La prima volta che ...

Ecco qui la prima "Prima Volta": il primo messaggio nel Blog.
Originale? Mah, forse non molto, però mi sembrava simpatico, anche perchè faticherei molto a concedere ad una delle mie Prime volte l'onore di essere citata per prima.
Quale infatti potrebbe essere il criterio di scelta?
Ovverosia: qual è la vostra, anzi la mia, Prima Volta più importante? Forse dovrei andare in ordine cronologico e tornare bambino, oppure dovrei considerare qual è stata la Prima Volta che più ha inciso sulla mia psiche, sotto vari aspetti; oppure raccontare qual è stata la Prima Volta in cui mi sono reso conto che si stava realizzando una Prima Volta ...
Siccome sono un pò contrario agli schematismi, credo che lascerò all'ispirazione del momento la scelta, saltabeccando da Prime Volte dense di significati psico-emozionali, ad altre dense magari solo di goffa comicità ...
Siccome noi uomini siamo comunque sempre un pò bambini, ho deciso però mentre scrivevo che il prossimo argomento, cioè la vera prima Prima Volta di cui parlerò, sarà ...
La Prima Volta che mi sono masturbato.
Già la scelta può essere discutibile, capisco, ma credo che in un sito che parla di sesso sia l'argomento sul quale ognuno di noi può dire la sua: chi può dire di conoscerci sessualmente più di noi stessi?

La prima volta che mi sono masturbato

La gita scolastica a Ravenna era appena cominciata, e nelle ultime file del pullmann, come sempre le più ambite, era già cominciato il consueto casino: due classi riunite sono una miscela esplosiva.
Fabio Fiori era il più figo della Terza A, tredici anni e mezzo, ed era al centro delle attenzioni di tutte le mie compagne della Seconda D, che pendevano dalle sue labbra.
"Ma tu, quando ti fai i ditalini, godi subito?" Così esordì rivolto a Leandra, la più sveglia, che già gli si era accoccolata sulle ginocchia. "Scemo, io non mi faccio i ditalini" rispose ridacchiando, con gli occhi brillanti di chi sa benissimo che ha detto una bugia.
"Eh no ... certo" pensarono tutti. "E tu, quando ti fai le seghe?" ribattè lei.
"Io sì" rispose orgoglioso Fabio "e poi mi rimane duro ancora e me ne faccio altre due o tre" mimando con la mano a tubo il classico movimento.
Io restai perplesso e, senza farmi sentire dagli altri, chiesi ad Andrea, il mio amico migliore e compagno di banco a scuola e di sedile sul pullmann, che cosa volesse dire "farsi le seghe" con quel gesto, e cosa fossero i "ditalini".
"Ma dai, non verrai a dirmi che non ti sei mai fatto una sega? La sera nel letto, quando diventa duro, non te lo meni l'uccello finchè godi?" Subito arrossii: "Ma sei matto, io non le faccio, quelle robe lì".
"Certo certo, come la ragazze che non se le infilano mai le dita in mezzo alle gambe ..." mi prese in giro Andrea.
Ecco cos'erano i ditalini ...
Ed ecco come scoprii il più comune modo di masturbarsi, o per meglio dire capii che quello che io facevo da almeno tre o quattro anni di notte, senza sapere nè perchè, nè a cosa servisse, ma soltanto che mi dava una stupenda sensazione di forte calore e di eccitazione tra pancia, cosce ed appunto uccello, erano "le seghe". Però io non lo facevo col pugno: stendevo la mano e sbattevo la cappella (che nemmeno sapevo si chiamasse così), avanti e indietro, facendo ballonzolare su e giù il pisello, come se si trattasse di suonare la chitarra; era divertente, però mi ci voleva spesso più di un quarto d'ora per aver quella sensazione, per godere, come scoprii che si diceva.
La sera stessa però, in gita scolastica, provai quella nuova tecnica: pugno chiuso attorno e via, avanti e indietro, una meraviglia ... in soli cinque minuti ero arrivato, e poi ancora e ancora: la prima sega consapevole della mia vita! (Ancora senza una goccia di sborra, quella sarebbe arrivata dopo un anno o due, come mi spiegò l'indomani Fabio Fiori).