Il primo bacio ... non dato

Come cantava Ivan Graziani: "Agnese dolce Agnese, color di cioccolata, adesso che ci penso ... non ti ho mai baciata ..."
Da ragazzi era comune, e forse lo è ancora, tentare i primi approcci con l'altro sesso così per gioco, per sperimentare, per vedere che cosa succedeva. In particolare tutti volevano provare il bacio con la lingua, volevano provare a "filare", almeno così si diceva dalle mie parti, e quindi molti realizzavano i primi approcci magari con una compagna di classe o una delle amiche del vicinato, anche senza che ci fosse chissà quale sentimento.
Io però, condizionato dall'educazione un pò bigotta che regnava in famiglia, ed anche perché il mio unico interesse dell'epoca era il pallone, volevo baciare solo lei, la ragazza che per prima (quella sì) mi aveva fatto battere più forte il cuore: Francesca.
Eravamo in seconda media, in classi diverse, però frequentavamo assieme un corso di sci pomeridiano organizzato dal Comune che, per due pomeriggi alla settimana, ci portava in pullmann dalla città alla montagna più vicina, con ritorno in serata.
Insomma passavamo molto tempo assieme, ed era chiaro come io le fossi simpatico, così come a me fu sempre più chiaro di essermene innamorato, e per la prima volta in vita mia capivo che cosa volesse dire.
Peccato che avevamo solo dodici anni e non sapevamo come dircelo.
Io, frastornato dai racconti degli amici più grandi, e convinto che lei non aspettasse altro, durante il viaggio per la gita scolastica di fine anno, a Ravenna, tentai scioccamente di baciarla afferrandola così, all'improvviso, ottenendo solo uno spintone all'indietro.
"Scemo!" urlò lei, e poco dopo iniziò a piangere in silenzio.
Il resto del viaggio fu un incubo, io mi vergognavo della figuraccia e non sapevo cosa fare per rimediare, lei non mi parlò più, però mandò una compagna a dirmi che era dispiaciuta anche lei, probabilmente soprattutto del fatto che non ero stato in grado di proporle la cosa nella maniera giusta.
Quello fu il primo bacio mancato che condizionò la mia vita: passarono addirittura sei anni, ci vedevamo ogni giorno a scuola, prima alle medie poi al Liceo, che nemmeno a farlo apposta avevamo scelto entrambi senza sapere l'uno dell'altra.
Ogni giorno di quei sei anni volevo chiederle scusa e cercare di spiegarmi, ed ogni giorno la paura mi bloccava. Ed in quei sei anni non c'era altra ragazza che lei, io ero assurdamente convinto che prima o poi ce l'avrei fatta e che lei fosse sempre lì ad aspettare me, e che prima o poi ci saremmo messi assieme, sposati ed avremmo passato assieme il resto della nostra vita.
L'aver preso la patente mi diede il coraggio che non avevo mai avuto, ed andai orgoglioso a scuola con la mitica 500 di mia madre, con l'idea ferma e ben chiara in testa di offrirle un passaggio all'uscita per tornare a casa ... Come era prevedibile, la vidi invece uscire dal portone della scuola mano nella mano con uno dei suoi compagni di classe. In un attimo mi resi conto di quanto fossi stato scemo: dai dodici ai diciotto anni con una ragazza in testa senza che lei nemmeno lo sapesse, e proprio negli anni in cui normalmente l'amore lo si impara ... Sarebbe forse bastato chiederle: "Posso darti un bacio?"