Lui & Lei
Fantasia e realtà
di cpromagnolamatura
06.12.2018 |
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"All'atto di saldare l’albergo il portiere mi morse un bigliettino..."
Ogni rapporto di coppia per funzionare deve risolversi sia a letto che fuori da esso, nel senso che l’amore sotto le lenzuola è importante così come la complicità nella vita di tutti i giorni e la solidarietà reciproca quando si affrontano gli inevitabili problemi legati alla gestione dei figli, dei propri parenti e del lavoro. Per fortuna, o perché comunque ne siamo consapevoli, il nostro rapporto funziona e si salda con il tempo, tanto che a volte ci sorprendiamo ad avere contemporaneamente gli stesi pensieri, come se fossimo in un collegamenti telepatico. Dico questo perché anche quando abbiamo deciso di cercare qualcosa di diverso dalla solita routine matrimoniale lo abbiamo fatto sempre con molta attenzione e rispetto l’uno per l’altra. Difficile scoprire, infatti, quali siano i propri limiti,se messi alla prova, e sapere con anticipo come ci comporteremo quando le nostre emozioni e i nostri sentimenti sono messi alla prova. Sarà forse per questo che prima finiamo per condividere le nostre fantasie e solo quando siamo ben sicuri proviamo a realizzarle, ma disponibili a tornare indietro. Facile a dirsi meno a farsi penserete voi? Beh si, mica tutto fila liscio e quando queste fantasie realizzate coinvolgono altri può sempre verificarsi che non tutto si svolga come pianificato. La nostra relazione con il collega di Anna, Franco, in effetti si è rivelata una relazione molto discreta di rispetto ricambiato, ma che non ha intaccato il nostro rapporto, forse perché è nato proprio come trasgressivo, con una differenza di età abbastanza importante: Anna all'epoca aveva 33 anni e Franco 55. Avevamo i figli ancora piccoli e comunque le nostre uscite non erano frequentissime, per ovvie ragioni di tempo disponibile e comunque sempre fra di noi. Quando Franco è andato via ci è dispiaciuto, perché è raro trovare una persona discreta, ma che sa essere allegra e disponibile e, a dire il vero, anche con una dotazione e resistenza invidiabile; ancora oggi, che abbiamo superato i suoi anni lo sentiamo in occasione delle festività, come si può sentire un vecchio amico e ci divertiamo a raccontarci delle nostre esperienze di allora. Ma non voglio divagare, solo farvi capire come nella nostra vita siano più gli anni indietro di quelli avanti e che le nostre avventure, anche sessuali, siano per noi un bel ricordo. Adesso, superati i sessanta da un po’ ogni tanto mi verrebbe voglia di riprovare le stesse emozioni, ma al di là del fisico, che non mi permetterebbe ne a me né ad Anna certe performances, devo però dire che condividere certi ricordi è ancora una forma di eccitazione, specialmente quando ci scambiamo le nostre impressioni adesso come allora. Ecco quindi che vorremo raccontarvi come abbiamo vissuto alcuni momenti della nostra vita sessuale e delle trasgressioni che ci hanno permesso di mantenere ed accrescere il nostro rapporto. L’episodio in particolare riguarda di come per la prima volta dividemmo (quasi) il nostro letto coniugale. Avevamo avuto già la nostra prima figlia, ma non avevamo messo in cantiere ancora nulla, anche perché le notti in cui eravamo privati dal sonno dal pianto della piccola ci avevano tolto molte energie ed anche il letto lo vedevamo più come una opportunità per tentare di riposare che per altre cose. Fu così quindi che, grazie all'aiuto dei genitori che si offrirono di tenere con sé la nipotina, riuscimmo a ricavarci un lungo week end tutto per noi. All'epoca Anna aveva una trentina d’anni ed io giusto un paio di più. La meta scelta era un soggiorno in un albergo termale a Ischia, precisamente a Lacco Ameno. L’albergo era costituito da un blocco centrale, dove vi erano i servizi termali per gli ospiti e il ristorante, mentre le stanze erano distribuite all'interno di piccole casette sparse tra limoni ed olivi, tra loro collegate da vialetti di sasso. Ogni casetta aveva un ingresso indipendente e quindi pur stando in albergo avevamo l’indipendenza di stare appartati. Ischia è comunque magica per la luce, i profumi di agrumi, per lo scorrere delle acque termali, per i sapori mediterranei che ti catturano e credo che questo cocktail sia tremendamente afrodisiaco e seducente. Anna, madre da pochi anni, era passata dal fisico acerbo della ragazza che avevo conosciuto al fisico maturo della donna, con le curve al posto giusto ed un seno che dopo l’allattamento, non era più ritornato agli aspetti adolescenziali, quelli della così detta coppa di champagne, ma a quello della donna fatta, prosperosa e giovane…in poche parole da una seconda scarsa era passata ad una terza abbondante. Mia moglie in prendisole slacciato, con il costume che evidenziava lo spazio tra i seni era decisamente un bel vedere per un qualsiasi maschio, a cominciare dal sottoscritto. Evidentemente comunque anche altri avevano occhi per il davanzale di Anna e per le sue forme mature ma ancora giovani, perché non facemmo a meno di notare come il personale di sala e dell’albergo in generale fosse sempre pronto a chiederle se tutto era a posto o se avesse qualche desiderio, ignorando completamente il sottoscritto. La seconda sera mi ricordo che dopo cena andammo in un paese lì vicino, credo a Casamicciola, dove c’era un locale notturno. Ad Anna piace ballare, ma a me un po’ meno, tuttavia , anche per accontentarla ci lanciammo in qualche ballo veloce. Con la scusa di bere qualcosa avevo lasciato mia moglie al tavolo, ma di ritorno notai la sua assenza, per cui la cercai con gli occhi in mezzo alla pista, dove erano iniziati dei balli lenti e per l’appunto la vidi abbracciata un uomo che le teneva le mani sui fianchi. Seduto al tavolo sorseggiando una coca e rum seguivo le evoluzioni della consorte che, avendo evidentemente trovato un ballerino valido che non le pestava i piedi, come quando balla con me, si stava divertendo tra un lento ed un rapido sempre con lo stesso compagno. Anna era particolarmente seducente e l’osservavo mentre tra le braccia dello sconosciuto si abbandonava alla musica. Vestita semplicemente, con una gonna appena sopra al ginocchio mi ricordo ancora che aveva una camicetta rosa antico di seta con dei disegni di fiori molto tenui e che sotto si intravedeva il segno del reggiseno più scuro, mentre sul davanti le si erano sbottonati alcuni bottoni per cui l’uomo che la teneva tra le braccia si poteva godere lo spettacolo delle sue mammelle strette e ravvicinate dalle coppe del reggiseno. Ad un certo punto i due ballerini, probabilmente stanchi, ritornarono al tavolo dove Anna mi presentò il suo temporaneo compagno che risultò e essere uno di quelli che lavoravano nell'albergo in cui alloggiavamo a Lacco. Si chiamava Antonio ed avrà avuto pressappoco 20-22 anni e dopo essersi congratulato con me per l’avvenenza della mia consorte ci salutò, non mancando di dare un bacio, molto caso in verità, sulla guancia a mia moglie. Tornando all'albergo ci concedemmo prima una passeggiata molto romantica lungo la banchina del porto e fu qui che accarezzandola un po’ intimamente mi accorsi della sua eccitazione. Seduti su una panchina di fronte all'oscurità del mare e scarsamente illuminati da un lampione lontano ci coccolavamo come due innamorati, cercando i baci l’uno dell’altro e lasciando le nostre mani ad accarezzare la pelle sotto la stoffa. Complice l’oscurità, la brezza e quella eccitazione che aveva permeato tutta la nostra giornata, a mollo nell'acqua calda delle piscine fino al ballo nel locale notturno ci siamo lasciati un po’ andare, tanto che Anna non ha protestato quando le ho scoperto un seno per baciarlo ed ho iniziato lentamente a masturbarla alzandole la gonna , lasciandole le gambe scoperte. In quell'occasione mi resi anche conto che non eravamo soli, ma che a non molta distanza vi era la sagoma di una persona che, ferma ci stava guardando. Lo sussurrai all’orecchio di Anna, pur continuando ad accarezzarla e lei girandosi appena vide l’ombra. Da come si agitava era chiaro che anche la persona che stavamo intravedendo si stava toccando ed eccitandosi, ma non si avvicinava, rimanendo comunque ferma ad una certa distanza. Anna ed io intento continuavamo nelle nostre effusioni e mi resi conto di come il fatto di essere spiati la stesse in qualche modo eccitando. Con le dita che le sollecitavano il piacere dentro di lei le cominciai a dirle di come la cosa la stesse eccitando e di come la sentivo sciogliersi e bagnarsi. Anna un po’ guardava verso il nostro spettatore ed un po’ si concentrava sul piacere che le stavo procurando. Senza cambiare tono di voce e sempre con le labbra vicino alle sue orecchie le raccontava di quello che stavo vedendo , di come l’uomo paresse masturbarsi e forse di come si stava avvicinando; le dicevo di quanto la sentissi bagnata e quanto p mi piacesse sentirla così “troietta”. Di solito non uso termini così volgari ma mi resi conto come in quella circostanza Anna, persona sempre gentile e controllata e di sani principi, si sentisse eccitata sia dal tono che dalla trasgressione verbale. La sentivo spingere il bacino contro le mie dita, e serrare le cosce sulla mia mano…segno del godimento acuto che la frizione e la strana situazione le procuravano. Quando l’orgasmo raggiunse Anna evidentemente anche l’ombra che ci spiava stava avendo il suo godimento, perché notai di come si ricomponesse per poi allontanarsi. Un po’ smarriti tornammo all'appartamento dove finimmo per fare l’amore con molta passione, come ai tempi del fidanzamento, direi , quando sentivamo forte l’urgenza l’uno dell’altro. AL mattino successivo, a molto nella Jacuzzi dell’albergo, parlammo delle serata trascorsa e di come il fatto di essere spiata l’avesse ulteriormente eccitata. Chi fosse quella figura non lo sapevamo e provai a immaginare potesse essere un ospite dell’albergo o uno che lavorava qui. Quando veniva uno dentro la Jacuzzi lo scrutavamo per bene e caso mai guardavo Anna interrogativamente, come per chiederle cosa ne pensasse lei, ma poi quando questi, quasi senza salutare, se ne usciva lasciandosi soli nella vasca scuotevamo la testa ridendo come a dire che non poteva certo essere lui. Ad un certo punto venne un signore di una cinquantina d’anni, dotato di una discreta pancia. Seduto con l’acqua fino al collo, cullato dalle bollicine dell’idromassaggio prese a fare conservazione, non risparmiando complimenti ad Anna. La guardai interrogativamente, ma lei mi fece una faccia un po’ schifata come a dirmi che non gli sembrava il tipo. L’uomo indossava degli slippini rossi molto aderenti, di quelli che andavano di moda molti anni fa e che mettono molto in risalto il sesso. Feci segno a mia moglie con il capo perché anche lei guardasse bene. Lessi nel labiale di Anna che mi stava dando del porco. In una pausa dai bagni, al sole sul lettino, Anna prendeva il sole mentre uno dei ragazzi addetto alla piscina le portava una spremuta d’arancia. Lo sentii dire ad Anna che stava facendo segno che non aveva ordinato nulla che invece era per lei e per la bella serata. Guardai meglio e riconobbi nel ragazzo in divisa dell’albergo il ballerino che alla sera aveva danzato con Anna. Guardai Anna sempre con la stessa muta domanda nei miei occhi al che lei, guardando il ragazzo allontanarsi mi fece un gran sorriso e le lessi un “magari” sulle labbra. Bevuto un sorso della spremuta Anna ritornò nella piscina dove la seguii, mettendomi alle sue spalle per farle sentire la mia erezione e chiederle del perché “magari”. Che il pensiero la stuzzicasse l’avevo capito dal trasparire dei capezzoli sotto la stoffa del costume. Mi ripromisi si scrutare le mosse del ragazzo per vedere se in effetti fosse una fantasia che mi ero fatto io e mia moglie oppure se effettivamente fosse stato lui il testimone delle nostre effusioni notturne. Devo dire che non feci molta fatica a capirlo, quando, ritornando a prendere il bicchiere vuoto Anno lo ringraziò della gentilezza e lo sentii rispendere che non era nulla rispetto al piacere che aveva ricavato lui dalla serata e …. soprattutto dal dopo; e nel l’aggiungere quel “dopo”si era lasciato andare in un sorriso complice anche verso di me, che ero appena risalito dalla piscina. A pranzo stuzzicai ancora Anna dicendole appunto di come fosse un bel ragazzo e che secondo me era uno abituato a “farsi” le ospiti dell’albergo. Mia moglie guardandomi prese a sfottermi come per dire che lei era una persona seria e che queste erano fantasie di un marito porco come lo ero io. Le ricordai di come si era eccitata nel sapere di essere spiata mentre la masturbavo la notte prima e che lo sapeva che non ero affatto geloso, perché anzi non mi sarebbe dispiaciuta una cosa a tre. Incassai l’ennesimo “porco”, anche se notai affatto convinto. Il pomeriggio trascorse tranquillo dopo un breve riposino post prandiale scendemmo di nuovo alle piscine fino all’ora di cena. Saranno state le 18,30 quando, ormai con i polpastrelli delle dita raggrinziti per le ore trascorse in acqua dissi ad Anna che risalivo in camera per prepararmi per la cena dopo aver fatto una doccia e quindi di raggiungermi dopo poco, anche perché alle 19.00 la piscina chiudeva. Alle 19 e un quarto io ero ormai pronto dopo una bella doccia rilassante, ma di Anna nessuna traccia, per cui ,vestito di tutto punto ,mi decisi a scendere in piscina alla ricerca della consorte. In acqua non c’era più nessuno ed anzi avevano messo a mollo n aggeggio per pulire la piscina, ima specie di robot aspirante che si muoveva sul fondo attaccato ad un tubo e gli ombrelloni erano stati tutti chiusi e il personale aveva già sgombrato i tavoli dai resti dei bicchieri posacenere. Di anna nessuna traccia per cui feci un giro attorno ai bordi ormai illuminati della piscina per avvicinarmi alla zona degli spogliatoi, per vedere, appunto se mia moglie fosse lì. A questo punto mi accorsi che doveva esserci qualcuno nel retro dei bagni, vicino alla zona delle docce. Fu lì che vidi Anna, ancora in costume, inginocchiata davanti al ragazzo della piscina che si teneva con la schiena appoggiato al muro. Guardai meglio e in effetti vidi che aveva i calzoni in parte abbassati e teneva le mai aperte sulla testa di Anna che, sebbene non lo vedessi con chiarezza, credo fosse proprio intenta a soddisfarlo oralmente. Guardandola non visto ebbi ovviamente un moto di sorpresa. Pochi secondi e poi vidi Anna rialzarsi, dare un bacio al ragazzo e girarsi verso di me, probabilmente per risalire in stanza. Mi allontanai in fretta e la precedetti in camera, dove dopo pochi secondi la sentii bussare. Feci finta di nulla con Anna dicendo che era tardissimo si diresse subito in bagno con me dietro. Girandosi vero di me come per chiudere la porta la guardai e non feci a meno di notare come un rivolo lattescente le bagnasse una coppa del costume. Misi un piede tra gli stipiti con lei che mi guadava interrogativa al che la baciai sulle labbra. Percepii il sapore del maschio e lasciandola le sorrisi dicendole che era proprio mia “troietta”preferita! Un attimo di silenzio tra di noi, con Anna che mi fissava per capire e poi entrambi sbottammo in una risata. Inutile dire che saltammo la cena in albergo perché poi facemmo l’amore così come ci trovavamo: lei ancora in costume e con l’odore (e non solo) del ragazzo ed io tutto vestito! Mi dimentico di aggiungere che era l’ultima sera prima di ripartire per casa. Alla mattina facemmo una abbondante colazione ma non vedemmo traccia del ragazzo della piscina (probabilmente non era di turno). All'atto di saldare l’albergo il portiere mi morse un bigliettino. Chiesi di chi fosse, perché non c’era scritto nulla sulla busta e mi risposero che era di un altro ospite che però era andato in escursione Capri. Dalla descrizione doveva essere quell'uomo che avevamo notato con gli slippini rossi mentre eravamo a mollo della Jacuzzi. Sul bigliettino c’era scritto testuale “grazie per lo spettacolo di due notti fa! Tua moglie è una grande fica!”. Quel biglietto lo conservo ancora.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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