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Quella volta che mi innamorai
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09.02.2025 |
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"Felice ripongo gli acquisti e mi preparo eccitata..."
Avevo quasi 60 anni ben portati, vivevo sola ed Angie era libera di manifestarsi. Non mi sentivo più bisex ma femmina, e mi piacevano solo i maschi. Vivendo sola, il mio appartamentino è ben presto diventato la alcova di Angie dove ricevevo molti amanti. Alcuni li ho visti una volta sola e me li sono scordati, altri venivano spesso e siamo diventati amici, o per lo meno “confidenti”, giacché loro mi raccontavano delle loro vite e chiedevano della mia, cioè di Angie. Ma ce n’è stato uno che è diventato più di un “cliente”, più di un confidente, ed è stata una storia che è andata avanti per un paio di mesi, poco, ma già molto per Angie. Philippe si chiamava, un impiegato sui 50 anni. Bell’uomo, non molto alto, un bel fisico, giocava a calcio. Dopo un inizio incerto, nel quale mi confessò che era la sua prima volta con una trav, gli è piaciuto, gli son piaciuta ed è tornato sempre più spesso. C’era una mia curiosità difficile da reprimere: Philippe era sposato o aveva una compagna, una fidanzata? Mi intrigava il fatto di essere in “competizione“ con una femmina. Mi disse che sì c’era qualcuna ma, dopo un matrimonio finito male, non era soddisfatto, non vivevano assieme e si frequentavano sempre meno. Mi emozionai, se me lo diceva era forse che cercava qualcos’altro? aveva un interesse sentimentale verso di me?
Philippe mi piaceva, e mi piaceva passare tempo assieme a lui. Ci eravamo contattati sul sito di incontri ed accordati per vederci un martedì sera. E così fu la sua prima volta con una trav. Per l’occasione mi ero preparata con cura: un trucco sobrio ed elegante, indossavo un mini vestito attillato di pizzo nero, perizoma nero ed autoreggenti velate nere; décolleté nere tacco 10; parrucca castano chiaro a caschetto. Profumatissima. Insomma, femmina elegante ed eccitante. Arrivò puntuale alle 9 p.m, ben vestito e gentile. Feci gli onori di casa, gli offrii qualcosa da bere e fumai emozionata qualche sigaretta, lui non fumava. Ci presentammo senza però approfondire. Quindi chiesi se voleva spogliarsi, disse di sì e lo feci sdraiare sul lettone: maschio, muscoloso, peloso il giusto.
Con gli uomini alla prima esperienza cerco di non imporre niente, ma delicatamente li faccio eccitare attenta a non andare troppo oltre, semmai sono loro a chiedere. Quindi cominciai, inginocchiata di fianco a Philippe, a slinguarlo delicatamente dappertutto, piano piano, scesi giù, attenta al respiro sempre più eccitato del mio uomo, che intanto mi carezzava il culo e cercava davanti ma, dolcemente, l’ho fermato. Non mi piace che i maschi mi tocchino il pisellino –salvo rare eccezioni-, negli anni di non uso si è rimpicciolito fino a diventare, per me, un clitoride. Mi piace masturbarmi in solitudine la sera, ripensando agli uomini che ho fatto godere durante la giornata. Leccando con la punta della lingua e alitando lievemente son passata dall’inguine, ai testicoli ed allo scroto, slinguando con più forza ed infine ho fatto entrare il cazzo già duro tutto in bocca, “ah, ossì!” ha sussurrato Philippe. Non ha un gran cazzo Philippe, nella norma direi, lungo sui 12 cm per 4 di diametro, però gli funziona bene. L’ho spompinato dolcemente, senza mai farlo uscire e senza mai perdere il contatto con le labbra: la mia bocca doveva essere come una vagina per lui. Percependo l’eccitazione crescente gli ho sussurrato: “tesoro, vuoi mettermelo dentro o venirmi in bocca”, e lui: “continua”. Quindi ho gustato il suo cazzo finché non mi ha inondata col suo buon seme. Ho continuato a tenerlo in bocca assaggiando le ultime gocce di sperma finché non si è afflosciato. Poi l’ho asciugato e, “caro, vado in bagno”, l’ho lasciato rilassato sul letto con un sorriso beato sulle labbra. In bagno ho controllato il trucco, una spazzolata ai capelli; non mi ero spogliata, quindi ho solo controllato che tutto fosse in ordine e son tornata da lui: “se vuoi vai pure in bagno, intanto preparo qualcosa da bere, ti aspetto in salotto”. Poco dopo, vestito, si è seduto accanto a me sul divano sorseggiando del succo di frutta. Curiosa chiedo “spero ti sia piaciuto, e che ci rivedremo presto”; “certo Angie, mi è piaciuto moltissimo. Grazie, senz’altro ci rivedremo”. Contenta, lo accompagno alla porta “ciao tesoro, a presto allora” sussurro, mi dà un bacetto sulle labbra, non glielo avevo chiesto, che emozione.
Pensavo fosse come altri che promettono e non mantengono: chissà se gli era piaciuto davvero e sarebbe tornato, ma non fu così. Già dopo un’ora che se n’era andato mi arrivò un suo messaggio: “grazie, è stato bellissimo, spero di rivederti presto”; e più tardi: “buona notte Angie, fai sogni d’oro”,” grazie, sei molto gentile” rispondo confusa. Ma dove vorrà arrivare questo, si sta prendendo gioco di me? Non ero abituata a simili carinerie. E la mattina seguente, alle 7, un altro messaggio: “buongiorno tesoro, ti ho pensata stanotte, passa una bella giornata”; “grazie, anche te”. Sorpresa e felice sono andata in ufficio. Philippe ha così preso l’abitudine di messaggiarmi spesso durante la giornata in attesa del nostro prossimo incontro. “Angie, tesoro, sei in ufficio? Che fai, come stai, come sei vestita? Ti ricordi di me ogni tanto?”. Non so che pensare, sono confusa e mi distraggo prendendo appuntamenti con altri maschi per la sera. Con Philippe ci rivedremo venerdì sera. “Mi raccomando non tradirmi, comincio ad essere geloso”, “esagerato” rispondo, “ci siamo appena conosciuti, però stai tranquillo che ci vediamo venerdì e faremo l’amore come più piace a te”, “oh sì Angie, grazie, non vedo l’ora”. Non mi era mai successo di incontrare un maschio così affettuoso, forse troppo; ed ho paura di perdere la libertà di accontentare gli altri, ho paura che se rifiuto le loro richieste si scordino di me.
Così il venerdì alle 21 arrivò Philippe con un mazzo di fiori ed anche una borsa. Lusingata per il dettaglio dei fiori, ringraziai con un bacetto in bocca, “grazie, sei molto gentile, spero di farti star bene e che godrai di me come non mai”. “Sei stato a giocare a calcio?” chiedo indicando la borsa; “no tesoro, stasera resterò con te e per tutto il fine settimana”. Sono interdetta, ci tengo alla mia riservatezza e libertà ed ho sempre rifiutato maschi che volevano restare a dormire con me, ma con Philippe mi sa che farò un’eccezione, è così gentile, dolce e mi sembra affidabile. Fingendomi entusiasta dico: “Ah, che bello, sai sarà la prima volta che dormirò con un maschio a casa mia”. Eccitato Philippe si è già spogliato nudo, ci beviamo del vino spumante e mi fumo una sigaretta. Al contrario di Philippe io resto vestita: vestito rosso ampio, autoreggenti rosse a rete, perizoma di pizzo rosso e piattaforme tacco 12 rosse anch’esse. Parrucca bionda a caschetto. Truccata meglio che ho potuto, pulita dentro e vellutata, burrosa di crema fuori, unghie di mani e piedi smaltate rosso corallo come il rossetto. “Ti piaccio Philippe?”, “certo cara, sei eccitantissima”. In effetti ce l’ha già duro e così non indugio, “vieni sul letto tesoro, vieni”. Philippe oggi è più sciolto che la prima volta, così io mi sento più libera e prendo l’iniziativa. Gli lecco il culo e lui gode da matti, dice che non gliel’avevano mai fatto; poi lo succhio ed infine, col preservativo, mi faccio penetrare montandogli a cavallo, “se mi porti il certificato, poi lo faremo senza preservativo, ché è molto meglio” sussurro. Lo cavalco godendo al vedere l’espressione del mio maschio che sta per avere un orgasmo e, inarcando la schiena e dandomi un ultimo colpo, viene gemendo. Veloce esco, gli tolgo il preservativo ed assaporo il seme, vuotandolo ben bene. Mi sdraio accanto a lui, “ti è piaciuto tesoro?”, “oh sì Angie, bellissimo. Sei brava te”, “grazie amore”. Non so perché ma mi è venuto spontaneo chiamarlo “amore”, non mi succede quasi mai. Si vede che c’è empatia. “Vuoi mangiare e bere qualcosa, Philippe?”, “sì grazie”. “Bene aspettami in sala, mi cambio e vengo subito”. Sola in camera, mi spoglio e resto nuda col perizoma rosso e le zeppe rosse di sughero tacco 10 cm che uso in casa, sopra indosso una vestaglia nera trasparente. Controllo il trucco e la parrucca, una spruzzata di profumo, e vado dal mio uomo. È seduto sul divano, mi siedo accanto a lui e subito mi abbraccia baciandomi focoso. “Bene caro, vado a prendere qualcosa”. Torno con spumante, salatini, formaggio e pomodorini. Mangiamo affettuosi, mi sento proprio femmina con Philippe che, sempre più disinibito, mi carezza, palpeggia e mostra la voglia che ha di me. Mangiamo, parliamo, e continuiamo a baciarci. Lui è rimasto nudo ed ha già il cazzo duro. E’ novembre inoltrato, fuori fa freddo ma nell’appartamento è caldo, anche troppo: perfetto per stare nudi a far l’amore. “Vuoi che facciamo l’amore di nuovo?”, gli sussurro slinguandolo in un orecchio. Mi guarda, mi bacia forte e “certo tesoro, mi fai impazzire te”, “aspettami sul letto, vado un attimo in bagno”, dico.
È un po’ che ci penso, da quando mi ha detto che resterà a dormire. Io di solito faccio colazione la mattina e non mangio più fino a sera, quando non aspetto più nessuno: così sono sicura di essere sempre pulita dentro. Ma adesso come faccio? Abbiamo appena mangiato e se lui poi vuole scoparmi? Mi lavo accuratamente dentro, sperando di non avere sorprese, semmai cercherò di non farmi penetrare, ma sarà difficile, perché anch’io ho voglia. Non mi era mai successa una situazione simile, così tanto trasporto ed emozione verso un uomo.
Torno in camera, lascio cadere la vestaglia, le zeppe e mi getto tra le braccia di Philippe. Mi stringe forte, ci baciamo e poi mi spinge in giù: che bello, penso io, che prende l’iniziativa! Lo succhio avida gustandomi le sue emozioni ed esclamazioni: “sì Angie tesoro, così, succhi benissimo te, sì!”, poi deciso si alza, mi fa mettere a pecorina e, scordandosi del preservativo, lo sbatte dentro con forza e mi scopa duro, viene quasi subito gemendo forte. Lo pulisco succhiandogli il cazzo che mi si ammoscia in bocca e poi ci avvinghiamo abbracciati sul letto. Lo lascio calmare e “caro, vado in bagno a prepararmi per la notte, mi ci vorrà un po’, forse è meglio che vai prima te”. Lui fa presto e torna dopo poco docciato e profumato. Vado io. Mi faccio ancora un accurato lavaggio interno. Tolgo il trucco, passo il rasoio elettrico per far liscia la pelle, poi acqua tonica, metto sul viso la crema rilassante e profumata per la notte, e quella idratante sul corpo. Mi lavo i denti. Un po’ di rimmel sulle ciglia. Decido che resterò senza parrucca, i miei capelli sono grigi ma tagliati cortissimi, un taglio unisex, mi sento femminile lo stesso. Labiale trasparente e spruzzata di profumo. Indosso un pigiamino di raso beige con rose rosa e foglie verdi: pantaloncino ampio e top.
Philippe mi aspetta nudo sul letto. “Bellissima Angie!”, “grazie tesoro, anche te sei bellissimo”. “Buona notte”, ci baciamo e spengo la luce. La stanza resta in penombra, c’è solo una lucina accesa in cucina e, dalle tende aperte della sala, entrano le luci della città. Restiamo in silenzio, mi rilasso e carezzo il corpo del mio uomo un’ultima vola: la mia mano passa sul petto villoso, scende sull’addome muscoloso e si ferma sul cazzo rilassato, tasto i coglioni, il membro. Philippe si sta eccitando di nuovo, sento il suo respiro che accelera. Mi ritraggo per non fargli venir voglia. Voglio dormire.
Ma quella prima notte successe qualcosa che mai più ho scordato: un’estasi, un sogno. Non so che ora fosse, ma stavo dormendo e sento le mani di Philippe che mi spogliano nuda, poi mi si getta sopra col peso del suo corpo. Nel dormiveglia non riesco a dire niente è come essere in un sogno, solo ansimo, gemo: “oh, amore mio, oh”. Mi bacia violento. Nel buio istintivamente stò ad occhi chiusi e percepisco ancor più le forti sensazioni. Il suo corpo massiccio pesa sopra il mio, le gambe muscolose abbracciano le mie e sento il cazzo durissimo che si insinua cercando la figa. Adesso scende continuando a baciarmi, mi prende forte il clitoride dormiente e, come cedendo ad una tentazione a lungo repressa, lo prende in bocca, ma io lo imploro, sussurro:”no, non voglio, per favore, no”. Meno male che capisce e mi lascia in pace. Allora Philippe, in preda all’emozione, mi prende con forza per le cosce, se le mette sulle spalle, mi alza il culo e lecca con avidità la figa-anale poi, ansimante, me lo mette dentro e mi scopa duro e veloce, in silenzio, e con ancor più veemenza che la sera prima. Finalmente viene, cacciando un urlo liberatorio. Poi torna su, sopra di me, e mi bacia ancora: “amore mio, amore mio!”, sorpresa resto in silenzio e gli carezzo la nuca: “oh, tesoro, sono tua, sono tua”. Si sdraia spossato accanto a me, subito lo succhio pulendogli il membro. Poi vado in bagno: ancora un lavaggio interno, gel lubrificate profumato sulla figa-anale, rimetto il mio pigiamino.
Mattina del sabato, il letto è vuoto accanto a me, sono le otto e Philippe se ne sta andando: “tesoro, te ne vai? Tornerai?”. A causa di esperienze passate sono disillusa con i maschi, penso che si è già stancato di me e se ne va di nascosto. Però mi rincuora con un bacetto in fronte: “buongiorno, vado a giocare a calcio ma prima devo passare da casa e poi ho da fare, torno il pomeriggio; ti chiamerò più tardi, non ti preoccupare e riposa adesso”, “ciao amore mio, ti aspetterò”. Quest’uomo mi dà fiducia, la tentazione è sempre più forte in me di cedere alla sua passione e concedermi con tutta me stessa. Dovrei rinunciare alla libertà di godere dei maschi e farli godere: ci riuscirò? e semmai per quanto?
Mi alzo che sono le 9 passate, colazione abbondante. Lavaggio interno, doccia, rasatura, acqua tonica e poi crema sul viso. Quindi cura del corpo: depilazione, crema dappertutto, ripasso lo smalto delle unghie di piedi e mani (rosso corallo, come sempre). Non mi trucco, solo rimmel sulle ciglia. Indosso un corpetto nero: arriva fino alla vita e sopra ha le coppe per i seni; sotto uno slip contenitivo di pizzo nero che fa sparire il clitoride. Gambaletti trasparenti, tuta di cotone pesante color crema (pantaloni e giacca con cappuccio), scarpe da tennis bianche. E’ mezzogiorno passato e devo andare al supermercato, camminare 800 metri circa, siamo a metà novembre e fuori fa freddo, quindi berretto di lana cachemire celeste e guanti di lana celeste anch’essi, occhiali da sole e soprabito tipo piumino bianco ghiaccio lungo fin sotto le ginocchia. Al supermercato faccio la spesa per due, cerco di far presto ma, passando dal reparto orto-frutta non posso fare a meno di scegliere qualche bella melanzana per i miei giochi in solitudine ed al reparto cosmetici prendo una scatola di preservativi profumati (ne ho una collezione di tutti i tipi, colori e misure) ed una crema per la notte. Torno a casa che sono le 13. C’è un messaggio sul telefono, sarà Philippe? Però no, non si è più fatto vivo, proprio lui che gli altri giorni mi tempestava di messaggi amorosi. Mi assalgono i dubbi, ma non vale la pena di intristirmi perché il messaggio dice: “posso passare alle 14?”. È l’amico bello ed elegante sui 40 che viene spesso il sabato nel primo pomeriggio. Non posso dirgli di no, è disinibito, allegro, gentile ed ha un bellissimo cazzo, quindi rispondo: “con piacere tesoro, però alle 2 e mezzo per favore, ok?, “va bene alle 2 e 30 sarò da te”. Felice ripongo gli acquisti e mi preparo eccitata. Mi scordo di Philippe e decido di vestirmi sexy, ... da puttana. Mi trucco con cura, risaltando gli occhi con abbondante ombretto nero sfumato sul celeste ai lati, labbra carnose di rossetto rosso corallo. Tengo il corsetto, tolgo lo slip ed indosso un perizoma nero, autoreggenti nere trasparenti a balza alta e ricamata; sandali neri a piattaforma tacco 12. Sopra una vestaglia trasparente rossa con adorni. Mi piaccio.
Puntuale alle 2,30 arriva l’amico. “Ciao caro, come stai?”, “bene grazie, vieni che ho poco tempo” (lo dice tutte le volte). Faccio strada in camera. Lascio cadere la vestaglia e mi siedo sul bordo del letto. Lui mi si piazza davanti in piedi, è di poche parole e ordina: “prendi il popper”, si eccita a vedere l’effetto che fa quando inalo: quello di una ninfomane affamata. Gli slaccio i pantaloni e tiro fuori il bel cazzo già duro: un ultimo sguardo dal basso al maschio in alto e poi me lo faccio entrare tutto in bocca. Pompo con calma e ritmo deciso, poi chiedo “ti metto il preservativo?”, annuisce. Il preservativo c’è l’ho già a portata di mano accanto a me, lo metto in bocca e lo srotolo sul cazzo che lui nemmeno se ne accorge. Veloce mi metto a pecorina sul letto. Il maschio, deciso, mi entra dentro fino in fondo facendomi gridare di gioia, inalo ancora popper mentre lui mi sbatte con forza finché viene. Esce, mi giro, gli tolgo il preservativo ed assaporo lo sperma pulendo il membro che si va rilassando. L’amico si riveste e se ne va: “ciao Angie, grazie, è sempre un piacere, alla prossima”, “ciao caro, grazie a te”. Vado in bagno e mi rassetto. Sono le 3 p.m. passate e nessun messaggio da Philippe, i dubbi mi assalgono di nuovo, resto in ansiosa attesa. Se mi arriva un’altra richiesta di appuntamento che farò? Ed infatti arriva il messaggio del vicino di casa: “posso venire?”. Anche a lui non posso dire di no, è un bel ragazzone sui 30 anni, robusto, si diverte molto con me, è timido e con lui comando io. Ci conoscemmo una volta che mi vide sul terrazzo mentre un amico mi stava scopando (racconto “Il Terrazzo …”) e da allora viene spesso. Non posso dirgli di no anche perché ha un bellissimo cazzone di 6 cm di diametro per 15. Quindi con piacere rispondo “certo caro, alle 4 meno un quarto”. Philippe non si è fatto ancora vivo, peggio per lui.
Puntuale arriva il vicino, è in tuta da ginnastica ed in un attimo è già nudo a pecorina sul letto: adora che io gli lecchi il culo. E’ uno spettacolo vedere il suo culone grande e depilato e le gambe robuste con in mezzo il bel cazzone ed i coglioni che pendono rilassati. E’ un piacere accontentare questo ragazzone perché esterna i suoi sentimenti gemendo e gridando di piacere. Quindi lo slinguo con gusto: l’ano, lo scroto, i coglioni e poi gli chiedo di mettersi in piedi, mentre io mi siedo sul bordo del letto. Ho il cazzone ritto e duro davanti a me, palpando i glutei muscolosi e duri appoggio il cazzo alla bocca e lo spingo facendolo entrare tutto finché le mie labbra non toccano l’inguine del maschio che urla di piacere. Con questo cazzone in bocca, chissà perché, penso a Philippe che è sparito, mi ha lasciata sola e questo è il risultato, peggio per lui e meglio per me. Dopo poco che pompo chiedo all’amico di scoparmi, mi giro e mi metto a pecorina sul letto, so già che lui, eccitato com’è, mi entrerà tutto dentro senza indugiare. E così è, ed io non posso fare a meno che gemere per i ripetuti orgasmi anali che mi provoca, sentirsi riempita così è una sensazione unica. Il maschio dietro, in preda alla passione, mi stantuffa forte, le sue grosse mani mi stringono la vita e danno il ritmo e, quando viene si accascia su di me, facendomi sdraiare sul letto e dando gli ultimi colpi mentre mi morde le spalle. Sento il caldo del suo sperma dentro di me. Poi, come sempre, corre in bagno –è un igenista-, io aspetto che si rivesta e se ne va sussurrandomi “ciao, a presto e grazie”, “grazie a te caro, a quando vorrai”. Vado io in bagno, lavaggio interno, mi ricompongo e, finalmente, nervosa, messaggio a Philippe: “sei sparito, dove sei? Quando vieni? Già non ti interesso più?”. Mi ritrovo, ansiosa come sono, a scrivere cose che mai prima ho detto ad un amante. Finalmente risponde: “Tesoro scusami, ma proprio non ho potuto chiamarti, tra un’ora vengo e ti spiego tutto”; “va bene, io son qui che aspetto”.
Sono le 5 passate quando entra Philippe e subito mi prende per la vita e mi bacia con foga. Poi mi guarda, controlla, “che sexy sei” dice “non ti avevo mai vista così, che hai fatto oggi?” chiede curioso. Gli racconto tutto quel che ho fatto aspettando che lui si facesse vivo. Gli racconto con tutti i dettagli anche dei due amici che mi hanno scopata. Resta in silenzio guardandomi fisso negli occhi, non sa che dire. Un silenzio che mi sembra lunghissimo. “Mi hai lasciata sola, non mi hai fatto sapere dov’eri, e se, e quando saresti tornato. Io troppe volte sono stata fregata da maschi che mi hanno lasciata a casa aspettandoli e loro non sono venuti e nemmeno mi hanno avvisata. Spero che mi capisci”. E lui, “capisco solo che sei un bel po’ puttana te, però dovevo immaginarmelo”, “be’ caro se mi vuoi sono così e se ti piaccio davvero devi aver cura di me e rispettarmi”, “hai ragione Angie, scusami”, “scusami anche te Philippe se sono stata un po’ dura, però mi sono sentita tradita”. Calmatesi un po’ le acque Philippe mi racconta di quel che gli era successo, del divorzio per niente facile che sta passando con la ex moglie. Poi mi chiede di spogliarmi, “non mi piace vederti vestita così da puttana, voglio una Angie dolce ed affettuosa”, “va bene caro, come vuoi te”. Vado in camera, mi spoglio del poco che ho addosso, resto con solo il perizoma, senza calze, ai piedi le zeppe di sughero e sopra la vestaglia rossa. Torno in salotto, lui è seduto sul sofà, beve cognac per rilassarsi. “Vieni qui vicino a me”, siedo, mi toglie la parrucca; “mi piace vederti il più naturale possibile e vestita come una signora, se vuoi continuare con me”. Non ci penso molto a rispondergli, “va bene Philippe, come vuoi tu”. Facciamo la prova penso, poi vedremo. E finalmente facciamo l’amore nudi sul letto, ma lo sento come stanco, forse per i problemi personali e per la sorpresa di conoscere una Angie che non si aspettava. Mi ha scopata senza molto impegno: lui sdraiato ed io sopra cavalcandolo, per finire poi baciandoci, io sdraiata su di lui. Quel sabato sera abbiamo cenato in casa parlando poco. Siamo anche andati a letto abbastanza presto e lui ha dormito. E’ stato freddo con me. La domenica mattina siamo usciti a passeggio in un bosco vicino dove c’è anche un ristorante, io con poco trucco, vestita come quando sono andata al supermercato il sabato. Femminile ma senza dar nell’occhio. Philippe ha approvato il mio abbigliamento ed è stato affettuoso. Tornati a casa aveva voglia, mi ha spogliata nuda ed abbiamo fatto l’amore, però non mi son fatta penetrare, gli ho fatto un bel pompino ed è rimasto contento. Poi sono andata in bagno a lavarmi dentro per essere disponibile per eventuali ulteriori voglie del mio uomo.
Ho scoperto che Philippe è molto affettuoso a parole, ma non è trasgressivo nel fare sesso, gli piace fare le cose più normali, per esempio non mi ha mai messo le mani nella figa-anale e nemmeno ha più cercato di succhiarmi il clitoride. Unica particolarità, a volte, dopo che mi ha scopato, vuole che io mi tocchi, che mi masturbi, si eccita a guardarmi. Io, ad occhi chiusi, cerco di isolarmi pensando a qualche altro maschio che mi ha posseduta e vengo gemendo quasi in silenzio, poi Philippe raccoglie il mio seme con un cucchiaino e me lo fa bere. Per me è un piacevole gioco erotico, ma lui non mostra una gran emozione, nemmeno lo assaggia il mio seme. Abbiamo perciò trovato un compromesso per andare avanti in tranquillità come piace a lui: durante la settimana io vivo a casa mia e continuo felice ad incontrare i maschi, lui mi fa visita quando vuole, a volte per cena, però mi avvisa la mattina. Non gli racconto più niente di quel che faccio le sere senza di lui e nemmeno lui mi chiede. Non ostante tutto parliamo molto, ci confidiamo e ciò mi fa piacere. Per esempio, solo con Philippe ho avuto il coraggio di esternare i miei timori di non essere femminile abbastanza anche senza prendere ormoni, e della difficoltà di avere una doppia vita da maschio in ufficio e da Angie a casa. Philippe mi ha rincuorato, mi ha detto che gli vado bene così, che sono bella lo stesso anche senza ormoni, al momento, poi vedremo come va tra di noi. “Al momento, poi vedremo” dice, son così tornate le mie insicurezze di non essere femmina abbastanza e non poter competere con una donna. Vedremo.
Il periodo che sono stata la “fidanzata” di Philippe i fine settimana li ho passati a casa sua. Mi veniva a prendere il venerdì pomeriggio e mi riportava la domenica sera. Philippe ha un appartamento più grande del mio, in un condominio più grande, ed in una zona più popolare, per cui qui sono libera di essere sempre Angie, nessuno mi conosce ed entro ed esco dall’appartamento senza problemi. Ho però dovuto aggiornare il guardaroba, siamo in inverno, fa freddo e, per uscire, non ho vestiti da “signora” come vuole Philippe, ma solo quelli leggeri e sexy “da puttana” che uso a casa mia. Sono quindi andata in un grande magazzino di quelli di qualità ed ho acquistato: un cappotto di lana color crema, abbinato a pantaloni sempre di lana color crema, un vestito di lana elasticizzato color beige giro collo e maniche lunghe, lungo fino alle ginocchia; un altro vestito tipo tubino nero ma di lana e con maniche lunghe, lungo fino a metà cosce; un cinturone di cuoio marrone alto 10 cm per stringere i vestiti in vita. Per sotto, oltre ai corpetti, degli slip contenitivi a vita bassa od alta (neri o trasparenti) cosicché il clitoride sparisce (indietro tra le gambe ed i coglioni dentro lo scroto) ed ho un bel giro vita. Invece delle autoreggenti ho preso vari collant velati o di lana; degli stivali di pelle marrone alti fino al ginocchio tacco 9 cm ed un altro paio senza tacco, oppure metto delle décolleté nere o blu scuro che già ho. I fine settimana con Philippe erano sempre molto tranquilli, anche troppo: proprio da moglie e marito. Il sabato mattina lui andava a giocare a calcio ed io mi dedicavo alla cura del corpo. Mi sono appropriata di uno dei due bagni dell’appartamento e lì faccio tutti i lavaggi necessari per essere sempre pulita e disponibile, inoltre ho cura di essere sempre ben truccata. In casa non indosso la parrucca, quando usciamo sì, ma a volte lui mi ha chiesto di non metterla, ho vinto il timore e l’ho fatto. Ho scoperto che Philippe è un po’ esibizionista, gli piace passeggiare con me e guardare i passanti per vedere che reazioni hanno, se commentano qualcosa. Ma tutto è sempre andato liscio e mi sono convinta di essere sufficientemente femmina. Con Philippe prendiamo i mezzi pubblici ed andiamo in centro a passeggiare, ci sediamo a bere un caffè. A volte mi ha fatto piccoli regali: una rosa, un braccialettino, un foulard. Io felice. Uscivamo spesso a cena. Mi sono divertita ad essere apprezzata come femmina dal mio uomo, ma anche –lanciando occhiate maliziose- dagli altri uomini. Sono anche andata più spesso a farmi truccare nel centro estetico dove di solito mi faccio fare la manicure e pedicure, la depilazione, taglio capelli, etc...: ovviamente in ufficio hanno notato cambiamenti, ma ormai credo che tutti pensano che sono gay. Adesso Philippe è contento di me, sono come lui mi vuole (per lo meno quando stiamo assieme il fine settimana); ma il sesso non è una sua priorità e questo un po’ mi manca. Trasgredisco quando posso durante la settimana, anche sottoponendomi a qualche “fisting“, per esempio. Le scopate con Philippe sono spesso il pomeriggio, ma quelle che più mi piacciono sono le notte a luci spente, quando lui mi prende nel dormiveglia. Quasi mai azzarda cose nuove, solo qualche volta sono riuscita a fargli un pompino in auto mentre guidava.
Non mi piace cucinare e nemmeno a Philippe, lui si aspetta che lo faccia io e si innervosisce se non gli preparo la colazione o il pranzo o la cena e col tempo non ci si è abituato. Però questi problemi li abbiamo superati finché c’è stato amore tra noi due, parlavamo molto, mi guardava negli occhi tenendomi la mano, mi baciava a lungo, Philippe. Però io, dopo quattro fine settimana passati a casa sua, mi sono stancata della solita routine, e d’altr’onde a casa mia non sarei stata libera di uscire dall’appartamento senza rischiare che i vicini, che non sanno niente di Angie (o forse sì?), mi vedessero "en femme". Prima ci siamo presi una settimana di pausa, e Philippe non mi ha nemmeno cercata. Poi la classica doccia che ha fatto traboccare il vaso è stata quando, un giovedì sera verso le 9 e 30, Philippe ha suonato a casa mia, non mi aveva avvertito ed evidentemente aveva dei sospetti, così ha incrociato un maschio che stava uscendo dalla porta del mio appartamentino. Philippe si è arrabbiato molto, dicendomi che sperava fossi cambiata e che invece ero rimasta la puttana che aveva conosciuto. Ho cercato di giustificarmi, di fargli capire che aveva ragione lui, che io non lo meritavo e che però speravo col suo aiuto di cambiare e diventare una “signora” come piace a lui. Fu così che mi dette un’altra opportunità, ma le cose ormai non funzionavano più, non aveva più fiducia in me e faceva sesso per sfogarsi e non l’ ”amore” come prima. Così fui io, dopo due mesi di quasi convivenza, a prendere la decisione: “Philippe, hai ragione te, non mi meriti, io sono un po’ puttana, mi piacciono i maschi ed uno solo non mi basta”. Philippe non volle sapere più niente di me, non mi ha più cercata e purtroppo a casa sua sono rimasti i miei vestiti da “signora” che avevo comprato per uscire con lui. Meno male che corpetti, slip e collant ce li ho con me. Però rimpiango ancora certe uscite con Philippe durante le quali per la prima volta mi sono sentita una “Signora”.
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