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prima di cena..


di 1homme
04.02.2012    |    13.852    |    1 9.0
"Corteggiata dai tuoi colleghi o dai clienti..."
Avevo puntato Cristina dalla nostra prima riunione di lavoro a Milano. Bionda, fisico asciutto, capelli lisci. Una bocca sensuale e due occhi brillanti e azzurri come il mare. Il suo seno era appuntito e poco pronunciato ma questo non lo rendeva meno stuzzicante. Sapevo che fosse sposata ma le piaceva davvero essere maliziosa in tutto e per tutto. Non mi ritenevo affatto alla sua altezza. Avevo imparato tuttavia che un buon sistema per eccitare una donna del genere era provocarla sottilmente, senza mai cadere nella volgarità e tenerla sotto tiro a lungo. Avevamo un lavoro lungo da svolgere insieme in equipe, non avevo fretta.
Era davvero una ragazza di classe, mai fuori posto e mai troppo tirata, sempre ammiccante ma solo in modo da lasciar trasparire un sorriso erotico.
Intelligente, spigliata e capace di mettere chiunque a posto con una battuta, soffriva solo il mio umorismo che la metteva spesso in inferiorità e lasciandole sempre un sorriso lievemente beffardo, come se in fondo fosse stata lei a mettere nel sacco me.
Mi faceva eccitare.
La volevo.
Per avere una donna così dovevo assolutamente evitare di corteggiarla: lo facevano tutti e lei non dava corda a nessuno, mettendo a posto qualsiasi pappagallo ci provasse troppo esplicitamente.

Una volta sola nei due mesi successivi al nostro primo incontro fui certo di aver fatto centro.
Dopo una lunga riunione di gruppo le chiesi se mi riaccompagnava in Centrale: si era messo a piovere e avevo dei grafici che non potevo bagnare. Lei indossava una camicetta bianca e un paio di jeans attillati con stivali neri al ginocchio. Senza parlare si mise il giubbotto e mi fece segno col ditino di seguirla.
Nel corridoio mi fissai sul suo culo perfetto e lievemente ondeggiante. Lo avrei preso a scudisciate prima di farmelo da quanto mi eccitava.
Si voltò di colpo e sorprese i miei occhi. Non feci altro che alzare gli occhi e incontrare il suo sorriso beffardo.
In auto nel traffico di Milano delle sei di sera non mi fissava ma a un certo punto, dato il mio silenzio provocante mi chiese..
"non so niente di lei, qualcuno la aspetta a casa?"
"una moglie"
"sembra innamorato..- fece ironica e arrossendo lievemente - e che tipo è sua moglie?"
"il tipo gelosa e porca."
Si pentì di averlo chiesto fino a che non mi guardò negli occhi e scoppiammo a ridere.
"che stronzetto sei..ci stavo per cascare.."- era passata al tu. - "dai, dimmi com’è fatta."
"Fermati" - le dissi. Mise la freccia e accostò.
"Allora?.." - mi fissò mentre sfilavo le sue chiavi dal cruscotto e le appoggiavo sul portaoggetti..
Le misi il dito sulle labbra e mi avvicinai a pochi centimetri fissandola negli occhi le dissi: " Mia moglie è esattamente il tipo di donna che mi eccita: mora, belle tette mediterranee, occhi scuri e un culo abbondante e rotondo. Scopa come una puttana e si eccita a tradirmi, come faccio io con lei."
Cristina aprì la bocca per parlare ma non le diedi il tempo di farlo: ora avevo una mano intorno al suo collo e l'altra le stava abbassando la cerniera del giubbotto, entrando nella camicetta sotto il reggiseno.
" A mia moglie piace l'uomo che la prende, che la fa godere sbattendola. E io amo le donne che hanno l'iniziativa, che non siano passive, sai le more passionali."
Le stavo mettendo le dita sulle labbra e mi disse solo una parola..

“Stronzo..”

Il suo respiro si fece profondo e assaporai sotto le dita il suo capezzolo che si inturgidiva mentre giocavo a stringerlo e mollarlo dolcemente e rudemente a tratti

“Sai Cristina, a mia moglie piace perfino farsela leccare dalle sue amichette.. sto dicendo che la proietta è un po’ bisessuale” – parlando le avevo abbassato il reggiseno e passavo il dorso della mano sotto la camicetta da un seno all’altro, ora liberi e coi capezzoli tesi.

“A-ha..” – mi disse socchiudendo gli occhi attraverso al sua frangia bionda e socchiudendo appena le cosce. Le misi lentamente l’altra mano sulla sua bocca,sulle labbra aperte e la feci scendere lentamente accarezzandogliele e intravedendo la sua lingua guizzare. Morivo dalla voglia di baciarla ma preferii continuare il gioco.

“Vedi, a lei piace quando le sue amiche si fanno proprio scopare da lei con la lingua e la stronza mi racconta tutti i dettagli lasciandomelo diventare duro come il ferro senza magari darmela per due giorni” – così dicendo la mia mano scendeva verso il suo sesso e senza aggiungere una parola infilai la mano nei jeans, nelle mutandine e arrivai al suo pelo al naturale, proseguendo il percorso con le dita fino a che non arrivai con il medio al perineo, lasciando il polso premuto lievemente sul clitoride e il palmo ad aprirle il sesso, ora caldissimo.

Le sfuggì un gemito lieve. Presi a muovere lentamente la mano accarezzandole lentamente il clitoride, le labbra aperte e sfiorandole perineo e ano.

“Mi piacerebbe mi facesse trovare le sue amichette pronte da scopare e invece si ostina a tenermi al di fuori dei loro giochi..che troie, vero Cristina?” – i suoi mugolii a occhi socchiusi divennero forti e ravvicinati come il suo respiro.

“Eppure, pensa un po’, le avevo proposto di lasciarmi sdraiare sotto di loro mentre lei se le limonava..sai, seduta sul mio cazzo mentre io leccavo la fichetta della sua amica.. e non le è piaciuto nemmeno questo giochetto. Fortunatamente tu sei una brava mogliettina, Cristina, e non tradiresti mai il tuo maritino, nemmeno se questo si stufasse di scoparti. E ti lasciasse sola sul lavoro..corteggiata dai tuoi colleghi o dai clienti..”

Sollevai la mano destra che stringeva la figa e lentamente la ritrassi bagnata. La portai alla bocca e la leccai, dandogliela pochi istanti dopo perché continuasse a leccare la sua stessa figa attraverso la mai mano..

“Un’altra cosa che apprezzo di te, Cristina, è che non ti piace nemmeno la figa..anche se fosse buona da impazzire.. tu non avresti nemmeno la tentazione di leccartela..probabilmente sei troppo inibita.. non sei come quella puttanella di mia moglie”

Mentre lei leccava, notai che tra pioggia e calore dei nostri corpi, i vetri della sua macchina si erano annebbiati e il traffico di passanti e auto che ci passava accanto non poteva immaginare cosa stesse accadendo dentro l’auto. Mi eccitava l’idea che qualcuno ci vedesse.

“Apri gli occhi” – le sussurrai vedendo con piacere che mi obbediva. Strinsi con le nocche fra indice e medio uno dei suoi capezzoli mentre le infilavo in bocca le dita dell’altra mano che ancora intuivo dovevano avere il dolce sapore della sua figa eccitata.

“Mi piace molto la figa di mia moglie, lo sai, soprattutto perché lei se la rasa perfettamente..probabilmente se la fa anche leccare dalla sua amica estetista..e io adoro le fighe rasate.”

“m-mm..” fece Cristina succhiando le mie dita fino in fondo, come se stesse facendomi un bellissimo pompino.

Sentivo il mio cazzo pulsare nei calzoni e temetti di venire quando incrociai il suo sguardo azzurro che mi fissava senza più alcuna inibizione.

Occhi negli occhi e senza più parole la lasciai per un istante, slacciandole dolcemente i bottoni dei suoi jeans e rivelando un piccolo perizoma di cotone ormai bagnato completamente.

Portai con un po’ di violenza la mano sinistra a stringerle il collo mentre sollevò il ginocchio appoggiando lo stivale in modo da aprire le cosce per me. Infilai la mano aperta sulla sua figa naturalmente pelosa e lasciai che indice e anulare le entrassero dentro, scivolando lentamente ma senza esitazione..

Affondai le dita chiudendo il palmo in modo che questo aprisse la figa e puntasse sul clitoride.. lentamente cercai di raggiungere il suo punto g per scoprire se lo avesse ..e se riuscissi a farla godere a quel modo.

“L’importante con me, è che la mia donna non sia mai passiva” – sussurrai al suo orecchio mentre godeva come una cagnetta in calore mentre premevo con la mano e leccavo le sue labbra succhiando avidamente.

Lasciai che il suo respiro tornasse normale prima di sfilare la mano, farmela pulire dalla sua bocca, senza una parola, limitandomi a guardarla e stringendomi in mano il cazzo attraverso i calzoni..

Ero riuscito a non godere e stavo pensando a come arrivarci quando lei mi sorrise come una gatta dicendomi:

“Avevo capito subito che non ti piacessi..”
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