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Sesso di gruppo a casa di Martina


di angietrav
08.08.2024    |    4.335    |    15 9.9
"Nemmeno ricordo i loro visi, solo ho occhi per quelle gambe aperte e quel che c'è nel mezzo: sono frastornata dalla voglia che ho, era tanto, troppo che..."
A casa di Martina, la prima volta libera di essere Angie

Ero alle prime esperienze di una Angie ancora incompiuta, non libera, che doveva fare tutto di nascosto: un pompino qui uno là, una scopata veloce, e sempre in luoghi da amanti clandestini. Soffrivo per la mia femminilità incompleta: pochi abiti, poche scarpe, make-up migliorabile. Però cominciavo a fami conoscere e quindi accettai emozionata l’invito di una esperta “sorellina” della mia città per partecipare ad una festicciola nel suo appartamento in centro. Viveva sola, l’appartamento era bello e spazioso. Finalmente avrei potuto dedicarmi alla trasformazione in Angie con calma e libertà. L’appuntamento era per le 20 di una bella serata tiepida di fine maggio. L’amica aveva invitato, e sperava venissero, quattro maschi, che io ancora non conoscevo.
Arrivai puntuale alle 8, Martina (la sorellina trav) era già pronta, non bellissima ma abbronzata, alta, depilata, con la pelle liscia e gambe infinite: faceva un figurone anche se era truccata il minimo indispensabile. Vestita poco: una maglietta fucsia, reggicalze e calze velate nere, zeppe estive di sughero, sotto nuda, capelli lunghi castano chiaro. Andai subito in bagno e ne uscii come Angie: pulita dentro, cremosa e lubrificata, truccata un po’ forte –soprattutto gli occhi con molto ombretto nero- per come sapevo fare all’epoca, rossetto rosa, parrucca con capelli corti e neri. Indossavo un corsetto, perizoma e minigonna neri, autoreggenti velate nere e décolleté tacco 8, nere anch’esse. Non ero particolarmente contenta della mia femminilità, però ero giovane e vogliosa, con un bel fisico tornito il giusto, un bel culo e tanta voglia di essere femmina.
Nell’attesa, con la Martina, abbiamo bevuto vino bianco fresco e fumato. Lei smaliziata, io ancora inesperta ed emozionata. Da subito si è mostrata dominante nei miei confronti; io, docile, mi sono affidata a lei, ho cominciato a carezzarle le gambe e, vogliosa, son salita su, lei ha capito, ha aperto e ha lasciato che succhiassi il suo bel cazzo ma non ha voluto venire, poi mi ha chiesto di leccarle la figa-anale: decisa lei, servizievole io e passiva, non mi sono lasciata toccare il “clitoride”.
Un bell’inizio non c’è che dire. Verso le 9 p.m. sono arrivati gli uomini, tutti e quattro come previsto, e tutti e quattro belli, educati, eleganti e puliti. L’amica già li conosceva e, dopo i bacetti in bocca di rito, mi ha presentata e si è appartata in camera sua con due di loro. Io sono rimasta in salotto con gli altri due che, rilassati e allegri, si sono spogliati nudi: belli, villosi e già abbronzati. Tremavo per l’emozione, ho bevuto un paio di bicchieri di vino per lasciarmi andare, facendomi toccare, palpeggiare, in piedi in mezzo a loro. Presto i loro bei membri duri han cominciato a strusciarsi sul mio culo, finché senza dir niente e, con fare deciso, uno mi ha fatto inginocchiare facendomi assaggiare i cazzi di tutti e due a turno: non aspettavo altro, era tanto che sognavo una situazione simile e me la sono goduta, leccando e succhiando i coglioni ed i bei cazzoni secondo i desideri dei due maschi. Poi uno di loro mi ha preso per la nuca tirandomi giù e, sdraiandosi sul divano, me lo ha messo in bocca con forza e tutto dentro: “succhia bella, succhia, che c’hai una voglia te!”; l’altro, dietro, mi è entrato dentro, anche lui deciso, scopandomi duro senza soste per un cinque minuti, finché non è venuto “e vai, troia!” ha gridato sculacciandomi. L’altro continuava a darmi il ritmo con la mano dietro la testa senza mai farmelo uscire di bocca: “succhia dai, succhia” sussurrava eccitato, “succhia che ora te lo bevi tutto, così ti si incigna!”. Eccolo! Sento il caldo dello sperma che inonda la bocca mentre lui mi costringe a tenerlo tutto dentro fino alla gola. A mala pena riesco a deglutire. Finalmente mi lascia e si rilassa. “E brava, c'aveva detto la Martina che sei nuova e voleva che ti scopassimo per bene per levarti i bollori”, “oh, sì, grazie cari, è stato bellissimo”. Fremente vado in bagno a rassettarmi.
Dopo un po’ torna Martina con gli altri due beati e soddisfatti dietro. La padrona di casa parla molto con i suoi amici, io non li conosco, sto zitta, sorrido timidamente ed ascolto. Beviamo e fumiamo rilassati, Martina dice “dovete far divertire Angie, carina no? è verginella ed ha bisogno di un bel trattamento”. Tremo per l’emozione. Martina mi fa sedere su una poltroncina accanto a lei. Io son restata col solo corsetto, le autoreggenti e le décolleté, senza perizoma: qui sono tutti più nudi di me. I maschi ci son seduti davanti sulle sedie in semicerchio: assolutamente etero ed attivi, non si toccano tra loro. Sono tutti e quattro nudi con i bei membri rilassati che ciondolano tra le gambe. Nemmeno ricordo i loro visi, solo ho occhi per quelle gambe aperte e quel che c'è nel mezzo: sono frastornata dalla voglia che ho, era tanto, troppo che aspettavo un momento così. Bevo abbondante vino e, sempre eccitata, carezzo le cosce di Martina. Gli altri parlano solo con lei, apparentemente non mi prendono in considerazione. L’amica, chiacchierando e senza guardarmi, mi prende per la nuca mi dà una bella slinguata in bocca e poi mi tira giù facendoselo succhiare. Però mi fa smettere quasi subito: “vieni Angie, in piedi e poggia le mani sulla poltrona”, mi gira e me lo mette dentro, chiama un maschio che a sua volta la incula. Il trenino, mai fatto prima: godo come mai. Gli altri maschi a turno mi mettono i cazzi in bocca. Che emozione: confusa, li lascio fare.
Poi Martina dice a due dei suoi amici: “prendetevi Angie, portatevela in camera e divertitevi. Sfondatela per bene”.
I due, gentili, disinibiti, ma decisi, sanno quel che fare con me. Nudi si sdraiano sul lettone, “vieni bella, vieni qui con noi” e cominciano a palparmi e sculacciarmi uno, mentre l’altro me lo mette in bocca. Quello dietro prova la dilatazione della mia figa-anale mettendoci 3 o 4 dita: loro credono che sono vergine o quasi, ma in realtà io è da anni che, in solitario, godo delle dilatazioni con vari oggetti (melanzane, cetrioli, bottiglie di coca-cola, bottiglie bordolesi) cioè, sono bella sfondata. “Lubrificati per bene cara, che ora ci divertiamo”, intanto si sdraiano uno di fronte all’altro a toccarsi i culi. I due bei cazzi già duri sono uno davanti all’altro: “vieni montaci a cavallo e mettiteli tutti e due insieme dentro, prendili tutti e due con la mano e vai”. Ci provo ma non entrano assieme, tremo per l’eccitazione, allora metto dentro uno e poi cerco di far entrare l’altro, ma niente, non mi riesce. “Ho capito”, dice il maschio che comanda i giochi, “si vede che è la prima volta”, “sì è vero è la prima volta che prendo due cazzi assieme e sono emozionata, scusatemi”. “Vieni, siediti su di me e mettitelo dentro”, il bel cazzo entra tutto fino in fondo, godo a cavalcarlo; “fermati e chinati un po’ verso me”, poggio le mani sulle spalle del maschio sdraiato sotto di me, mi piego in avanti e mi accorgo che l’altro dietro sta entrando sopra il membro che ho già dentro, entra deciso, senza tanti preamboli. Sento una fitta di dolore, faccio per ritrarmi ma quello sdraiato mi tiene per le spalle e l’altro dietro per i fianchi “stai bona e godi, maiala”, tremo per il dolore, per l’eccitazione ed ho paura che mi si rompa la figa-anale. Ma no, è bella lubrificata e ...sfondata. I maschi eccitati si muovono dandomi colpi uno da sotto e l’altro da sopra: “guarda lì come ce l’hai aperta te!”, “oh sì cari, è bellissimo non l’avevo mai fatto prima!” e loro, ancor più eccitati, continuano sempre più duri e veloci finché non godono di me riempiendomi di sperma. Mi sculacciano e “vai, ti s’è aperta ben bene”; “sì grazie è stato bellissimo”. “Vieni, puliscici”, felicissima e con la figa aperta e gocciolante, mi dedico a succhiare le ultime gocce di sperma che escono dai cazzi ed a pulirli dallo sperma e dagli umori della mia figa-anale, intanto carezzo il pube, le cosce ed i petti villosi dei due amanti. Ancora tremo per l’emozione, vado in bagno mentre i due tornano in salotto dove Martina fa le fusa carezzando gli altri due.
In bagno, mi lavo dentro, mi ricompongo, rivedendo il mio maldestro maquillage, indosso il perizoma e la minigonna, sistemo la parrucca. Torno in sala e Martina chiede “allora è stata brava Angie?”, “sì è stata brava, adesso è bella aperta e ci si può divertire, vero Angie?”, “certo, quando volete, sarà un piacere accontentarvi”: cerco di mostrami rilassata, ma in realtà sono ancora eccitata, tremante e confusa e non riesco a guardare negli occhi i quattro amici, solo guardo Martina cercando approvazione e protezione.
Si è fatto tardi, i maschi si vestono e se ne vanno. Restiamo sole, io e Martina. Chiedo, “come sono andata? Sei rimasta contenta di me?”, “certo cara, tutto bene, sei giovane, hai un bel culo e fai dei bei pompini”; “grazie, sei molto gentile, spero allora che mi inviterai di nuovo”, “volentieri, ma io viaggio spesso per lavoro, vedremo”. In effetti Martina non l’ho più rivista, per un po’ siamo rimaste in contatto ed ho scoperto che è molto, ma molto più “zoccola” di me: dove va, si fa scopare anche all’aperto e da chiunque. Io non sono così, non vado con sconosciuti ovunque. Comunque fu una bella esperienza e la prima volta per me di poter fare sesso in libertà in un periodo in cui la mia voglia era tanta ma non ero libera, e mi arrangiavo come potevo con scappatelle veloci. La Angie che avevo dentro scalpitava ma era ancora incompiuta. Ho portato pazienza e, alla fine, ha vinto lei: Angie si è manifestata nella sua bellezza e si è appropriata della mia psiche.
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