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L'ora legale
di LaTuaLei
30.03.2018 |
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"Metto su delle scarpe con cinturino e tacco 10..."
Domenica scorsa è entrata in vigore l’ora legale. Appuntamento atteso con animo contento da quasi tutti perché scandisce la fine della stagione fredda e l’inizio di quella mite. Cambiano le ore di luce. Tutti contenti ora possiamo apprezzare la luce che si spinge dopo le 19.30 e che arriverà ad essere presente anche fino alle 21.Questo cambiamento di ora, in me provoca felicità ma al tempo stesso anche un po tristezza. Se da un lato la temperatura più piacevole mi porta a respirare con più piacere gli odori della vita dall’altro il persistere della luce a scapito del buio mi indice per necessità a cambiare alcune abitudini. E se prima, con eccitante gusto assaporavo quei momenti nei quali nella macchina mi preparavo in vesti femminili, indossando abitini corti, autoreggenti e tacchi altissimi, per incontrare persone nuove e vecchi amici, celato dal buio che compensava quella parte di me non interamente femminile, ora non ho “coperture” e devo adeguarmi di conseguenza, ritardando gli orari (cosa per me molto difficoltosa) o far convivere il lato femminile e maschile aggiustando di volta in volta vestiario e atteggiamento.
Capita quindi che domenica stessa alle 18, in piena luce in macchina inizio l’eccitante rito del vestire la mia lei. Pensando all’eccitazione che potrà suscitare e alle durezze che potrò soddisfare. Cerco un posto adeguato dove cambiare il mio essere senza destare troppo nell’occhio. Tiro via le vesti maschili del mio lui. Guardando le mie cosce lisce metto su il perizoma, lo sento salire fino ad infilarsi completamente in me. Indosso il reggiseno che conterrà il seno in silicone che dall’alto del mio sguardo assaporerò debordare dalla maglietta o dal vestitino che indosserò. Ho voglia di indossare collant avvolgenti a rete color carne che ritengo molto sexy e provocanti. Dalla punta del piede destro inizio ad infilarlo. Lo faccio scorrere sulla gamba fino al ginocchio. Infilo l’altro piede e porto l’elastico della vita in linea all’altezza delle ginocchia. Con eccitazione faccio srotolare prima su una coscia poi sull’altra la rete che avvolge tutte e due le gambe. Tiro il collant in modo che la forma del culo sia percepibile al tatto della mano che lo accarezzerà. Chiudo le ginocchia. Sono eccitata alla vista. Indosso un vestitino primaverile molto sobrio che però arrivando a mezza coscia lo rende non volgare e molto invitante. Il cotone sulle cosce è ulteriore fonte di eccitazione che si somma alla vista di due cosce da femmina che sono certo produrranno l’effetto eccitante che meritano. Indosso i seni in silicone. Una quarta che gonfia il vestitino nei punti giusti. Metto su delle scarpe con cinturino e tacco 10. Non molto alto ma che mi permetterà con disinvoltura e senza dare nell’occhio di uscire dalla macchina e camminare nei luoghi che più mi ispirano sesso. Dallo specchietto destro intravedo un signore in arrivo dal marciapiede. Passa forse buttando l’occhio alle cosce della femmina seduta al posto di guida. Metto un po di fondotinta per celare, per quanto possibile, la parte maschile. Un po di cipria che doso con il relativo pennello. Rossetto color cappuccio. Lucidalabbra dello stesso colore. Mi guardo nello specchietto. Protendo le labbra in atteggiamento femminile in modo da risaltare le labbra carnose che spero da li a poco assaporeranno qualche membro duro e voglioso di far sgorgare il caldo liquido che monterò a panna con i miei movimenti della mia bocca. Ora la parrucca. Quella nuova. Pagata non poco. Dal taglio corto e sbarazzino che non da nell’occhio e mi permette di mimetizzarmi con più facilità tra gli umani di sesso maschile e femminile.
Vestizione completata. Accendo il motore, faccio un giro cercando il luogo ottimale per scendere e per rifinire e aggiustare il vestito in modo che non sgualcisca. Mi fermo a motore acceso, non passa nessuno. Apro la portiera, il tacco sinistro sull’asfalto. Il ginocchio destro si alza a scoprire la cosca spostando il vestitino. In piedi, fuori dalla macchina, mi do un’aggiustata. Faccio due passi li intorno con la scusa di aprire il bagagliaio. Passando davanti ai finestrini guardo LaTuaLei, è femmina ed eccitante.
Sono pronta. Risalgo sulla macchina. Faccio un giro dove di solito si fermano auto in cerca di conoscenze. C’è luce. Molta luce. Con disinvoltura guido facendo un giro. Fermandomi ad osservare chi c’è e chi non c’è. Riparto. Mi sposto, faccio un giro nelle vie limitrofe. Adocchio un signore di una certa età, distinto, in un grosso suv nero che passa in discesa nella corsia opposta. Mentre lo guardo mi lecco le labbra. Rallenta. Dallo specchietto vedo che in fondo alla discesa fa inversione. Sono ferma a destra con gli stop e il motore acceso. Parcheggia a spina una decina di metri dietro. Scende e dal marciapiede sale verso su. Io sono in doppia. Passa sul marciapiede di fianco a me. Si gira. Guarda. Ripeto con la lingua il movimento. Continua a camminare lentamente in su sul marciapiede con la testa girata su di me. Fa una decina di metri. Si ferma. Riscende e all’altezza della macchina si ferma alcuni istanti. Poi si dirige verso la mia portiera destra passando tra le due macchine parcheggiate a spina. Di fianco la macchina guarda nell’abitacolo, mi vede le cosce. Si abbassa dal finestrino. Mi fa ciao. Ciao rispondo. Cosa fai? Un giro rispondo. Posso salire mi dice? Rispondo: Spostiamoci da qualche altra parte dove non si da nell’occhio. Riprendi la macchia e vienimi dietro poi salgo io da te ok? Risponde di si. E si dirige subito verso il suo suv. Parto lentamente, mi raggiunge. Scelgo un parcheggio dove ci sono molte macchine e dove due persone in macchina che chiacchierano non sono una cosa fuori dal comune. Gli faccio segno di parcheggiare. Io mi metto ad una distanza e in una posizione che mi permetta di essere guardata dal lui quando scendo dalla macchina e mi dirigo verso la sua macchina. Scendo. Metto la borsetta sulla spalla del vestitino e mi incammino verso di lui in maniera disinvolta. Osservo le mie gambe, il muoversi del vestitino ad ogni passo fatto su quei tacchi che mi rendono molto femmina.
Apro la portiera. Gli faccio ciao. Nel fare che alzo il piede sinistro per salire noto il suo sguardo penetrante sulle cosce. Sento un ….”aspita”. Sorrido mentre mi accomodo. Accavallo le gambe. Ha lo sguardo fisso sulle mi cosce. Ciao gli ridico. Che mi dici, continuo. Mi risponde ero qui in zona. Hai delle cosce incredibili, dice, mentre timidamente allunga la mano destra verso il mio ginocchio. Cosa ti piace fare, mi chiede, mentre la mano oramai sul ginocchio risale su spostando il vestitino scoprendomi tutta la coscia accavallata. Un po tutto, gli rispondo, ma qui si puo fare poco. Giusto per conoscerci, poi, magari, si organizza con calma. Con la coscia destra accavallata sulla sinistra mi allungo un po verso di lui. Sono curiosa di sentire la consistenza del rigonfiamento che noto dai pantaloni. Lui ne approfitta per arrivare con la mano dalla coscia al culo e mi fa carezze varie dal ginocchio al culo passando sotto la gonna del vestitino.
Gli tasto il rigonfiamento che fa capire che è eccitato e che ha qualcosa di buono e succoso da propormi. Si sbottona la cinta, poi il bottone, tira giu in un solo colpo pantaloni e slip. Esce allo scoperto un bell’arnese gia scappellato, con una innervatura che non ho mai visto cosi pronunciata per buoni 20 centimetri e un bel glande gonfio che stacca dal corpo del membro come un bel fungo succoso. A quella vista una scarica di piacere mi parte dai piedi e mi arriva fino a dietro la testa, sulla nuca. La mia mano sinistra lo agguanta come la leva del cambio e lo perlustra da cima a fondo. A lui piace.
Guardo fuori dalla macchina per controllare che non arrivi nessuno. Gli dico ti faccio un pompino. Tu però guarda. Se arriva qualcuno dimmelo. Non possiamo stare molto però. Dico. Mi immergo su di lui, leccando inizialmente con gusto lo stacco da corpo a glande. Il suo mmmmm mi fa capire che gradisce. E’ profumato e pulito e gli assaporo il glande con vero gusto tra succhiate e leccate con tanto di rumore di sottofondo. La cappella quasi mi riempie la bocca mentre la sento gonfiarsi ad ogni mio movimento. La sia mano destra continua ad accarezzarmi la coscia accavallata con puntatine nel sottogonna in direzione culo. Sento il calore della sua mano dalle calze a rete e la cosa mi eccita.
Mi interrompe, fermandomi la testa con la mano sinistra. Aspetta c’è una persona qui vicino che prende la macchina. Mi fermo con la cappella in bocca mentre lo succhio. Passo ad affondare con la bocca avida di cappella e membro che con l’irrorazione delle vene si è fatto veramente roccioso. Gli dico se ha il preservativo. Non mi faccio schizzare in bocca. Mi risponde quando sto per venire ti togli. Mi piace la tua bocca calda. Passo dalla degustazione al mangiare. Inizio il ritmo di pompaggio che viene assecondato dai movimenti del suo cazzo e dal gonfiaggio del glande fuori ogni misura. Accelero il ritmo gustandomi ogni momento e ascoltando le pulsazioni del sangue che riempie le vene gonfiandole. Sento distintamente il momento di quando la panna è pronta e ben montata e in procinto di sgorgare. Un ultimo affondo di gusto e mi tolgo tenendo ben salda la leva del cambio che inizia a pulsare nella mia mano mentre quantità forse esagerate di panna calda schizzano sul finestrino e sul cruscotto verso cui dirigo l’idrante impazzito che non la finisce più emettere quel caldo piacere montato a dovere dalla mia esperta bocca che produce tanto piacere. Il tutto farcito dal suo rantolo di piacere che è una melodia alle mie orecchie.
Finisce. Mi porge una salvietta umida per pulire la mano piena di liquido seminale. Ora con calma pulisco tutto mi dice. Come ti contatto. Chiede. Gli do i miei riferimenti di annunci69, il mio nome. Chiedimi amicizia e ci accordiamo con un messaggio. Ciao. Mi ricompongo. Apro la portiera e mi dirigo verso la mia macchina sotto il suo sguardo. Mentre apro la portiera lo guardo, mi sorride mentre lo vedo impegnato nella pulizia del vetro del finestrino inondato dal suo latte. Salgo.
Mi sento molto eccitata. Mi guardo le cosce di nuovo. Sorrido tra me e me soddisfatta dell’effetto che faccio come femmina. Ho ancora voglia e ho ancora tempo. Accendo il motore e mi sposto da li per ritornare nella zona di rimorchio. Ho voglia di farlo. Però così vestita la vedo difficile.
Penso di mettere la tuta che ho dietro mantenendo però sotto tutto tranne il vestitino. Purtroppo dovrò sacrificare anche i tacchi per un paio di scarpe da ginnastica. Vediamo se riesco a trovare un maschio che mi monta…………..ricomincio un po a girare…..si però cosa succede lo racconto al prossimo scritto………………..
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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