Prime Esperienze
Il primo Bacio !
di Baciami_Ancora
31.08.2017 |
6.655 |
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"Nella settimana successiva provai più volte a farle riprendere il discorso, ma non ci fu verso: fu sempre molto gentile con me, ma quanto a sesso la mia..."
Il ricordo del primo bacio è forse più importante, per qualcuno, del ricordo di altre "prime", generalmente considerate fondamentali nello sviluppo della personalità.Fra l'altro per ognuno possono essere stati memorabili diversi tipi di baci, in diversi momenti della propria vita.
C'è chi ricorda con grande emozione un tenero bacetto ricevuto dalla compagna di banco alle elementari, chi associa al bacio principalmente l'affetto materno, chi proprio ricorda con più calore un determinato bacio passionale, magari perché agognato ed atteso molto a lungo, e magari contrastato dal destino.
C'è anche chi ricorda con grande rimpianto i baci che NON ha dato, come cantava Ivan Graziani pensando alla sua "dolce Agnese"; è un pò anche il mio caso, ma forse di quello sarà meglio raccontare in un'altra occasione.
Voglio invece parlare del classico "French kiss", il bacio con la lingua, che in realtà è per tutti il primo atto con una valenza prettamente erotica, a prescindere dall'età in cui si sperimenta.
Per me lo fu in modo particolare, visto che di anni ne avevo addirittura ventuno!
Immagino che molti faranno fatica a credermi, ma fino ad allora, per una serie di circostanze, il mio rapporto con l'altro sesso era stato sempre platonico all'estremo.
Quanto avevo invidiato, alle medie ed alle superiori, i compagni che nelle gite scolastiche si imboscavano negli ultimi sedili del pullmann "a filare", come si diceva allora, e non so sinceramente se i ragazzi di oggi dicano ancora così, non credo, oggi si "limona" ...
Nella mia testa non era mai passata l'ipotesi che si potesse "filare" così per gioco, solo per provare, con una ragazza qualunque: inconcepibile!
Io volevo essere innamorato, e con quest'idea ero appunto rimasto per alcuni anni. Poi gli ormoni mi avevano convinto che sbagliavo, però nel frattempo era anche subentrato un senso di vergogna e di timore che mi avevano ulteriormente frenato ogni volta che ipotizzavo un qualche tipo di approccio con una ragazza.
Fatto sta che, come spesso succede, ci volle praticamente il caso per sbloccarmi.
Era una sera di metà luglio 1987 ed io innamorato lo ero davvero, anche se avevo faticato a rendermene conto: di Elena, una ragazza dolce e carina di Pavia, diciassette anni, che fin dall'inizio dell'estate mi dimostrava simpatia.
C'era voluto parecchio tempo, ma mi ero deciso: quella sera le avrei raccontato che mi piaceva, che la volevo e che sarebbe stata la mia prima ragazza.
Ero sicuro che mi avrebbe capito e non preso in giro, ed anche che ci sarebbe stata, si vedeva che le ero simpatico e tutti i miei amici dicevano che non aspettava che me.
Arrivai al bar del campeggio un pò tardi, erano quasi le dieci, chiesi subito di lei e mi dissero che era nel campeggio vicino, dove facevano musica, assieme a molti altri della compagnia.
Mi ci avviai anch'io e ... tremenda sorpresa: feci giusto in tempo a vederla sparire verso la spiaggia sottobraccio a Loris, che mi aveva anticipato di dieci minuti.
Scoprii un paio di mesi dopo che Elena, proprio quella sera, si era stufata di aspettarmi, ed avendo più o meno il mio stesso background erotico, cioè zero, aveva deciso di accettare le avances del primo che fosse capitato.
In quel momento però non potevo saperlo, e come un pugile suonato mi sedetti al tavolo degli amici a rimuginare sulla mia sfiga e su quanto lei fosse troia, altro che tenero fiorellino!
Dopo un'ora e mezza di musica che non avevo ascoltato e di battute a cui avevo riso senza capirle, mi ritrovai attorniato da soli olandesi, tre ragazze e Johann, quattordicenne campione di winsurf col fisico da ventenne.
Mi guardò e chiese:" Feel good?"
"Not so much - risposi - everybody is on the beach, but me".
Tutti erano imboscati in spiaggia tranne me ...
"Ok, ma tanto adesso ci vai pure tu, no?" disse Johann in inglese indicando con gli occhi Marlene, una delle due amiche di sua sorella. "Lei è lì che aspetta te ..."
Ero frastornato! In effetti Marlene mi fissava e sorrideva, ma io non avrei mai potuto immaginare: di anni ne aveva ventidue ed era quel che si dice "una figa pazzesca", alta più di me, lunghi capelli biondi e due tette grosse e sode, almeno una quinta, ed era arrivata da soli tre giorni.
Dopo cinque minuti interminabili ci alzammo tutti e, forse perché avevo bevuto una birra, cosa per me inusuale, per non pensare a Elena, o forse perché a quel punto non potevo più tirarmi indietro, mi avvicinai con le gambe traballanti e le sussurrai:"Do you come to the beach with me?"
Lei disse solo yes, mi prese la mano e si avviò verso la discesa.
Feci appena in tempo a dire:"I want to kiss you" e già mi aveva messo la lingua in bocca ... Era buona, morbida e calda, nessun sapore e me ne stupii, mi aspettavo dolce ... Sentivo i suoi denti, muoveva la bocca come per mordere piano, e così facevo anch'io ... Lasciai un pò la presa e le succhiai leggermente il labbro inferiore ... "It's the first time I kiss a girl" È la prima volta che bacio una ragazza ... "and you?"
Lei ci mise un pò a capire, probabilmente considerò che non le avevo nemmeno ancora messo le mani addosso ...
"No, me no" rispose ridendo.
Povera Marlene, per quella sua prima sera di sesso in Italia, invece dello stallone che si aspettava aveva pescato un povero sfigato che più vergine non si poteva ...
Tuttavia, forse sperando che la fame arretrata mi facesse più spregiudicato, mi lasciò fare ancora un po'.
Le baciai il collo e le orecchie, poi ancora in bocca, la gustavo come un regalo a lungo atteso, e sentendo il cuore a mille pensai che dovevo farmi coraggio ed andare oltre.
Le infilai la mano sotto la canotta, non ci voleva molto, ed il cuore arrivò a diecimila, iniziai lentamente ad accarezzare il seno sinistro, e non avrei mai immaginato quanto fosse inebriante.
Continuavo a baciarla, e lei certamente si sarà chiesta quanto ci avrei messo a slacciarle il bikini e passare a leccarle i capezzoli grossi e duri che reclamavano attenzione attraverso la stoffa ... probabilmente ci misi troppo, ero così impegnato a godermi la sua lingua, al punto che nemmeno mi accorgevo dell'uccello che premeva forte sotto il costume.
Quando lo feci, un paio di minuti dopo, era ormai tardi: me li lasciò stringere solo un pò con le dita, poi decise che ne aveva abbastanza.
"It's late, I want to go", proprio mentre io speravo che magari prendesse un pò lei l'iniziativa.
Non era il tipo, non aveva la vocazione della crocerossina e nemmeno della nave-scuola, voleva solo divertirsi ed io non ero certo all'altezza.
Quando ci videro risalire insieme al bar, molti dei miei amici, che non sapevano l'antefatto né la conclusione, non riuscivano a capire come avessi potuto farmi proprio quella sventola lì, e mi fecero mille domande a cui risposi in maniera molto molto evasiva.
Nella settimana successiva provai più volte a farle riprendere il discorso, ma non ci fu verso: fu sempre molto gentile con me, ma quanto a sesso la mia carta me l'ero già giocata, e non certo bene; un paio dei miei amici tedeschi seppero probabilmente giocarsela molto meglio ...
Marlene non tornò più al campeggio, però l'anno successivo mi arrivò una cartolina da Ibiza con tre grosse croci, che stavano per tre baci, e la scritta "Greetings from Marlene": la ricordo con la stessa emozione con cui ricordo la sua bocca morbida e carnosa.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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