva benissimo che avrebbe potuto chiedergli qualsiasi cosa, ma che non avrebbe ricevuto più risposte di senso compiuto..."
I
Appena il cliente uscì dallo “studio”, Francesco chiuse immediatamente la porta a chiave, come se ci fosse il rischio che potesse rientrare cambiando idea. Lui e Cristina erano stremati.
Aver indicato la casa come studio aveva sicuramente i suoi vantaggi, soprattutto per quanto riguardava la loro flessibilità lavorativa e l’indipendenza in termini di orari. Tuttavia, a volte si rendevano necessarie delle riunioni con i clienti, ribaltando completamente la medaglia.
Durante quelle invasioni infatti, tutta la comodità veniva meno. Con un estraneo dentro casa non era possibile concedersi neanche una distrazione e tutto doveva essere assolutamente perfetto, non solo il lavoro, anche la presentazione dello “studio”.
Rientrando in sala, Francesco trovò la sua collega e compagna, intenta a rassettare, china sul tavolo da pranzo. Forse non se ne stava neanche rendendo conto, ma stava offrendo al suo uomo un panorama stupendo.
La minigonna a tubino nera indossata per la riunione infatti le fasciava perfettamente il suo fondoschiena tondo e sodo, esaltandone ogni qualità.
Francesco rimase in silenzio sulla soglia ancora qualche secondo ad ammirare anche le gambe avvolte elegantemente da quelle calze scure che, con una linea nera lungo il retro, guidavano lo sguardo dalla gonna fino ai tacchi alti neri firmati Sergio Rossi.
Senza annunciarsi, si avvicinò a Cristina, poggiandole le mani sui fianchi e chinandosi con la testa alla sua altezza.
“Possiamo sistemare domani, adesso che ne dici di bere qualcosa e concludere per bene questa giornata?”
“Sì, ti prego! Cosa proponi?” rispose la compagna voltandosi verso il suo uomo.
“Pensavo a un whisky, ma se hai altre proposte…” finì la frase baciando Cristina, infilandole la lingua in bocca. La lingua di Cristina fu felice di rispondere, iniziando a vorticare con quella del suo uomo, che di tutta risposta strinse la presa sui suoi fianchi.
Sentendo un calore familiare premere contro la gonna, Cristina si rialzò lentamente, costringendo Francesco a lasciare la presa, non prima che le sue mani però scivolassero con lascivia lungo le curve della donna.
“Un whisky va benissimo, grazie.”
“Arriva subito.” Fu la risposta di Francesco, con un pizzico di delusione celata da un mezzo sorriso.
Preso l’occorrente dall’armadietto degli alcolici, Francesco iniziò a riempire due bicchieri di scotch, porgendone quindi uno alla compagna, che nel frattempo aveva liberato i lunghi capelli castani, prima raccolti in uno chignon stretto.
“Vogliamo uscire in terrazza?” chiese lui, sperando di riuscire a rianimare il momento appena sfumato.
“Veramente se per te va bene, avrei voglia di vedere qualcosa…”
“Certo, qualcosa in particolare?”
“Se ti va, mi piacerebbe andare avanti con quella serie…”
“Quale scusa?”
“Quella che abbiamo cominciato a vedere un mesetto fa… quella porno.”
La risposta colpì Francesco dritto allo stomaco, lasciandolo senza fiato. Quindi non è che non avesse voglia, è solo che vuole giocare con le sue regole, pensò.
“Certo, mettiti comoda, la prendo subito!” arrivò la sua risposta con malcelato entusiasmo.

II
A Francesco bastarono pochi minuti per collegare il tutto, quindi si accomodò sul divano accanto a Cristina, entrambi con i loro bicchieri a portata.
Premuto il tasto Play, sul salone calò improvvisamente l’oscurità, illuminato solo dal titolo bianco su sfondo nero del video. La scena si apriva con un dialogo tra due amiche, accompagnate dal ragazzo di una delle due. Era chiaro che a breve la situazione si sarebbe evoluta in una cosa a tre, tra l’uomo e le due attrici.
Ci volle poco perché Francesco cominciasse a sentire la tensione sessuale rappresentata nella pellicola nel loro stesso salone. Come l’uomo nel film, stava esaminando ogni dettaglio della sua donna. Cristina invece stava seduta accanto a lui, ma aveva occhi solo per le due ragazze, man mano che stavano cominciando ad accarezzarsi e baciarsi, partendo dalle braccia, risalendo fino alle spalle, il collo e quindi trovando la lingua l’una dell’altra.
Notando le labbra dischiuse della compagna e il respiro che si stava facendo più pesante, Francesco fece la sua mossa. Si avvicinò a Cristina, spostandole i capelli dal collo, cominciando a baciarla dolcemente come sapeva che le piaceva, soffermandosi a lungo e con molta lingua. Bacio dopo bacio, cominciò a scendere verso la spalla, slacciando il primo bottone della camicia bianca della compagna per farsi spazio.
Intanto, nel video, l’uomo si era accomodato su una poltrona di fronte al letto. Mentre la sua ragazza era impegnata a farsi leccare i capezzoli del suo grosso seno, da quella che doveva effettivamente essere un’ottima amica, lui ne aveva approfittato per slacciarsi i pantaloni, tirando fuori un cazzo enorme, che adesso si stava lentamente segando godendosi la scena.
Forse per la situazione del porno, forse per le attenzioni dedicatele da Francesco, Cristina gettò leggermente indietro la testa, respirando così affannatamente che sembrava quasi stesse gemendo. Non c’erano dubbi: era accesa.
Francesco non si fece scappare l’occasione, slacciandole rapidamente il secondo bottone della camicetta, liberando così per metà la quarta della sua compagna, sostenuta e fasciata da un reggiseno a balconcino di pizzo nero su raso rosso indossato apposta per l’occasione, probabilmente proprio per far impazzire il suo uomo durante tutta la riunione.
Senza fretta, Francesco decise di non lanciarsi subito sul quel seno che lo faceva impazzire, ma approfittò del maggior gioco della camicia intorno alle spalle per scoprire la schiena di Cristina, che cominciò a baciare con dedizione, ricevendo subito conferma di gradimento da parte della compagna.
L’aria si fece improvvisamente più frizzante quando nel video, una delle due attrici sfilò delicatamente il perizoma di pizzo bianco all’amica, cominciando a dedicarsi al suo monte di Venere, alle sue labbra e quindi al clitoride. Man mano che il salone si stava riempendo di gemiti sempre più sonori e lascivi, Francesco notò le gambe di Cristina schiudersi, alzando rovinosamente la gonna, finché l’unica cosa rimasta a coprire la sua intimità non fu un perizoma di raso rosso.
Molto lentamente, Francesco scese dal divano, inginocchiandosi per terra, chino sui tacchi di Cristina. Da lì, iniziò a baciare la scollatura del piede lasciata libera dalla scarpa, risalendo verso il collo, la caviglia, girando sul polpaccio gonfio della sua donna, tornando sul ginocchio e quindi soffermandosi religiosamente sull’elastico dell’autoreggente.
Fermo in adorazione, le sue mani correvano lungo le gambe di Cristina, dalla punta dei piedi fino al fondoschiena, rientrando man mano sempre di più, fino a quando, non arrivarono dietro le ginocchia. Francesco approfittò della posizione per allargare ancora di più le gambe della sua dea, lanciandosi quindi in lunghi baci bagnati sul suo interno coscia, avvicinandosi sempre di più al perizoma, sentendo già le narici riempirsi del profumo inebriante dell’eccitazione della sua compagna.
“Amore…” lo chiamò Cristina.
“Sì?” Francesco alzò lo sguardo pieno di desiderio per guardare la sua donna in faccia.
“Vatti a mettere sulla poltrona…” gli ordinò dolcemente, indicandola con lo sguardo.
“Ma…” Francesco provò a opporsi, ma non riuscì ad articolare alcun pensiero più elaborato di voglio leccarti la figa fino ad affogare.
“Dai, voglio fare una cosa…”
Sicuramente la premessa prometteva bene. Non con poco amaro in bocca, Francesco si alzò, prese il suo bicchiere di whisky dal tavolinetto e andò ad accomodarsi sulla poltrona dirimpettaia, dando la schiena al televisore. Non che quello fosse un problema, la scena in salone era diventata molto più interessante di quella nel porno.

III
Dalla poltrona, con le gambe accavallate e il suo bicchiere di whisky in mano, Francesco capì immediatamente che oggi era questa la miglior seduta della casa.
Cristina era statuaria su quel divano. Aveva richiuso leggermente le gambe, sistemandosi la gonna, ma l’elastico delle calze si intravedeva ancora nella penombra. I suoi lunghi capelli le ricadevano lungo le spalle, poggiandosi sul prosperoso seno lasciato scoperto dalla camicia mezza sbottonata.
Con lo sguardo fisso sul suo uomo, si lanciò i capelli dietro le spalle, slacciandosi il terzo bottone della camicetta, rivelando completamente il reggiseno indossato per l’occasione, da cui si intravedevano già i capezzoli turgidi, che premevano per uscire ed essere ricoperti di attenzioni.
Quindi, si chinò in avanti, portando le mani al cinturino di una scarpa, mostrando una generosa panoramica delle sue tette, tirate giù dalla gravità, ma schiacciate dalle gambe, risultando gonfie e visibilmente più grandi di quanto non lo fossero normalmente.
“No, tienile…” obiettò Francesco.
“Va bene.” Rispose Cristina dopo aver valutato la richiesta per un paio di secondi.
Rinunciando a slacciare i cinturini, rialzò la schiena, allargando contemporaneamente le gambe, al punto di rivelare quanto il suo perizoma stesse faticando per svolgere il suo lavoro. La punta inferiore infatti scompariva già tra le sue chiappe sode e si intravedeva un gonfiore premere vogliosamente contro il tessuto.
Le dita di Cristina cominciarono quindi a percorrere il triangolino di stoffa che, con difficoltà provava a coprirle le sue labbra.
Francesco rimase subito ipnotizzato da quel movimento, le dita di Cristina stavano calcando il tragitto sempre di più, tanto che la stoffa stava cominciando a bagnarsi, diventando gradualmente più trasparente. Non riusciva più a resistere.
“Voglio vederla.” Azzardò il comando provando a controllare la sua voce, sperando di non sembrare completamente soggiogato.
Cristina però aveva capito bene il suo uomo. Lei voleva giocare.
Stringendo la base del perizoma tra pollice e indice, lo tirò sapientemente verso l’alto, fissando Francesco negli occhi con un fare quasi di sfida.
“Meglio?” rispose inarcando il sopracciglio quando il triangolino finì divorato dalle sue labbra carnose.
Il televisore dietro Francesco emetteva mugolii e schiocchi che però non lo interessavano più affatto. Tutta la sua attenzione era rivolta alle dita di Cristina, che adesso scivolavano lungo il solco che si era appropriato delle sue mutandine.
Passaggio dopo passaggio, le labbra della donna stavano diventando sempre più lucide, lubrificate da umori di cui Francesco conosceva fin troppo bene il sapore.
Seduto su quella poltrona, Francesco sentiva come se il cazzo stesse per esplodergli, ancora contenuto a fatica dalle mutande, stava pulsando violentemente, scalpitante per uscire da quei jeans che adesso sembravano molto più scomodi di quanto non lo fossero sembrati quella mattina.
L’unica cosa che lo infastidiva leggermente, era il fatto che, per quanto lui fosse assolutamente concentrato su Cristina, la sua compagna sembrava più distratta. Aveva notato che di tanto in tanto lo sguardo della sua dea saettava verso la televisione. Per ora però, decise di non dire nulla, era curioso di vedere fin dove voleva arrivare con il suo gioco. Una domanda lo riportò in salone:
“Queste mutandine mi stanno dando fastidio, le potresti tenere tu?”
Francesco stava per saltare via dalla poltrona ancora prima del punto di domanda, ma fu redarguito altrettanto in fretta.
“Non ti ho detto di alzarti.”
Fu Cristina ad alzarsi, avvicinandosi alla poltrona. Una volta davanti a Francesco, lo rassicurò:
“Ci penso io…”
Si girò lentamente, mostrandogli il suo culo sodo e, tanto per farlo impazzire un po’ di più, si piegò in avanti, portando il fondoschiena ancora più vicino alla faccia di Francesco, mostrandogli bene come quel filo scomparisse tra le sue chiappe tonde. L’uomo dovette ricorrere a tutto il suo autocontrollo per non tuffare il viso lì in mezzo.
Le dita di Cristina si chiusero attorno all’elastico nero del perizoma su entrambi i fianchi, facendolo quindi scivolare giù lungo quei palloncini gonfi. Arrivata in fondo, si divertì a torturare un altro po’ il suo uomo, facendo sobbalzare il suo culetto strattonando l’elastico verso l’alto. A questo punto sapeva benissimo che avrebbe potuto chiedergli qualsiasi cosa, ma che non avrebbe ricevuto più risposte di senso compiuto.
Finalmente lasciò cadere il perizoma a terra e si chinò inarcando la schiena per raccoglierlo. Rialzata, si girò verso Francesco e si portò le mutandine al naso, annusandole.
“Certo che mi davano fastidio, senti come sono bagnate…”
Senza dargli tempo di rispondere, gliele sbatté sotto il naso come un fazzoletto di cloroformio in un telefilm americano. Francesco respirò a pieni polmoni quel groviglio di tessuto impregnato di umori.
“Ti piace?”
Francesco annuì in silenzio, guardandola con un’espressione supplichevole.
“Tienile, a me non servono più…” le lasciò cadere sulla patta dei pantaloni, ancheggiando verso la sua seduta, abbassando e quindi sfilandosi anche la gonna, che lasciò per terra.
Tornata sul divano, Cristina spalancò ancora una volta le gambe, questa volta mostrando a Francesco la sua figa nuda e bagnata, senza nulla che potesse ostruire la vista.
“Tesoro, sembri un po’ rigido… perché non ti slacci i pantaloni?” Suggerì con una voce suadente.

IV
Francesco accettò volentieri il consiglio della compagna, slacciandosi subito la cintura e sbottonando i jeans, stringendo il perizoma in mano. Il suo uccello si adeguò subito al nuovo spazio a disposizione, pur essendo ancora contenuto dai boxer neri.
“Tiralo fuori, voglio vedere quanto sei duro per me…”
All’uomo bastò allentare l’elastico perché il suo cazzo duro svettasse dai pantaloni allargati, come animato di vita propria.
“Ma guarda quanto è grosso, ti è piaciuto il mio spettacolino eh?”
Francesco si limitò ad annuire, trovando qualsiasi altra risposta ridondante.
“Toccati, masturbati con il mio perizoma.”
Completamente in suo potere, Francesco avvolse le mutandine intorno alla sua lunga asta, assicurandosi che il triangolino rimanesse saldo in cima alla cappella. Quindi, cominciò a segarsi con movimenti lunghi e lenti.
“Ti piace? Ti piace sentire le mie mutandine bagnate sul tuo cazzone?”
“Sì…”
Con la mano sinistra, Cristina ricominciò a toccare le labbra del suo sesso, schiudendole, penetrandosi con il medio lascivamente, risalendo quindi verso il clitoride, stimolando delicatamente. La mano destra invece finì di sbottonare agilmente la camicia, che Cristina lasciò cadere all’indietro con un movimento di spalle. Quindi, ripiegò verso l’interno le coppe del reggiseno, rivelando le sue grosse tette.
Per stuzzicare Francesco, che aveva gli occhi fuori dalle orbite, cominciò a soppesarle e stringerle, pizzicandosi dolcemente i capezzoli turgidi.
“Quanto le vuoi?” chiese, sostenendole entrambe con le mani, come se gliele stesse offrendo.
“Tanto…”
Cristina si lasciò cadere un lungo filo denso di saliva sul seno, iniziando a massaggiarlo come se fosse un olio per la pelle.
“Lo so che vorresti metterci quel cazzo in mezzo, stringerle e scoparle fino a quando non ci sborri sopra…”
Sentendo quelle parole, Francesco non riuscì a trattenersi dall’aumentare vigorosamente il ritmo della sua sega. Voleva venire, liberarsi di tutta quella voglia e quello sperma di cui aveva letteralmente le palle piene. Ma sapeva che non era ancora arrivato il momento. Soprattutto, sapeva che se fosse riuscito ad aspettare avrebbe goduto molto di più.
“O magari preferiresti riempire questa fighetta?” Propose l’alternativa ricominciando a masturbarsi anche lei.
Francesco rimase in silenzio ad ammirare la sua donna mentre si scopava con le sue stesse dita, torturandosi prima un capezzolo e poi l’altro.
Lentamente, le battute di Cristina lasciarono spazio al suo respiro sempre più pesante.
La sua mano sinistra continuava a uscire e entrare, lubrificando e stimolando anche il clitoride, sembrava un balletto coreografato allo sfinimento e probabilmente lo era.
Il respiro affannato si trasformò in gemiti di piacere sempre più, che stavano facendo impazzire Francesco, così lontano da quella dea del sesso.
Studiando l’espressione lussureggiante della sua compagna però, si rese conto di una cosa che gli fece perdere la testa: non lo stava guardando. I suoi occhi e probabilmente quell’orgasmo che stava montando, erano rivolti esclusivamente alla televisione e alla scena che stava prendendo luogo. Mosso da una strana gelosia e deciso a non farsi rubare quel momento da un porno, Francesco cominciò a riprendere il controllo di sé e della situazione.
“Ti piace l’idea?”
Interruppe così il crescendo della donna, che non capendo appieno la domanda rispose confusa:
“Cosa?”
“Dai, lo so che stai immaginando di scopare con una di quelle zoccolette.”
“Ma che dici?” provò a difendersi debolmente, tanto che non aveva neanche smesso di toccarsi.
“Non è un problema sai? Mi piacerebbe guardati mentre giochi con una…”
“Ah sì? E cosa vorresti vedere…”
“Prima potreste baciarvi, spogliarvi, esplorarvi…”
“Sì… e poi…” ce l’aveva fatta, Cristina adesso si stava toccando assecondando quella fantasia condivisa da entrambi.
“Poi vorrei vederti adorata, ti meriti una ragazza che ti baci e lecchi ovunque…”
“Sì…” la sua mano stava stimolando il clitoride, accelerando a ogni battuta.
“Poi scoprirebbe quelle belle tette, per provare a mettersele tutte in bocca, leccando i capezzoli con foga…”
“Ah…” Cristina era sempre più vicina, adesso con l’altra mano si stava stringendo il seno, stuzzicandosi il capezzolo tra pollice e indice.
“Quindi scenderebbe, piano piano… verso baciandoti lungo l’addome, l’ombelico, arrivando alla tua fighetta completamente depilata…”
“Aaaaah…” la mano correva sul clitoride, era fracida, la sua vagina scintillava illuminata dal porno in riproduzione.
“E finalmente si lancerebbe a leccare quel clitoride, a succhiarlo finché non capisci più nulla… finché non vuoi altro che venirle in bocca…”
“Sììììììì…” urlò Cristina.
C’era quasi, aveva buttato la testa indietro con gli occhi chiusi e la bocca spalancata. Fermarla adesso sarebbe stata una cattiveria vera e propria. Forse proprio per questo Francesco decise solo ora di alzarsi, quando Cristina non se ne sarebbe mai accorta.

Continua...
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