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incesto

cuginetta extended


di 1homme
19.01.2012    |    24.198    |    4 9.3
"Il biglietto per lui era scritto da Claudia: “Hai visto che bello scherzetto abbiamo fatto a mammina, cuginetto porco? Adesso dalle il biglietto che ho..."
Era un'estate caldissima.
In campagna Jean si annoiava a morte. Ma la moglie soffriva talmente il caldo. in città che pur di non sentire le sue noiose lamentele, si costringeva a trascorrere l'intero mese di agosto nella casa sul lago dei suoi genitori.
Era spesso solo con i suoi quarant'anni. Snello, curato nel fisico e abbronzato, guardava dalla finestra con i suo occhi verdi la mano della moglie che si agitava a salutarlo il lunedì, mentre rientrava nel suo negozio.
Non le piacevano i tradimenti ma il sesso per la moglie era solo copulare al buio.
Lui aveva avuto sufficienti esperienze per pensare di metter su famiglia con una "brava ragazza": non immaginava la nostalgia per le piccole situazioni intriganti e le serate trascorse negli strip club con gli amici.
Per ingannare la noia aveva accettato di dare ripetizioni di matematica a una cuginetta: Francesca.
Aveva un viso bruttino e si copriva con un sacco di strati quindi la moglie non aveva fatto obiezioni, giudicandola al di sopra di qualsiasi sospetto di tentazione.
E poi, insomma, certo..era sua cugina!
Francesca, sembrava perennemente annoiata e a lui veniva istintivo provocarla.
Le chiedeva cosa faceva quella sera, chi frequentava.. Lo divertiva sconvolgerla e vederla arrossire. Non era malizia, era solo noia.
Probabilmente esasperata perchè alla fine dei conti lei passava sempre per essere sfigata, asociale e scartata da tutto e da tutti, Quel lunedì pomeriggio, Francesca gli disse che sarebbe andata al lago a prendere il sole con la sua amica Claudia.
”E chi è questa Claudia? Non me ne hai mai parlato.” – chiese Jean.
”Una mia amica mezza lesbica” - ribattè Francesca guardandolo dritto negli occhi.
”Ma smettila..”
”Se non ci credi, cugino Jean, hai solo da venire al lago anche tu, passa a prendermi finita la lezione.”
”Voglio proprio vederti con una tua amica a prendere il sole..Sei bianca come il latte!”
”Pensavamo di andare nella spiaggia di fianco al circolo della vela dove vai sempre tu.”
Capì che faceva sul serio.. e non poteva più tirarsi indietro, con tutte le volte che l'aveva presa in giro trattandola da bambina sfigata. Così accettò, cercando di cancellare dalla sua mente le fantasie che quella situazione gli suggeriva..
Alle tre e mezza la famosa Claudia arrivò, puntuale come un orologio.
Lui era sulla panchina ad aspettarla mentre Francesca si stava ancora cambiando.
Claudia era bionda, snella, con un seno piacevole, che stava in una mano..e sembrava fatto apposta per giocare.
Indossava un costume che si intuiva zebrato, sotto un prendisole giallo senape.
i suoi capelli biondi brillavano al sole.
Lo lasciò senza parole. Che ci faceva una come Claudia con una sfigatina come Francesca?
Non è che zitta zitta la Franci se la faceva con lei? Claudia lo fissava, studiandolo attentamente dietro ai suoi occhiali scuri, sorridendo e giocando con il lucidalabbra mentre parlavano del più e del meno, entrambi con tutt'altre idee in testa.
Sapeva leggere le espressioni di un volto e di un corpo dagli atteggiamenti e dalle piccole cose. E Claudia aveva indossato un profumo alla vaniglia che metteva voglia di leccare solo a sentirlo.
Tutti questi pensieri balenavano nella sua testa nei pochi minuti di attesa, in piedi. Claudia era appoggiata alla sua macchina, i sandali con il tacco fiammanti appoggiati sulla ruota. Aveva un'aria sicura, provocante.
Se la sarebbe fatta con molta calma ma Jean era sposato e non doveva farsi illusioni: era mezza lesbica.
Francesca arrivò in ritardo e quando la vide capì perchè. Più che cambiarsi d’abito le sembrò trasformata: indossava un costumino verde. Le sue gambe svettavano sotto una mini davvero minuscola. Si era levata quei terribili vestiti che la infagottavano e aveva scoperto un seno importante e, Jean poté notarlo mentre metteva la sacca nel bagagliaio un culetto davvero tonico. Caricata la borsa, Francesca si voltò e sorprese il suo sguardo sul culo: si sentì preso in castagna e le sorrise. Francesca ricambiò il sorriso senza una parola ma la scenetta era stata ben colta da Claudia che disse: “Andiamo cuginetti..è finita l'ora della merenda..su, su che fa caldo, andiamo a fare il bagnetto al lago.”
Nel viaggio le due che aveva volutamente lasciato davanti nell'auto di Claudia, parlottavano fittamente di serate e di rimorchiare quella sera in discoteca.. Lui le lasciò giocare a fare le donne vissute e quando lo invitarono per cortesia in discoteca per la serata rispose che era troppo vecchio e troppo sposato per giocare con le belle statuine.
”Cugino..sei stronzo.” - gli disse Francesca lasciandolo sorpreso e facendo ridere Claudia. In realtà era contendo di averle fatto perdere le staffe: La giornata si stava facendo piacevolmente divertente.
Al lago non c'era nessuno quel caldo lunedì dopo ferragosto: tutto il lago era coperto di foschia caldo umida e l’aria era molto afosa.
Senza dire una parola si spogliarono e lui fu stupito di quanto Francesca fosse tonica e appena coperta dal costumino a vita bassa che le scopriva le chiappe bianchissime.
Claudia invece era più abbronzata e aiutò immediatamente Francesca a mettersi la crema.

Lui restò impassibile quando le carezze di Claudia si fecero vicine al culo sodo di Francesca.
La cuginetta era in piedi e non smetteva di fissarlo negli occhi..Il Profumo della crema si diffuse nell'aria mischiandosi colla vaniglia del profumo di Claudia.
Gli venne un'erezione immediata e forte. Non la poteva nascondere affatto, forse nemmeno voleva.

Claudia non fece mostra di notarle il suo rigonfiamento: aveva occhi e mani solo per Francesca..e ora lui capiva che tra le due ci doveva essere già stato..molto. L'espressione di Francesca si fece torbida: Claudia le diede una sculacciata forte, dopo averle senza tante storie accarezzato il pube davanti a lui, per un interminabile istante, prima di dire:

“Tutti a fare il bagnetto adesso..cuginetti belli”.
Si buttarono in acqua ridendo e scherzando. Lui fece un tuffo profondo nel verde del lago fresco e quasi si convinse che si trattava di un sogno..Non poteva essere altrimenti.
Perso nei pensieri nuotò verso il largo cercando di sbollire.
Quando tornò a riva le due ragazze erano già sdraiate a pancia sotto su un unico asciugamano.
Si erano tolte il reggiseno dei costumi. Claudia stava accarezzando l'incavo del culo di Francesca giocando con l'orlo del costume sfacciatamente si sollevò sui gomiti guardandolo, senza smettere di giocare..
”E' arrivato il cugino nuotatore..”- disse sculacciando ancora Francesca e tenendo la mano sul suo culo sodo.
”Siediti qui che facciamo merenda” - Claudia tirò fuori un pacchettino di pasticcini..lo fece aprire a Francesca e..questa si mise immediatamente a ridere..dicendole:

"Che puttanella che sei.. cannoli alla crema" - intanto si alzava senza minimamente imbarazzarsi per le sue splendide tette che sfidavano il vento e la gravità. Aveva due capezzoli appuntiti a cono scuri e tesi

“Che sarà mai.. “ – fece Jean mangiandone uno dalla mano di Claudia con la scusa che aveva ancora le mani bagnate.
Claudia guardò Jean e con l'altra mano riprese a carezzare il culo di Francesca facendo in modo che il costumino le andasse fra le chiappe e tirando verso l’alto provocandole un piccolo gemito.

Claudia scosse i suoi capelli biondi ancora bagnati mordendo un cannolo a sua volta e con tutta calma sollevò gli occhiali da sole e guardò Jean dritto in viso con i suoi caldi occhi di ghiaccio.
”Sai che Francesca è vergine?”
”La mia cuginetta, dici? Ma certo..lo immaginavo..anzi, ne ero sicuro a dire il vero.”
”Eh sì, fa la santarellina e invece..Jean, lo sai qual'è il suo più gran desiderio?” – disse Claudia spostando il suo sguardo su Francesca che arrossì.
”Smettila Claudia..dai, mi imbarazzi..” -. cercò senza troppa convinzione di fermare la sua amica che pareva invece molto determinata.
”Questo proprio non lo so..” - disse Jean osservando come la mano di Claudia fosse ora penetrata nella mutandina di Francesca che non parlava più e teneva gli occhi chiusi.
”A giudicare da quanto ti si è ingrossato..non so se ne sei tanto convinto..”- fece Claudia fissando Jean negli occhi
”Mi provochi..”- disse questi a pochi centimetri dal suo volto.
”Francesca..ora mettiti a cagnolina.. disse senza distogliere lo sguardo e sfilando lentamente la mano bagnata dalla mutandine di Francesca. Il profumo di vaniglia di Claudia invadeva l‘aria mischiato col caldo estivo e forse aveva stregato tutti.
La cuginetta le obbedì e Claudia si sfilò la mutandina del costume, la mise lentamente davanti agli occhi di Jean che fissava ipnotizzato e gliela mise in mano.
Si piegò e cominciò a leccare Francesca che aveva chiuso gli occhi e gemeva già moltissimo.
L’uomo era a pochi centimetri da loro e volutamente non fece nulla..fino a che Francesca non godette aprendo gli occhi e fissandolo spudoratamente.
”Ora” disse Claudia – “.mi farai vedere come sei bravo ad insegnare a tua cugina a succhiare..”


”Francesca era prona davanti a Jean e Claudia, la sua coetanea, la stava leccando, senza staccare gli occhi di dosso dal sesso dell’uomo che si inturgidì al punto da far uscire la punta dal costume.
Sfacciatamente lo prese in mano e vide che Claudia sorrideva con gli occhi lanciandole col viso un invito esplicito a godersi la cugina. Senza pensare, Jean infilò un ditino nel buchetto carnoso di Francesca.

Lei gemette ma la trovò aperta a sufficienza per sapere che avrebbe potuto scoparsela.

Sfilò lentamente il dito cedendo il suo posto a Claudia che si era goduta la sua mossa accarezzandosi il sesso con le mano infilata nelle sue mutandine , con le mani sul cespuglietto che colava, bagnandole le cosce e le mutandine del costume.


Jean sapeva che Francesca era ancora vergine, contrariamente a tutte le sue amiche, per quanto gli aveva raccontato..Ma certo non era proprio così lontana dal sesso come gli era sembrata durante le lezioni di matematica che le aveva impartito fino a poche ore prima.
Claudia le disse: “Spingi puttanella..spingi indietro il tuo culetto e fammi capire quanto ti piace..”
Francesca si mise a gemere e spingendosi sulle palme delle mani si fece infilare da Claudia fino in fondo..
Jean godeva di quello spettacolo come se si trattasse di un sogno proibito.. che si realizzava davanti ai suoi occhi.
Capì con certezza allora che Francesca stava per godere e che non era affatto la prima volta che Claudia se la faceva a quel modo. Probabilmente era stata lei stessa a parlare a Claudia delle volte in cui il suo bel cugino insegnate la prendeva in giro per il suo pudore eccessivo e questo aveva funzionato..da disinibitore..
Coinvolgerlo oltre non fu certo una impresa titanica..
Jean si avvicinò e si inginocchiò Tenendo il volto a un centimetro da quello di Francesca, sussurrandole

“Apri gli occhi..”
La guardò dritto in viso..era arrossita per il caldo, per la voglia, per il sesso..e non aveva più nessun pudore..
”Accelera il ritmo..” disse. Il seno di Francesca prese a muoversi ondeggiando ritmicamente, i capezzoli turgidi sulla pelle bianca.. Il profumo del sesso annebbiava la vista.
La cugina obbedì, mordendosi le labbra.
”Ne ha tre dentro..lo sai, Jean..”- fece Claudia.
”Ora vengo a vedere..”- disse alzandosi e camminando lentamente guardandole come se fossero davvero delle studentesse tranquillamente sedute, intente in una delle sue lezioni..
Ma questa era davvero la lezione meno noiosa che avesse mai insegnato.
Claudia indossava ancora le sue mutandine zebrate..e niente altro..Aveva un sedere sodo e pronunciato..che teneva provocantemente in aria, intenta a leccare mentre leccava intorno al buchetto di Francesca che ora gemeva
mugolando.
La leccatrice seguì con gli occhi l’uomo che le stava girando attorno finché poté farlo ma Jean si mise apposta
dietro di lei per poterla sorprendere..Portava i capelli biondi e umidi raccolti in una coda di cavallo così a Jean fu facilissimo prenderglieli nel pugno e tirarle dolcemente la coda.

Restò a bocca aperta, con le dita ancor dentro l'ano di Francesca e la schiena che si inarcava. L’uomo si chinò
su di lei e le misi la lingua in bocca, leccandogliela e succhiandogliela dolcemente.
”Porco..” - disse Claudia staccandosi..
”Porca..” - le ripetè questi sorridendole.. e infilandole la mano dentro il costume per affondarla nel suo sesso aperto, fradicio, caldo.
Jean si staccò da lei orinandole sottovoce all’orecchio di continuare a leccare la cuginetta..Ora l’uomo si pose dietro Claudia che aveva il costume ormai abbassato e con le mani le fece ben comprendere che doveva divaricare le ginocchia e aprirsi per riceverlo.
Ebbe un piccolo attimo di esitazione e Jean non esitò a colpirla con una mano crudamente sul perineo e strappandole un grido.
Indugiò con le dita sul culo che si stava arrossando e affondò due dita..in entrambe i buchi insieme..con facilità..Moriva dalla voglia e l’uomo non la fece attendere.
”Ora voglio assaggiare la tua amica, Francesca..tu goditi la sua lingua..” – disse senza esitare ancora e penetrandola con un affondo lento e inesorabile. che la fece vibrare..
Restò immobile dentro di lei e Jean lasciò ai suoi movimenti, il piacere di godere della sua voglia..
Presi a schiaffeggiarle il sedere vedendo come contraeva il buchetto e l’uomo comprese di doverla penetrare anche nell’ano con il pollice.
La sentì contrarsi per il piacere e uscì lentissimamente da lei lasciandola colare. Jean a quel punto si alzò diretto verso Francesca che aveva sentito attraverso il corpo di Claudia, doveva aver avuto un paio di scosse..due piccoli luminosi orgasmi.
Francesca aveva i capelli lisci..una frangetta su un visetto anonimo ma ora era splendida..
La schiena color del latte incurvata, i seni morbidamente ondeggianti..il collo teso per il piacere..
”Lo hai mai preso in bocca, Francesca?” - chiesi quando fui davanti a lei.
Mosse il capo da destra a sinistra e si leccò le labbra imperlate di sudore.
”Farai di più oggiAggiungi un appuntamento per oggi.. lo prenderai da me..e godrò dentro la tua bocca aperta..ma sappi che questo..è appena stato dentro la fighetta di Claudia..”



Il giorno successivo Jean si svegliò molto rilassato. Il sole era caldo ma alla mattina l’aria era fresca e l’aver goduto come ai vecchi tempi..prima del matrimonio, lo aveva rinfrancato e rilassato.

Niente come una bella orgetta, ripeteva sempre il suo antico compagno di avventure facendolo ridere ogni volta.

Pregustava il primo pomeriggio in cui avrebbe avuto la solita lezione con Francesca.

Si era fatto riaccompagnare a casa il giorno prima, dopo la bella scopata sul lago. Il “problema” con Jean era proprio che una bella scopata gli faceva tornare la voglia.. E stuzzicare la cuginetta a casa di lei, con la zia nella camera a fianco non era praticabile.. per quanto..

Via era solo curioso di veder come si sarebbe comportata Francesca nel loro consueto pomeriggio di studio, il primo dopo che lei glielo aveva preso in bocca fino a farsi soffocare di sborra insieme a Claudia. Ancora rivedeva l’immagine di Claudia che leccava e succhiava la lingua di Francesca piena di gocce bianche davanti al suo sesso arrossato.

Le aveva poi lasciate sole alla loro seratina in discoteca e alle due e mezza erano rientrate. Le aveva sentite chiaramente ridere e sbattere la portiera della macchina sotto la sua finestra. Jean abitava proprio sulla strada ma era ancora sveglio quella notte, ripensando al pomeriggio si trastullava solitario. Sentì il sesso vibrare quando Claudia, nel salutare Francesca le disse : “mi raccomando il tuo cuginetto..non andarlo a trovare già stanotte..”

Che porco, pensò Jean di se stesso, se le sarebbe leccate a dovere anche subito.



Il pomeriggio si recò in casa di Francesca, come al solito. Mentre saliva le scale incontrò la zia che scendeva col marito. Era ancora una bella donna ma non la sopportava più di tanto.

“Oh, caro, che gentile sei..dobbiamo uscire se non ti spiace, ieri pomeriggio Francesca doveva prendere le medicine per suo padre e se ne è dimenticata..adesso tocca a me correre fino a Orta. Ci metterò un’ora.. voi studiate tranquilli, mi raccomando”

“Stai tranquilla, vai piano. Francesca è in ottime mani..” - che bastardo pensò Jean sorridendo.. bastardo e fortunato.

Finì di risalire le scale giacchè studiavano in mansarda, e quando arrivò trovò Francesca in piedi che lo aspettava con un plico in mano. Glielo tese e Jean lo aprì col cuore in gola.

Per un attimo restò con gli occhi fissi su di lei. Era un po’ deluso: lei indossava una tutina nemmeno troppo aderente che non le rendeva giustizia.

Il biglietto per lui era scritto da Claudia:

“Hai visto che bello scherzetto abbiamo fatto a mammina, cuginetto porco? Adesso dalle il biglietto che ho preparato per lei e giocaci un pochino soltanto, come sai fare tu, scommetto.. Io vi raggiungerò fra mezz’oretta. Fammela trovare pronta, bendata e a pecorina. Baci e leccatine. C.”



Il plico conteneva un altro foglietto piegato col nome di Francesca scritto sopra e glielo riconsegnai in silenzio.

Sempre in silenzio Francesca andò nell’altra stanza, quella dove dormiva e ricomparve pochi minuti più tardi.

Si era cambiata, probabilmente seguendo le istruzioni che Claudia aveva preparato per lei.

Portava una mini che non le avevo mai visto, probabilmente perché era troppo corta, una canottierina aderente a coste fini che le copriva appena il seno con i capezzoli già inturgiditi che spuntavano provocanti giacché si era sfilata il reggiseno. Era a piedi nudi e mi mise in mano una benda di quelle che si usano nei voli intercontinentali. Senza una parola portò Jean, tenendolo per mano nella sua stanza da letto. Era piccola e con una finestra sul fondo, un lettino a una piazza e mezza di lato e un armadio dell’ottocento con una specchiera. Francesca si arrestò davanti alla specchiera guardandosi allo specchio. Non sapevo cosa le avesse scritto Claudia nel biglietto ma si fermò e non fece più nulla. Da quanto immaginò Jean, anche la cugina aveva solo istruzioni parziali.. e pensò che il prossimo passo spettasse a Jean.

Forse Claudia avrebbe voluto che lui la bendasse semplicemente e gliela facesse trovare pronta sul letto a cosce aperte e con la fichetta inumidita ma a Jean vennero altre idee che decise di sfruttare, vista la situazione favorevole.

Si mise dietro Francesca che si fissava allo specchio lievemente ansante per l’eccitazione. Venendo in qua dallo studio aveva agguantato un righello sottile come una verga sapendo che gli sarebbe stato utile..

Jean si appoggiò seduto sul letto in modo da trovarsi a meno di un braccio di distanza da Francesca che restava immobile, ad occhi bassi. La casa era in penombra per attenuare il caldo estivo. Tutto era così silenzioso che lui avvertì il rumore della pendola al piano di sotto che ticchettava.

Quando sentì il righello insinuarsi fra le cosce Francesca le socchiuse appena, inarcando la schiena. Il suo culo rotondo sporgeva ancor di più quando Jean arrivò col righello all’altezza del perineo. Francesca emise un sottile gemito quando la punta del righello prese a strusciarle sul sesso e si lasciò appoggiare con le mani allo specchio allargando ancora di più le cosce. Jean pensava che Claudia le avesse detto di levarsi le mutandine ma a ben vedere, per quel poco che la conosceva, aveva ritenuto giustamente preferisse trovare lui il modo di levargliele.

La punta del righello passò dalla fighetta al culo sollevando contemporaneamente la minuscola mini estiva e leggera e mostrando le mutandine sottili, di cotone bianco, molto da brava bambina.

Jean si alzò, si avvicinò a lei e le si mise a pochi millimetri di distanza da dietro. Non resistette alla tentazione di appoggiare il suo sesso contro quel culo che lo provocava ma lo fece solo lievemente. Le sue mani invece salirono immediatamente verso il seno di lei. I suoi capezzoli erano dritti ora e lui glieli sfiorò appena prima di stringerli con forza impugnando le sue tette pesanti e sode.Francesca gemette ancora e lui all’orecchio le sussurrò di restare immobile.

Fece pochi passi e tornò subito dallo studiolo adiacente impugnando delle forbici lunghe e affilate.

Francesca si mostrava molto obbediente e non si era mossa di un millimetro. Nemmeno si voltò quando lui le fu nuovamente dietro la schiena. Claudia l’aveva addestrata meglio di lui stesso. Si capivano al volo.

Partendo dalla schiena, Jean infilò le forbici dietro la canottierina e la squarciò, tagliando lentamente verso l’alto.

Poco dopo le sollevò le spalline e tagliò di netto. Ora la canotta scivolò in terra, lasciandole i seni nudi, con i capezzoli ancor più provocantemente duri e frementi.

Francesca iniziò a mugolare appena e questo fece innervosire Jean che disse soltanto un breve “ssccc..” impugnando con la mano destra la mutandina e tirandogliela prepotentemente verso l’alto in modo che le aprisse la fighetta.

Ripetè l’operazione con rudezza alcune volte, prendendo e mollando le mutandine, a volte scorrendo con un dito a gancio in modo da solleticarle appena appena il sesso.

Poco dopo vide una macchietta bagnare le mutandine e si ritenne soddisfatto.
Riprese in mano le forbici che aveva appoggiato accanto a lui sul letto e infilò la loro punta fredda e acuminata nel cavallo, tagliandolo in modo che lei sentisse la lama fredda sul sesso.

Fece lo stesso con l’elastico prima sulla coscia a destra e poi a sinistra.

Le mutandine, ridotte a uno straccetto umido caddero per terra.

La pendola al piano di sotto in quel preciso istante battè due colpi.

Lui capì che Claudia stava per raggiungerli e aveva ancora del lavoro da fare per prepararla.

Francesca ora portava soltanto più la gonnellina corta e per il freddo i capezzoli le si erano inturgiditi fino a diventare arricciati.. Era ancora immobile, allo specchio.

Le si avvicinò in piedi, restandole dietro. La prese per i fianchi e strusciò la sua voglia sulla sua fichetta che ora sporgeva, umida, gonfia, invitante.

La lasciò subito e si scostò.

Contemporaneamente le disse di aprire gli occhi e di guardarsi.

Francesca obbedì dopo una breve esitazione che le valse una forte sculacciata.

Si mise di fianco a lei ora, per vederla meglio. La fica di Francesca ora colava sulle sue cosce socchiuse ed egli fu eccitato da quello spettacolo erotico.

Aveva ancora pochi minuti prima di ricevere visite ma voleva ancora darle un tocco per renderla perfetta.

Le mise la mascherina sugli occhi, la prese per mano, le coprì le spalle con uno scialle nero di chiffon che ricadeva sul seno e la fece mettere sul letto, piegata sulle mani e poggiata sulle ginocchia.

“Aprile cosce e sporgi il tuo culo da troietta, ora”

Francesca obbedì e in quel preciso istante Claudia si affacciò alla porta. Restò a guardare mentre Jean, sdraiato davanti a lei sul letto, le prese la nuda dicendo soltanto:

“ora vediamo di ripassare come si succhia il cazzo..”
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