trio
Omar ci viene a trovare
di cpromagnolamatura
05.07.2019 |
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"Ha detto non che non succede, ma che quando accade o avviene fra uomini bianchi e donne di colore prostitute, mentre viceversa non è possibile se non, così..."
Questo racconto si collega ad un altro che avevo pubblicato e poi tolto.Per chi avesse letto il racconto “incontro al supermercato” si ricorderà come avessimo conosciuto, anche in senso biblico diciamo, due simpatici ragazzi, o meglio come mia moglie avesse condiviso la loro giovinezza. Una decina di giorni dopo o forse anche qualche giorno in più mi ero dovuto assentare per andare nella nostra casa al mare e Anna non mi aveva accompagnato perché doveva fare diverse faccende e in altre parole non ne aveva avuto voglia. Fu così che passai tutta la giornata a Milano Marittima a seguire dei lavori con il muratore, per cui quando stanco alla sera rientrai a casa non mi aspettavo di incontrare Omar, il fratello più giovane dei due, mentre usciva dal portone del nostro palazzo. Almeno mi parve Omar, ma si vede che lui non mi aveva riconosciuto perché passò oltre. Perplesso salii al piano e detti la voce a mia moglie che mi rispose dal bagno perché stava facendo la doccia. Presi l’accappatoio, che era appoggiato sul letto della nostra stanza e le andai incontro mentre usciva gocciolando dalla cabina. “Sei tornato presto -mi dice -avevo capito che venivi con il treno dopo. Guarda che non ho preparato nulla ancora per cena!”. “Beh -risposi – stasera facciamo un colpo di vita ed andiamo fuori…mi hanno giusto detto che c’è una ottima pizzeria dietro la stazione ed è un po’ di tempo che vorrei provarla”. Mentre mia moglie si asciugava e si preparava per uscire me ne stavo seduto sul letto, chiacchierando e raccontandole dei lavori al mare, dove abbiamo un appartamento, e l’osservavo, ancora piacevolmente sorpreso, benchè gli anni siano ormai trascorsi per entrambi, di come si mantenesse bene e come il seno, pur essendo un seno maturo, riuscisse ad opporsi alla gravità. Assistendo ad una sorta di spogliarello al contrario mi venne in mente di chiederle di non indossare gli slip per la serata: “Ma cosa ti salta in mente? – mi rispose con uno sguardo tra lo stupito e il malizioso – hai delle idee in mente? Guarda che anche sono stata a casa ho lavorato tutto il giorno e dopo cena si torna a casa, un buon libro e nanna!”. Alzai le spalle un po’ rassegnato e poi uscii dalla stanza per prepararmi ad uscire anch’io. La pizza meritava, di quelle con il cornicione alto come piacciono a me e l’impasto proprio di una vera pizza napoletana. All’uscita invece di prendere l’autobus per rientrare a casa decidemmo di fare due passi, per smaltire l’overdose di carboidrati. Anna aveva un vestito a fiori un po’ alla zingara, nel senso di una gonna sotto il ginocchio ma una scollatura pronunciata ed una serie di bottoni sul davanti. Camminando mi venne spontaneo allungare la mano per accarezzarle il fondoschiena e fu in quel momento che mi accorsi che sotto non portava biancheria. Anna mi guardò ridendo senza dire nulla al che ingenuamente le dissi. “Ma, non avevi detto che…?” – “Si, ma poi ho pensato che …non lo so cosa ho pensato, so solo che la tua richiesta mi aveva eccitato così ho deciso di accontentarti, ma senza dirtelo!”. Ci trovavamo dalle parti di Piazza dell’ Unità e fu in quel momento che passando davanti ad un gruppo di extracomunitari seduti coni loro cellulari su una panchina ci sentimmo salutare. Guardando nella loro direzione scorgemmo Khaled, vestito con una sorta di caffetano bianco, per cui l’ebano della sua pelle spiccava molto. Lo sguardo di altri 4 o 5 suoi connazionali era fisso su di noi e, a dire il vero soprattutto su Anna. Khaled ci venne incontro come un vecchio amico, per baciare mia moglie sulle guance e stringermi la mano dicendo agli altri che eravamo amici suoi. Scambiammo giusto qualche convenevole, ma non mancai di notare una sorta di sguardo complice tra Khaled e gli altri ragazzi. “E Omar? Dove l’hai messo tuo fratello?” gli feci. Khaled sembrò un attimo sorpreso ma poi ci disse che quella sera suo fratello era dovuto andare a letto presto perché era stanco morto. “Sai com’è -mi disse -le donne se lo contendono e se lo mangiano vivo, ma lui non sa dire di no! Specialmente le signore….” Aggiunse con un tono che mi parve ironico. Ci salutammo ed allontanandoci sentivo lo sguardo del gruppetto sulle spalle e qualche risata.
Ammetto che l’incontro con Khaled mi aveva un po’ eccitato e poi i suoi discorsi sul fratello mi avevano fatto venire in mente che forse l’avevo visto quella sera mentre rientravo. “Sai Anna, credo di aver visto Omar questa sera….” lascio cadere la frase e poi , non vedendo alcuna reazione da parte mi mia moglie aggiungo “sai l’ho visto rientrando in casa che usciva dal portone di casa nostra, tanto che per un attimo ho pensato fosse venuto da noi!” – così dicendo l’accarezzo con la mano che scende dietro dalla regione lombare lungo i glutei accarezzando la stoffa sottile che spingo lungo il solco. Anna continua a non dire nulla per cui la guardo e mi accorgo che ha una specie di sorriso imbarazzato. Ci fermiamo un attimo così la posso scrutare meglio nella luce dei lampioni che oltrepassano le foglie degli alberi. In fin dei conti siamo sposati da quasi trent’anni ed ho imparato ( spero ) a capire dal suo sguardo se mi sta tenendo nascosto qualcosa. Indovino che sì si è vista con Omar “Beh non mi dicevi nulla? Chissà Khaled come si divertirà a parlare di noi e di te ai suoi amici, pensando al povero Omar svuotato fino al midollo da una vogliosa signora …scommetto che se gli dicevo che eri senza mutande si sarebbero eccitati come cinghiali!”. A questo punto aspettavo una sua reazione, ma invece nulla. Mi fingo contrariato, anche perché sa come a me piaccia condividere con lei queste trasgressioni, ma poi quando mi accarezza sulla patta, perché anche lei mi conosce e sa come queste situazioni finiscano per eccitarmi, ecco allora sentendo la prova inequivocabile della mia eccitazione si scioglie sorridendomi. “Non l’avevo premeditato, è che quando me lo sono trovato davanti alla porta l’ho fatto accomodare per un caffè e poi da osa nasce cosa….Comunque non te lo avrei nascosto, pensavo di trovare il tempo giusto stasera , a letto, anche se ad onore del vero forse avrei bisogni di farla riposare” -mi dice alludendo con una mano al proprio inguine. “Beh avrai almeno la compiacenza di raccontami cosa avete fatto! “ replicai.
“Ma, insomma. è venuto con la scusa che passava dalle nostre parti-
“A che ora! “– ho replicato
“Saranno state le 10 mezza, undici, tanto che gli ho offerto un caffè , mentre stavo stirando, così mi ha raccontato di lui, di suo fratello e dei sacrifici che i suoi stanno facendo per farlo studiare qui a Bologna. Pensa che ha, nel suo Paese, anche altre 3 fratelli e due sorelle, di cui due più grandi e che sono sposate con figli, per cui tecnicamente, nonostante la giovane età è già zio!” – cominciato a raccontare Anna.
“Non credo che sia venuto per descriverti come è composta la sua famiglia d’origine! – ho sogghignato.
“Dai Carlo, non essere scortese e poi sai che sono sempre curiosa di conoscere le persone” – mi ha replicato –“poi certo che mi sono subito resa conto da come mi guardava che forse si aspettava qualcosa di più di una tazzina di caffè e di due chiacchiere sulla sua famiglia”.
“Ma come eri vestita? Così mi faccio anch’io una idea…” - l’ho interrotta.
“Da casa, come quando ci siamo lasciati stamattina, avevo il vestito a fiori, quello abbottonato davanti” –
“Scommetto che non eri abbottonata fino al collo!” – le ho sorriso.
“Certo che no, prova tu a stirare con questo caldo, ma mica ero nuda. Diciamo che si intravedevano i seni, ma poi ormai vedete tutto delle donne, non credo che sia un paio di tette sufficiente a far sbroccare un uomo!” – mi ha replicato.
“Beh intanto diciamo che si tratta di un giovane uomo ormonato, lontano dal suo Paese e che, se vogliamo dirla tutta ha già avuto modo di gustarti! Se poi fai finta di non capire che il vedo, non vedo è molto eccitante di un corpo nudo…vuol dire che mi stai prendendo in giro!” – le ho detto mentre ci stavamo avvicinando al portone del nostro palazzo.
Salendo le scale, come per prendermi in giro, standomi davanti Anna ha alzato leggermente la gonna per farmi vedere che appunto non aveva indossato biancheria: “Quindi se faccio così” -ha detto mettendo in mostra i glutei e la sua natura –“e poi la copro, devo dedurne che ti sto provocando?” ha continuato con tono canzonatorio. Al che le ho risposto appoggiando una mano sotto la gonna fino ad accarezzarle le natiche, spingendo le dita nel mezzo con lei che fingeva di sottrarsi “Decisamente anche alla tua età sai essere una puttanella, quando ti ci metti!”
“Bada come parli o la “puttanella”, come dici tu, stasera ti manda in bianco e soprattutto non ti dice più nulla di Omar!
Ho accompagnato Anna in bagno e con lei seduta sul WC le ho chiesto di continuare.
“Omar è un bravo ragazzo, molto educato e mi ha fatto molta tenerezza perché non sapeva come introdurre l’argomento, ma si vedeva che era lì che voleva andare a parare, per cui ha cominciato a farmi dei complimenti, di come si era sentito bene con noi due…ah proposito si è raccomandato di salutarti!”
“Grazie, mi scopa la moglie ma devo dire che è educato!” – l’ho ripresa.
“Non sarai permaloso alla tua età! Allora Omar mi ha detto appunto che nel suo Paese aveva avuto poche occasioni e che comunque laggiù le donne bianche non si mescolano con la popolazione indigena e che i rapporti interraziali sono condannati sia dai bianchi che dai suoi connazionali. Ha detto non che non succede, ma che quando accade o avviene fra uomini bianchi e donne di colore prostitute, mentre viceversa non è possibile se non, così gli hanno raccontato degli amici, nei luoghi di mare, dove girano anche molti turisti e turiste occidentali, per cui capita che qualche signora accetti di accompagnarsi con un ragazzo del posto. Comunque mi ha raccontato che sono cose che non succedono nella vita normale e che per lui il fatto di averlo fatto con me, alla tua presenza, è stato un fatto che in qualche misura lo ha sconvolto, anche se suo fratello, Khaled, gli ha raccontato che da quando è qua ha avuto diversi incontri con delle italiane, di tutte le età” - intanto che mi raccontava queste cose si era alzata dal WC per accomodarsi a gambe larghe sul bidet, offrendomi la visione del suo bel sedere.
“Non ti nascondo “ - ha poi continuato – “che con questi discorsi anch’io avevo cominciato a sentirmi vagamente eccitata e credo di avere inavvertitamente sbottonato qualche bottone del vestito perché mi sono resa conto di avere gli occhi del ragazzo fisso sul mio seno. A questo punto gli ho detto di passare in salotto che saremmo stati più comodi e passandogli vicino per precederlo ti confesso che non ho potuto a fare ma meno di vedere quanto fosse eccitato il ragazzo in mezzo alle gambe. Sul divano io e lui di fronte ha continuato a parlarmi ancora delle avventure di Khaled e …” –“E – ho continuato -non ti sei accorta di come la gonna ti fosse risalita lasciandogli sbirciare il cavallo delle tue mutandine!”.
“Beh non proprio, o meglio tutto vero sul fatto che la gonna fosse risalita, però non avevo gli slip!” – mi ha sorriso asciugandosi la figa dopo aver concluso il bidet.
“Ti rendi conto che potevi anche ucciderlo? Un coccolone e…via. Donna bianca uccide ragazzo di colore mostrandogli la figa! Vedo i titoli dei giornali!” – l’ho presa in giro mimando i titoli di scatola.
“Ma quanto sei scemo!? Mica ho fatto apposta, stavo facendo le pulizie e poi avrei fatto il bagno, che ne sapevo io che veniva a casa nostra!? Comunque quando ha visto lo spettacolino mi ha guardato spalancando i suoi occhioni e mi ha chiesto se potevamo rifare quello che avevamo fatto qualche settimana prima. Me lo ha chiesto con un tono… che potevo dirgli di no? Gli ho detto di aspettarmi che dovevo andare in bagno. Mi sono fatta il bidet e stavolta ho indossato il reggiseno e gli slip prima di ricomparire da lui” –
“Che reggiseno ti sei messa? Lo sai che per me certi particolari sono importanti” –
“Quello rosso bordeaux di pizzo, quello con mezza coppa che mi ha regalato per il mio compleanno e che lascia parzialmente il seno e lo tira un po’ su con gli slip bassi…d’altronde alla mia età mi devo difendere! Sono entrata in salotto così, mi ero anche pettinata i capelli raccolti poi con una coda di cavallo e mi ero data un filo di trucco e di rossetto. Devo ammettere che ne sono rimasta lusingata dalla sua reazione meravigliata e avvicinandomi non ho potuto a fare a meno di saggiare con mano il suo stato di eccitazione…notevole! Al chè Omar ha cominciato ad accarezzarmi lungo i fianchi e ci siamo baciati. A questi ragazzi bisognerebbe insegnare a baciare una donna perché mi ha messo la lingua in bocca come se dovesse perforarmi e poi si è mangiato tutto il rossetto che sembrava se lo fosse messo lui. L’ho fermato dicendogli che tu eri via fino a sera e quindi che avremmo avuto tutto il tempo.” –
“sei sempre stata bravissima come insegnante “ – le ho detto – “una autentica nave scuola. Mi ricordo ancora del figlio di Franco!” – le ho ricordato con lei seduta sul letto ed io nella poltrona che abbiamo in fondo dove appoggio i vestiti.
“Il figlio di Franco è stata una cosa irripetibile e poi io avevo poco più di 30 anni…dai su, allora gli ho detto di spogliarsi, perché anche a noi donne piace eccitarci, ma al tempo volevo che parlasse, perché trovo molto sensuale la voce di un maschio eccitato. Omar si è tolto per prima la maglietta mostrando le spalle ed il petto muscoloso, anche non esagerato, mica è un culturista! Poi ha detto che si sarebbe tolto i calzoni rimanendo in slip e così ha fatto. Non so se la misura delle sue mutande fosse una taglia in meno o se improvvisamente il contenuto fosse aumentato di volume, fatto sta che il rigonfiamento sotto le mutande aveva deformato la stoffa della gamba lasciando intravedere il nero della pelle e l’ombra dei suoi testicoli. Gli ho detto di avvicinarsi e gli ho chiesto di togliermi il reggiseno e gli slip, ma piano con delicatezza. Mi sono specchiata nei suoi occhi e sono scesa in ginocchio davanti a lui chiedendogli di chiudere gli occhi e di assaporare quello che stavo per fare. Mi sono sincerata che obbedisse e con le mani gli ho abbassato gli slip, liberando il suo sesso teso e duro. L’ho guardato ancora una volta e poi ho cominciato a baciargli la punta, su cui era subito uscita una goccia di liquido trasparente. Dopo un po’ ho sentito le sue mani appoggiate sulla mia testa e i suoi gemiti. Non mi sono accorta che stava eruttando e quindi dopo alcuni istanti mi sono trovata la bocca piena del suo sperma e lui, poverino, che mi chiedeva scusa. Mi sono sentita molto mamma devo dire la verità, perché aveva il tono del ragazzino che sa di aver compiuto un malestro ed ha paura della sgridata.”
“Una mammina un po’ sporcacciona direi” -ho intercalato al suo racconto.
“Anche le mamme hanno delle fantasie mio caro! Comunque mi sono alzata davanti a lui e l’ho baciato con la bocca piena del suo seme! Credo che non se lo aspettasse, perché ho sentito come se mi volesse respingere, ma gli ho detto di lasciarsi andare! Insieme abbiamo mandato giù il suo sperma. Omar sembrava mortificato di essere venuto, probabilmente perché anche lui come tutti voi maschi di ogni razza e colore pensate che il clou dell’amore sia la penetrazione! Invece gli ho spiegato che era normale e che anch’io ho bisogno dei miei tempi. Ci siamo stesi sul letto e ho cominciato ad accarezzargli il petto dicendogli che era proprio un gran bel ragazzo, chissà quante donne sarebbero state contente di stargli al fianco e facendo così gli facevo passare a fil di pelle le dita, tanto che in breve tempo ha riacquistato il vigore. Era la mezza e quindi gli ho detto di fare una pausa e quindi mi ha inseguito in cucina” –
“Tutti e due nudi?” – ho chiesto, nel tentativo di immaginarmi la scena – spero che le tende fossero tirate perché se ti hanno visto i vicini chissà cosa penseranno di te e di me!” –
“Che vuoi che pensino…che io sono una troia e tu un cornuto! Ma comunque si, la tenda era tirata! Abbiamo mangiato qualcosa, soprattutto Omar. Ha visto la foto di Silvia , quella sulla credenza, è quando gli ho detto che era nostra figlia ha fatto segno che è una bella ragazza, poi ha chiesto se anche nostra figlia è come noi gli ho detto che noi non siamo propria la regola.
Dopo il caffè gli ho proposto di tornare in camera a farci due coccole e ci siamo stesi sul nostro letto. Voleva scopare subito venendomi sopra ma gli ho spiegato che doveva lasciare fare a me, perché la fretta non va d’accordo con il sesso.” –
“Parla per Te” – ho aggiunto -alla mia età se non lo becco nel lasso di tempo che è in tiro mi tocca saltare! E poi lo dice la parola stessa “sveltina”, una forma di sesso rapido e soddisfacente!” –
“Si, per l’uomo! “ – è intervenuta Anna – comunque ci siamo accarezzati e gli ho guidato la mano perché volevo che imparasse a scoprire i punti in cui può dar piacere, come quando mi sono fatta solleticare la pelle delle braccia o all’attaccatura dei capelli o lungo la mancia fino alle aerole , senza doverle impastare come aveva inizialmente fatto. Gli ho anche insegnato la filastrocca della lumachina …tira fuori le tue cornina! Mostrandogli come i capezzoli se, lievemente stimolati, di induriscano per poi essere delicatamente insalivati come un bambino che assume il latte. Dopo una buona mezzora gli ho concesso di possedermi, ma ho dovuto fermarlo subito perché era molto irruente. Gli sono salita sopra a cavalcioni, l’ho guardato negli occhi e facendo leva sulle ginocchia mi sono rialzata quel tanto per potergli afferrare il pene e dirigerlo dento di me e poi mi sono lasciata andare finendo seduta sulle sue cosce. Gli ho afferrato le mani e me le sono portate sul seno ed ho iniziato a cavalcarlo lentamente, per godermi sul suo cazzo. Ti da fastidio se uso il termine “cazzo”! Uhm vedo proprio di no “ -mi dice Anna accennando al fatto che avevo iniziato a masturbarmi – Ogni volta che voleva accelerare lo fermavo dicendo che doveva imparare i ritmi giusti, che quando sarebbe venuto il momento glielo avrei fatto capire. Siamo andati avanti così per un po’ poi è stata la sua volta di venirmi sopra e guardandolo dal basso devo dire che è proprio ben fatto e soprattutto una vera propria macchina perché ha iniziato a pistonarmi anche quando gli ho piantato le unghie sui fianchi mentre venivo. Alla fine è venuto anche lui e si è accasciato su di me!” –
“Aveva il profilattico spero” – ho aggiunto un po’ sorpreso di non averglielo ancora chiesto.
“Certo, ma che domande! Anzi scusa credo che siano ancora sul comodino adesso che me lo ricordi!” –
Volsi lo sguardo vicino alla lampada dove tengo un vassoio vuota tasche e in effetti c’erano almeno 4 profilattici annodati. “Quattro!??” – “Ah si vede che il quinto se lo è portato a casa” – mi ha preso in giro mia moglie. Ma non so se mi ha veramente preso in giro, comunque ha continuato : “Abbiamo fatto una doccia insieme e la cosa non mi è affatto dispiaciuta: lui insaponava me ed io lui e poi ci siamo asciugati per fare un po’ di merenda. Questi giovani hanno delle capacità di ripresa incredibili e in breve me lo sono trovato vicino con il cazzo duro. Omar mi ha spiegato che dalle sue parti la posizione preferita per fare l’amore non è quella del missionario ma la pecorina e mi ha spinto vero la consolle della nostra camera per cui io ero in parte piegata ed appoggiata alla consolle e mi vedevo riflessa nello specchio e Omar mi si era messo dietro, sollevando l’accappatoio e tenendole sue mani sul mio seno. L’ho sentito armeggiare un attimo con un profilattico e poi mi sono sentita riempire nuovamente dal suo arnese. Vederlo riflesso nello specchio intento a possedermi e vedere e sentire le sue mani sul seno mi hanno mandato in orbita in pochissimo tempo e quando ho sentito che con un dito mi stava accarezzando anche lì…” –
“Il culo eh!? Lo immaginavo che finiva in gloria!! – la interruppi.
“ Si , ho provato a scostargli la mano chiedendogli di continuare così e in effetti è andato avanti ancora per diverso tempo tanto che quando ci ha riprovato mi sono staccata da lui facendogli segno che per farlo avrebbe dovuto usare un lubrificante. Gli ho spiegato che per una donna è un grande regalo concederlo e che come tutti i regali deve essere apprezzato e assaporato, Gli ho abbondantemente sparso il gel e glielo ho messo sulle dita chiedendogli di fare con me la stessa cosa e poi mi sono nuovamente girata appoggiandomi alla consolle. L’ho sentito indugiare a lungo attorno alla rosellina e poi è entrato dentro con un dito e poi con due, forzandola lentamente. Nello specchio ho visto che si preparava accarezzandosi il sesso e poi mi ha messo una mano sulla schiena costringendomi a piegarmi ulteriormente, esponendo in tal modo il sedere verso di lui e poi ho sentito che provava ad entrare. Dopo qualche tentativo ho allungato la mano e l’ho aiutato ad entrare nel mio giardino segreto e…mi sono sentita dilatata e poi dopo un attimo ho percepito una scarica di piacere. Gli ho chiesto di rimanere fermo per qualche secondo e poi…e poi …” –
“e poi ti ha inculata” – ho completato la frase.
“Si diciamo che tecnicamente si può anche definire così, ma preferirei dire che gli ho dato in dono d’amore.
Ecco adesso sai tutto con dovizia di particolari…e a quel che vedo sei pure venuto! Dai adesso dormiamo che siamo stanchi tutti e due” e così dicendo ha spento la luce.
“Buona notte Amore, pensi che Omar tornerà?” – un attimo di silenzio, nel buio e poi “Lo spero”.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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